Veleno
Stenditi qui
fra gli allori della seta
fintanto che le labbra
in timbri di ceralacca
suggellano calligrafie
su capriole di sussurri
Ora o mai più
fra papaveri svenevoli
e primeve foglie dʼacanto
svela alla mia carne irriverente
quante grottesche infiorescenze
giacciono romite sui tuoi palmi
unʼaulente fiumana celeste
nellʼintimo scrigno di corallo
deterso di linfa profana
E se per caso il tuo veleno
volessi poi somministrarmi
dalle stoffe taciute alla censura
componi prima una trama divina
un esotico profluvio di ambrosia
chʼio non possa più scordare
nellʼavvelenarmi di piacere
il piacere di avvelenarmi
di te.
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