UN MATRIMONIO ROSSO WEASLEY
Ciao a tutti! Ricordate il primo tema? Il voto è stato una "O" tonda tonda, cioè "Oltre ogni previsione". Che dite, puntiamo all'Eccellenza? Bene, allora leggete pure, e spero vi piaccia!
Tititi...tititi...tititi...
Lasciasti che la piccola sveglia sul comodino di fianco al letto in cui riposavi suonasse per qualche secondo, prima di poggiare pesantemente una mano su di essa per farla tacere. L'orologio sul proiettore digitale segnava le 05:30, ma non c'era da stupirsi. Immediatamente, al solo pensiero di quel giorno, una miriade di farfalle presero a vorticare nel tuo stomaco.
Ti alzasti dal letto, con il cuore che già da ora, batteva un po' più forte. A quell'ora non un raggio di sole attraversava le leggere tende di raso bianco per scontrarsi contro il tuo viso spruzzato di lentiggini. Apristi la porta e la varcasti piano, nel tentativo di non svegliare i tuoi genitori che dormivano profondamente nella camera accanto, per dirigerti nella vecchia cucina in legno di noce che era appartenuta alla tua vecchia nonna Rosanne.
Come ogni mattina, con qualche sventolio di bacchetta, preparasti la tua modesta colazione: un paio di uova all'occhio di bue con un contorno di pisellini più qualche stisciolina di pancetta. Ma la tua mente vagava ben oltre quel piatto condito.
Se pensavi che qualche stanza più in là, a cingere il busto di un manichino, il tuo abito bianco aspettava solo di essere indossato, se pensavi che tra meno di 12 ore sarebbe arrivato il giorno che ogni donna sogna fin dall'infanzia, se pensavi che d'ora in poi saresti stata riconosciuta come Molly Weasley o signora Weasley... il tuo cuore non poteva controllare la voglia di fare mille capriole.
Arthur... ad Hogwarts il ragazzo burlone dalla testa dura quanto quella di un mulo. Era proprio a scuola che tu lo conoscesti...
Ti eri svegliata con il piede sbagliato quella mattina, e con questo si intende dire che appena messo piede per terra inciampasti sulla stupidissima spazzola per capelli della tua compagna di stanza sbattendo la nuca contro il duro legno del letto a baldacchino.
Maledissi mentalmente Samantha, che ancora dormiva profondamente nel suo letto, mentre ti dirigesti in bagno.
Dopo esserti liberata del pigiama, troppo largo per le forme sottili del tuo corpo, apristi il getto d'acqua della doccia e lasciasti che questa scorresse sulla tua pelle, lasciandoti passare quei pochi minuti di relax.
Mezz'ora dopo eri già asciutta e vestita della divisa scolastica, avevi incorniciato gli occhi smeraldini di una sottile linea di matita nera e, dopo esserti arresa nell'impresa di domare la chioma rosso fuoco, optasti per una semplice coda di cavallo.
Tornasti in camera, non troppo sorpresa nel vedere ancora la chioma castana di Samantha sbucare da sotto la pesante coperta rosso e oro. Sbuffasti divertita, arricciando le labbra in un mezzo sorriso, per poi avvicinarti alla tua compagna di stanza per scuoterle debolmente la spalla.
-Sam, basta poltrire, se arrivi nuovamente in ritardo a pozioni, il professor Hinrlick ti metterà in punizione per almeno tre settimane- ricordasti alla ragazza che mugolò debolmente mentre tentava di sollevarsi sui gomiti.
-Molly..Non credo di stare bene- disse quella dando qualche colpo di tosse per poi ricadere pesantemente sul materasso ricacciando in gola quella che sarebbe dovuta essere bile.
-Cosa? No, ti prego. Non oggi!- la supplicasti inutilmente, infatti quello stesso giorno, oltre alle normali ore di lezione di pozioni saresti stata costretta a passarne altrettante in compagnia del professor Hirlick a causa di una punizione assegnatati da quest'ultimo.
In tutta risposta Samantha mugolò ancora poggiando con pesantezza una mano sulle coperte, all'altezza dello stomaco.
