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IL SILENZIO RUBA LE PAROLE

«Harold,possiamo trasferirci qui da oggi in poi».
Caroline aveva ricevuto da Dorotha il "The Belmount" e l'appartamento.
Desiderava con tutto il cuore andare ad abitare lì.
«Ma viviamo in uno degli hotel più prestigiosi di tutta Los Angeles! Andiamo,mon cherì,non dirai sul serio?».
Harold non sembrava per niente entusiasta;ovviamente amava il lusso.
«Allora,resta tu nell'hotel,io vengo qui da sola!». Caroline era spazientita,e, francamente,se Harold preferiva restare in hotel le faceva un piacere.
«Ok,per me va bene».
Lei iniziò a saltellare dalla felicità.
Il manager la fissò allibito.
«Sei senza speranze...comunque,non dimenticarti l'appuntamento di oggi con Taylor Swift!».
«Si,l'appuntamento alle quattro e bla bla bla». Caroline mimò le ultime tre parole con dei gesti delle mani.
«Ah,meglio che me ne vada,mi farai impazzire!»sbraitò Harold.
«Ti voglio bene anch'io!» gli urlò dietro Caroline.
A volte,il suo manager era davvero troppo pesante.

«Sharon puoi aprire tu?».
Cameron era nella doccia e qualcuno aveva bussato al citofono.
Prese un asciugamani e se lo avvolse intorno alla vita.
Entrò nel soggiorno.
Di sicuro non pensava di trovarsi di fronte lui...
«Possiamo parlare?».
La voce del ragazzo era dura,l'espressione triste. Le occhiaie sotto agli occhi erano il chiaro segno che avesse dormito poco.
«Certo»gli rispose freddamente.
«Ehm,in privato»chiese il ragazzo guardando Sharon.
Lei sbuffò:«tranquillo non mi interessano i tuoi discorsi,vado a farmi un giro».
Chiamò l'ascensore e sparì insieme alla sua chioma rosa.
Cameron riportò lo sguardo su quel ragazzo che un tempo considerava un suo grande amico.
«Ora puoi parlare Taylor».

«Grazie dell'aiuto Nash».
Dall'appartamento erano stati portati via i mobili.
Questi ultimi andarono nelle mani di una sorella di Dorotha,Patricia,che aveva reclamato il diritto di avere qualcosa.
«Carol,lo sai che puoi chiedermi tutto»le sorrise.
«Non potevamo innamorarci follemente e fidanzarci noi due?».
Nash rise per quello che aveva appena detto Caroline.
«Alana potrebbe picchiarti in questo momento».
«Sono sicura che lo farebbe senza pietà»gli rispose Caroline sogghignando.
«Per domani ti arriveranno tutti i mobili»le assicurò.
Lei annuì e si gettò sul pavimento.
Avevano ridipinto l'appartamento,e ora erano entrambi stremati.
Guardò l'orologio,erano le tre e dodici,alle quattro sarebbe dovuta andare allo studio di registrazione per iniziare la collaborazione con la Swift.
«Ehi bellezza,direi che abbiamo finito. Meglio che corra a farmi una doccia,devo andare all'appuntamento»gli disse Caroline alzandosi.
«Non vedo l'ora di sentire la canzone!» esultò Nash.
«Sarai il primo,te lo prometto».
Lui le si avvicinò e l'abbracciò.
«Volevo chiederti un'altra cosa...riguardo Cameron».
Caroline sciolse l'abbraccio e lo guardò negli occhi:«Nash,preferirei non parlare di lui,per favore».
«Caroline!Lui partirà e starà via tre anni,se non quattro,non dirmi che è quello che vuoi,o che è la cosa giusta,o qualsiasi altra stronzata!». Nash aveva alzato il tono della voce e sembrava davvero arrabbiato.
«Credi che voglia vederlo partire? Pensi che non penso ogni secondo che passa a lui? Al fatto che starà così lontano da me per tutto quel tempo? Nash mi sto consumando di dolore! Ma la sera che mi trovaste con lui,noi parlammo. Siamo troppo simili,finiamo con il farci del male,troppo spesso. Non lo fermerò,gliel'ho promesso,lui mi ha chiesto di non farlo».
Le lacrime iniziarono a caderle lungo le guance.
Nash le si avvicinò e le appoggiò le mani sul viso.
«Caroline non so perché state cercando tutte queste scuse,vi amate,e litigherete,ma credimi se ti dico che rimpiangerai di non averlo fermato,rimpiangerai di non essergli corsa dietro. E lui farà lo stesso...ma sarà troppo tardi! Lo capisci? Lo volete capire che avete bisogno l'uno dell'altra?».
L'attirò a se' di nuovo.
Caroline lo stringeva forte,e pianse,pianse tutto il dolore che aveva nel petto.
«Si è fatto tardi,è proprio ora di andare».
Nash annuì.
Uscirono dall'appartamento,lui l'accompagnò all'hotel.
«Prima che tu vada via voglio dirti un'ultima cosa,pensaci bene,ricorda che lui per te stava per rinunciare a tutto e che lo farebbe ancora».
Caroline lo guardò con un sorriso triste.
«Lo so,è per questo che non lo fermerò».

