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CAPITOLO 29


Non so come, ma ci addormentammo abbracciati. Avevamo parlato di tante cose alla fine e Marco aveva mantenuto la promessa. Non aveva insistito perché succedesse altro tra di noi. Mi aveva, davvero, solamente tenuto tra le sue braccia e mi aveva coccolato per tutto il tempo, sorprendendomi.

Luigi aveva continuato a fare avanti e indietro per un po' nel corridoio. Forse veramente era venuto per controllare Marco. Non lo sapevo. Ad ogni modo eravamo rimasti insieme anche se ad un certo punto era tornato di sotto. Come se ad una certo punto non volessimo più separarci o meglio... io, non volessi più separarmi da lui.

Le cifre luminose verdi della radiosveglia sul comodino, segnavano le 3.40 di mattina ormai. Aveva smesso di nevicare e un'aria immobile e fredda sembrava ora avvolgere tutto.

Quando dai miei occhi chiusi riaffiorarono improvvisamente immagini nitide, insostenibili, ripescate tra i ricordi, ritrovate nascoste sotto le palpebre.

... Il rumore generato dal motore di un motoscafo si interruppe improvvisamente. Lasciandolo proseguire leggero sull'acqua calma del mare per effetto della sua spinta, fino alla riva... ...

Un flash illuminò la mia mente e un leggero sussulto sconvolse i miei muscoli.

Un lampo ancora e tutto cambiò.

... La lama di un coltello brillò alla luce riflessa della luna e si infilò a metà di una pallina da tennis gialla. Una bustina di polvere bianca spuntò fuori inaspettata... Una risata forte, quasi rimbombante, si udì in quel silenzio irreale...

Mi voltai e me lo trovai davanti...

Quegli occhi di ghiaccio mi diedero una scossa immediata su tutto il corpo...

... "Ci faremo una fortuna stavolta! Forza muoviti, Beth!"

Guardai verso la strada deserta che si allontanava sempre di più, fino a diventare indistinta ai miei occhi... La mia unica via di fuga...

"Io non vengo, Alex... Ho finito... chiuso con questa merda!" gli sbraitai contro.

"Non farmi incazzare e muoviti!!!" la sua voce che strillava echeggiò un'altra volta nel silenzio buio della notte.

"No!!!" mi voltai di scatto e presi a correre per la spiaggia, ma la sabbia mi impediva di muovermi... Sprofondavo ad ogni passo senza riuscire a procedere... Più mi agitavo più sprofondavo giù...

"Dove credi di andare, eh?" Alex si avvicinava. Dovevo fuggire! Non doveva raggiungermi... non doveva! I suoi passi erano lenti, ma costanti... sempre più vicini

La strada d'un tratto si fece nitida... e mi ci ritrovai sopra... da sola. La sabbia non mi teneva più... mi aveva lasciato andare...

C'era uno specchio nel mezzo... Mi avvicinai lentamente e questo mi rimandò la mia immagine...

Il mio viso pallido e i miei occhi infossati, cerchiati di nero, mi fecero paura. Mi avvicinai ancora e vi posai sopra una mano tremante...

Forse non ero io quella... Non potevo essere io...

Ma l'immagine fece la stessa cosa. Il mio respiro aumentò. Quello che toccai era freddo... terribilmente freddo... Quel gelo si diffuse in ogni parte del mio corpo arrivando sino al cuore... Avvolgendolo tutto... e imprigionandolo, come in una gabbia.

"Beth!" mi chiamò qualcuno alle spalle.

Mi voltai...

Alex era di nuovo in piedi di fronte a me e mi puntava una pistola

"Cosa hai fatto? ... che cosa?" esclamò.

Con gli occhi terrorizzati lo fissai, incapace di muovermi. Lui mise il dito sul grilletto, con uno sguardo colmo di rabbia mista a panico... Chiusi gli occhi attendendo di sentire lo sparo che non arrivò. Socchiusi le palpebre e mi mancò il fiato...

Il suo viso ora era pallido, gli occhi infossati, cerchiati di nero... Non era più Alex. Ero io!

