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Gli amici di Andrea- 9

POVS ANGELINA

Percorro l'ultimo tratto di strada che separa la fermata dell'autobus dall'appartamento che divido con Madda, fino a mezz'ora fa ha piovuto e, di conseguenza, si sono formate varie pozzanghere nelle strade, che cerco di evitare accuratamente. Procedo con andatura moderata, infagottata nel mio giubbino rosa e ho tirato su anche il cappuccio, per ripararmi il più possibile dal freddo.

Andrea, come di consueto, mi ha chiamato all'uscita da scuola e siamo stati al telefono finché non ho raggiunto la mia fermata. Stanotte sono stata svegliata dal solito incubo e questa mattina ero di umore grigio come il tempo, ma parlare con lui ha dissipato le nubi del mio stato d'animo e ora è tornato il buonumore. Non so come ci riesca, ma sentire la sua voce ha un effetto calmante su di me, cosa che non mi era mai capitata prima d'ora.

Sono esattamente tre giorni che è via e ogni giorno mi chiama una volta finita la scuola. È diventata la nostra routine e la cosa mi fa altamente piacere, anche se devo ammettere che sento la sua mancanza.

Infilo le chiavi nella serratura e una volta entrata in casa nell'aria sento profumo di pesce, l'aroma è così invitante che mi viene l'acquolina in bocca.

Madda mi viene incontro e dice

"Spero che non ti dispiaccia, oggi non volevo cucinare perché ho avuto una giornata intensa a scuola, così ho deciso di farci portare del riso con pesce d'asporto".

"L'odore promette bene: ho una fame, che non ci duro più." Esclamo appendendo il giubbino all'appendiabiti.

Madda apparecchia la tavola: dispone dei piatti blu, le posate in acciaio inox e due bicchieri in vetro in armonia con i piatti. Al centro tavola depone un cestino con del pane dentro: sa apparecchiare la tavola con gran cura, devo ammetterlo.

Prendo una forchettata  e mi gusto il  sapore: è da così tanto tempo che non mangio riso con il pesce, ma le mie papille gustative lo adorano subito.

Maddalena esclama con voce estasiata

"Questo riso è da orgasmo".

"Attenta a ciò che dici o Diego ne resterebbe offeso". Sentenzio con ironia.

Madda fa una risatina alla mia battuta,  versa un po' di vino bianco nel suo bicchiere, che porta alle labbra in maniera delicata.

Finisco il primo e la imito servendomi da bere a mia volta. Le  bollicine mi pizzicano il palato, mentre Madda serve i secondi. Sono patate lesse e pomodori gratinati, gli avanzi della sera precedente accuratamente scaldati al microonde.

"Ti va di andare a fare shopping?" Chiede la mia amica con tono speranzoso. Penso che sia da parecchio tempo che non ci vado e ho bisogno di comprare qualcosa in più da vestire, dato che quando sono venuta qui a Milano ho portato solo lo stretto necessario.

"Assolutamente sì" Asserisco.

Madda curva le labbra in un sorriso e batte le mani felice. Sarà bello passare del tempo con lei come fanno due buone amiche.

Mi offro di lavare i piatti, così la lascio  preparare per uscire.

Indossa un cappotto nero, che le conferisce una certa eleganza e scioglie i capelli che le scivolano morbidi sulle spalle.

Asciugo l'ultimo bicchiere e afferro il mio gubbino, per poi seguire la mia amica fuori di casa. Nell'aria alleggia odore di pioggia, che mi pizzica le narici, ma per fortuna per ora il tempo sembra essersi calmato e le nuvole si stanno pian piano diradando.

Maddalena mi fa una confessione

"Ho deciso di prendere appuntamento con la mia ginecologa e farmi prescrivere la pillola".

Annuisco. Anche se io e Federico siamo stati a letto alcune volte, non l'ho mai presa la pillola. Se Madda ha preso questa idea ben venga.

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Scendiamo dall'autobus e ci incamminiamo sul corso: ci sono negozi ovunque, con vetrine maestose, non sai da che parte cominciare.

Madda mi fa un cenno di andare nel negozio di "Terranova" che si trova poco più avanti. L'ingresso è ampio e il negozio si estende su due piani: per accedere al primo piano c'è la scala mobile.

La mia amica viene letteralmente folgorata da un paio di jeans aderenti slavati, che sul suo fisico risaltano ancora di più le sue forme. Io invece opto per dei leggins rosso scuro e una felpa color crema.

Una volta pagato Madda dice che vuole comprare degli stivali e ci dirigiamo in un altro negozio, questa volta più piccolo rispetto a quello di "Terranova". Dopo aver parlato con la commessa la mia amica trova il paio di stivali che stava cercando: neri, alti fino al ginocchio e con tacco basso. Hanno una chiusura laterale con la zip. Sono molto eleganti, devo ammettere che  ha davvero buon gusto.

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Sono seduta in divano, con il telefono in mano, una volta rientrata dalla sessione di shopping. Ho aperto Youtube così per caso e mentre scrollavo mi è venuto fuori un video di un'intervista che ha rilasciato Andrea qualche mese fa. Ho cliccato sull'icona senza pensarci due volte ed è partito il video.

Andrea parla con nonchalance, come se non avesse problemi a parlare davanti a un intervistatore,  risponde a tutte le domande che gli vengono poste su come è iniziato il suo percorso musicale. In più non posso non notare quanto sia bello: i suoi occhi brillano ogni volta che parla delle cose che ama come la musica, lo avevo già notato in precedenza. Mi meraviglio che non abbia la fila di ragazze dietro. I suoi ricci ricadono morbidi sulla fronte, non so perché ma mi trovo a pensare a come sarebbe poterli accarezzare. Mi ritrovo a sorridere come un ebete. 

"Beccata a spiare Andrea!" La voce di mio cugino mi fa sussultare e per poco non faccio cadere il telefono. Ero così presa dal video che manco mi sono accorta che era entrato.

"Diego accidenti a te! Mi ha fatto prendere uno spavento. Da quando hai le chiavi di casa?" Porto una mano all'altezza del cuore, che batte veloce.

"Da quando Madda mi ha dato una copia". Se la ghigna lo stronzo.

Alzo gli occhi al cielo, mio cugino quando vuole sa essere irritante.

"Comunque non si fa prendere uno spavento alla gente, che diavolo!" Lo rimbecco.

"Io mi sono annunciato, ma tu eri troppo presa da altro". Indica con l'indice il telefono che giace sulle mie gambe.

"Non mi sembra che ci sia una legge scritta che vieti di seguire video su Youtube. Ero curiosa di cosa diceva un mio caro amico, tutto qui". 

Spero di non essere arrossita di colpo, perché ultimante vedere Andrea mi causa uno strano effetto.

Diego mi scompiglia i capelli facendomi sembrare un gatto arruffato. Gli tiro una pacca sul braccio per gioco.

Non contento comincia a farmi il solletico e io mi dimeno come un'indemoniata, soffro il solletico da morire e lui lo sa, per questo se la ride.

Madda, attirata dal nostro casino, si sporge dall'ingresso e dice

"Ammazzatevi pure, ma non distruggetemi il divano, grazie".

Diego mi libera e guizza fra le sue braccia, le stampa un bacio a fior di labbra mentre io mi tiro su a sedere e cerco di riprendere fiato.

"Sei già pronta mia Lady?" Le chiede abbozzando un sorriso.

Maddalena gli cinge un fianco con il braccio.

"Ovvio, mentre voi due stavate facendo gli asini, io ho avuto tutto il tempo per prepararmi". Cinguetta.

 é vero che dobbiamo uscire con gli altri! Me ne ero completamente dimenticata, accidenti a me.

Corro in camera e scelgo le prime cose che trovo sotto il naso, mi chiudo in bagno per lavarmi e preparami a tempo di record.

Spazzolo i capelli con cura, visto che mio cugino ha avuto la brillante idea di arruffarmeli tutti. Mi piacciono i miei capelli perché sono castani con sfumature dorate e, soprattutto, sono al naturale. Tante ragazze me li hanno invidiati, quando vivevo a Matera, c'è stata anche chi ha provato a copiarmeli facendosi delle tinte, ma il risultato non era mai uguale.

Li trovo belli anche per la loro morbidezza, sembrano fatti di seta. Decido di raccoglierli in uno chignon e mi trucco leggermente.


Arriviamo al bowling e per nostra fortuna non siamo in ritardo, mentre aspettiamo l'arrivo di Mario e Alessandro (i ritardatari cronici) la mia attenzione si sofferma sull'insegna del posto: è un cartello rettangolare con la scritta verde al neon Green Planet. Originale come nome.

 Le vetrate ti danno modo di vedere come è fatto l'interno della sala giochi, che oltre al Bowling offre anche un tavolo da bigliardo, le macchinette per vincere i pupazzi e altri giochi di vario tipo.

Una volta che i ritardatari cronici sono arrivati, possiamo accedere alla sala giochi. C'è un grande casino di persone, ma per fortuna alla pista del bowling non c'è molta gente, così possiamo iscriverci.

Essendo che non ci ho mai giocato prima, Matteo decide di insegnarmi. Si è vestito con una camicia a scacchi nera e verde e indossa dei jeans chiari. Porta i capelli leggermente lunghi e quando parla ha una voce marcata, ma senza accento milanese.

Eseguo i suoi ordini e lancio la palla: riesco a colpire tre birilli, niente male per essere una principiante, almeno credo.

Accolgo gli applausi di tutti e fingo un inchino. Matteo dice

"Brava sorellina".

Lui e gli altri del gruppo hanno preso a chiamarmi così, vuoi perché sono la cugina di Diego che loro reputano un fratello, comunque mi fa piacere, nonostante non sia abituata ai complimenti.

Mi siedo vicino a Madda, mentre mio cugino prende posto sulla pista: sto passando una bella serata ed era da tanto che non mi sentivo così spensierata.

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