Fame di gloria
Nell'esatto momento in cui aprì gli occhi, il tenente George Wickham capì di essere fregato.
Il cielo era limpido, gli uccellini cinguettavano tra le fronde degli alberi e l'erba su cui giaceva pareva un tappeto soffice e rigoglioso, ma c'era uno sgradevole sentore di decomposizione nell'aria.
Wickham si mise a sedere facendo leva sui gomiti e scandagliò la radura nel tentativo di identificare la causa del fetore molesto. Era forte, molto forte, sembrava quasi di averlo sotto il naso. Sperò ardentemente che non si trattasse di un'imboscata zombie. Quelle mefitiche creature avevano preso possesso di diverse aree dell'Hertfordshire e stavano tentando di estendere il loro dominio fino a Meryton. Forse gli avevano teso un agguato e stavano per sorprenderlo dall'alto! Alzò di scatto la testa e sentì un sonoro crack.
Il mondo si capovolse.
Wickham vide uno scoiattolo zampettare sul cielo erboso e fermarsi a sgranocchiare qualcosa, appeso a un ramo come un pipistrello. Non era così che aveva immaginato il giorno dell'Apocalisse.
In un moto di disperazione si portò le mani alle tempie, ma non le trovò al solito posto; dovette allungare le braccia all'indietro tendendo le cuciture sui giromanica della divisa. Qualcosa non andava. Scese fino al collo e tastò con attenzione: la pelle formava pieghe strane e l'olezzo si era fatto più forte; d'istinto afferrò la propria mandibola e tirò in avanti. Il rumore si ripeté e la terra tornò al suo posto, in basso. In preda a uno smarrimento mai provato, tolse i guanti e si fissò a lungo le dita; la carnagione un tempo rosea aveva acquisito una sfumatura verdastra e putrescente. Con incertezza si annusò i polsi ed ebbe quasi all'istante un conato di vomito. Puzzava. Puzzava in modo indicibile.
Per tutti i numi, era diventato uno zombie!
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George Wickham aveva fatto delle relazioni sociali il proprio scopo esistenziale; per carattere non riusciva a farne a meno. Apparire rispettabile e degno di fiducia gli era stato fondamentale per costruirsi una rete di ottime conoscenze e ottenere una posizione di rilievo nel reggimento. Aveva un bel volto, una bella figura e modi molto piacevoli, pregi che lo rendevano particolarmente affascinante per il genere femminile, suo unico vizio e punto debole. Amava le donne, di ogni età, e se erano provviste di una cospicua dote le amava ancora di più.
A ripensarci, era proprio a causa di una di loro che si trovava in questa disdicevole situazione.
Georgiana Darcy era una giovane dall'aspetto aggraziato e femminile, alta e formosa, che compensava l'eccessivo pudore con un patrimonio di trentamila sterline. Qualche giorno prima, Wickham era riuscito a convincerla della propria devozione e a programmare una fuga che sarebbe dovuta culminare in un matrimonio segreto, ma la sorte avversa aveva fatto sì che il fratello di lei, Fitzwilliam Darcy, fosse venuto a conoscenza del piano e lo avesse sfidato a un mortale duello.
Il signor Darcy aveva un orgoglio smisurato e molti altri difetti, ma non si poteva negare che possedesse una certa abilità con le lame; figlio di un maestro di spada noto in tutta la regione, aveva recentemente perfezionato la tecnica del padre applicandola al massacro di zombie. A Wickham era ora fin troppo chiaro che Darcy non si era preso il disturbo di pulire la lama con cui l'aveva trafitto durante la singolar tenzone. E pensare che aveva imbracciato il fucile convinto di avere un vantaggio strategico!
Wickham sospirò e si sollevò con cautela da terra. Le membra parevano reggere. Si avviò barcollando lungo il sentiero che portava a Meryton, deciso a non permettere alle nuove e sgradevoli circostanze di prendere il controllo della sua esistenza.
Giunto in paese, si diresse alla drogheria: per non generare scandalo avrebbe dovuto come prima cosa coprire l'olezzo nauseabondo emanato dal suo corpo. La signora Millicent, una vedova allegra che gestiva il negozio e con la quale Wickham aveva avuto in passato qualche gradevole interludio, lo accolse a braccia aperte risvegliando in lui un desiderio sopito. George percepì un certo conflitto interiore; i suoi due cervelli iniziarono a contendersi il diritto di prelazione, ma quel guastafeste dello stomaco decise di intromettersi.
Non c'era richiamo animale più forte della fame, pensò qualche minuto più tardi Wickham, osservando il cadavere della signora Millicent riverso a terra con il cranio fracassato. La trasformazione in zombie, realizzò, stava decisamente ostacolando la sua vita amorosa.
Scelse una boccetta di profumo dalle note boschive e se ne spruzzò addosso il contenuto fino a svuotarla, poi usci dal negozio.
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Fuori dalla drogheria si imbatté nelle sorelle Bennet, signorine dalla dote modesta che prima dell'incidente lo attraevano in misura variabile. Poteva essere un problema, soprattutto a causa di una di loro: Elizabeth.
Elizabeth "Mannaia" Bennet era stata addestrata dal padre nella fine arte della decapitazione. Il signor Bennet riteneva che solo lei, delle cinque figlie, possedesse l'intelletto necessario per brandire una lama in modo efficace; la moglie si era opposta con tutte le forze, minacciando crisi di nervi e lamentando il fatto che nessun uomo rispettabile avrebbe mai voluto sposare una fanciulla assassina, ma il signor Bennet era stato irremovibile. Lizzie era la sua prediletta e avrebbe dovuto sapersi difendere con ogni mezzo dall'oscurità del mondo.
Inizialmente si era parlato di addestramento con la spada, ma la signora Bennet aveva strillato così tanto e a lungo la propria disapprovazione che la scelta era ricaduta sulla mannaia. Se non altro, aveva singhiozzato la donna asciugandosi le lacrime, la secondogenita avrebbe potuto vantare un'abilità di tutto rispetto in cucina. Elizabeth non aveva sofferto in modo particolare la scelta dell'arma, dato che con un lancio rotante ben fatto poteva mozzare la testa a uno zombie da quindici metri, senza disturbarsi a interrompere la lettura del momento. La si vedeva passeggiare per le colline dell'Hertfordshire con la sua collezione di coltelli appesi alla cintola e si poteva intuire per quali sentieri si fosse incamminata seguendo la scia di cadaveri decomposti a terra. Non era certo il genere di donna che uno zombie perbene avrebbe dovuto frequentare.
L'aveva corteggiata, in passato, salvo poi dirigere le proprie attenzioni su una dama dalla dote più cospicua, con il ben noto esito. Un uomo qualunque se ne sarebbe pentito, ma, fedele a se stesso, Wickham si limitò a constatare che la mediocrità non era mai stata il suo forte.
Elizabeth lo squadrò con malcelato disprezzo. «Mi era giunta voce che il signor Darcy avesse posto fine alla vostra esistenza.»
«Posso garantirvi, signorina Bennet, di essere a tutti gli effetti non-morto» replicò lo zombie con un cenno dignitoso.
«Signor Wickham, verrete al Ballo di Saint Vals?» si intromise Lydia, la più giovane delle sorelle.
«Non mi perderei una simile occasione per nulla al mondo.»
«Allora dovete promettermi fin da subito un giro di danze!»
«Temo, cara signorina, che la mia agilità non sia più quella di un tempo.»
«Suvvia, non siate modesto. Ho sentito molto parlare delle vostre abilità» ammiccò Lydia, mentre le sorelle maggiori la trascinavano via infastidite. «A presto, dunque!»
Wickham rispose con un cenno educato, assicurandosi di non portare il cranio troppo fuori asse. Il ballo era un'ottima occasione per rientrare in società e, se proprio fosse andata male, avrebbe almeno potuto contare su un nutrito buffet.
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