Una scossa mi arrivò alla testa. Lo spavento mi sconvolse all'istante...

I miei occhi mi fissarono incerti... Sapevo che non c'era alternativa... Doveva uccidermi. Dovevo uccidermi. Non dovevo più esistere...

Con aria rassegnata sparò, dritto verso di me. Il proiettile si lanciò, rompendo l'aria, diretto al mio cuore...

Ma all'improvviso, qualcuno sbucò chissà da dove e parò per me quel colpo, stramazzando a terra. Era un ragazzo. Immediatamente mi accascia su li lui e lo girai per soccorrerlo. I suoi occhi sbarrati mi fecero trasalire.

Dovevo salvarlo! Non doveva morire!

Un fremito mi percorse da capo a piedi e il respiro divenne frequente.

"Aiut... mmm... a...to" farfugliai nel sonno.

C'ero solo io, inginocchiata accanto a lui... Non un viso intorno... Soltanto io che ero stata la responsabile di tutto. Io che lo avevo ucciso... Le parole urlate non emettevano alcun suono malgrado mi sforzassi con tutta me stessa. Non si udivano...

... Noooo!!!! urlai nel silenzio. Un urlo straziato, lacerato di dolore.

"Marco! Non morire, ti prego... non morire... Aiuto! Qualcuno mi aiuti vi prego!"

La mia disperata richiesta era muta nel sonno... Tenevo la sua testa sulle ginocchia, mentre il sangue colorava le mie mani... Una pozza si allargò sull'asfalto, diventando sempre più rossa... sempre più grande... Non vedevo più nulla... solo rosso...

"Lizzy! Svegliati! Lizzy!" accanto a me Marco, seduto sul letto, mi scuoteva, tentando di risvegliarmi da quell'incubo che non mi dava pace.

Aprii gli occhi nel tentativo di liberarmi da quell'angoscia ed attesi che il cuore rallentasse i battiti. Mi guardai attorno smarrita e fu allora che vidi il suo viso preoccupato.

Era vivo!... Dio... era vivo!

Mi alzai a sedere immediatamente e gli gettai le braccia al collo, scoppiando a piangere. I miei singhiozzi ininterrotti lo fecero inquietare ancora di più.

Mi accarezzò la schiena per un po' senza capire. Poi mi scostò delicatamente per guardarmi in viso e mi fissò con aria seria. Mi scostò i capelli bagnati di lacrime dal volto e cercò di calmarmi.

"Va tutto bene ora... Sta tranquilla... E' tutto passato. Hai fatto solo un brutto sogno..." la sua voce sussurrata cercò di essere quieta, ma non bastò a scrollarmi di dosso l'ansia di quell'incubo.

"Non voglio che ti accada niente, Marco. Niente!" la mia voce disperata si strozzò e grosse lacrime continuarono a scendermi sulle gote.

"Sssh... Calmati" mi strinse forte a sé premendo la mia fronte sulla sua spalla, "Perchè dovrebbe accadermi qualcosa? È stato solo un sogno..."

Il suo respiro disteso non diede tregua ai miei tormenti. Lui non chiese nulla di più, ma mi tenne solo abbracciata, senza mollarmi. Il dolore opprimente che provavo mi soggiogava e mi stringeva il cuore. Dovevo allontanarlo da me, a tutti i costi, prima che fosse troppo tardi... Era questo che temevo. Che fosse già troppo tardi per lui.

Sollevai il mento, ma indugiai... Quello che volevo dire avrebbe mutato ogni cosa tra noi. Ma dovevo farlo. Quel sogno non era solo un incubo era il presagio di qualcosa che poteva accadere veramente. Se mi avesse trovato... me l'avrebbe fatta pagare in qualche modo...

Chiusi gli occhi e immaginai il suo viso, quando gli avessi parlato. Li aprii e lui li trovò sconvolti. Affranto, senza capirne la ragione, mi accarezzò con il pollice una guancia.

"E' tutto a posto ora... Ci sono io..."

