CAPITOLO 23: IL LIETO FINE
Ormai era ritornata l'estate, la scuola era finita i bambini erano felici perché potevano passare il loro tempo a giocare, Vivienne era felicissima perché il sindaco aveva detto a tutte le famiglie che avevano un famigliare con disabilità che avrebbe potuto essere inserito nelle scuole e nel mondo del lavoro, quindi non vennero più rinchiusi nei manicomi, fu un passo avanti per la società, nella scuola pubblica vennero integrati insieme agli altri bambini, potevano partecipare agli sport e agli incontri di catechismo, tutto era perfetto in quel momento erano state distrutte le barriere mentali, non vi erano più pregiudizi, cominciarono a chiamarli per nome guardando oltre la loro disabilità, guardando la persona, non ci fu più la paura del "diverso" e neanche quell'indifferenza che rendeva gli uomini cattivi e a volte spietati, per Vivienne fu una soddisfazione enorme. Passarono gli anni e all'età di 12 anni grazie ad un intervento chirurgico riuscì a riacquistare l'udito dall' orecchio abbastanza buono, tuttavia portò avanti la sua battaglia diventando all'età di 22 anni insegnante di danza e di piano in una scuola che accoglieva sia bambini con qualsiasi disabilità che bambini normodotati e diventò insegnante di Lis ovvero della lingua dei segni in una scuola pubblica a Lione si sposò con Hector a 26 anni ed ebbe tre bei bambini ; nel 1977 negli altri paesi europei furono abolite le classi differenziate e i bambini con disabilità potevano crescere insieme agli altri bambini senza nessuna differenza.
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