Il compleanno di Angelina-19
Angelina si sta preparando per la festa, le ho chiesto di farlo a casa mia perché voglio darle il suo regalo in anticipo rispetto agli altri.
Chi l'avrebbe mai detto che mi sarei messo insieme ad Angelina Germini? Prima che si trasferisse a Milano la conoscevo solo per via delle foto con Diego. Ora siamo una coppia da ben cinque mesi, anche se c'é voluto tanto per arrivare a questo punto: entrambi eravamo delusi dall'amore.
Ho sempre ragionato sul vivere relazioni lunghe, non sono mai stato uno che cambiava spesso ragazza, dentro di me speravo tanto di trovare una complice.
Con il senno di poi mi rendo conto che Cecilia non era proprio l'incarnazione della complice perfetta, ma quando ti innamori sei cieco, non ti rendi conto delle troppe differenze che ci sono tra te e l'altra persona.
Tutto l'opposto invece con Angelina: tra noi il sentimento é nato un po' per volta, senza pressione. La ritenevo una buona amica e si é rivelata una ragazza rara, dal cuore puro. Lei é la complice che cercavo.
Mi ero disilluso sull'amore: tanto da ritrovarmi a dare consigli ai miei amici, ma se si parlava per me preferivo cambiare argomento, archiviare il pensiero.
Forse é proprio grazie all'affinità che ho riscontrato con Angelina che ho riscoperto questo sentimento che avevo recluso da tempo.
"Sono pronta". La sua voce é leggermente esitante, mi volto per vederla e come la prima volta ne rimango colpito
"Sei bellissima, niente e nessuno mi farà mai cambiare idea su ciò" sono sincero.
Angelina cammina nella mia direzione con addosso il tubino nero, lo stesso che indossò per il compleanno di Madda.
Al collo indossa il ciondolo che le ho regalato a Genova, ha acconciato i capelli in morbide onde che le ricadono sulle spalle.
La prendo per i fianchi e la strigo a me, godendo della luce dei suoi occhi e del suo corpo contro il mio.
So che sta facendo progressi con l'autostima, desidero che si senta sempre sicura di sé.
Già il fatto che smetta di sentirsi inadeguata é un grande passo in avanti.
Accarezzo la sua schiena, mentre respiro il profumo dei suoi capelli.
"Devo confessarlo: prima ho acconciato i capelli e mi sono truccata, il vestito l'ho indossato dopo."
"Allora dobbiamo rimediare" dichiaro.
Prendo la sua mano e la conduco davanti allo specchio, mi metto dietro di lei e la stringo in un abbraccio. Sollevo il suo mento in modo che possa guardarsi.
" Guardati. Guarda quanto sei bella. Non solo perché indossi questo vestito, tu sei bella sempre: con una felpa, con un vestito, in disordine. Comunque vuoi metterla non toglie il fatto che sei bella a prescindere. E chi non te lo ha fatto notare prima é solo un povero cieco.
Ero serio quando ti dissi che avrei voluto darti i miei occhi per farti vedere quanto sei bella sia fuori che dentro".
La lascio andare, lei non si sposta come farebbe di solito ne distoglie lo sguardo. Continua a guardare la sua immagine riflessa nello specchio.
"Non c'entra solo la mia relazione con Federico nei miei problemi di autostima, li avevo già da prima. Non mi sono mai sentita bella come le mie compagne di classe, ma sempre inferiore. Non so dirti perché, so solo che non mi sentivo bella come loro e pensavo di essere invisibile agli occhi dei ragazzi".
Incrocia il mio sguardo attraverso lo specchio, ha parlato con voce ferma.
Si gira nella mia direzione
"Sei il primo che mi fa sentire speciale. Che mi fa sentire al sicuro" mormora dolcemente.
Prendo il suo viso tra le mani e la bacio, lei schiude le labbra e approfondisco il bacio, intrecciando le nostre lingue, respirandoci a vicenda, in un vortice d'amore.
Quando ci stacchiamo decido che é arrivato il momento di darle il regalo, lei mi segue in salotto e resta in attesa, mentre io stacco il portachiavi con la lettera B che le avevo regalato dalla borsa e ci attacco una chiave, poi gliela porgo.
Mi guarda con un sopracciglio alzato, non capendo, così le spiego
"So che può sembrare una scelta affrettata, perché stiamo insieme solo da cinque mesi, eppure c'ho riflettuto. Questa é la copia di chiave di casa mia e vorrei che diventasse casa nostra".
"Mi stai chiedendo di vivere insieme a te?"
La voce di Angelina trema leggermente e sgrana gli occhi
"Non subito, perché voglio darti del tempo. Tra un po' dovrai prepararti per la sessione estiva degli esami. Io avrò gli impegni dei concerti. Ma da settembre mi piacerebbe che vivessi insieme a me".
