Conoscersi meglio- 5
Questa sera mille pensieri mi riempiono, ci sono volte in cui la mancanza della mia città si fa sentire più di altre e mi prende una piccola malinconia. Penso che uno non si abitui mai al 100% in una nuova città: dentro ti rimane sempre un senso di nostalgia che ti riempie il cuore. Genova è la mia terra: porto dentro di me i luoghi, i miei ricordi felici e quelli tristi. È difficile staccarsi dalla Liguria, anche se sono otto anni che vivo qui a Milano, ma non riesco a sentirmi parte integrante della città.
Sarà la pioggia ad alimentare questa mia malinconia? La vedo che scende sottile, sembra quasi fil d'argento, rendendo il tutto pittoresco.
Ma non sono qui per farmi prendere dalla malinconia: stasera Diego e Madda sono usciti a cena e mi hanno chiesto di far compagnia ad Angelina.
Ho deciso di preparare una cena speciale, la porterò a fare un viaggio culinario nella mia Liguria e io mi sentirò più vicino alla mia terra.
Sto finendo di apparecchiare la tavola quando Angelina fa capolino dall'ingresso, noto la sua espressione di sorpresa
"Ho deciso che è arrivato il momento di avere una cena tutta per noi per conoscerci meglio. A meno che non ci sia una legge che vieta a un ragazzo e una ragazza che sono amici di fare una cena insieme, ovvio".
Ride e la sua risata è cristallina: ha indosso un maglioncino verde aderente e un paio di leggins neri. Ha raccolto i capelli in una coda alta, mettendo in mostra i lineamenti delicati del suo viso.
"Sei bellissima".
"Davvero pensi che sia bella?" sussurra sgranando gli occhi.
Questa ragazza non è abituata ai complimenti, ma insomma se ha avuto un ragazzo possibile fosse così cieco da non notarlo? Ma è esattamente quello che penso: è bella e dolce.
"Sì lo penso davvero, solo un cieco non lo noterebbe".
Abbassa lo sguardo e noto che inizia a saltellare da un piede all'altro, senza proferire parola. Deve accorgersi della mia faccia perplessa perché si ferma e dice
"Scusami, ma quando sono in imbarazzo saltello". Si copre il viso e continua
"Sembro una matta".
Scuoto la testa e l'avvolgo in un abbraccio, lei preme la guancia contro il mio petto e la sento fare un respiro profondo, come se cercasse di tranquillizzarsi.
"Non penso che sei matta, anzi è una cosa carina".
Respiro il profumo alla camomilla dei suoi capelli, mentre rimaniamo stretti nell'abbraccio.
Lei si scosta per guardami negli occhi, forse vuole vedere se sono serio, non saprei. Vorrei metterla a suo agio, in modo che possa sciogliersi del tutto.
Angelina prende posto a tavola, apro la bottiglia di vino bianco e riempio i nostri bicchieri.
Assaggia le linguine al pesto, anzi direi che le divora letteralmente, quindi capisco che gli piacciono.
Tra una forchettata e l'altra mi chiede
"A che età hai deciso di voler fare il cantante?"
Bevo un po' di vino e rispondo
"A 14 anni: ho partecipato a un concerto e sono rimasto colpito dal carisma dell'artista, ma anche dai suoi testi. Da lì ho iniziato ad abbozzare i primi testi e ho capito che volevo fare questo mestiere. La mia famiglia ha appoggiato questa mia scelta e una volta compiuti 18 anni ho deciso di andare via di casa e trasferirmi a Milano per avere più opportunità. Ho fatto vari lavori per potermi mantenere e nel frattempo coltivavo questa passione".
Angelina prende in mano la focaccia e ne stacca piccoli pezzi, compie questo gesto con nonchalance, ne assaggia un pezzo mentre si concentra sulla prossima domanda da farmi.