Sbuffasti rassegnata, scrutando qualche secondo il viso leggermente verdognolo di lei, mentre ti preparavi psicologicamente ad affrontare quella giornata senza la compagnia della tua migliore amica.
Ti allontanasti dal suo letto per dirigerti poi verso la porta.
-Mi spiace- mugolò questa sollevandosi appenna per vederti varcare la porta. Le rivolsi un sorriso.
-Fa' niente, sai che me la so cavare da sola con quel guastafeste del prof. Piuttosto pensa a riposare, domani ti voglio in piedi e pimpante.- la incitasti, mentre lei, con un ultimo sorriso, tornò a rifugiarsi sotto le calde coperte.
Tu chiudesti la porta alle tue spalle e ti dirigesti con passo svelto verso l'aula di pozioni.
Dopo poco eri già davanti la pesante porta che conduceva ai sotterranei e il tanfo di chiuso divenne sempre più soffocante. Percorresti i lunghi corridoi, svoltando prima a destra e poi a sinistra, finché, dopo aver dischiuso la porta malconcia che ti ritrovasti di fronte, entrasti nell'aula e gettasti noncurante la tracolla sul legno scuro del banco per poi lasciarti pigramente cadere nella sedia di fronte a quest'ultimo.
Controllasti l'ora nel tuo orologio da polso, mancava ancora qualche minuto prima dell'inizio della lezione e tu, dopotutto, non eri affatto ansiosa di cominciare.
La classe era già colma di ragazzi: chi ripassava, chi chiacchierava, chi sonnecchiava ecc...
E, immancabilmente, vicino l'ultimo banco alla sinistra della classe, il gruppetto dei ragazzi Grifondoro non poteva mancare.
Erano piuttosto irritanti secondo il tuo punto di vista; creavano sempre un gran caos anche quando questo era assolutamente inopportuno, distribuivano alcune loro invenzioni davvero stupide e fastidiose come: caramelle che ti facevano vibrare la lingua, pantaloni che ti impedivano di stare in piedi, cucchiai che non raccoglievano il cibo e oggetti simili, tutto questo per fare stupidi scherzi a chiunque capitasse loro a tiro.
Mentre li scrutavi quasi scettica, il loro "leader" si rese conto dell'attenzione che stavi dedicando loro e, quando ti scontrasti con il suo sguardo, notasti le labbra di lui arricciate in un ghigno divertito.
Distosli lo sguardo con noncuranza per poi cominciare a tirar fuori il materiale di studio dalla borsa tracollo. Tuttavia, con la coda dell'occhio, notasti il ragazzo scendere dal banco in cui poco prima stava seduto, per poi dirigersi verso di te e fermartisi di fronte, dall'altra parte del mobile.
Questo flesse le gambe e appoggiò il mento sulle braccia, che aveva incrociato e poggiato sulla superficie di legno scura.
Tolsi l'ultimo oggetto dalla tua borsa, per poi posarlo sul tavolo.
Il ragazzo davanti a te ti fissava ancora con gli innocenti occhi verdi, mentre la labbra sottili non si erano ancora sbarazzate di quel fastidioso ghigno.
Sbuffasti scocciata mentre decidesti di sentire ciò che voleva.
-Allora? Cosa vuoi Weasley?- chiesi monotona. Il ragazzo alzò il viso poggiando entrambi i palmi delle mani sulla guance mentre il sorriso si allargò.
Arthur aveva occhi verdi, anche se più chiari e vitrei dei tuoi, mentre i capelli erano del tuo stesso rosso fuoco e, da quello che si poteva intuire, altrettanto indomabili.
-Non credi che possa essere qui solo per conoscerti meglio, vero Prewett?- chiese evidentemente ironico.
Le risposta era facilmente intuibile dalla tua espressione scettica.
- Uhh, che caratterino!- esclamò divertito - Comunque, volevo solo accertarmi dell'effetto delle nauseabonde- spiegò, recuperando dalla tasca alcune caramelle di uno strano colore marrone-verdognolo.
-Non penserai che io le assaggi!?- esclamasti disgustata dall'idea.