Gli premetti nuovamente la fronte sul collo, questa volta con il cuore a pezzi. Rannicchiandomi sul suo petto. Lui mi strinse di più e mi accarezzò di nuovo la schiena, baciandomi sulla fronte. Dovevo rinunciare a lui. Il solo che mi aveva mai veramente amato... il solo che lo aveva fatto davvero...

Lui per un breve istante mi aveva strappato a quell'assillo... Lui...

Inconsciamente alzai il mento e gli sfiorai il collo con le labbra. Assaggiando la sua pelle con un tenero bacio. Gli posai una mano sul viso, con struggimento. Quanto desideravo che fosse tutto diverso. Lo baciai ancora, immersa nei miei pensieri e sentii il suo pomo d'Adamo muoversi sotto le mie labbra. Il sangue pulsare velocemente nelle sue vene.

Riuscii a sentirlo chiaramente quando lo sfiorai di nuovo con la bocca.

Marco si abbassò sorpreso a studiare di nuovo i miei occhi. Solo allora mi accorsi di quello che stavo facendo. I nostri occhi si mescolarono gli uni agli altri.

Combattuto mi baciò sulle labbra, con la massima delicatezza, quasi esitante. Ancora indeciso. Ascoltò il mio respiro crescere e ne ebbe la certezza. Avevo fatto il primo passo, ora toccava a lui... Tornò a baciarmi e l'intensità di quel bacio stavolta arrivò fino al mio cuore, tacendo i miei rimorsi. Lo presi per la maglia e lo attirai più vicino a me. Decisa a non fermarmi. Mi sdraiai di nuovo, tirandolo su di me. Lui si scansò e si resse sulle braccia. I suoi occhi si fecero d'un tratto fermi, cercando nei miei una risposta ad una domanda che non pensava di porsi quella notte...

Alzai il viso e andai incontro alle sue labbra, senza lasciarlo pensare oltre. D'un tratto sicuro si chinò di nuovo e premette la sua bocca sulla mia con un fervore crescente.

Sentivo quanto mi desiderava e anch'io sapevo di provare la stessa cosa.

Mi abbandonai ai suoi baci, incapace di resistere oltre al suo impeto, lasciando che continuasse quella travolgente carezza. Il suo sguardo intenso mi sussurrò che non avrebbe mantenuto a lungo il controllo di sé e mi persuase a non volerlo più fermare, malgrado tutto.

Gli passai le mani tra i capelli, trattenendo il suo viso. Ogni restrizione tra di noi svanì.

Le sue labbra divennero bramose e mi baciò con passione. Fece un profondo respiro. Mi spogliò e si spogliò in fretta, quasi la stoffa gli ardesse sulla pelle e quando tra noi non ci fu più alcun ostacolo, sfiorò titubante la mia pelle nuda, facendomi percorrere un brivido su ogni centimetro del corpo. Quasi avesse timore di toccarmi e mi baciò sul collo. Seguendo le sue labbra piegai la testa all'indietro e le mie dita si intrecciarono ai suoi capelli. Il suo respiro divenne ansimante. Il desiderio prese il sopravvento. Ci unimmo in una cosa sola appagando la nostra smania. Sentivo il suo calore dentro e intorno a me. Chiusi gli occhi mentre la nostra pelle iniziava ad imperlarsi di sudore e lui gemette sopraffatto dalle emozioni. Li aprii e fissai il suo volto acceso, dimenticando ogni cosa e desiderando lui con tutta me stessa. Mi sfiorò l'orecchio con le labbra e scese ancora. I suoi gemiti si fecero ad ogni respiro più forti... più intensi... unendosi ai miei...

Niente ci spaventava più in quel momento. Nessun ostacolo ci avrebbe potuto fermare.

L'intensità delle nostre emozioni appagò le nostre anime. Andando oltre ogni ostacolo. Ogni paura...

In quel momento non mi importava più di nulla. C'eravamo io e lui. E così avrei voluto fosse per sempre...

C'era lui... pensai ancora. Il resto non contava... in quel momento non contava più...



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