Bagni e... T-Rex!
Mi sveglio, come il giorno precedente, molto presto tanto che Ranmaru dorme ancora beatamente con un braccio che penzola giù dal letto, la guancia spiaccicata al materasso e i capelli che gli coprono il viso.
"Perché non ho una macchina fotografica a portata di mano quando serve?" Penso divertito. Avrei potuto ricattarlo a vita.
Raggiro il letto deciso più che mai a esplorare, finalmente, le stanze di questo piano. Tuttavia, qualcosa attira la mia attenzione facendomi dimenticare il mio intento. Guardo quasi ipnotizzato i lacci delle scarpe da ginnastica di Ranmaru, mi avvicino e con una zampa ne sposto uno. I miei sensi da felino scattano e comincio a fare agguati a quelle calzature, trascinandole per tutta la stanza e saltandoci sopra con foga. Tutto questo finché non mi sento afferrare dalla pancia e, staccate le zampe dal pavimento, atterro sul letto proprio tra le gambe di Ranmaru.
«Ma come siamo mattinieri. Sapresti spiegarmi cosa ti hanno fatto di male le mie scarpe?» Ridacchia accarezzandomi per tutta la lunghezza del mio corpo.
Chiudo gli occhi facendo le fusa. Ho capito che è inutile cercare di non far uscire nemmeno un suono a quel contatto, è una cosa istintiva e posso dire che non mi dispiace essere coccolato. Restiamo così per diversi minuti finché non si alza stiracchiandosi e sbadigliando rumorosamente. Ha l'eleganza di uno scimpanzé.
Scendo dal letto per poi seguirlo giù per le scale, fino ad arrivare in cucina dove mi prepara la colazione. Quando finisco, lo vedo armeggiare con diverse ciotole, buste e scatole. Mi siedo guardandolo curioso e annusando l'aria per capire cos'ha in mente.
«Ora prepariamo una bella torta.» Dice sorridendo e versando della farina in una ciotola.
Comincia a canticchiare allegro, ma io smetto di ascoltarlo nell'attimo esatto in cui scorgo un filo penzolare dal tavolo. Lo guardo ipnotizzato finché, con un balzo, non lo afferro e vedo piombarmi addosso un mare di farina che mi entra fastidiosa nelle narici facendomi starnutire più volte, senza sosta.
«Masaki! Ma cosa combini?!» Esclama Ranmaru prendendomi in braccio, preoccupato.
Quando finisco di starnutire, constato che il mio pelo da grigio è diventato bianco per via della farina e che vi sono delle chiazze lì dove Ranmaru mi ha toccato con le mani sporche d'impasto.
"Puliscimi IMMEDIATAMENTE." Lo guardo male dando a lui la colpa di tutto.
«Ma guardati, tutto a chiazze. Sembri la mucca Carolina.» Ride spolverandomi la testa con una mano.
"Non c'è proprio niente da ridere! E smettila di toccarmi con quelle manacce sudice. PULISCIMI!" Caccio un ringhio basso, ammonendolo.
«Ma sentilo! Prima si butta addosso tutta la farina e poi fa lo schizzinoso perché lo tocco. Andiamo a fare un bel bagno, va.» Dice ancora divertito.
"Cosa?! Bagno?! No, no, no, il bagno NO!" Drizzo le orecchie e metto in mostra i miei occhioni da cucciolo. Non so perché reagisco così, ma dentro di me è scattato qualcosa non appena il confetto ha detto "fare un bel bagno".
Arrivati nella stanza in cui si trovano i servizi igienici, mi deposita sul tappeto e io, con uno scatto, provo a scappare via. Ma lui è più veloce: mi blocca in un attimo, chiude la porta e riempie la vasca. Non appena questa è piena a sufficienza, mi prende calandomi dentro lentamente, fino a che le mie zampe toccano l'acqua. Miagolo lamentoso e mi rannicchio per evitare il tocco con il liquido tiepido.
«Ehi, va tutto bene. È solo acqua, ti prometto che sarò veloce.» Cerca di rassicurarmi Ranmaru mentre mi immerge quasi completamente.
"Facile parlare per te. Tu non hai improvvisamente paura dell'acqua!" Continuo a miagolare, dimenandomi e schizzando acqua ovunque.
Quando finisce, e mi tira fuori dalla vasca, siamo entrambi zuppi.
«Oh, Signore! Fare il bagno a te è la cosa più difficile che abbia mai fatto in vita mia.» Dice strofinandomi addosso un asciugamano per assorbire tutta l'acqua che gocciola giù dal pelo.
"La prossima volta che prova ad infilarmi nuovamente in quella vasca giuro che gli faccio la faccia a fette." Mi scuoto eliminando anche gli ultimi residui di liquido trasparente – che gli arrivano inevitabilmente addosso bagnandolo più di quanto già non fosse – e scappo nel salotto.
Comincio a leccarmi asciugando del tutto il mio manto pregiato e pulendomi ancora più a fondo, non sia mai che quel rossetto troppo rosa abbia dimenticato di lavare qualche punto. Arrivato a pulirmi la schiena, lo vedo tornare dal bagno con soli i boxer addosso, diretto al piano di sopra. Resto piegato in due, in quella strana posizione e con la lingua di fuori, seguendo ogni suo movimento quasi in trance, proprio come la sera prima. Quando sparisce dalla mia vista mi riprendo scuotendo energicamente la testa.
"Ma che diavolo mi sta prendendo?" Zampetto fino al tappeto sul quale mi acciambello dopo aver fatto un giro di trecentosessanta gradi, per due volte, e mi perdo nei miei pensieri più confuso che mai. Ho ancora in mente le parole dello sciamano e vivere sotto lo stesso tetto di Ranmaru me lo sta facendo conoscere in modo diverso. Con questi pensieri che mi frullano per il cervello, mi appisolo. Pisolino che, però, dura giusto cinque minuti perché vengo svegliato improvvisamente da un rumore assordante.
Salto in aria guardandomi attorno spaventato finché non vedo spuntare dalla cucina Ranmaru che tiene tra le mani un'aspirapolvere. Non so perché, ma improvvisamente ne ho una paura pazzesca, come con l'acqua, e vedendola da questa nuova prospettiva non sembra più tanto un'aspirapolvere ma un dannato T-Rex!
Ranmaru si avvicina ignaro a me, spostando il tubo con la scopa avanti e indietro fino a toccare le mie zampe. Inarco la schiena in posizione di difesa e soffio credendomi minaccioso - anche se so per certo di somigliare più a un riccio isterico con la tosse che a un gatto infuriato. Lo vedo guardarmi per un attimo interrogativo, poi, subito dopo, nei suoi occhi brilla una luce diversa: con un ghigno stampato in faccia, stacca la scopa dal manico e mi avvicina il tubo alla schiena. Percepisco l'aria intorno a me venire risucchiata da quel coso infernale e con un balzo, seguito da una zampata e un altro soffio minaccioso, mi fiondo dritto dritto sotto al divano da dove continuo a tenere sotto controllo il T-Rex, ringhiando piano e sommessamente. Ranmaru fissa per un attimo il punto in cui sono sparito per poi scoppiare in una risata fragorosa.
"Giuro che questa me la paghi."
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