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Amore

Ah ma io lo so cosa volete, miei piccoli e dolci lettori. Voi volete il piccante, volete la love story. E be', è mio compito in quanto narratore accontentarvi. Fa pur sempre parte di questa storia, nonostante sia il dettaglio più fastidioso.
Cominciamo dalla nostra protagonista e dalla coppia che tutti attendete con ansia. La domanda che certamente vi state ponendo è: "ma Agatha amava Tedros?" Miei cari lettori, la risposta è molto semplice. Assolutamente no. Voi vi innamorereste mai del bullo che tutti i giorni vi rende la vita un Inferno? Dai, siamo un minimo realistici. Questa non è un romanzo rosa. E allora perché teneva il segreto della macchinina così gelosamente, senza pensare alla possibilità di sputtanarlo in giro? Semplice: non era crudele. Celava quel segreto doloroso per rispetto a quel dolce bambino di tanti anni fa, prima che mutasse nel mostro che era ora. E anche un po' per tutto il discorso fatto nel capitolo precedente.
E Tedros? Di Tedros ne ho già parlato. Almeno dei suoi sentimenti per Agatha. Ho già parlato del fatto che avesse una paura fottuta e per questo spingeva la ragazza che amava sull'orlo del baratro. Intelligente vero?
Ma la cosa che non vi ho detto è che Tedros era fidanzato. La cosa non dovrebbe sorprendervi. Quei capelli biondi e quegli occhioni azzurri stregherebbero chiunque.
E così il cerchio si chiude. E finalmente parliamo un po' della terza stella di questa storia. Ebbene sì, Tedros era fidanzato con Sophie. Erano la coppia più in voga della scuola. E fin qui potrebbe anche essere tutto normale, anche se un po' cliche, ma ci sta che due ragazzi si fidanzino no? Non c'è niente di male, no?
No. La verità è che, dopo qualche settimana dal loro fidanzamento, Tedros non la sopportava già più. Era esigente, falsa, stucchevole alla nausea e Tedros non ne poteva più. Ma non poteva lasciarla, non voleva. Perché? Perché aveva paura, povero cucciolo. E perché aveva paura? Perché sentiva di essere lui il problema. Insomma, Sophie era amata da tutti ed era popolare anche più di lui, quindi non poteva essere una brutta persona, no? Allora era lui il problema, e non voleva che quella falla nel suo orgoglio si allargasse fino a trascinarlo nel baratro.
Povero bambino. Deve ancora imparare come gira il mondo, in fondo è comprensibile. Non ha mai avuto una madre, o comunque un genitore presente, che ascoltasse i suoi problemi e poi gli mollasse un bel ceffone dandogli del cretino. Povero bambino, doveva ancora capire che la vita non è una fiaba e che il "bello e buono" non esiste, che è solo una grandissima stronzata. E, poi, doveva capire che, nella concezione di "fiaba" che perseverava nella sua adorabile testolina bionda, era lui il cattivo. Era lui che aveva attaccato, e Agatha era colei che si stava difendendo. Solo che questa non è una fiaba, e qui buoni e cattivi non esistono. Esistono solo vittime e sicari. Le vittime sono Agatha e Tedros. E i sicari? Tedros e Sophie.
Sì, anche Sophie. Anche lei ci metteva la sua buona dose di veleno.
Il suo veleno addosso ad Agatha lo metteva con la sua assenza. Infatti le due erano, prima dell'inizio delle superiori, amiche. Migliori amiche. Sophie era l'unica amica che Agatha aveva, era tutto ciò che le impediva di rinchiudersi da sola a casa con il gatto. Sapeva che la bionda lo faceva solo per sembrare buona, non era stupida, ma in fondo al cuore sperava che la ragazza nutrisse almeno un minimo di affetto per lei. E un po', a modo suo, Sophie le voleva bene. Si era affezionata, alla fine.
Poi erano iniziate le superiori.
E Sophie si era innamorata persa di Tedros. E quando il nostro biondino preferito aveva cominciato a tormentare Agatha, Sophie aveva fatto la sua scelta. E aveva preferito un ragazzo a lei.
L'ultima volta che si erano parlate civilmente, Agatha la ricorda in ogni minimo particolare. Ricorda che era la seconda settimana di scuola, ricorda che Sophie era venuta a casa sua per parlarle. E poi ricorda la schiena di Sophie, ricoperta dai folti capelli biondi, che se ne andava al tramonto, dicendo tre frasi che Agatha non si sarebbe mai scordata.

Io e te non possiamo più essere amiche. Il mio destino è con Tedros, non con te. Spero che capirai, Aggie.

E con queste parole, Agatha aveva perso la sua migliore e unica amica.

Adesso vi svelo un segreto. Sophie non era solo il sicario di Agatha.
Oh no. Sarebbe troppo semplice.
Perché quando aveva scoperto del suicidio dell'amica, aveva capito la stronzata fatta. E aveva capito che in realtà le voleva bene alla sua Aggie, che le voleva bene veramente, più di quanto avesse mai amato Tedros.
Sì, fanno tutti così. Si rendono sempre tutti conto di qualcosa solo quando la perdono.
In parole povere, da quel momento nel cuore di Sophie si era fatta strada un'altra emozione nei confronti di Tedros. Odio. E da lì aveva cominciato a sputargli addosso veleno, come aveva fatto Agatha, urlandogli che era un assassino e che sarebbe dovuto morire lui.
Tedros lo trovava buffo. D'altronde si sa che il Karma è una brutta bestia, no? Era stato ricambiato con la stessa moneta: solo e odiato da tutti. La differenza era che lui se lo meritava, mentre Agatha no.
Ma sapete, neanche Agatha è perfetta. Anche lei commette la sua buona dose di errori. Ma ne parlerò meglio più avanti, ce ne sono ancora tanti di scheletri nell'armadio, sia in quello di Agatha sia in quello di Tedros sia in quello di Sophie.

Sapete, penso che il titolo di questo capitolo sia sbagliatissimo. Qui non si può parlare di amore. Nessuno qui si amava. Non di quel amore bello di cui parlano tanto i libri, di quel "e vissero per sempre felici e contenti" delle fiabe. Le fiabe mentono, e questa storia ne è la prova. A crederci si rimane solamente fottuti. E l'amore è solo questo: una fiaba.

Sapete a chi Agatha aveva dato il primo bacio? Aaah, non lo indovinereste mai.
E sì, anche lei aveva dato il primo bacio. Era stato prima di tutto, prima dell'inizio dell'Inferno. Era l'ultimo anno delle scuole medie.
Stava tornando a casa con Sophie, parlavano del più e del meno, Agatha ancora sorrideva veramente. E poi ecco che succede: la bionda la prende per il polso all'improvviso, la trascina in un vicolo e lì la bacia. È un bacio semplice, un piccolo sfioramento di labbra, niente perversioni e niente di più di quello che sembra: due paia di labbra che si sfiorano. Agatha era confusa, non capiva, cosa era appena successo? Non capiva, non ne capiva il senso, perché la sua migliore amica l'aveva appena baciata?
-era solo una prova- le rispose Sophie mentre riprendevano la strada di casa -volevo vedere se... mi piaceva ecco. Ultimamente ho avuto il dubbio di essere... bisex- sussurrò l'ultima parola -e volevo provare. Ma no, sono normale.
-essere etero non significa essere normale.
-eh? Oh sì. Intendevo dire... che non lo sono.
Agatha annuì soltanto mentre tornavano a casa.
Ma la volete sapere una cosa? Sophie aveva mentito. Non voleva capire se le piacevano le ragazze. Voleva capire se le piaceva la sua migliore amica. E la risposta era positiva.

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