Lo studio era sempre quello:un alto palazzo di cemento,che all'interno era totalmente colorato di colori sgargianti e fluorescenti.
I lampadari,che cadevano fino al pavimento,erano bellissimi.
Avrebbe tanto voluto avere una sua gigantografia in quello studio.
La donna bionda,che la prima volta la scortò nella stanza dove c'erano Rihanna,Beyoncé e Taylor,questa volta indossava un tailleur rosa shock,la stava scortando in una stanza dalla porta oro e piena di paillette.
«Perché l'interno di questo studio è così colorato?» chiese Caroline.
«Oh,il proprietario è un uomo molto particolare,ama le cose stravaganti. Guarda come mi fa conciare» le rispose la donna indicandosi e assumendo un espressione disgustata.
Caroline rise.
«Io sono Ginevra,per qualsiasi cosa chiedi a me,ora vado,entra pure».
«Va bene,grazie Ginevra».
Entrò nella stanza,dove Taylor era già in studio e non appena la vide le sfoggiò un grande sorriso,per poi raggiungerla e abbracciarla.
«Ciao Caroline,sei pronta?».
«Sì,sono solo leggermente emozionata»disse tremante.
Si avvicinarono ai microfoni,gli spartiti erano adagiati su un cavalletto.
«La canto prima io,così assimili l'intonazione,ok?»la incitò Taylor.
«Ok».
Il nome della canzone sullo spartito era "I can't lose you now".
Caroline pensò "perfetto",proprio il titolo adatto a farla deprimere ancora di più.
Taylor iniziò a cantare.
Era proprio brava,aveva molte sue canzoni sul telefono. La sua preferita,in assoluto,era "Red".
Si soffermò sulla musica e non tanto sulle parole.
«Bene,ora prenditi dieci minuti per imparare il testo e provare. Vado a prendere due caffè»le disse Taylor.
Caroline annuì,prese le cuffie e le indossò.
Iniziò a leggere per poter memorizzare le parole.
"Ti guardo andare via.
Non ti volti,perché non lo fai?
Urlo e non senti le mie parole.
O forse,è perché tutto muore attorno a me come la mia voce.
Sono io,è colpa mia,lascio che il silenzio rubi anche le mie parole.
Non posso perderti adesso.
Sto urlando,mi senti?
Non posso perderti adesso."
Caroline si tolse le cuffie e guardò la canzone arrabbiata.
Cos'era uno scherzo?
Lasciò tutto e uscì fuori a prendere un po' d'aria.
Perché ogni cosa doveva ricordarle Cameron?Stava diventando pazza.
Anzi,molto probabilmente era già impazzita da un pezzo!
Rientrò;Taylor la raggiunse.
«Ehi tutto bene? Mi ha detto August che sei scappata via!».
«La canzone mi ha un po' lasciata perplessa» ammise Caroline.
«Non ti piace?».
Oh no,non voleva di certo offenderla.
«Sì,mi piace! È solo che che mi ricorda una cosa e...».
Taylor non la fece finire di parlare che la trascinò davanti ai microfoni.
«Ami questa persona?» le domandò all'improvviso.
«Chi?» chiese Caroline.
«Quella che ti ricorda la canzone!».
«Ah,sì...molto» ammise ancora.
«Allora cantala,mettici le tue emozioni! Cantare aiuta,Caroline,ti fa riflettere. Dai proviamo».
Caroline le sorrise e prese il microfono.
Cantarono tutto il giorno.
Mentre cantava il suo pensiero ricadeva su Cameron.
L'ultima strofa della canzone diceva:"Stiamo mettendo altro fuoco sul legno.
Stiamo bruciando,ma insieme.
Ci stiamo ferendo,ma insieme.
Perché infondo lo sappiamo,tu con me e io con te attraverso l'abisso,sempre.
Non posso perderti ora,stringimi la mano".
Lei,invece,l'aveva perso.

