CAPITOLO 2
"Che noia! Cominciamo bene la settimana! Ancora un po' e mi addormentavo sul serio..." roteò gli occhi verdi scherzosamente, "Certe volte il professor Banelli sa essere veramente pesante. Per un attimo credevo non la finisse più di parlare di leggi sulla privacy. Fortuna che è suonata la campana"
Sorrisi appena raccogliendo le mie cose per metterle nello zaino e lei continuò.
"Sei nuova di queste parti!? Non ti ho mai vista" aveva una voce vivace e pareva cordiale.
"Mi sono trasferita da poco"
"Io sono Emma" mi porse la mano in segno di amicizia ed io l'afferrai pronunciando il mio nome
"Elisabeth"
In quel momento mi parve che qualcuno si voltasse a guardarmi.
"Carino come nome! Straniera per caso?" mi chiese curiosa.
Scossi la testa impacciata, "No... Solo mia nonna materna lo era... Inglese... Porto il suo nome"
Parve soddisfatta della mia risposta e passò a sondare le mie opinioni.
"Allora ti pace?... La facoltà intendo... Non è male..."
"Non so... Non ho avuto ancora il tempo di rendermene conto, per la verità..." risposi evasiva.
"Non ci metterai molto, vedrai! E' tranquilla... e poi... si fanno incontri interessanti..." guardò allusiva un ragazzo che passandomi accanto mi fissò a lungo, voltandosi a studiarmi con lo sguardo interessato.
Imbarazzata mi alzai pronta a lasciare l'aula ed Emma fece lo stesso.
"Dov'è la tua prossima lezione?!" disse a quel punto ansiosa di seguirmi.
"Beh..." risposi confusa controllando il foglio con l'orario, "Dovrei avere Diritto costituzionale. Aula 6..."
"Che bello!" esclamò ridendo, "Anch'io! Andiamo ti faccio strada!" era entusiasta ed io cominciai seriamente a preoccuparmi.
Non volevo amicizie e poi non così presto. Avevo cambiato città anche per questo. Volevo solo essere impercettibile dagli altri e fare ordine nella mia vita!
Mi prese sottobraccio e si diresse risoluta verso l'aula 6.
"Sbrighiamoci o ci siederemo distanti! E' sempre stracolma..." mi sussurrò.
Girammo l'angolo diretti verso l'ala sinistra dell'edificio ed entrammo.
Il resto della mattinata trascorse più o meno allo stesso modo fino all'ora di pranzo. Io ed Emma a quanto pareva, seguivamo lo stesso corso di studi e le nostre lezioni erano per lo più identiche. Con il trascorrere del tempo mi accorsi di riconoscere intorno a noi alcuni volti.
Era insolito non avere addosso sguardi commiserevoli o di condanna come mi era sempre accaduto. Lo avevo sempre desiderato. Nessun pregiudizio, solo io e quello che nel profondo sapevo di poter essere e che volevo con tutta me stessa gli altri vedessero.
Il mio stomaco ad un certo punto iniziò a brontolare per la fame ed Emma decise di accompagnarmi a mangiare qualcosa con mio grande sollievo.
Quando arrivammo alla tavola calda c'erano già molte persone che vociavano. La guardai frastornata muoversi tra la gente che si stava ammassando ai tavoli e notai quanto, nonostante fosse più bassa del mio metro e settanta, sembrasse in realtà più alta di me, per il suo modo di fare solare e il portamento sicuro. Parlava ininterrottamente dei professori, delle lezioni, dell'ostello in cui alloggiava, della città, che ad un certo punto non riuscivo più a seguire i suoi discorsi.
Ci sedemmo in fondo ad un tavolo rettangolare dove sedevano già alcuni dei suoi amici, che prontamente mi presentò. Era difficile per me memorizzare i loro nomi, perciò sorrisi ed annuii continuamente per non sembrare scortese, ma senza riuscire a capire bene nulla delle loro conversazioni.
"La Casa degli studenti è il ritrovo della maggior parte degli universitari. Un po' di tutte le facoltà dei dintorni. Si mangia bene... Cosa di non poco conto!" mi informò alzando le sopracciglia in modo buffo, "Io di solito vengo qui. Ci sono parecchi dei miei amici. È l'occasione per scambiare informazioni. Sulle lezioni, sugli esami, sui libri, sulle feste... cose del genere insomma. È costruttivo..." annuii non sapendo cosa ribattere, "Spero non ti dispiaccia avermi seguita. A volte decido anche per gli altri. Mia madre dice che sono invadente... È il mio peggior difetto" sorrise.
"Oh, no... va benissimo. Non avrei saputo dove altro andare. Mi piace qui"
Fu in quel momento, seduta impegnata ad ascoltarla, che un ragazzo alto dai capelli corti, neri e intenzionalmente spettinati, l'afferrò alle spalle e le stampò un bacio sulla bocca, zittendola.
"Come sempre non fai che parlare! Ti hanno mai detto che assomigli a mia nonna?" così dicendo si sedette al posto libero alla destra di Emma, posando il suo vassoio sul tavolo e me lo trovai di fronte.
"Stai rischiando col fuoco, Tony! Potrei anche fartela pagare..."
"Mi piaci quando sei arrabbiata" le disse lui malizioso cingendola per le spalle e sfiorando di nuovo le sue labbra seducente. Lei rispose al bacio con trasporto e mi sentii in imbarazzo. Guardai altrove.
"Come è andata la mattinata?" si sistemò meglio sulla sedia e aggiustò i piatti sul tavolo, srotolando le posate dal tovagliolo.
Mi osservò solo un istante, poi si voltò di nuovo a guardare Emma con dolcezza.
"Più pesante del solito! Se non era per Elisabeth mi sarei addormentata già alla prima ora" si sporse in avanti per afferrarmi la mano, quasi avesse notato il mio disagio e continuò, "Tony, ti presento Elisabeth... Elisabeth... Tony! Lui è il mio ragazzo. Di solito non bacio tutti..."ridacchiò. Si sentiva dal tono della voce che ne era orgogliosa.
"Già..." feci ironica, "Lo sospettavo"
Tony si voltò sorpreso, quasi non mi avesse notato prima e mi porse la mano cordialmente.
"Elisabeth! È un piacere conoscerti!"
La sua stretta calda era gentile e gli sorrisi guardandolo nei suoi grandi occhi neri.
"Non ti ho mai visto da queste parti. Sei nuova?" aggiunse incrociando le braccia in attesa della mia replica.
Gli sorrisi cercando nella mente le parole più adatte. Mi sarei potuta limitare ad un sì, ma non sarebbe bastato. Sicuramente avrebbe sondato oltre e non mi andava di parlare di me. Non adesso almeno. Ci stavo ancora pensando quando...
"Non dovresti mangiare queste cose. Sono piene di grassi" fece qualcuno alle mie spalle, prima che rispondessi. Si sporse in avanti a rubare una patatina dal piatto di Emma e me lo trovai seduto accanto.
Fu allora che lo vidi per la prima volta...
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro