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Capitolo 15

Il giorno un cui sarei dovuta ritornare a scuola sarebbe arrivato presto quindi era meglio mettersi a passo con i programmi e studiare.

Avrei iniziato con le mie materie preferite: greco e fisica.

Lo so che tra queste due discipline non c'è niente di comune, ma sono quelle che preferisco.

La legge di Hooke.
Facile e veloce. Ripeterla sarebbe stata una passeggiata.

"F=-ks questa è la formula della così detta legge di Luke". Ripeto, facendo avanti e indietro per la camera, con la tuta e una matita tra i capelli.
Mi accorgo subito del mio errore.
Quel nome gira ancora per la mia testa e, anche involontariamente, è presente nei mie pensieri. *e nelle formule di fisica*

Cala il silenzio.

Non si sente più la mia voce alta ripetere. Non ho nemmeno iniziato e già non mi sento più in vena di studiare.
Tutta colpa di una sola parola, quattro lettere, un suono, un mondo... lui.

"Annabeth" sento aprire la porta della mia camera. È mia madre.

"Tesoro, cosa ci fai in piedi e in silenzio in mezzo alla stanza?"

"Ehm...io...non non ricordavo una formula e cercavo di fare mente locale, sono poco concentrata, ecco" mento.

"Per fortuna ti ho portato una tisana calda, pensavo potesse conciliare lo studio" mi sorride.

"Oh, beh grazie mamma, hai hai fatto bene" rispondo.

"Tu sei sicura di stare bene?"

*nooooo, sto impazzendo, il mio grado di stupidità sta aumentando tanto da confondere Hooke con Luke*
"Si certo, tutto apposto, ora lasciami studiare così finisco presto" posando la tazza sulla scrivania e indicandole la porta con un cenno del capo.

"Certo" e va via.

Lo studio procede senza più intoppi e, tra una formula, una chiacchierata a telefono con Talia e un film con Jake, quei pochi giorni di "libertà" concessi, soni volati.

Domani dovrò tornare a scuola e l'unica persona felice di ciò è Ell; si è fatta sentire spesso in questo periodo e la cosa non mi dispiace. Sono abbastanza pronta per qualsiasi interrogazione anche se non credo i professori saranno così bastardi da interrogarmi il primo giorno *non farti illusioni*.

Sono curiosissima della reazione degli altri, edi quella di Luke, che non ha passato nemmeno un giorno senza contattarmi, non ricevendo mai risposta.

La sveglia, la solita sveglia mi tira giù dal letto. Faccio una colazione veloce, barretta al cioccolato, e indosso jeans chiari con una felpa blu. I capelli sono sciolti lungo la schiena e i miei occhi, contornati da un leggero strato di trucco.

"Annabeth muoviti" mi strilla Benji dall'ingresso.

"Si un attimo"
Prendo il telefono e mi precipito giù.

"Non voglio fare tardi per colpa tua"

"Se arriverai un minuto dopo non cambieranno i tuoi voti in pagella, Benji"

"Ma perché rischiare?"

"Per attendere la tua amata sorellina? Che dici?" Gli chiedo ironica scompigliandogli i capelli.

"Ragazzi, salite in macchina" ci richiama nostra madre.

La strada sembra più breve di come la ricordavo.
Appena scendo dall'auto un uragano di nome Talia, di nuovo felice dopo il ritorno a casa di Daniel, mi abbraccia.

"Buongiorno Talia" la saluto ironica "mi sei mancata anche tu" aggiungo.

"Ma tu non mi sei mancata per niente" scherza

"Certo, dovrei crederci".

Quando entriamo in classe, ci sono quasi tutti e vedendoci iniziano ad applaudire per il nostro ritorno *allora un po' gli siamo mancate ehhhhhh*.

Tutti tranne uno. L'unica persona che sto guardando dritto negli occhi. Sta scorgendo la mia anima, la sta analizzando, sta leggendo i miei pensieri. Non so come, ma sa leggermi come un libro aperto, ed è l'unico a saperlo fare.

Restiamo a guardarci per qualche minuto, poi si alza, mi si avvicina e, prendendomi per un polso, mi tira fuori dalla classe.

"Lasciami Luke" gli grido contro.

"No ora tu mi spieghi cosa é successo, ogni dettaglio"

"Ma che te ne importa? Preoccupati per Carmen" gli rifaccio.

"É quasi un mese che non mi vedi e l'unica cosa che hai da dirmi è 'preoccupati per Carmen'?" Mi chiede.

"É lei la tua ragazza, no? Cosa dovrebbe interessarti di me?"

E a quel punto il mio cervello esplode. Luke risponde alla mia domanda con una fragorosa risata.

"Ma che cazzo hai da ridere?" Lo rimprovero.
"Tu veramente credi" viene interrotto da una sua risata "Che Carmen sia la mia ragazza?" Conclude.

"Vi ho visti..."

"Si, ci hai visti, come? La stavo per caso baciando? O ti è arrivata voce all'orecchio che l'ho portata a letto?"

"Non capisco, io..."
"Sto con lei e passo del tempo con lei perché è mia CUGINA e aveva bisogno di un supporto morale, in realtà ne ha ancora bisogno, perché il SUO ragazzo, e credimi, non sono io, si è fatto l'amica".

Probabilmente dire di essere diventata rossa è poco...mi sento andare a fuoco, sto per incendiarmi, mi serva aria e acqua.

Non riesco a pensare a nient'altro tranne che "mannaggia a me e alle mie conclusioni affrettate! È la cugina cazzo!"

"Io" inizio "ho frainteso..."

"Mi sa un bel po' signorina, sarai brava con il greco ma in fatto di logica e perspicacia non ci sai proprio fare"

"Ma non centra la logica" gli rispondo "io, io..." Non sapevo come continuare.

"Tu faresti meglio a dirmi che cosa ti è successo, perché se non cambiamo argomento io esplodo e non mi hai mai visto arrabbiato."

"Beh, ho avuto un incidente e sono stata operata" dico tutto d'un getto.
Il suo sguardo cambia da irritato a preoccupato.
Appoggia la sua mano, come sempre calda, sul mio braccio iniziando ad accarezzarlo delicatamente.

"Allora ragazzi" il professore appena arrivato si mette tra noi "avete intenzione di andare avanti per molto? No perché io vorrei fare lezione"

"No" rispondo secca tenendo però lo sguardo ancora nei suoi occhi.
"Rientriamo subito" e mi volto raggiungendo il mio banco e Talia.

Gli ho raccontato quasi tutto, tranne un dettaglio: Jake.

Un gran bel dettaglio eh!

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