L'appuntamento- 11- Parte Prima
POVS ANGELINA
Non vedo Andrea dal suo ritorno a Milano, quando gli ho parlato di Federico, per poi dirgli che ho accettato di uscire con Gionatan. E sono passati cinque giorni.
Ci siamo scambiati solo qualche messaggio piatto e sporadico, in uno mi dice che è impegnato con la preparazione del disco, ora che ha trovato l'ispirazione non vuole perderla. Ed è giusto così, mi dico mentalmente, eppure non so perché ma questo suo silenzio mi fa male.
Mi sono fatta una doccia veloce e ora medito davanti all'armadio: dovrei essere al settimo cielo, visto che ho appuntamento con un ragazzo davvero carino, eppure il mio umore è indecifrabile.
Decido di indossare la felpa che ho comprato con Madda, quella color crema, che abbino a dei leggins bianco avorio. Guardo la mia immagine allo specchio, ma non riesco a vedermi bella come vorrei, Madda è davvero bella, io sono solo un tipo.
Sospiro e agguanto il telefono per mettere su un po' di musica. Spotify ha deciso di remarmi contro: dopo due canzoni niente male, fa partire un pezzo di Andrea. Tra l'altro una canzone molto intima e profonda: sembra quasi che la sua voce arrivi a toccarmi l'anima. Mio dio questo ragazzo è nato per fare il cantante!
Sto per uscire con un ragazzo, ma penso al mio amico. Che diavolo mi prende????
Le note svaniscono leggere nell'aria, poi arriva la canzone successiva, ma stoppo il telefono: basta con la musica. Appoggio il telefono sul comodino, vicino alla statuina del faro di Genova. Afferro un bracciale in oro bianco e cerco di indossarlo. Mi sfugge, così impreco.
Per fortuna non è finito sotto al letto, mi piego, lo riprendo e finalmente riesco ad indossarlo. È l'ultimo regalo che mi ha fatto mio padre quando ho compiuto 14 anni, mi piace indossarlo nelle occasioni speciali.
Mi alzo in piedi e torno a fissare lo specchio, mentre cerco di acconciare i capelli. Non sono mai stata così lenta nel prepararmi e mi chiedo se sto facendo la cosa giusta. Ma alla fine è solo un'uscita con Gionatan, il mio compagno di università.
"Forza Angelina, su di morale, andrà tutto bene" mi dico per farmi venire il buonumore.
Decido farmi uno chignon basso, passo poi al trucco.
Mentre mi stendo il gloss sulle labbra dallo specchio vedo riflessa l'immagine di Madda: è appoggiata allo stipite della porta e ha le braccia conserte. I nostri occhi si incrociano, così mi giro nella sua direzione.
Certo che sa essere affascinate anche solo con indosso una tuta.
"Sei pronta per l'uscita?" Lascia cadere le braccia lungo i fianchi e si sposta dalla porta.
"Si. Tu invece che fai?"
"Tra poco arriva Diego, andiamo a fare una festa alla villa di Alessandro, ci sono tutti". Con la voce marca su l'ultima parola, per farmi capire a chi si riferisce senza nominarlo.
"Tu sai perché Andrea non si fa vedere?" Chiedo timidamente.
Decido di sedermi sul letto, in attesa della sua risposta.
"Lo sai che è impegnato, sta lavorando al disco. Poi lo hai spiazzato dicendo che uscivi con Gionatan".
Alzo un sopracciglio, non capisco dove vuole andare a parare.
Madda si piazza di fronte a me e continua
"Non lo hai capito che lui prova qualcosa per te?"
Ho un sussulto, sta scherzando vero?
"Te lo ha detto Andrea?" La mia voce é quasi roca nel rivolgerle la domanda
Madda scrolla le spalle, poi prosegue
"No, ma si capisce da come ti guarda".
"Madda per favore non dire sciocchezze basate sul nulla, io e lui siamo buoni amici".
"Fai come ti pare. Anche Diego non è entusiasta che tu esca con quello lì".
Dichiara sospirando.
"Ma lui non fa testo, lo sai che è protettivo nei miei confronti, ma sei stata tu la prima a dire che dovevo provare ad andare avanti". Le ricordo.
Madda non aggiunge altro e capisco che la conversazione è finita. Mi arriva un messaggio: è di Gionatan. Si trova già sotto casa.
Afferro la borsa, ci butto dentro il telefono e auguro a Madda una buona serata.
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Il ristorante scelto da Gionatan è un classico locale alla moda milanese, dove le persone sono vestite come se stessero partecipando a una sfilata. È molto affollato e si trova in pieno centro della città.
Alle pareti c'è qualche specchio, alternato a qualche poster pubblicitario. Il cameriere ci fa accomodare in un tavolo in fondo al ristorante, vicino a delle vetrate.
Anche Gionatan è vestito elegante: indossa una camicia bianca con collo a V, un paio di pantaloni neri di Armani. Indossa ai piedi delle mocassino in tinta con i pantaloni e ha tirato indietro la sua massa di capelli rossi con del gel.
Io sono completamente fuori luogo, non mi aveva detto che saremmo stati in un posto del genere.
Mordicchio un'unghia mentre leggo il menù: sembrano tutte cose molto costose, fuori dalla mia portata. Per fortuna si è offerto di pagare lui.
Gionatan decide di iniziare con degli antipasti, così ordiniamo al cameriere una tagliata di salumi con formaggi. Da bere mi faccio portare una coca-cola, mentre Gionatan opta per una Fanta.
Dopo che il cameriere se né andato Gionatan attacca discorso
"Sono due mesi ormai che siamo compagni di scuola, il tuo cognome mi era famigliare, ma non avevo fatto subito l'associazione. Poi ho visto una tua foto sui social e da lì ho capito: sei la cugina di Diego Germini. Lo conosco di più per il suo nome d'arte. Adoro le sue canzoni, non avrei mai pensato di trovarmi a cena con una sua parente".
Ha dato un appuntamento a me e parla di mio cugino? Mio dio!
"Giù dal palco lui è Diego ed è un ragazzo normalissimo di 27 anni". Puntalizzo.
Il cameriere ci serve la nostra portata, afferro la forchetta ed infilzo un pezzo di formaggio, mentre Gionatan prosegue nel suo elogio a mio cugino.
Il sapore del formaggio è delicato, le mie papille gustative lo amano subito, l'ho avvolto in un pezzo di salame ed è la fine dei sensi.
"Comunque Diego un po' lo invidio: è sempre circondato da ragazze, ha la fila. Sembra che cadano tutte ai suoi piedi".
Parla in tono referenziale, come si parla di un idolo.
"Diego è da un po' che ha la ragazza fissa e ti dirò che con lei si trova meglio che con quelle oche starnazzanti".
Strabuzza gli occhi: colpito e affondato.
Bevo un goccio di coca e proseguo
"Poi scusa sei voluto uscire con me e parli di mio cugino?".
Gionatan fa un gesto con la mano
"Scusami, hai ragione. Sono uno stupido, mi sono lasciato prendere dall'entusiasmo. Così tu vieni da Matera? La città dei sassi".
Perché ho la sensazione che stia andando tutto a rotoli? Non mi sento in vena di fare conversazione, così annuisco e spilucco un grissino.
Sono qui con il copro ma la mia mente è altrove, sembro disconnessa. La mia mano sfiora il portachiavi con la lettera B, attaccato alla borsa. Chissà Andrea come sta? Si starà divertendo?
La mente rievoca le parole di Madda "Lui prova qualcosa per te". Solo a quelle parole il mio cuore fa una capriola.
Possibile che sia cosí? Davvero lui prova un sentimento per me? E io cosa provo per lui.
Il senso del disagio aumenta, mentre mi accorgo che non dovrei essere qui, con un ragazzo che sembra più interessato al mio cognome, piuttosto che a me come persona. Vorrei che Gionatan si smaterializzasse e comparisse Andrea.
Voglio il suo sorriso smagliante, le sue dolci parole quando sono giú di morale.
Voglio i suoi occhi che brillano di una luce tutta loro.
Mentre mangio un pezzo di prosciutto capisco che qui non c'entro un bel niente, così finisco la coca-cola, mi alzo e dico
"Scusami Gionatan, non posso più stare qui".
Lui mi guarda sorpreso, mentre afferro la borsa e prendo il giubbino.
Gionatan si alza e fa per venirmi incontro, ma io sguscio in mezzo alla folla e guadagno l'uscita.
L'aria fredda mi sferza il viso, non c'è la facevo più a stare lì dentro. Respiro a pieni polmoni e mi calmo.
Davanti a me c'è un viavai di gente, sciolgo i capelli e infilo l'elastico nella tasca del giubbino.
Afferro il telefono e chiamo l'unica persona che ci tiene veramente a me, mentre ripenso a quanto sto bene tra le sue braccia. Perché non l'ho capito prima cosa volevo veramente? Che stupida sono stata. Voglio solo che Andrea venga e mi porti via da qui, ovunque andrebbe bene, se c'è lui andrei anche sui monti.
Ho bisogno di Andrea come si ha bisogno dell'ossigeno per respirare.
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