Gli diventano gli occhi lucidi, si copre il viso con le mani, per cercare di calmarsi.
"É un passo importante". La sua voce é attutita dalle mani, si scopre poi il viso e non sa dove guardare.
Come ogni volta che é nervosa inizia a saltellare, una cosa di lei che trovo carina, mentre cerca le parole.
"Lo so bene e non voglio metterti fretta in nessun modo".
Uso il tono più sincero che posso, desidero vivere insieme a lei, ma non voglio neanche metterle fretta.
Si blocca di colpo
"Con te sto bene e mi sento sempre come a casa in qualsiasi posto stiamo. In queste situazioni bisogna far parlare il cuore e far tacere tutto il resto. E il mio cuore desidera stare con te. Quindi sì, accetto di venire a vivere con te. É folle e fa paura, ma so che sei la cosa migliore che mi sia mai capitata".
Torno ad assaporare le sue labbra, in un bacio più passionale. Arrotolo una ciocca dei suoi capelli sul dito e continuo a divorare quella bocca meravigliosa, divento dipendente dalle sue labbra dolci, morbide e perfette.
Mi stacco controvoglia e lei si lascia sfuggire un gemito di delusione, ma d'altronde ci tocca andare se non vogliamo fare tardi alla festa.
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Angelina non ama fare le cose in grande, niente locale in affitto come per Madda o altro.
Infatti ci ritroviamo a casa di Ale per la festa.
Rammento la sera che ero qui con i miei amici, quando Mario mi spronò di andare a recuperare Angelina dopo la sua serata disastro. La sera che abbiamo scoperto i nostri sentimenti.
Bevo la birra, mentre osservo Angelina e Maddalena parlare fitto.
Non faccio neanche in tempo a posare la bottiglia che si sente Madda parlare ad alta voce
"COME VAI A VIVERE CON ANDREA?"
Si girano tutti nella loro direzione: grazie Madda per aver dato la notizia a tutto il popolo.
Sospiro rassegnato e nel contempo Angelina si porta le mani alle orecchie
" Abbassa la voce, non sono sorda".
Si accorge che tutti la fissano in attesa di una conferma, beh ormai Madda ha fatto il danno, tanto vale dirlo
"Si, abbiamo deciso che da settembre vivremo insieme". Decido di rispondere io per lei.
"Allora complimenti, o qualsiasi cosa si dica in questi casi".
Matteo parla per primo, mentre gli altri stanno ancora assimilando la notizia.
Diego mi fissa incredulo, ma glielo avevo fatto capire che io ci tengo davvero alla cugina.
Poco dopo vengono tutti nella mia direzione per farmi gli auguri, buttandosi a capofitto su di me in una specie di abbraccio collettivo, anche se sembriamo più dei giocatori di rugby tutti addossati.
Madda e Giorgia cucinano per tutti, mentre Angelina scarta i vari regali.
Madda le ha regalato dei libri, i ragazzi gli hanno fatto un regalo collettivo su un idea di Diego, con tutto il mercadaisign possibile.
Quando ha finito Angelina sembra reduce da un mega concerto.
Le ragazze mettono in tavola pollo al limone e riso con verdure.
Tutte ricette scoperte da Madda, che nel tempo libero ama guardare programmi di cucina.
La torta l'ha realizzata Giorgia: una crostata all'albicocca, come era solita fare la mamma di Angelina nelle occasioni speciali.
Angelina taglia la torta e ringrazia tutti per i regali e la festa. É bello vederla così spensierata.
Vado a prendere un po' d'aria sul balcone: la luna é già alta in cielo, che rischiara tutto intorno.
Mi appoggio alla ringhiera e respiro l'aria fresca di aprile.
Poco dopo Angelina mi raggiunge e si appoggia al mio fianco
"Ho chiamato mia madre e gli ho detto della convivenza, era emozionata".
Le accarezzo una guancia, la amo così intensamente.
"Immagino. Avrei voluto darla io la notizia agli altri, ma ci ha pensato Madda".
Angelina trattiene un sorrisino
"É fatta così, che vuoi farci".
Sospiro
"Mia sorella come minimo ha messo i manifesti in giro per Genova e provincia".
Dico ricordano la conversazione avuta con Chiara dove le dicevo che avrei chiesto ad Angelina di vivere insieme. Visto il suo entusiasmo e il fatto che non sa essere discreta come minimo lo sanno anche i muri.
Angelina scrolla le spalle
"Sai che é fatta così".
La stringo a me, i nostri corpi aderiscono alla perfezione. Le lascio una scia di baci lungo il collo.
"Mi mancherai quando dovrai partire per i concerti" sussurra al mio orecchio.
"Lo so, ma ti prometto che ci ritaglieremo del tempo tutto per noi. Anche solo a Matera, nella tua città" le prometto.
Annuisce e la stringo più forte, sarò il suo sostegno sempre.
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