-No- rispose lui ricacciandole in tasca -non ce ne sarà alcun bisogno. Solo... puoi descrivermi le condizioni in cui si trovava questa mattina la tua amica? Nausea? Vomito? Colorito verdognolo?- chiese tranquillo, quasi volesse appuntarsi le informazioni che avrebbe ricevuto.
-Tu..- corrugasti confusa la fronte mentre lo scrutasti con le labbra socchiuse.
-Tu le hai rifilato quello schifo!- lo accusasti balzando in piedi, indicando infuriata la tasca dove poco prima aveva fatto sparire le caramelle. Quello roteò ovvio gli occhi, emettendo uno sbuffo divertito.
-Non scaldarti tanto, Prewett- disse, mentre tu sentisti le guance carbonizzarsi dall' ira. - A cena ho mirato al piatto di minestra di un mio amico, ma la nauseabonda è finita per sbaglio in quella della tua amica. Non se n'è accorta, ha ripulito il piatto e a quel punto il misfatto era compiuto.- spiegò lui calmo per poi sollevare il viso dai palmi delle mani dove fino a quel momento era stato appoggiato, rivelandosi qualche centimetro più alto di te.
-stupido rincoglio...-
Una porta sbattè, la porta dell'aula. Il professor Hirlick era davanti ad essa con le braccia incrociate, fissava te e Arthur Weasley con viso severo e la fronte corrugata. Deglutisti.
L'insegnante avanzò lentamente verso di voi, con la coda dell'occhio notasti Weasley poggiare una mano sul banco mentre accavallava un piede sull'altro, non sembrava affatto preoccupato.
Quando il professore vi fu di fronte vi scrutò qualche secondo, in silenzio.
-nove punti in meno a Grifondoro!- soffiò quello muovendo impercettibilmente le labbra talmente sottili da sembrare inesistenti.
-Signorina Prewett- e si rivolse a te con tono freddo -nulla, e dico nulla, autorizza un linguaggio simile nella mia classe. Questo pomeriggio arrivi un paio d'ore prima prima nel mio ufficio- disse scandendo ogni singola parola con estrema lentezza e freddezza. Maledisti mentalmente il ragazzo che avevi di fianco.
-Lei, signor Weasley- e si voltò verso quest'ultimo -farà compagnia alla sua compagna per tutta la durata della punizione. Inutile dire che se ancora una volta sarà sorpreso a fare scherzi simili contatteremo immediatamente i suoi, a rischio sospensione- terminò. Dopo uno sguardo veloce, prima all'una e poi all'altro, Hirlick si diresse verso la cattedra, posizionandosici dietro.
- Tutti seduti- bisbigliò e i ragazzi, che fino ad allora non avevano osato muovere un muscolo, si posizionarono frettolosamente ai loro posti, compreso Arthur, che prima di allontanarsi sussurrò fra i denti un "che palle".
...
Con un paio di colpi la porta dell'ufficio del professore scricchiolò leggermente, mentre dall'interno questo intimava con voce strascicata di entrare.
Abbassasti la maniglia e, dopo aver aperto la porta la varcasti. Immediatamente un'odore acido ti si attaccò prepotentemente alle narici mentre il viso ti si contraeva in una smorfia, quasi avessi appena assaggiato qualcosa di esageratamente amaro.
Ti concentrasti sull'insegnante che, dopo aver abbandonato il posto dietro la scrivania, si era avvicinato sugli scaffali di fronte ad essa e ora stava rovistando in cerca di qualcosa.
In quel momento anche il rosso entrò nella stanza, dalla porta che avevi lasciato aperta, richiudendosela alla spalle.
Dalla smorfia in cui contrasse il viso, capisti che aveva avuto la tua stessa reazione a quel nauseabondo odore.
-Bene bene- disse il professore d'un tratto, a quanto sembrava, aveva trovato ciò che cercava fra le mensole. Prese da esse quattro vasetti di vetro e li poggiò sul tavolo al centro della stanza, quella situazione non ti piaceva affatto.
I vasetti contenevano sostanze che a prima vista sembravano viscide. Osservandole meglio, si potevano notare gli infiniti grumi contenuti in esse. Il tutto, di un orrendo colorito grigio-marrognolo, per niente invitante.