"Non sei come certi rapper, cioè conosco alcune tue canzoni, hanno dei significati profondi. Non ci sono trace di maschilismo"
"Ti ringrazio, ma penso sia una questione di maturità più che altro. Non giudico chi scrive certi testi, ci sta lo sfogo. Ma io sono diverso, è una cosa che mi rispecchia. Essere sé stessi in questo ambiente è la cosa migliore. Le donne le rispetto".
Mi accorgo che i suoi occhi si velano di lacrime, abbassa lo sguardo e fa per dire qualcosa, ma le parole non escono. Non mi aspettavo questa reazione, così allungo una mano che poso sulla sua: la sua pelle è morbida, ricorda la seta.
"Fossero tutti come te i ragazzi". Dichiara con voce malinconica.
Dio ma cosa gli è successo?
"Stai bene?" Non posso non preoccuparmi. Lei annuisce, ma so che non è vero. Non sa mentire, ma faccio finta di niente.
Decido di lasciar perdere, perché non voglio essere troppo invadente; è giusto che sia lei ad aprirsi con me. Voglio comunque che capisca che di me si può fidare.
Ritiro la mano e servo il secondo, un semplice arrosto di tacchino, mentre tra di noi è sceso il silenzio. Angelina si morde il labbro e giocherella nervosamente con la forchetta. Desidero solo spezzare questo momento di tensione che si è creato e cerco di ragionarci mentre finisco la cena.
Angelina si offre di sparecchiare e lava i piatti, così la lascio fare. Magari quando vedrà il regalo che le ho fatto le tornerà il sorriso.
Prendo dalla tasca un pacchetto e una volta che Angelina si è seduta in divano glielo porgo
"Pensavo che il regalo fosse la cena. Così mi vizi".
Scarta il pacchetto e dentro trova un portachiavi Rosso-Blu con la lettera B. Alza un sopracciglio così le spiego
"Oggi mi hanno mandato il merchandising ufficiale del Genova Football Club, in più mi hanno mandato il portachiavi, ma vorrei che lo tenessi tu".
Lo osserva rapita
"Immagino che la B stia per il tuo nome d'arte"
"Yes. Originale vero?"
Annuisce. Sembra che la tristezza sia sparita dal suo volto e ne sono sollevato.
Le accarezzo i capelli mentre lei mi parla un po' di sé
"Sono sempre stata appassionata di lettura, il genere che adoro è la letteratura. Ma ho anche altri generi. Sin da bambina coltivo questa passione, insieme a quella per la storia. Non di meno mi sono diplomata al Liceo Classico. Quando leggo entro in un mondo tutto mio ed è come se interagissi con i personaggi della storia. I libri sono stati anche il mio rifugio sicuro, nei momenti brutti della mia vita".
Appoggia la testa sulla mia spalla, mentre mi ritrovo a confidarle
"Sono tanto bravo a dare consigli d'amore ai miei amici, ma io ho perso la fiducia nelle relazioni".
Angelina sospira
"Lo stesso vale per me. Ho chiuso il mio cuore dopo una brutta delusione. Mi sono innamorata di una persona che ha sempre finto ed è finita per spezzarmi il cuore. Con te sto bene: riesci a mettermi a mio agio. Sei un buon amico".
Si alza dal divano stiracchiandosi e si versa un bicchiere di vino. Scioglie i capelli che le ricadono lungo la schiena e li sistema con le mani, poi mi chiede
"Come facciamo proseguire la serata?"
"Potrei proporti una carrellata di film, ma in verità la passeremo a guardare Genova contro Perugia".
Alza un sopracciglio e arriccia le labbra in una smorfia buffa
"Non ho mai seguito una partita di calcio".
"Beh c'è sempre una prima volta".
Le faccio cenno di sedersi vicino a me e ci godiamo la partita. Angelina segue il tutto in religioso silenzio, mi aspettavo mi facesse un sacco di domande, invece si limita a guardare e basta per tutti i 90 minuti.
Quando Madda e Diego rientrano la partita è finita da poco, saluto le ragazze e mi avviò all'uscita seguendo Diego, con la coda dell''occhio vedo che Angelina segue Madda in camera sua: probabilmente parleranno della serata.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro