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Capitolo 60 : Conseguenze

ELEONORA

Sono scesa presto a fare colazione, un po' perché ho dormito talmente poco e male che non vedevo l'ora di alzarmi, e poi volevo bloccare Samu prima che andasse a lavorare per parlargli di questa notte e di quello che è successo tra me e l'albanese.

Ho bisogno di alleggerire la mia coscienza parlando con una persona amica che non mi giudica mai.

L'ho trovato infatti già in cucina, intento a bere il suo caffellatte.

«Samuel, ma che fine hai fatto questa notte? Sono venuta a bussare alla tua stanza e non mi hai aperto? Sonno pesante?» Mi siedo accanto a lui e rigiro tra le mani una fetta di pane indecisa se spalmarci su la Nutella o la marmellata di pesche.

«Sh abbassa la voce» mi risponde e mi fa cenno di avvicinarmi di più «Non c'ero in camera, ecco perché non ti ho aperto!»

«Non c'eri?» La cosa mi incuriosisce e non poco. Samuel è una persona molto attenta alle regole e uscire di nascosto di notte non è una cosa che mi aspettavo fosse capace di fare. Io ed Ergi glielo avevamo già proposto ma lui aveva rifiutato categoricamente. Mai disubbidire al don! E ora invece?

La cosa mi intriga molto, devo sapere! In questa casa famiglia stanno succedendo troppe cose che se il don le scoprisse credo scoppierebbe un bel casino.

«E dimmi mio bel Samuel dove te ne sei andato di bello senza coinvolgere me ed Ergi? Lo sai che sei uno stronzo a fare queste cose di nascosto?» Lo dico con un filo di voce proprio perchè non voglio ascoltatori a questa nostra conversazione.

«Ve lo avrei detto prima o poi, lo sai che difficilmente riesco a tenere un segreto, specialmente con te!» Si vede che un po' si sente in colpa. «Anzi, è da un po' che te ne voglio parlare, ma tu hai avuto i tuoi casini e non volevo tediarti con le mie cose.»

«Ma che tediare e tediare, ma sei scemo? Ti rompo costantemente io con le mie pare... Parla ora! Dimmi tutto!» Sono curiosa da morire e non so perchè ma ho la sensazione di sapere quello che mi dirà ora il mio amico.

«Ho conosciuto uno...» Mi dice con una voce tremante. Lo guardo per incitarlo a continuare. Le mie sensazioni erano giuste.

«Cioè, io non so davvero come dire... Ele mi sono innamorato come un coglione!» E lo dice tutto d'un fiato con un espressione del viso che mi fa venire da ridere.

«E lui?» Spero vivamente che la cosa sia ricambiata, non vorrei vederlo soffrire.

«Lui è perso peggio di me!» E sorride come un deficiente, ha gli occhi a cuoricino quando continua a parlare «Stiamo insieme da quasi un mese e lui vorrebbe già convivere!»

«Cioè, voi state insieme da un mese e tu me lo dici solo ora? Sei uno stronzo però! Che amico del cazzo! Io ti racconto tutto di me e tu invece non avresti detto nulla se io non avessi bussato alla tua porta questa notte?» Mi sto leggermente incazzando.

«Hai ragione Ele, ho sbagliato! Avrei dovuto parlartene prima, ma ti sono successe un sacco di cose, ti vedo sempre triste e mi sembrava di poterti ferire con la mia felicità!»

«Ma davvero hai pensato una cosa del genere? Tu sei diventato come un fratello per me, e io non posso che essere felice se qualcosa nella tua vita ti fa stare bene!»

Mi fa troppa tenerezza che questo ragazzone tutto muscoli e sorrisi si sia fatto scrupolo di raccontarmi della sua felicità solo per la paura di ferirmi, solo perchè la mia vita è un casino totale non vuol dire che io non possa gioire della felicità altrui.

«Ora però me lo fai conoscere, vero? Pensi di riuscire a scansarla questa cosa? Non ti mollo fino a che non vedrò chi è questo figaccione che ti ha rubato il cuore!»

«Certo, sicuro, questo te lo devo. Anzi, che ne dici per sabato sera? Lui ha un locale sulla spiaggia, fa il barman e io ogni tanto vado a dargli una mano. Sabato potete venire con me tu ed Ergi e così facciamo le presentazioni ufficiali? Va bene?»

«Affare fatto! Lo dico anche all'albanese così ci organizziamo...» Le ultime parole le biascico a stento. Avevo quasi rimosso la notte appena trascorsa.

«Qualcosa non va Ele?» Samu ha capito subito la mia esitazione.

«Samu, ho fatto un casino dei miei, tanto per cambiare.» Sospiro e lascio a mezz'aria la fetta di pane che poi ho deciso di farcire con la Nutella, ma che ancora non riesco a mangiare, lo stomaco si è chiuso improvvisamente.

Gli racconto del pomeriggio di ieri e dell'incontro con Lele sulla spiaggia, dell'incubo sulla mia mamma e sulla maledizione, e dell'essermi rivolta a Ergi per chiedere conforto e del tipo di 'conforto' che io e lui ci siamo scambiati.

«Ele, che casino! Ma Ergi però che testa di cazzo che è!» Sbotta il mio amico evidentemente rammaricato da questa strana situazione che si è venuta a creare.

Già in una casa famiglia gli equilibri sono davvero precari. Troppe persone con caratteri diversi e con situazioni personali complicate creano di per se un ambiente difficile da gestire. Più passa il tempo e più mi rendo conto di aver fatto davvero una grande cazzata. Ma io sono fatta così, se c'è da complicare le cose, non riesco a tirarmene fuori, mi ci butto anima e corpo.

«Ergi non ha fatto un cazzo Samu, è inutile dare la colpa a lui. Io ho decisamente preso in mano la situazione. Dovevo essere io a fermare la cosa e invece... Spero solo che al don non arrivi mai notizia di quello che è successo, altrimenti manderà via uno dei due, ne sono certa. E davvero non riesco neanche a dargli torto!»

«Ele sinceramente questa mattina ho visto Ergi e il prete che parlavano fuori in cortile, non vorrei che qualcosa sia già arrivata alle sue orecchie, aveva una faccia scura e lo sai che è davvero difficile vedere don Antonio così!»

«Cazzo! Spero che non ci abbia sentiti, oh Signore che figura di merda! Non voglio neanche immaginare...»

Davvero capisco di essere stata una stupida, ho rovinato tutto, come sempre. Riesco ogni volta a creare problemi con il mio modo di fare del cazzo, senza riflettere, senza pensare alle conseguenze delle mie azioni. Non mi interessa per me stessa, io sono abituata a restare a galla, sto pensando a Ergi.

Ma se il don ha scoperto tutto io sarò sincera con lui, è stata tutta colpa mia e non sarà l'albanese a dover pagare per i miei colpi di testa!

«Eleonora!» Il religioso è appena entrato in casa e sentirlo chiamarmi con un tono talmente freddo e distaccato mi fa quasi tremare anche se ci sono più di trenta gradi alle otto di mattina.

Mi alzo di scatto e faccio quasi cadere la sedia. «Dimmi don?» La voce mi trema, la mia sicurezza è andata a farsi fottere.

«Ti aspetto nella mia stanza appena finisci di fare colazione, dobbiamo parlare!» E se ne va senza neanche aspettare la mia risposta.

Finire di fare colazione? Già lo stomaco prima era chiuso in una morsa, ora dopo aver sentito con che tono mi ha apostrofata, la colazione è diventata l'ultimo dei mie pensieri. Saluto Samuel che deve andare a lavorare con la promessa che poi gli manderò un messaggio per spiegargli il contenuto della conversazione.

Mi sento come un 'dead man walking' quando con passo esitante mi avvio verso la stanza del don.

ERGI

Eleonora è andata via da più di mezz'ora e io non riesco a chiudere occhio. Mi sento troppo in colpa per quello che è successo. Sono stato davvero uno stupido a far precipitare la situazione tra noi. Dovevo fermarmi e invece non ce l'ho fatta. Dovevo dirle che siamo cugini, che conosco la sua storia da quando sono piccolo, lei è sempre stata la 'figlia dello zingaro' come la chiamava mia nonna... Nostra nonna.

Avrei dovuto parlare della famiglia Gashi, di quello che rappresenta in Albania. Ma non ne ho avuto il coraggio e credo che non riuscirò più a trovarlo dopo quello che abbiamo fatto. Non credo neanche di essere capace di guardarla domani e fare finta come se nulla fosse successo. Perchè so benissimo che per lei, quello che è successo, non ha nessuna importanza. L'ho capito da come è scappata via dalla mia stanza.

Il senso di colpa che provo è davvero difficile da gestire, mi sembra di aver approfittato di lei e della sua buona fede, nascondendole quello che so. Devo a tutti i costi parlarne con qualcuno, anche se questo significherà per me andare via da questa casa famiglia. Aspetterò domani mattina per parlarne con il don, è l'unico che saprà aiutarmi a trovare la via di uscita.

***********

Il borsone è ormai pronto, del resto non ho molto da infilarci dentro, quelle quattro cose portate via in tutta fretta quando la polizia e gli assistenti sociali sono venuti a prelevarmi a casa dopo l'arresto dei miei.

È stato meno difficile del previsto parlare con il prete e farlo mi ha fatto sentire subito più sollevato dall'angoscia che mi faceva mancare il respiro. Il Don è stato davvero molto comprensivo con me, come se già si aspettasse da parte mia una rivelazione del genere. Gli ho spiegato di come dopo aver scoperto che Eleonora fosse albanese e aver sentito il cognome della mamma, avevo ricordato le parole e il racconto che mia nonna mi aveva fatto da piccolo. Gli ho raccontato anche di quello che provo per Eleonora, e che lui aveva già intuito, ma non ho avuto il coraggio di dirgli quello che è realmente successo tra noi, non voglio che lui ci giudichi male e soprattutto non voglio che ricada su Ele nessuna colpa. Il coglione sono stato io che dovevo fermarmi. Lei è all'oscuro di tutto.

Mi mancherà questo posto, sono stato accolto bene e per quel poco che ci ho vissuto mi sono sentito a casa. Mi mancherà Samuel e la sua amicizia, Teresa e il suo provare a leggere dentro la mia testa vuota, il don con le sue pacche amichevoli e i suoi rimproveri paterni. Ma soprattutto mi mancherà Eleonora. Porterò con me il suono delle sue risate, i suoi occhi curiosi e perennemente arrossati, le sue onnipresenti sigarette, le sue fantasiose parolacce e i suoi favolosi capezzoli! Nel mio cuore per lei ci sarà sempre un posto speciale, quello che è successo tra noi, per me sarà sempre un piacevole ricordo che mi accompagnerà per il resto della mia vita: la mia prima volta.

Guardo l'ora, il don mi starà aspettando impaziente. Mi resta giusto il tempo per scrivere a Ele una lettera, che spero non sarà di addio, ma di arrivederci.

La vita non sappiamo mai quello che ci riserva.

I sensi di colpa hanno avuto la meglio su Ergi che decide di andare via.

Come reagirà Eleonora?

Una gioia almeno la troviamo in Samuel che si è innamorato! 

Grazie per esserci sempre! Le vostre stelline e i vostri commenti mi incoraggiano ad andare avanti e a dare il meglio di me!

Se la mia storia vi piace, e ritenete sia meritevole di attenzione, aiutatemi a farla conoscere a un pubblico più vasto. Consigliatela e aggiungetela ai vostri elenchi di letture! Ve ne sarò grata! 

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