Capitolo 10
Una settimana in ospedale trascorre lentamente, nonostante Jake e Talia, che si sono ripresi con maggiore facilità, abbiano trascorso giorno e notte nella mia stanza.
Il ragazzo si è rotto un braccio, ma non fa subito altri traumi, per fortuna.
La mia gamba dolorante è ancora immobilizzata.
Le condizioni di Daniel sono critiche e non é passato un pomeriggio in cui io non abbia pregato per lui, con o senza Talia.
La terapia intensiva è come una camera blindata e, a parte medici e genitori, nessuno può entrare.
Talia soffre e si dispera...il pensiero che il suo ragazzo rischi la vita la trafigge più di quanto abbiano fatto i vetri della macchina e il fatto che non lo possa nemmeno vedere...la distrugge.
È triste, non sorride e piange spesso: si sente maledettamente in colpa. Nessuno di noi riesce a calmarla, servirebbe solo lui, Daniel, ma non è nelle condizioni per farlo.
"Posso?". Sento bussare da dietro la porta. È Jake...cosa ci farà a quest'ora ancora in giro? Sono le 10 passate, dovrebbe dormire.
"Si entra" rispondo "Tanto non riesco ad addormentarmi..."
"Neanche io... Il braccio mi fa male più del solito e non riesco a prendere sonno. E poi, sono terribilmente preoccupato per Daniel, non possono non dirci nulla!"
"Dobbiamo solo aspettare e pregare, Jake, non puoi fare altro"
"Ma io" inizia con foga, poi sospira e continua "hai ragione tu però dai, uff....allora, ti conosco da poco più di una settimana e ho la certezza che ti ricorderò per il resto della vita...Ti conoscevo da meno di 24 ore e hai creato scompiglio dentro di me. Hai qualche super potere?" Mi chiede sorridendo...
"In realtà l'unico mio potete é quello di fare sempre la cosa sbagliata e combinare casini"
"Ballare con me è stata una cosa sbagliata?" E con sguardo provocatorio mi si avvicina.
"Beh no ma..."
Non mi permette di concludere la frase. Si avvicina a me tanto da farmi sentire il suo respiro; il mio cuore é a mille e le mie labbra si schiudono prima ancora che le sue mi raggiungono. Il mio corpo rimane immobilizzato mentre le sue mani iniziano ad accarezzarmi i capelli. Scendono lentamente sul collo e prima di continuare la discesa verso i fianchi, le sue dita disegnano qualcosa sulla mia clavicola.
Le sue labbra iniziano a muoversi delicatamente, come se temessero di potermi far male e piano piano prendono velocità. Da un bacio leggero e delicato diviene pieno di passione e duraturo. Ho bisogno d'aria, di respirare, mi sento soffocare sotto il suo corpo muscoloso.
Si ferma solo quando mi fermo io, come se capisse il mio volere. Prima di allontanarsi i suoi denti premono sul mio labbro inferiore. Mi scappa un gemito, un misto di dolore e piacere.
Non trovo le parole, non so cosa dire, per fortuna lui mi anticipa.
*l'avevo detto io che era precipitoso!!!!*
"Grazie" dice
"Cosa?" Non può ringraziarmi, non ho fatto niente, lui si è avvicinato, io ho solo...ricambiato.
"Ti ringrazio per avermi fatto vivere un momento bellissimo..."
"Ma io..." non mi lascia parlare.
"Sii sincera. Ti è piaciuto?"
Mi è piaciuto? Mi ha lasciato spaesata, mi ha sorpresa, era inaspettato e all'inizio, non voluto. Ma si, mi é piaciuto.
Annuisco.
"Se tu me lo permetti, potrei farti vivere di questi momenti ogni giorno, ogni ora, ogni istante, per sempre".
Il per sempre non mi piace.
Il sempre è troppo lungo.
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