33 - Fregarsi con le proprie mani.
Rick crede che io sia etero.
Rick crede che io sia etero.
Rick crede che io sia etero.
Se dovessi definire la mia situazione attuale con una sola parola, questa sarebbe ovviamente stressante.
Non è la prima volta che mi capita di cadere in un malinteso, ma non avrei mai pensato che qualcosa del genere potesse succedere.
La verità è che non ho la minima idea di come possa risolvere la situazione. Non mi sono mai sentito così impacciato.
E mi faccio pena da solo.
Non sono un detective o qualcosa del genere, quindi non aspettatevi qualche sviluppo alla Sherlock Holmes.
È ovvio che ci siano molte cose che io non comprenda, nonostante mi reputi abbastanza perspicace, ma qui si sfiora l'assurdo.
Non posso sapere ogni cosa, ergo non ho la minima idea di che diamine passi per la mente a Rick. Oppure come sia giunto a una conclusione che mi veda come fiero sostenitore di Gina.
A me non è mai piaciuta.
Le ragazze non mi sono mai interessate, al contrario i ragazzi mi hanno sempre attratto.
Questo per dirvi che non ho mai fatto nulla per etichettarmi come etero.
Quindi non capisco. Rick è un mistero e comprendere come ragiona è come mettersi a fare un puzzle da milleduecento pezzi.
E io faccio schifo in queste cose.
«Potevi dirmi che sapevi di Emily, Matt!» mi urla contro Alanis al telefono.
«Non sarei stata due ore in chiamata per spiegarti tutto!»
Ah, giusto. Come se non bastasse Rick, la cara Alanis ha deciso di raccontarmi tutto quello che è successo fra lei e Ace. Non mi dispiace, davvero - anche perché li shippo - però poteva scegliere un momento migliore!
«Eri sconvolta e avevi bisogno di sfogarti con qualcuno.» le spiego, giocherellando con la custodia di un DVD finito chissà dove.
Spero che mio fratello sappia dove sia, visto che viene dal Blockbuster dove lavoro. Anche se il capo è Ace e ci fa fare tutto quello che ci va, più o meno, non ho alcuna intenzione di danneggiare un film o perderlo.
Lancio un'occhiata in direzione del marmocchio che divide la stanza con me, che ridacchia con in mano il telefono.
Parker dovrebbe mettere un po' in ordine, qui in giro, piuttosto che giocare. I suoi vestiti sono finiti perfino sulla mia scrivania e dietro la porta. Diciamo che non siamo proprio presentabili al momento.
«Già... Mi pare assurdo che il mio ragazzo abbia pensato di vuotare il sacco prima con te, che con me.» mormora intanto Alanis contro il mio orecchio.
Manie da protagonismo da fidanzata?
«Ho beccato Ace solo per caso.» alzo gli occhi al cielo, anche se non può vedermi.
«Da quando sei così possessiva? Tu e Ace vi siete giurati amore eterno o qualcosa di simile?» ridacchio e la sento sussultare dall'altra parte della linea.
Mi sa che ho indovinato. Certe cose le capisco subito.
Rick è l'unico a stressarmi in questo senso.
Ma non dovrei essere tipo il guru dell'amore di questo libro? Perché la mia è l'unica storia d'amore che non progredisce?
«Sputa il rospo, ragazza.» la incoraggio - visto che si è zittita di colpo - e lei sospira.
È consapevole di non potersi trattenere e che ne deve assolutamente parlare con qualcuno, qualunque cosa sia.
Come lo so? Istinto da lettore wattpadiano. Ormai queste cose le riconosco immediatamente.
«Ha detto di amarmi...» si decide infine Alanis.
E a questo punto ho la reazione più normale del mondo: emetto un urletto e mi alzo in piedi, guadagnandomi un'occhiata stranita da Parker.
Mi sento completo, come quando una ship si realizza sul serio.
Magari ho questo potere...
Nel dubbio: Deku e Todoroki. Bakugo e Ochaco. Deku e Todoroki. Bakugo e Ochaco. E anche Duncan e Courtney e Trent e Gwen, già che ci siamo. Tornate insieme, mannaggia!
