Elogio alla follia
Batte adagio il cor della notte
non un palpito dʼoltralpe
né un dicembre dʼaltri tempi
e uno spiffero di luna
danzante sul mar in divenire
è un relitto di armonia
ove mormora lʼinverno
Così tenue un pianto antico
sʼode tra i cristalli della quiete
nemesi dʼun tempio chʼempio
giace, senza più timor di Dio
Sempreché di malinganno
non sʼappanni il pensier mio
resto io la mia stratega
io che dʼadibire alla battaglia
fuorché quella dellʼamore
non conosco altrʼavanguardia
e niente più mi appaga
che in singulti, il decantare
questo elogio alla follia
Oh, Carthago
ti ho veduta brillare
nel fiore dei tuoi sogni!
Eppur non sei mai stata
radiosa come adesso
che bruci, chʼesisti
o eccelsa.
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