34 - La tua risposta?
Matt mi guarda con un'espressione eloquente: è in panico. Il che è un peccato, perché Rick sembra molto più che soddisfatto dalla sua risposta, visto il sorrisino timido che gli sta rivolgendo.
Come sempre, ci ho visto giusto: loro sarebbero una coppia d'oro. Degna di essere shippata, sicuramente.
Apro la bocca per farglielo notare e - lo ammetto - muoio dalla voglia di vedere la reazione di Matt. Lui mi stuzzica sempre, quindi non c'è nulla di male se per una volta prendo le sue veci, giusto?
No. Sbagliato.
Visto che Ace mi rovina i piani, affacciandosi dal suo ufficio.
Le parole mi muoiono in gola - e sono consapevole di aver perso la mia grande occasione - nell'esatto momento in cui il mio ragazzo dice: «Ho bisogno un attimo di te, Ana.»
«Qualunque cosa sia non può aspettare?» domando, ma lui scuote energicamente la testa.
«Mi servi subito. È urgente.» proclama, per poi rientrare senza aspettare la mia risposta.
La vecchia me lo avrebbe mandato al diavolo. Forse dovrei rimettere in pratica le vecchie abitudini a questo punto. Ace se lo meriterebbe senz'altro.
Però è anche vero che la vecchia me non era innamorata di lui.
Sbuffo. Quel tizio mi ha decisamente rovinata. Non mi stupirei affatto se scoprissi che ha bruciato il mio unico neurone sano mentre dormivo.
Dannato piromane! È convinto di vincere solo perché ha un bel faccino!
«Ti sei salvato.» borbotto, lanciando un'occhiata a Matt e Rick, che non si sono accorti di nulla - a quando pare.
Non fanno che studiarsi a vicenda. Adorabili.
Vorrei colpirli con idropompa.
Mi fanno arrabbiare, dovrebbero mettersi insieme e basta.
Ignoro la vocina nella mia testa che mi sta dando dell'ipocrita e mi dirigo verso l'ufficio di Ace - quel montato guastafeste!
«Dimmi.» sbotto, chiudendomi la porta alle spalle con fin troppa forza. Chissà se il rumore ha risvegliato quei due.
«Spero che sia davvero qualcosa di importante e non qualche cavolata alla Daddy del tipo "oh ti prego voglio che tu sia mia sulla scrivania".»
Ace - seduto sulla sua sedia girevole, dall'altra parte del tavolo in mogano - ridacchia leggermente, ruotando quel tanto che basta per farmi imbestialire.
Si crede un super-cattivo o qualcosa del genere? Solo le menti criminali hanno il diritto di fare quei movimenti!
Me l'ha insegnato Hollywood.
«Hai fatto rima.» mi fa notare, alzando un sopracciglio.
Questo per dirvi quanto sia serio. Se ho perso la mia chance di tormentare Matt solo per questo motivo, giuro che io-
«Voglio negoziare con te.» annuncia Ace, incrociando le braccia, appoggiate al legno scuro.
Ok... Questo è strano.
Mi avvicino un po' titubante alla sedia, per poi sedermi di fronte a sua maestà - se la sta tirando un po' troppo.
«Mi devo preoccupare? So che cosa intendi per negoziare di solito.» gli dico, guardandolo male.
Lui ridacchia - quando mai non lo fa? - e poi si porta i capelli indietro con un gesto della mano, grattandosi la nuca.
«Beh, diciamo che non è grave.» fa una pausa.
«Non troppo.»
Bene, quindi l'Apocalisse è vicina.
Prepariamoci tutti a orde di zombie puzzolenti che gridano "cervelli" in coro, con vestiti graffiati e sporchi, abbinati alle loro brutte facce - logore quanto basta.
«Che succede?» domando, preparandomi al peggio.
In fondo ho resistito a un incontro con Emily, quindi al momento sono tipo Goku. Ergo non ho niente di cui preoccuparmi.
«Ti ascolto.» aggiungo, sempre più ansiosa.
Sono pronta agli zombie!
Ma Ace - visto che è Ace e ci tiene a stupirmi, come sempre - decide che vuole farmi innervosire.
