Il Natale era passato, eravamo tornati scuola ed avevamo finito l'anno. Ero migliorata in Storia della Magia, gli esami erano andati bene e quel giorno eravamo andati in montagna per il mio compleanno. C'eravamo io, Kass, Jamie, Leo e i nostri genitori.
Stavamo chiacchierando tranquillamente su un prato. Ad un certo punto, Leo mi prese la mano ed intrecciò le dita con le mie.
Arrossii e sentii il cuore battere veloce.
"Ti voglio bene"- mi sussurrò piano.
Lo abbracciai e risposi:"Anch'io".
"Se avete finito con le vostre smancerie, invito Leo a giocare un po' a pallone!"
"Tutto tuo!"- gridai a mio cugino.
Rimasi a chiacchierare con Kass mentre loro facevano qualche tiro.
"Come va con Leo? Prima ho visto che vi tenevate per mano, eh??"
"Ma va!!"
"Daiii... Siete carinissimi!"
"Ma smettila... Tu e Jamie, piuttosto... Cosa mi dici?"
"Dico che tuo cugino è un idiota! Però è dolce..."
Scoppiai a ridere. Lei mi seguì a ruota.
Poi sentimmo un urlo.
"LEO!!!!"
Ci girammo e corremmo verso i ragazzi, seguite dai nostri genitori.
Leo non si vedeva. James fissava inorridito un punto più a valle.
Sentii una stretta al cuore. Mi veniva da vomitare.
Speravo di sognare.
Gli adulti si avvicinarono a James e guardarono giù.
Mia madre gridò e mio padre fece una smorfia orrenda.
La madre di Leo scoppiò a piangere disperatamente.
Mio padre e zio Albus scesero giù.
Risalirono con il suo corpo tra le mani.
Il mio cuore perse un battito.
Aveva gli occhiali storti e le lenti frantumate. I capelli chiari spettinati e il corpo pieno di sangue.
La madre di Leo pianse ancora più forte e sembrava che suo padre avesse smesso di respirare.
Io feci l'unica cosa che potevo fare.
Piansi.
Piansi e piansi ancora.
Mia madre mi abbracciò e mi strinse forte a sé.
Lui era morto. Lo avevo perso per sempre.
E per colpa di che cosa? Un pallone del cavolo.
Non riuscivo a capacitarmene.
Il mio migliore amico se ne era andato.
Il mio moroso se ne era andato.
Stavo malissimo.

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Non ero andata al funerale. Non volevo vederlo ancora.
In compenso, ero rimasta a casa. A piangere. Ancora.
Erano venuti alcuni amici a farmi compagnia.
C'erano James e Kass, ovviamente, Anna e Peter, che era venuto per il gruppo ed era rimasto.
Rebecca era con Nick, il fratello di Leo, al funerale.
In quel momento c'era silenzio assoluto. Eravamo nella mia stanza. Io ero sul mio letto e fissavo il soffitto.
Sentii le lacrime salire e le lasciai scendere lungo le guance.
Peter lo notò e mi strinse in un abbraccio.
"Lo so che ti manca"- mi disse-"Ma non piangere più... Non serve a farlo tornare..."
Per tutta risposta, singhiozzai ancora più forte e lo strinsi a me.
Rimanemmo tutto il pomeriggio così.
Nessuno di noi parlò di Leo, ma chiacchierammo di scuola, dei compiti ed ascoltammo un po' di musica babbana.
Alla fine, i genitori tornarono.
Cenammo ed andammo a dormire.