UNO SGUARDO
Pov's Milla
Sono in piedi dietro al bancone del bar dove lavoro : bombobar. Si, sembra più un nome di una bomba; invece é il nome del bar più famoso e conosciuto della città per i suoi gustosi bomboloni. Ogni mattina ne sforno a migliaia e quelli spariscono in un batter d'occhio. Io sono l'unica barista di questo bar a cui é permesso entrare nella zona della cucina, poiché il proprietario é mio zio. I miei genitori hanno voluto che, a soli 19 anni , lavorassi come cameriera nel bar di mio zio, visto che é un tipo molto esigente che adora la puntualità, qualità che a me manca. Stamattina il bar é più affollato del solito, sarà forse per il tempo che non sembra volersi calmare. Il cuoco mi chiama-" Milla! Muoviti a servire questi bomboloni, sono stati appena sfornati!-" mi affretto a prenderli e preparo i caffè e i cappuccini, in base alle richieste. Appena ho finito di dividere gli ordini, metto le delizie e da bere nei vassoi, pronti per essere serviti a tavola. Con la mano destra sistemo i vassoi lungo il mio braccio e con un'agilità pari a quella di un ghepardo, servo gli ordini ai rispettivi clienti. Quando mi manca un solo vassoio da servire, un signore si alza da tavola e, senza farlo apposta mi fa rovesciare il caffè su un cliente seduto al tavolo di fianco al suo, mentre io cado per terra e il bombolone al cioccolato finisce sulla mia testa. Il signore a cui ho rovesciato il caffè, si alza dalla sedia nello stesso istante in cui il liquido ha toccato la sua giacca e, finisce anche lui per terra, cadendo letteralmente sopra di me. Cerco di togliermi il cioccolato dagli occhi, non ci vedo niente. Intanto sento il signore che cerca di alzarsi, impresa un po' ardua visto che un suo braccio è incastrato sotto il mio corpo. Percepisco una mano che mi toglie delicatamente il cioccolato dagli occhi; una volta che riesco nuovamente a rivedere, i miei occhi incontrano quelli color miele del signore sopra di me. Anche lui sta guardando i miei, non riesco a distogliere lo sguardo: sono così bellissimi, sembra di navigare in un mare fatto di miele, con qualche goccia di caramello. Questi occhi racchiudono una marea di emozioni, a guardarli il mio cervello va in tilt. Poi osservo il naso a patata, la bocca carnosa e i lineamenti delicati. Mi accorgo solo verso la fine della contemplazione, che l'uomo non dovrebbe avere più di 25 anni. Il signore continuando a fissarmi si alza e mi tende la mano per aiutarmi. Io gliela stringo e, mentre sto per tirarmi su, lui molla la presa, facendomi cadere di nuovo a terra. Alzo lo sguardo verso di lui che, appena mi vede in questa situazione, scoppia a ridere. Io per tutta riposta lo fulmino con gli occhi e mi rialzo a fatica, notando solo allora di avere migliaia di occhi puntati su di me. Per la vergogna inveisco contro il signore-" cazzo fai? Lo sai che mi potevi fare male? Che razza di uomo cerca di aiutare una donna e poi la fa cadere per terra apposta?" - l'uomo mi risponde con molta calma-" scusami tanto, ma io qui non vedo nessuna donna; soltanto una ragazzina di 15 alle prese con un lavoro. Ti diverti a comportarti da grande? Poi qui l'offeso dovrei essere io, se non erro mi hai rovesciato un caffè bollente addosso"- . non mi faccio intimorire dal suo modo di fare, infatti gli rispondo decisa-" non ho 15 anni, ma 19 . Inoltre non l'ho mica fatto apposta con il caffè, un signore mi ha fatto perdere l'equilibrio-" -" forse ti servirebbe un bastone, se non riesci a reggerti in piedi-" a questa affermazione non posso che intristirmi, non riesco a capacitarmi che, un ragazzo come lui, così maleducato, mi possa far provare delle emozioni. Infatti, ogni volta che parla, ascolto ogni sua parola con molta attenzione, per ricordarmi la sua pronuncia.il signore poi, mi tende una mano e sorridendo mi dice-" io comunque mi chiamo Alessio"- io guardo la mano e sono tentata di stringerla e presentarmi. Non so perché, ma questo suo gesto così semplice mi ha rimesso di buon umore. "Che belle mani che ha" penso, poi mi distolgo dai miei pensieri e con un'aria altezzosa mi giro sui tacchi e lascio il ragazzo da solo,con la mano ancora tesa verso la mia direzione e uno sguardo esterrefatto, che poi si tramuta in un sorriso. Non ho la più pallida idea del perché, ma appena mi sono allontana da Alessio, mi sono sentita una pezza; fragile e insignificante. Mentre al suo fianco mi sentivo più potente e sicura. Ritorno così dietro al bancone e mi rimetto a lavorare.
Pov's Alessio
"Che tipa" penso mentre sto guardando la barista del bombobar che ritorna dietro al bancone a lavorare. "Prima fa tutti quei discorsi sull'educazione, poi appena mi presento guarda la mia mano come se fosse schifata e poi se ne va via: lasciandomi come un cretino, con la faccia incantata e la mano ancora tesa." Continuo a pensare a queste cose mentre mi risiedo al mio tavolo, chiamando altre cameriere per pulire il disastro di quella pazzoide. "Ammettilo Alessio: ti piace la ragazza! Ti comporti in questo modo soltanto con quelle che ti piacciono davvero. Quella ragazza... ha una bocca così bella, a forma di rosa... il colorito della sua faccia, la pelle così morbida... e poi vogliamo parlare dei suoi occhi: grigi con qualche sfumatura viola. È raro trovare degli occhi così, ci sono più persone con gli occhi azzurri che con gli occhi grigi/viola.
Aveva un profumo così delizioso... Ammettilo Alessio, ti sei innamorato! E ci sei rimasto male, quando lei non si è presentata, perché volevi tanto conoscere il suo nome." Muovo la testa cercando di scacciare questa vocina che mi parla, ma la sento ancora; così decido di andarmene dal locale.
1 settimana dopo
Sono ancora seduto allo stesso tavolo dove quella ragazza mi ha rovesciato il caffè. Sono le undici di sera e il bar si sta incominciando a svuotare, oggi c'era una festicciola per il proprietario del locale. Sono rimasto fino a quest'ora perché ho deciso di andare a parlare con la barista, appena avrà smontato. È da una settimana che vengo al bar con lo scopo di invitarla a uscire, ma poi ho sempre dei ripensamenti e allora me ne vado.
Il proprietario ci invita a lasciare il bar. Lentamente mi infilo la giacca, nel frattempo colgo l'occasione di osservare ancora un po'la ragazza. Quando mi accorgo che lei mi sta guardando, prendo il mio cellulare e esco velocemente dal locale, senza voltarmi. Una volta uscito, sento l'aria congelata invadermi, incomincio a tremare; però mi faccio coraggio e decido che entro stasera dovrò almeno aver salutato la ragazza, così salgo in macchina e fisso ininterrottamente l'entrata/uscita del bar, aspettando un qualsiasi movimento. Dopo circa mezz'oretta di attesa, vedo uscire dalla porta la ragazza, che si appresta a chiudere il bar. Mentre sto per scendere dalla macchina vedo due balordi che si stanno avvicinando a lei velocemente. Infatti dopo neanche un secondo, la ragazza sta urlando perché le stanno rubando la borsa. Mi sento inerme, non so che fare. Ho paura. Sto per risalire in macchina quando, a farmi cambiare idea é stato nuovamente un suo urlo. Facendomi coraggio mi avvicino ai due balordi e quando mi ritrovo dietro di loro incomincio a picchiarli. Una volta terminato il mio lavoro,la ragazza mi guarda attentamente e poi mi abbraccia molto forte.Io ricambio l'abbraccio e annusandole il profumo dei capelli, le sussurro all'orecchio-" shh! Tranquilla. Ci sono qua io, é tutto passato. Ora sei al sicuro, con me non ti succederà niente di male."- la ragazza mi guarda e con gli occhi umidi mi ringrazia-" grazie mille, se non fosse stato per te io non saprei neanche... ne...-" poi scoppia a piangere. Non posso vederla così, le porgo un fazzoletto e dopo che lei si é asciugata le lacrime, le accarezzo dolcemente una guancia. A rompere il silenzio é lei che mi dice-" scusami per l'altra volta Alessio, quando non mi sono presentata; avrai pensato che fossi una maleducata. Io sono Milla, piacere -" detto questo mi porge la mano, che io stringo affettuosamente. Poi mi rendo conto che lei mi aveva chiamato per nome e, con un sorriso a trentadue denti le chiedo-" ti ricordi il mio nome?-" lei diventa rossa e, guardando i suoi piedi borbotta -"si-". In quel momento vari pensieri incominciano a sorgermi" se lei fosse innamorata di me? Se le piacessi? ..." . Decido di togliermi ogni dubbio e, facendo un bel respiro le dico-" permettimi di proteggerti per il resto della tua vita. Dammi l'opportunità di starti vicina. Mi sono innamorato di te dal primo istante, quando mi hai fatto rovesciare il caffè addosso e io ti sono finito addosso. Permettimi di asciugarti ora è per sempre le tue lacrime. Voglio passare il resto della mia vita con te"-. Lei mi guarda attentamente, ho paura della sua reazione; poi mi si avvicina e mi appoggia le sue labbra sulle mie e, ci sciogliamo in un meraviglioso bacio. "Mi é bastato uni sguardo per capire che mi ero innamorato di lei, ora ne sono più che convinto"
Lo so che fa un po' schifo, scusami tanto :(
Spero che almeno ti sia piaciuta un po' ❤
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