«Puoi fare silenzio? Sto cercando di catturare un Pokémon qui!» mi rimprovera mio fratello, riprendendo a guardare il suo cellulare, dove uno stupido Rattata non fa che saltellare, sopra il mio computer.
Se non avessi altro su cui concentrarmi, adesso gli starei elencando tutti i motivi che rendono quel topo un Pokémon inutile. E gli amanti di quel coso mi perdonino.
«E poi che è successo?» domando, iniziando a camminare in circolo a piedi scalzi, sul morbido tappeto peloso della mia stanza, ignorando bellamente quello che ha detto mio fratello.
Alanis esita, poi sbuffa.
«Mi devo preoccupare?» le chiedo a bruciapelo, fermandomi, e lei si affretta a rispondermi di no.
Non le credo nemmeno un pochino.
«Poi abbiamo dormito.» mi dice.
«Eravamo stanchi dopo... Sai...»
«Oh.»
Mi mordo il labbro inferiore per soffocare una risata. A quanto pare il manzo dell'altra volta le è piaciuto così tanto, che l'ha rimangiato.
«Capito. Ma prima? Prima cos'è successo?» le domando, resistendo all'impulso di farle qualche battutina.
Menomale che ha chiamato me e non Camille! Lei non avrebbe riso, ma sclerato.
Anche se è passata una settimana, quindi forse ne hanno già discusso. Ma voglio pensare di essere il primo a cui arrivano certi gossip esclusivi.
«Prima? Prima Ace ha detto di amarmi.» mormora titubante.
«Sì sì, l'ho capito.» dichiaro.
«Voglio sapere come gli hai risposto e, soprattutto, come ha reagito lui. Scommetto che non aspettava altro che sentirtelo dire.» spiego, molto più serenamente di quanto mi aspettassi.
Credevo che la mia voce sarebbe risultata tremolante, visto che sto ancora sorridendo come un idiota, pregando che non mi esca alcun risolino.
Dall'altra parte della linea però c'è solo silenzio.
E il campanello d'allarme che mi ronzava in testa prima ritorna, come una mosca fastidiosa.
«Alanis White, cosa hai risposto al tuo ragazzo?» mi impunto, irrigidendomi sul posto come un soldatino.
Parker mi lancia un'occhiata stranita, quando nota la mia espressione preoccupata e la mia posa, ma non dice nulla a riguardo. Per sua fortuna. Perché sento che mi sto innervosendo e potrei alzare la voce perfino a Oprah al momento. E rischierei moltissimo contro quella super-donna.
«Io...» tentenna ancora.
«Perché tu hai risposto, vero Alanis?» le domando, sperando di essermi fatto un'idea completamente sbagliata.
Per un attimo non sento più nemmeno il suo respiro - e temo che mi abbia attaccato il cellulare in faccia - poi esplode, iniziando a parlare a raffica.
«È che non avevo ancora nemmeno elaborato l'idea! Non ero affatto pronta a una confessione così diretta!» esclama.
«E l'indomani ero troppo imbarazzata per parlarne! Inoltre lui non mi ha più detto ti amo e io non ho il coraggio di-» si interrompe.
«No... Non è così. Io vorrei dirglielo, ma come dovrei introdurre l'argomento?» mi chiede.
«Ti ricordi una settimana fa? Quando hai detto di amarmi? Sai, ti amo anche io. No, suona male!»
Chissà perché, ho la sensazione che Alanis stia gesticolando mentre continua con il suo monologo. E sono sicuro che Ace sarebbe felicissimo anche se gli dicesse solo ti amo, senza accennare a nulla.
«Ma perché devi essere così complicata?» le chiedo, sbuffando sonoramente.
«Chi è quello cotto di qualcuno che lo crede etero?» urla Parker, cercando di farsi sentire anche da Alanis.
E ci riesce pure, maledizione!
«Cosa? Aspetta, stava parlando di Rick? Perché ti crede etero? E poi è gay? Oddio, la ship si-»
«Devo andare.» la interrompo, chiudendole in faccia.
Probabilmente mi ucciderà per questo.
È quello che mi dico, fissando lo schermo del telefono ormai scuro.
«Parker!» lo rimprovero, voltandomi verso il letto, dove lui era disteso pigramente.
Dico era, perché quel marmocchio insolente se ne è appena andato.
Più veloce di Beep Beep.
Oggi ho il turno più noioso, qui al Blockbuster: quello di pomeriggio. Sono le quattro e mezza e dovrò stare qui fino alle dieci, con le dovute pause, perché Ace ha deciso di incrementare gli orari di lavoro.
"Più lavorate, più guadagnate" è stata la sua giustificazione.
No, non ne sono affatto felice. D'accordo che oggi abbiamo avuto la mattina libera, ma non sono abituato a questi ritmi.
Alanis invece ne sembra soddisfatta, visto che è da due ore che non fa che sospirare felicemente, gettando occhiate all'ufficio del grande capo.
Non so perché ma mi incazzare, quindi la stuzzicherò un po', così magari mi rallegro.
«Quando gli dirai che lo ami?» le domando e - proprio come avevo programmato - le sue guance diventano di un bel rosso acceso.
Ora sì, che mi diverto!
D'accordo, lo ammetto: sono leggermente invidioso del suo rapporto con Ace. Perché lei può limonare la sua crush e io no?
Ovviamente per limonare intendo fare le spremute di limoni - amanti del family friendly all'ascolto, non lapidatemi.
«Non c'è alcun bisogno di avere fretta.» mi risponde, iniziando a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli.
«Invece sì. Muoviti a dirglielo.»
«Perché c'è bisogno di dirlo? L'amore non si dimostra con i fatti?» borbotta, incrociando le braccia al petto.
«Ho rinunciato al mio proposito di diventare una gattara per lui. Questo è un grande gesto d'amore!»
Ok, è ufficialmente impazzita.
«E poi sono un pochino imbarazzata.» confessa alla fine.
Beh, immagino che l'amore faccia anche questo effetto.
Quando sto per ribattere che è normale sentirsi così e che dovrebbe semplicemente dirgli ciò che prova, un certo qualcuno varca la soglia del negozio.
Ci giriamo nella sua direzione, pronti a salutare il cliente dal bancone, ma le parole ci muoiono in gola.
Alanis assume subito un'espressione maliziosa, lanciandomi un'occhiata d'intesa, mentre io mi raggelo.
Non ero ancora pronto ad affrontarlo!
«Ehi, Matt!» mi saluta Rick, venendo verso di noi.
«Buona fortuna, Romeo.» mi prende in giro la mia amica, andando verso la sezione film d'amore, lasciandoci soli.
Alanis, la nostra Hope, si è appena presa gioco di me!
Essere guardato dall'alto in basso da una protagonista come Hope fa male, lasciatemelo dire.
«Ehi...» lo saluto e lui - al suono della mia voce - fa una strana smorfia.
«Sei un po' giù di corda?» mi domanda, appoggiandosi con i gomiti sul bancone.
Distolgo lo sguardo dai suoi occhi che - probabilmente - hanno qualche potere psichico, visto che mi stavano per imprigionare. Poi sarebbe stata dura evadere.
Meglio concentrarsi sul suo naso.
«Un pochino.» ammetto, afferrando una penna per avere qualcosa con cui giocare, così da scaricare un po' la tensione.
Non so perché, ma il materiale scolastico è un ottimo antistress.
«E perché?» chiede lui, assumendo un'espressione ancora più stranita di quella di prima.
Oh, non lo so. Veda un po' lei!
Alanis, dietro di Rick, mi fa un cenno con il capo.
Muovi il cu...cciolo e diglielo.
È quello che credo mi stia mimando.
Rick si volta immediatamente, capendo di non aver la mia completa attenzione, e Alanis prende velocemente in mano un film, facendo finta di studiarlo, rigirandoselo fra le dita.
Astuta.
«Senti, voglio essere chiaro con te.» sospiro, sapendo benissimo di star scavando la mia tomba con le mie stesse mani.
Crush si gira nuovamente verso di me e mi fissa. Vorrei solo essere inghiottito dal pavimento e non tornare più a galla.
Perché Rick potrebbe prenderla molto male. Potrebbe, per esempio, pensare che il mio unico scopo fosse ingannarlo - non che con la storia del tatuaggio non l'abbia effettivamente fatto.
Sospiro e provo a guardarlo dritto negli occhi, salendo con lo sguardo, perché mi sembra giusto dirglielo in faccia.
Grosso errore.
«Sì, dimmi.» si raddrizza, continuando a sorridermi in un modo a dir poco stupendo.
Oh, cavoletti...
«Ehm... Perché sei qui?»
Dio, Matt sei un idiota!
A volte fa bene essere autocritici. Beh, in realtà questo è più un dato di fatto.
Alanis si sbatte una mano sulla fronte. Prende poi un pennarello indelebile e un foglio di carta - ma da dove li ha tirati fuori? - e ci scrive su.
Digli che non ti piace Gina!
È quello che leggo su quel cartello improvvisato.
«Per nessun motivo in particolare.» Rick fa spallucce, per poi girarsi ancora una volta verso Alanis.
Menomale che ha già arrotolato il foglio a mo' di pallina, iniziando a giocarci a calcio.
Seriamente, ma che combina?
«Volevo solo vederti.» Rick ritorna a guardarmi, dicendomi queste parole.
Ma come riesce a dirle certe cose senza sclerare? Ha un autocontrollo degno di... Mi sfugge il paragone.
Non riesco a rimanere lucido. Credo che mi abbia ridotto il cervello a una poltiglia sanguinante.
OMG, che schifo!
«E perché volevi vedermi?» domando, cercando di apparire brillante - o quantomeno non un completo cretino - ammiccando.
Lui arrossisce leggermente, ma non si scompone. Si schiarisce la gola e prende qualcosa dalla tasca dei jeans.
Ovviamente non è un anello, io non sono un principe e lui non sta per farmi la proposta. Ma forse qualche maialino sta volando, da qualche parte nel mondo.
«Guarda!» strilla felice, mostrandomi il display.
Quello che mi si pone davanti è un tatuaggio intricato. Un susseguirsi di linee di cui non capisco il significato.
Alzo un sopracciglio, per fargli capire che non ho la minima idea di che cosa rappresenti - seppur ammetto sia una decorazione molto suggestiva.
«Si chiama nodo celtico dell'amante.» spiega Rick con orgoglio, gonfiando il petto.
«Hai detto che leggi molti libri romantici, quindi pensavo che fosse una cosa abbastanza originale.» sghignazza.
«Mi prendi in giro?» gli domando, ma in modo scherzoso, per fargli capire che in fondo l'idea non mi dispiace.
Non che abbia intenzione di tatuarmi davvero.
«Quindi che significato ha?» continuo, senza dargli il tempo di rispondere.
«Che ho l'amante? O è qualcosa che ha a che fare con i libri?»
Avvicino una mano, sfiorando lo schermo con le dita, ma Rick lo tira indietro e mi sorride, un po' in imbarazzo.
«Significa amore infinito.» ammette, tenendosi stretto il telefono al petto, come a nasconderlo.
Eh?
«Sono caduto in qualche tranello alla After?»
«After?»
«No, lascia stare.» scuoto la testa.
«Prima o poi ti presterò i libri. Magari il film lo vediamo insieme, anche se non compete con la parola scritta.» ridacchio, ripensando alla prima volta che quella saga mi capitò fra le mani su Wattpad.
Sia lodata Anna Todd!
Anche se Harry Styles non è d'accordo con questo.
«Stavi dicendo? Amore infinito?» ritorno all'argomento principale.
«Perché dovrei farlo?»
«Perché è una cosa carina, esce dai soliti cliché romantici, come la rosa, l'infinito o il cuore.» sbuffa.
«E poi la tua futura lei, per giurarti amore, potrebbe farsi lo stesso tatuaggio. Non ti sembra una cosa bellissima?» continua, mentre io mi sento svenire.
Non voglio nessuna lei!
«Insomma, rappresenta un nodo senza fine, è visto anche come metafora della vita e simboleggia eternità, fedeltà, unità, amore e passione. Sono due linee intricate che-»
«Sì sì, frena un secondo.» lo interrompo subito.
«Come ti è venuto in mente?»
Spero di non essere risultato troppo rude, visto che il gesto lo apprezzo davvero.
È rimasto a pensare per così tanto tempo a un tatuaggio che non voglio nemmeno: quanto può essere dolce?
«La foto...» sussurra a voce così bassa che quasi non lo sento, iniziando a grattarsi il collo.
«Come? La foto?»
Lo confesso: mi irrita l'idea che abbia pensato a un tatuaggio di coppia. No, mi correggo. Mi fa rabbrividire e incazzare l'idea che abbia pensato a me con una lei.
Rick, maledizione! Gli occhiali te li compro io, ma va da un oculista!
È questo ciò che dovrei tatuarmi, così magari lo capisce!
«La foto che ti ho mostrato.» deglutisce.
«È di una spalla.»
Ma che... Sta facendo il vago o mi sta solo prendendo in giro?
Anche se Rick non mi pare il tipo che scherza con certe cose. Si vede che lo appassionano davvero.
«Sì, era ovvio.» cerco di incoraggiarlo, ma non credo di potergli scucire chissà cosa di bocca.
Dubito che mi dirà qualco-
«È la mia spalla.» ammette, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
«Questo è un tatuaggio con un significato che reputo da sempre speciale, perché è in grado di unire due persone.»
Spalanco la bocca, ma all'improvviso la mia solita parlantina è del tutto andata. Sento la gola secca. Il cuore - quel bastardo! - mi sta risuonando nelle orecchie e pare che sia del tutto impazzito.
Non ha appena detto quello che ho sentito, vero?
Insomma, se non l'avessi immaginato, la sua sarebbe una confessione d'amore in tutto e per tutto - e comunque se la caverebbe meglio di Ace.
Però non può essere, giusto?
«Ah!» esclama, come se si fosse appena accorto delle sue parole.
In effetti temo di essere arrossito.
«No! Non stavo proponendo di farlo come coppia! Ma singolarmente!»
Ed ecco che Mr. Delicatezza rompe la magia.
È stato bello diventare Biancaneve per qualche istante, ma credo che il mio principe preferirebbe mangiare una mela avvelenata che stare con me.
Voglio dire, se non si è reso conto di ciò che provo ci sarà un motivo, giusto?
Forse dovrei arrendermi.
«Ah.» è tutto quello che mi va di rispondergli, mentre lui si impanica ancora di più.
Beh, almeno non manca di essere adorabile.
Però credo di aver superato il limite massimo di sopportazione. Anche Alanis pare preoccupata: mi sta guardando come se stessi per prendere fuoco.
Probabilmente è così, visto quanto sono frustrato al momento.
«Ecco... Abbiamo tante cose in comune, quindi pensavo che ti sarebbe piaciuto! Non c'è alcun signifi-»
«Voglio la bandiera LGBTQ.» lo interrompo, stupendolo.
Spalanca gli occhi e fa per dire qualcosa, ma non lo faccio parlare.
«Sono gay.» sbuffo.
«E tu un idiota.» incrocio le braccia al petto.
«Adesso fissami un appuntamento, perché ho tutta l'intenzione di farti innamorare di me.»
Vedo Alanis farmi un cenno di ok, alle spalle di Rick, con un sorriso sfavillante sul volto.
Solo adesso realizzo cosa mi è sfuggito di bocca.
Oh, merda.
Angolo autrice:
Tanto disagio anche oggi!😂
Ne approfitto per ringraziarvi dei 70k! Non me lo aspettavo! 😭❤️
Vi adoro, ragazzi!💕
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