Harold era venuto a prenderla,stavano tornando in hotel.
«Com'è andata?» le chiese sbadigliando.
Era stato tutto il giorno a svolgere affari,povero vecchio pelatone.
«Bene» gli rispose.
«Sono felice,la canzone è molto bella».
Caroline si voltò a guardarlo.
«La conosci?».
«Sì,ho presentato io il testo alla signorina Swift».
«Ah,e chi sarebbe l'autore?»gli domandò curiosa.
«Shawn Mendes,è un ragazzino più o meno della tua età. Davvero bravo,devo ammetterlo».
Caroline rimase spiazzata.
«Shawn?! Ma lui non vende testi!».
Sapeva che cantava,e che fosse famoso,non che vendesse canzoni.
Strano.
«Che poi l'ho incontrato per caso,ero ad un bar e si è avvicinato. Mi ha chiesto se ero il tuo manager,e che avrebbe tanto voluto farmi leggere una sua canzone. Me la porse e mi congratulai dicendogli che fosse bellissima,e lui mi rispose che potevo averla e farne ciò che volevo. Mi chiese se magari tu avessi potuto cantarla. Gli chiesi come facesse a conoscerti ma non rispose,mi disse che doveva andare via e scappò. A voi serviva una canzone e così ho chiesto a Taylor se la voleva,lei accettò immediatamente!» le raccontò Harold.
Ancora più strano! Shawn l'aveva visto si e no due,tre volte.
«Più tardi lo ringrazierò».
Corse a farsi una bella doccia calda.
L'acqua scorreva veloce,come i suoi pensieri.
Dal giorno dopo sarebbero mancati solo tre giorni alla partenza di Cameron.
Si accasciò a terra senza forze. Come avrebbe voluto stringerlo a se'.

«Cameron,ecco i biglietti»urlò Sharon con quella sua voce stridula.
«Sì,mettili sul comodino,e lasciami solo,sono stanco».
Sharon gli si avvicinò.
«Ehi amore,cos'hai?» gli domandò accarezzandogli i capelli.
«Ti ho detto di lasciarmi solo» le rispose spostandole bruscamente la mano.
«Cameron,perché mi tratti in questo modo? Se non mi ami,perché non me lo dici e basta? Perché ogni volta che cerco di andarmene mi fermi,mi baci e finiamo con il ritrovarci a letto. Tu stai cercando di mentire a te stesso!».
Sharon aveva le lacrime agli occhi.
Cameron si alzò e le si avvicinò.
La baciò,ma non sentì nulla,nessun'emozione.
«Sto con te,questo dovrebbe bastarti. Sono solo stanco,ci vediamo domani».
Lei si asciugò le lacrime e lo lasciò da solo.
Cameron non vedeva l'ora di andarsene,di gettarsi a capofitto nel lavoro e non pensare più a tutto il resto,cioè Caroline.

#SPAZIO AUTRICE
Ciao ragazze! Vi piace la nuova copertina?
Ho una brutta notizia da darvi,questo è il quartultimo capitolo!
-3 Capitoli alla fine.
Mi mancherà questa storia!
Un bacio -Ila.

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