25 Giugno 1996

Fa caldo. Non ho voglia di andare a lavoro. Non ci voglio andare, ma mi alzo ugualmente e porto il mio fondoschiena al bar in cui lavoro. Non è molto affollato, ma qualcosa mi pagano e mamma ha detto che posso rimanere per un altro anno a casa, ma poi devo sloggiare. Sto lavando il bancone quando entra, alla buon'ora, la mia collega, nonché migliore amica.
"Buongiorno signorina, cosa le porto?" Chiedo ironicamente
"Un bicchiere di succo di zucca, grazie" risponde ridendo. Va dietro al bancone, si mette il grembiule e si posiziona vicino a me. Arrivano anche un paio di clienti, tra tutti riconosciamo Albert, un cliente abituale e, senza chiederli nulla, prepariamo il suo "solito".
Solitamente non c'è un grande afflusso di gente la mattina, perché sono quasi tutti a lavoro, ma un po' di gente, quella che basta per farci campare, viene.
"Beh... Come stai oggi Katherine?" Domando mentre mi asciugo le mani.
"Ti prego non chiamarmi col nome completo. So che lo fai per punzecchiarmi, ma ti prego..." Ridacchia prima di preseguire "Sto bene, sto bene. A casa tutto bene. A te?"
"Dai, si sta." Concludo
Avevamo iniziato a parlare di ciò che stava succedendo, di quello che avevamo letto quando la nostra conversazione viene bruscamente interrotta da Frank, il mio dolce amore. Lo abbraccio teneramente e gli dò un bacio sulle labbra, casto, sono pur sempre a lavoro. Io e Frank avevamo già deciso che, a breve, avremmo messo su famiglia, stavamo insieme dal quarto anno, ci amavano moltissimo e anche le nostre famiglie erano favorevoli. Kate, avrebbe fatto da damigella d'onore insieme a mia sorella.
"Stasera avete programmi?" Indaga Kate.
"Volevamo uscire..." cerco di di annunciare io, ma vista l'espressione della mia amica cerco di incalzare "...però mi porto appresso Rose che non può stare da sola"
"Viene anche tua sorella? Ok... Programmi infranti. Kate vieni anche tu?" Borbotta Frank che sa già la risposta della mia amica, ma deve comunque essere formale.
Adoro la mia vita.