-Queste- spiegò Hirlick poggiando una mano su uno dei vasetti chiusi -sono uova di ghirido. Alcune di esse si sono rotte e il liquido contenuto all'interno si è disperso. Sta a voi- e vi fissò con un ghigno divertito- mettere tutto il liquido all'interno delle provette e ripulire minuziosamente i gusci. Ovviamente avete tutto il tempo del mondo, buon lavoro.- concluse ghignante, mentre metteva parecchie provette accanto ai vasetti per poi sorpassarvi e uscire dall'ufficio chiudendosi la porta alle spalle.
-Sta scherzando, vero?- chiedesti disgurstata al solo pensiero di quella brodaglia che ti sporcava le dita.
-Avanti Prewett, ora non fare la schizzinosa- ti beffeggiò il rosso. Si avvicinò ad uno dei vasetti e, dopo averlo raccolto dal tavolo, fece scattare il tappo. L'odore di acidità si mischiò a quello di pattumiera rimasta sotto al sole per settimane. Ti tappasti immediatamente il naso, anche Arthur ritrasse con una smorfia il viso.
-È da fare venire i conati- ti lamentasti, senza però ricevere una risposta dal ragazzo che sembrava parecchio più interessato di te a quella disgustosa sostanza. Questo prese una delle fialette dove, con l'aiuto di un cucchiaio, versò parte della sostanza insieme ad un guscio d'uovo. Dopo aver chiuso la provetta, la nascose nella tasca interna della giacca trasandata.
- Vedremo a cosa può tornare utile- disse fra sé e sé, poi prese una sedia che mise accanto al tavolo, sulla quale prese a lavorare.
-Metà di questi toccano a te, e ti consiglio di sbrigarti se non vuoi passare tutta la notte con questa roba puzzolente fra le mani- disse scartando un paio dei vasetti che aveva di fronte.
Sospirasti, aveva ragione.
Così cominciasti dal primo e, come aveva fatto prima Arthur, feci scattare il coperchio trattenendo i conati che minacciavano di salirti in gola.
Immergesti l'indice e il pollice nel liquido per separare il primo guscio delle piccole uova. La consistenza era grumosa, viscida e gelata... faceva davvero schifo.
Continuasti finché il liquido fu separato da tutti i gusci d'uovo, che avevi raggruppato in una ciotola.
Con riluttanza passasti al secondo vasetto, imitando lo stesso lavoro di poco prima.
Finché sia tu che Weasley non finiste il vostro compito, nessuno dei due aveva tentato di trovare un argomento di conversazione o si era lamentato di quella situazione.
Era passata circa un'ora quando finalmente tutti i vasetti erano privi di gusci di uova di ghirido. Ora toccava separare la sostanza viscida che era rimasta attaccata a questi, per poi ripulirli completamente.
Quando stavi per prendere il primo dei minuscoli gusci di uova, alla tue spalle Arthur sbuffò annoiato.
-Non se ne parla che io maneggi quelle piccole sfere puzzolenti ancora per ore!- sbottò d'un tratto.
Non sapevi molto di lui, apparte il fatto che era molto stupido e irritante, eppure se avresti dovuto elencare gli aspetti del suo carattere non avresti mai detto che era un tipo da perdere la pasienza.
Fino ad ora lo avevi disegnato come un ragazzetto in vena di stupidi scherzi, che non pensava alle conseguenze e che dunque poi, si ritrovava ad accettarle senza dare neppure ad esse il peso giusto. Invece ora era stufo.
Sfoderò dalla tasca la bacchetta, puntandola contro la ciotola piena delle centinaia di minuscole uova.
-No Arthur! Che fai?!- esclamasti preoccupata, ma già la formula "Aguamenti" aveva abbandonato le labbra del ragazzo e ora, dalla punta della bacchetta, fuoriusciva un getto d'acqua che riempì la ciotola e andò a coprire tutte i gusci. Poco alla volta l'acqua si andò a colorare della sostanza grigio-marrognola contenuta nelle uova e, per finire, Arthur pronunciò un'incantesimo essiccante puntando la propria bacchetta contro la ciotola. Dovevi ammetterlo, era un'idea davvero geniale, o per lo meno era quello che pensavi finché, una volta che l'acqua sporca fu completamente evaporata, non rivelò i gusci delle uova. Il problema? Erano ridotti in polvere!
-Ma che diavolo..?- Weasley fissava sconcertato il risultato ottenuto.
Probabilmente, dopo che l'acqua aveva ricoperto la montagnetta di gusci, li aveva ripuliti, ma quando Arthur l'aveva fatta evaporare, l'alta temperatura doveva averli fatti essiccare e li aveva carbonizzati.
-Ma vaffan..-
-Fermo!- esclamasti, bloccando la mano del ragazzo che stava per colpire la ciotola e spargere ovunque la polvere ottenuta -vuoi che ci tocchi anche raccoglierla?- gli urlasti spasientita.
Lui ti fissò con la fronte corrugata, roteando infastidito gli occhi e scollando con uno stattone la tua mano dal suo polso.
Ti diede le spalle, allontanandosi dall'altra parte della stanza, passandosi irritato una mano fra i capelli corti.
Ti sedesti sulla sedia dalla quale poco prima eri balzata in piedi. Certo questa non ci voleva!
Passò più di un quarto d'ora, nel quale nessuno dei due osò fiatare. Nella stanza era calato un silenzio assordante.
Ad un tratto dei passi si fecero sempre più vicini all'esterno dell'ufficio, fino a fermarsi proprio davanti la pesante porta di legno che, pochi secondi dopo, si aprì cigolante e, dalla quale, entrò il professor Hirlick, avvolto nel suo solito mantello nero e con la sua solita espressione acida.
Solo allora Arthur si voltò, passandosi indifferente una mano sul collo sottile, mentre tu stavi torturando il tuo povero labbro inferiore dal momento in cui il professore aveva messo piede nel proprio ufficio.
Si avvicinò ai vasetti pieni della sostanza marrognola, scrutandola attentamente, per poi passare alla ciotola, osservando accigliato il guaio combinato.
-Chi è stato a ridurre i gusci in polvere?- chiese con il solito tono di voce strascicato e con la solita fronte aggrottata.
La gola ti si seccò. E se adesso Arthur avesse fatto scena muta? Hirlick avrebbe sicuramente dato la colpa ad entrambi. O se, peggio ancora, Arthur ti avresse accusata? Ti saresti difesa, ovvio, ma il professore non ti avrebbe mai dato ragione, anche se non sarebbe mai stato dalla parte di Weasley. E se quello stupido...
-Sono stato io- fu la risposta secca del ragazzo, che ti risvegliò dai tuoi pensieri. Lo guardarsi sorpresa, lui non se ne accorse neppure, fissava con braccia incrociate il professore, la spalla appoggiata al muro e i piedi accavallati nella sua solita postura strafottente.
Il professore gli si avvicinò lentamente, finchè non gli fu praticamente di fronte e Arthur non fu costretto a fissarlo dal basso all'alto.
-Allora, eri attento alla scorsa lezione- disse l'insegnante, accennando per la prima volta un mezzo sorriso.
Arthur storse la testa, assumendo un'espressione incredula. Tu spalancati la bocca guardandolo confusa, ma dallo sguardo che ricambiò sembrava che neppure lui ne stesse capendo molto.
-Quando ho spiegato che la polvere di uova di ghirido può essere utilizzata in vari sciroppi e può contenere cracket, utili per creazione della pozione sanguilenta e per la conservazione di bacche solventi. Perché quella faccia stupita?- chiese l'insegnante, perdendo quasi la speranza che quel ragazzo potesse imparare qualcosa.
-Sì, certo- rispose Weasley, cancellando quell'espressione dal suo viso -ecco, il fatto è che...non è stata una mia idea, me l'ha consigliata la Prewett- esclamò in fine, con un ghigno divertito stampato sulle labbra.
La tua mascella arrivò al pavimento, ti riprendesti giusto in tempo per notare il professore voltarsi verso di te, con sguardo sorpreso e orgoglioso.
-Oh, ottimo lavoro! Ottimo lavoro signorina Prewett!- disse quello venendo verso di te, stringendoti forte la mano mentre tu tentavi un sorriso forzato.
