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Martedì 10 febbraio 1998

Quella notte Simone fece un sogno strano, ma nemmeno troppo per i suoi gusti: sognò che la Cinzia era una diavolessa, dalle enormi corna e dalle altrettanto enormi tette. E che lui da buon esorcista, la addomesticava, ovviamente accoppiandosi con lei.

Fu inutile riprovare a dormire in quelle condizioni, andò in bagno e si masturbò forsennatamente su quella visione che in realtà non sfumò poi molto, ma il sonno lo vinse e tornò a dormire.

Simone iniziò a guardarla con occhi diversi, cercando segnali di fuoco sotto la cenere del suo aspetto. Il film era tutto nella sua mente, come ovvio: lei non faceva nulla per alimentare quelle fantasie. Andava tranquillamente a scuola con il suo aspetto anonimo, parlottando con un paio di amiche, prendeva il pullman senza attirare l'attenzione e non andava di tipo in tipo come un'ape che va di fiore in fiore.

«Sai qualcosa di messe sataniche o sedute spiritiche?» chiese Simone al Biscia mentre giocavano alla play un pomeriggio.

«Perché me lo chiedi? C'è qualcosa sotto?» rispose l'amico.

«Lo sai che a quanto ho capito la Cinzietta si occupa con i suoi amichetti di possessioni sataniche?».

«Dai, va là! Non ce la vedo proprio a farsi possedere da Satana, ha sempre il crocifisso in mano».

«E poi non hai visto la sua camera che è talmente piena di madonne che ho paura ad avvicinarmi, però a quanto pare si interessa».

«Magari invoca Satana per fare da contrappeso».

«Ma secondo me è quello sfigato del loro amico chiesarolo. Lo fanno solo perché non gli basta guardare i film horror ma devono sempre aggiungerci qualcosa. Facevano i misteriosi l'altro giorno al parchetto».

«Se la prendono sul serio, dille che se vuoi la possiedi te in maniera satanica».

«Non me lo dire due volte. Ma a me fa un gran sesso» disse Simone, trasognato.

«Non ce la vedo come Devil Girl, ma magari mi sbaglio. Esorciscila, secondo me ci sta a farsi castigare»

«Cazzo se la esorciassi! Devil Girl...» continuò Simone, snocciolando poi le peggio perversioni, che anche il Biscia rimase quasi attonito a quelle descrizioni, ehm, piene.


Mercoledì 18 febbraio 1998

Simone, a seguito di quella confessione, iniziò a ronzare attorno alla Cinzia, salutandola entusiasta, poi facendo un pezzo di strada assieme, scendendo una volta persino alla sua fermata con una scusa che suonava falsa da dieci isolati di distanza. Lei non sapeva cosa pensare, lo conosceva di fama, e pensava che un interesse del genere non doveva capitarle proprio in quei giorni così incasinati per via del...

«Hai mai visto Carrie?» le chiese lui un pomeriggio, mentre l'Erica era andata a prendersi un caffè per sopportare l'ignoranza del ragazzo. Lei sussultò vistosamente, non si aspettava una uscita del genere.

Simone, che voleva farsi trovare pronto sugli argomenti satanici, aveva chiesto a Cico qual'era il film horror sul demonio che doveva citare a riguardo e l'amico non aveva esitato. Lui non sapeva nemmeno che film fosse, ma non gliene fregava molto, l'importante era fare colpo.

La Cinzia in realtà non aveva mai visto il film. Perché? Aveva avuto alcune resistenze lei stessa a riguardo, leggendo l'incipit della storia ci si era un po' rivista e aveva convinto gli altri a lasciare perdere per guardare altro. Ora lui se ne veniva fuori con quel titolo, mettendola nei pensieri.

«No, non l'ho mai visto».

«Ti piace il genere?».

«Perché?».

«No, beh... ho intravisto la tua camera ed è molto religiosa, anche tu mi sembri molto così. Però i tuoi amici...».

«Cos'hanno i miei amici?» chiese la Cinzia bruscamente, iniziando a torturarsi la catenina.

«Ok, scusa, volevo chiederti se ti andava di vederlo dopo le ripetizioni, ma se non ti va, fa lo stesso».

Che stronzo che era, quel «Ma se non ti va, fa lo stesso» era una tipica arma femminile che aveva rigirato a suo favore, e lei era incastrata in una situazione in cui, nella sua stessa casa, non poteva scappare dal dare una risposta. Con la sorella che incombeva con la tazza in mano.

«Ok» aveva quasi sussurrato, e Simone aveva esultato prendendola per le spalle e sfregandola come un cerino sulla scatola.

«Grazie Cinzia, che bello! Mi piace sta cosa!».

Il repentino contatto fisico la spiazzò, perchè era stato molto energico. Era innegabile che lui fosse molto diverso da Angelo, sia nell'atteggiamento che nel corpo, che non nascondeva. Continuò ad essere confusa finché non arrivarono a casa del ragazzo, dove la mamma stava facendo aerobica in soffitta. Questo la tranquillizzò, mentre Simone infilava la videocassetta nel registratore e faceva partire il film.

A lui il film fece cagare, fece qualche battuta, molte meno di quelle che era abituato a fare perché si rese conto che Carrie non era molto diversa dalla Cinzia, presa in giro anche da lui stesso per quella devozione religiosa così forte. Quando finì il film lasciarono passare tutti i titoli di coda senza dire una parola e quando il VHS sputò la cassetta, lui si alzò tirandosi su i pantaloni come faceva trenta volte in un giorno e spense il videorevistratore quasi meccanicamente.

«Sono così?» chiese lei.

«In che senso?» domandò lui leggermente allarmato, dando un'occhiata in giro che vasi e portaceneri fossero fermi al loro posto.

«Sono una sfigatella che si rifugia nella religione e che viene presa in giro».

«Non ti ho mai presa in giro!».

«Non parlavo di te. Ma dalla risposta che mi hai dato, suppongo che lo abbia fatto anche tu, alle mie spalle».

«Guarda, fidati, ho pensato tutt'altro».

La Cinzia si raddrizzò sul divano, voleva domandare, voleva sapere. Lui era lì con la maglietta mezza su e mezza giù, i jeans tornati in fretta giù da far schifo e uno sguardo troppo furbo per poter indagare i suoi pensieri e pensare di passarla liscia.

Fu lui a toglierle le castagne dal fuoco.

«Ho pensato che staresti da Dio come Devil Girl».


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