«Verresti a cena da me?» mi chiede, il che non sarebbe una cattiva proposta - se solo non mi fossi preparata ad affrontare un orso, per poi trovarmi di fronte un gattino.
«Qui gatta ci cova.» borbotto.
«Mi stai nascondendo qualcosa?»
La mia è una domanda più che legittima.
Un esemplare di Ace che agisce senza un secondo fine, dopo avermi fatto sorgere tutti quei dubbi, non si è mai visto.
«No, ma come ti viene in mente?» mi risponde.
Già. Chissà come faccio a pensare una cosa simile...
Faccio schioccare la lingua contro il palato e lui mi sorride nervosamente. Sta aspettando un sì, glielo leggo nello sguardo.
«No.» dico, socchiudendo gli occhi.
«Non verrò a cena da te.»
«Cosa? Perché?» esclama sorpreso, alzandosi perfino in piedi.
Sta cercando di superare Matt sulla scala dei Drama Queen? Perché è così teatrale?
Poi realizzo. Mi viene in mente una certa scena. Un ricordo del liceo. Un Ace più giovane che - così nervoso per l'interrogazione del signor Snow - inizia a gesticolare come se fosse posseduto.
E alla fine mi torna alla memoria una cosa che Ace mi aveva confidato: «Sai, Ana. Quando sono troppo agitato inizio a muovermi. Per questo, se fossi nervoso in tua compagnia te ne accorgeresti subito. Ma come vedi sono più che calmo. Non mi fai alcun effetto.»
Ricordo che dopo questo gli ho pure dato un calcio dove non batte il sole - probabilmente avevo già una cotta per lui.
«Andiamo, Ana! Non puoi dirmi di no!»
È così stressato adesso? Ho sempre meno voglia di andare a cena da lui. Questa situazione è anomala. Così anormale che al momento di Matt e Rick non mi importa nulla.
Voglio dire, stuzzicare Ace è molto meglio che stuzzicare Matt, no?
«Invece posso.» ribatto, con tanto di sorrisino bastardo in volto.
Adesso sono io che rido, caro Ace.
«Allora alzo la posta!» si impunta, mentre io accavallo le gambe.
Il suo sguardo viene catturato per un secondo dai miei movimenti, noto il suo pomo d'Adamo fare su e giù, e poi riprende il suo discorso. La sua voce è diventata leggermente più tremolante.
Oddio, da quando ho un potere simile? Mi sento come il boss finale di un videogame! Lo adoro!
«Potrai fare ciò che vuoi con questo...» si indica il viso e poi fa scendere velocemente l'indice su e giù. Più volte.
«...se mi farai questo favore. Sarò completamente a tua disposizione, lo giuro.»
«Tu sei già completamente a mia disposizione. Stiamo insieme e usare il sesso non ti aiuterà.» gli faccio notare - imitando il suo atteggiamento da bad boy, alzando un sopracciglio.
«E non usare il tuo corpo come merce di scambio.»
Forse ho detto l'ultima frase con un tono un po' troppo infastidito, perché Ace sembra riprendersi - anche se forse sta solo cercando di salvare le apparenze.
Fa spallucce, mentre sul suo volto si dipinge un ghigno malefico. Smette di gesticolare. La sua voce si fa più pacata.
Divertimento finito: è tornato Harry-due, la vendetta.
«Non c'è problema: lo faccio solo con te.»
Io vedo un'enorme problema invece.
«Quindi? Cosa ti frulla in testa?» insisto e lui sospira teatralmente, portandosi una mano sulla fronte, come se fosse davvero esaurito.
Ok, mi sa che non si è calmato. Sta solo cercando di darsi un contegno.
Non posso proprio evitare l'espressione soddisfatta che mi si forma sul viso.
«Sei cattiva.» mi accusa, puntandomi addirittura il dito contro.
Ma fa sul serio?
«Siamo tornati alle elementari?»
«Potresti farmi questo piccolo favore, no?» sbuffa, allargandosi la cravatta intorno al collo, per poi fare il giro della scrivania.
«Voglio dire, visto che mi ami, soddisfare una mia richiesta non ti costa nulla.» dichiara con tono lamentoso e io - incredibile ma vero - mi sento arrossire fino alla punta dei capelli.
Ma che diavolo...?
«Eh?» mormoro, a corto di parole.
«Cosa?» ribatte, appoggiandosi al tavolo con il suo bel sedere sodo - questo lo aggiungo solo per chi ama Hope ed è abituato a queste frasi scopiazzate.
«Hai detto che io ti-» mi interrompo.
Oh Santa Mozzarella, madre di tutti i latticini, non mi aspettavo che mi dicesse una cosa del genere!
Ace fa una faccia stranita e inclina leggermente la testa - per scrutarmi meglio, suppongo.
«Ho solo detto che visto che mi ami, potresti anche accettare il mio invito.» ripete.
Il mio povero cuore fa un balzo.
Oh, mamma mia... Ace sta decisamente cercando di uccidermi! Devo scappare! Adesso.
Protocollo d'emergenza! Gambe! Rispondete! Gambe!
Mi alzo immediatamente in piedi e mi volto verso la via d'uscita - alias la libertà. Muovo un passo nella sua direzione, ma Ace mi blocca.
Mi afferra una mano e la stringe forte.
Il mio cuore adesso sta cantando You and I. Il che è gravissimo.
«Aspetta! Ho frainteso?» mi chiede preoccupato.
«Credevo che mi amassi quanto io amo te! Sono stato frettoloso o qualcosa del genere? Se è così scusa, sono così contento che non sono riuscito a controllarmi.»
Oh. Buon. Dio.
Combinazione mi ami, vero? e ti amo, lo sai: letale.
Unita a hai ragione e scusami: decisamente mortale.
«No, ecco-» deglutisco.
Ora è la mia voce a tremolare.
Seriamente?
Pochi minuti fa ero un po' giù perché non sapevo come dirglielo e lui invece lo tira fuori così!
Con un assurdo attacco devastante!
Per quale ragione le cose per lui sono sempre così semplici? Non è giusto! E poi volevo essere io a dirglielo e-
«Alanis, ti amo.» mormora Ace, a un palmo dal mio naso. Quando si è avvicinato così tanto?
Va bene che i miei occhi facevano di tutto per evitarlo, però non può entrarmi così nel campo visivo!
«La tua risposta?»
Dannazione... Sa sempre come prendermi.
Ho definitivamente perso contro di lui.
Socchiudo gli occhi, con le guance completamente rosse e la gola arida. La mano che Ace tiene ancora stretta nella sua mi suda e sento il mio corpo bruciare. La mia schiena è scossa da brividi. La mia mente vaga.
D'un tratto sono tornata indietro nel tempo, nuovamente nel giardino della scuola. Aspetto impaziente di vedere Ace arrivare correndo, con la mia lettera fra le dita e il fiatone, perché anche lui non riesce più a trattanere i suoi sentimenti.
Questa volta si è presentato.
Questa volta è davanti a me.
Questa volta sono sicura che Ace mi ricambi.
E allora lo dico, perché capisco di non poter più aspettare. Di aver atteso troppo.
«Ti amo.»
«Davvero?» domanda felice.
Ci tiene proprio ad avere il coltello dalla parte del manico, vero? È così sadico!
Oddio, di questo passo potrebbe diventare sul serio un Daddy! Cavoletti!
«Ana?»
Non pensa di avermi già ridotta abbastanza male così? Sento gli occhi pizzicare. Qualcuno mi dica che non sto davvero per scoppiare a piangere di gioia. Sarebbe imbarazzante e-
«Alanis?»
Perché il mio nome suona così bene fra le sue labbra?
«Sì.» ammetto, avvertendo la prima lacrima solcarmi la guancia.
«Mi hai decisamente fregata.»
«Quindi mi ami, giusto?»
Perché ha bisogno di così tante certezze?
«Sì.»
«E verrai a cena dalla mia famiglia?» sorride.
«Sì.»
Aspetta, che?
Spalanco la bocca per ritrattare tutto - più che confusa - ma lui mi scocca un bacio a stampo, lasciandomi basita.
«Troppo tardi. Hai accettato.»
«Non è ver-» ma le mie parole si perdono in un altro dolce bacio.
Maledizione.
Ho proprio perso su tutta la linea.
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