Dietro di lui, Arthur ridacchiava sotto i baffi, fissandoti divertito.
-Bhe, ottimo lavoro ragazzi. Credo che ora siate liberi di andare- disse l'insegnante sorridendo ad entrambi.
-Arrivederci!- rispose in fretta il rosso, aprendo la porta dell'ufficio e scomparendo all'esterno.
-Arrivederci professore- salutasti tu, varcasti la soglia della stanza e ti richiudesti la porta alle spalle.
- Weasley! Weasley!- chiamasti, mentre il ragazzo era già parecchio più avanti di te, camminando tranquillamente con le dita intrecciate dietro il capo.
Si fermò e si voltò verso di te, giusto per darti il tempo di raggiungerlo, poi riprendeste a camminare.
-Perché hai detto che era stata una mia idea? Sei stato tu a ridurre in polvere le uova e sicuramente Hirlick ti avrebbe lodato- chiedesti sorpresa, mentre a quelle parole Arthur sorrise divertito.
-Pfff, non voglio che il prof speri neppure per un secondo che io ascolti le diavolerie che spiega durante le lezioni- rispose quello tranquillamente -così ho fatto felice sia te che lui- aggiunse ghignante.
-Eh? Perché avresti dovuto fare me felice?- chiesi, nonostane non fossi davvero arrabbiata -Io vado bene anche senza questi mezzucci- aggiunsi orgogliosa.
-Comunque, bel colpo di fortuna- aggiunse lui cambiando discorso, probabilmente non aveva neppure ascoltato ciò che avevi detto precedentemente.
-È vero- ammettesti tu.
Ti resi conto che il ragazzo aveva le labbra arricciate in un sorriso mentre guardava davanti a se, senza rendertene conto lo ricambiasti.
-Bhe, ho una certa fretta, devo andare. A presto "Molly"- ti salutò il ragazzo, ti fece un cenno del capo per poi allontanarsi di corsa, sparendo dietro l'angolo.
...
Da allora era diventato quasi impossibile ignorarlo. A pranzo discutevate riguardo le lezioni e i vari insegnanti, a volte ti convolgeva pure in qualche suo stupido scherzo e tu stavi al gioco.
Quello è stato davvero l'inizio di tutto, da allora Arthur Weasley aveva occupato un posto speciale nel tuo cuore!
-Molly- una voce familiare ti distolse dai tuoi pensieri adolescenziali.
-Buongiorno, Mamma- salutasti tu, con un sorriso a trentadue denti, alla donna. Lei ti si avvicinò, dantoti un umido bacio sulla fronte incorniciata dai capelli rosso fuoco.
-Sono orogliosa di te. Oggi sarà un grande giorno!- disse la signora Prewett.
...
Ed infatti, qualche ora più tardi, il tuo cuore minacciava di uscire dal petto. Il tuo respiro era irregolare, le mani che tremavano impercettibilmente.
-Sei bellissima, tesoro!- ti tranquillizzò la voce di tuo padre che ti stringeva forte la mano, rivolgendoti un sorriso luminoso.
Lo ricambiasti sinceramente, mentre fissavi il grande telo bianco di fronte a te. D'un tratto la musica dell'organo si diffuse all'interno dell'enorme padiglione e la seta leggera che ti divideva da esso, si spostò come separata da due mani invisibili lasciando che la sposa facesse il suo ingresso.
Strinsi più forte la rassicurante mano di tuo padre, mentre con passi incerti superati la soglia del padiglione.
Tutto si presentò luminoso davanti ai tuoi occhi: camminavi su un soffice tappeto rosso che portava dritto all'altare, dove ad aspettarti c'era l'uomo più importante della tua vita. Arthur indossava uno smoking nero, con una rosa rossa puntata al taschino, mentre ti fissava con gli accesi occhi verdi, ansiosi e allegri.
Ad ogni passo eri più vicina a lui, mentre l'abito bianco ti cingeva il busto e cadeva morbido sulle tue curve.
Gli invitati, seduti sulle centinaia di poltrone dorate, ti fissavano sorridenti, mentre qualcuno aveva le lacrime agli occhi dalla gioia, come tua madre. Accanto ad essa era seduto un uomo anziano, dalle sottili labbra rugose arricciate in un sorriso paterno. Rivolgesti un sincero sorriso al professor Hirlick, per poi dirigerti verso Arthur, senza pensare a nient'altro che a lui.
Ti sembrò infinita la strada da percorrere, ma quando fosti al suo fianco ti sentisti al sicuro, nonostante la mano di tuo padre scivolò via dalla tua e questo si andò a sedere tra gli altri invitati.
La musica, che sembrava provenire dai palloncini dorati attaccati al centro dei tavoli rotondi, disposti ai lati del padignone, si interruppe. Nella sala calò il silenzio e a spezzarlo fu la voce un po' cantilenante del prete basso e paffuto di fronte a voi.
-Signore e signori, siamo qui riuniti per celebrare l'unione di due anime fedeli...- cominciò questo.
La cerimonia andò avanti, ad ogni parola cresceva nel tuo petto la voglia di diventare la moglie dell'uomo che avevi al tuo fianco. Ogni tanto, con la coda dell'occhio, potevi notare il sorriso ansioso che si apriva sulla labbra di Arthur e quando questo accadeva trascinava con se anche il tuo.
Arrivò finalmente il momento di indossare le fedi, che furono consegnate su un soffice cuscinetto da una bambina dai lunghi capelli rossi e i verdi occhi scintillanti.
-Auguri zio- bisbigliò questa ad Arthur, per poi saltellare via nel suo soffice abitino rosa.
-Potete scambiarvi le fedi- disse poi il prete, porgendo il cuscinetto ad Arthur.
Notasti la mano di lui tremare mentre si avvicinava al piccolo anello argentato, per poi sfiorare la tua mano e condurlo lungo il tuo dito. In tutto questo, gli occhi chiari di lui non abbandonarono neppure per un secondo i tuoi. Infine, tu imitasti il suo gesto con il secondo anello, mentre ormai, con quello sguardo addosso, non riuscivi a trattenere un sorriso sincero.
-E adesso, vuoi tu, Arthur Wealsey, prendere la qui presente Molly Prewett come tua legittima sposa, per amarla, onorarla e consolarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?- chiese, come da copione, il padre.
-Lo voglio- rispose Arthur, la voce instabile e gli occhi lucidi.
La stessa domanda venne posta a te e anche quel semplice "lo voglio", sembrò racchiudere tutta l'ansia e l'allegria che avevi in corpo.
-Con il potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie, può baciare la sposa- concluse l'uomo di fronte a voi.
Una lacrima di gioia sfuggì dai tuoi occhi, Arthur sembrava l'uomo più felice del mondo. Ti voltarsi finalmente verso di lui, avvicinandoti al suo viso e, poco prima che le vostre labbra si sfiorassero, questo bisbigliò al tuo orecchio un dolce "ti amo". Infine, baciasti tuo marito, con il sorriso che sembrava ormai indelebile nelle tue labbra, mentre una pioggia di stelle d'argento cadde su di voi, circondano le vostre figure abbracciate.
Ciao a tutte! Allora, avete vissuto il matrimonio? Spero di sì, perché questo era il mio obbiettivo!
Come avete potuto notare, la storia era narrata in seconda persona... ho provato ad osare un po' di più ;), spero che, nonostante questo, la lettura non sia risultata difficoltosa.
Inoltre, per chi ha voglia di farlo, sappiate che nel testo è nascosto un messaggio. Prendetelo come un indovinello o come un gioco, se volete provare ad indovinare il "messaggio" ecco alcuni consigli che vi potranno aiutare a scoprirlo:
-Il messaggio è nascosto nel ricordo di Molly da adolescente;
-Io amo Piton;
-Se siete stati attenti, una cosa nel testo vi sarà suonata strana;
-il messaggio consiste in tre "parole".
Ok, è difficile e nemmeno io so perché ho voluto fare questa cosa. Boh, se vi diverte partecipate, in caso darò la soluzione nel prossimo aggiornamento. Un bacio a tutti/e, alla prossima prova!
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