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06. LA FESTA DI HALLOWEEN

I giorni passavano tranquillamente, e alla festa di Halloween mancava solo qualche ora. Non avevo ancora parlato con Leo del Molliccio e dei suoi occhi, ma decisi di farlo al più presto. In quel momento, mi trovavo in sala comune e leggevo un libro babbano, ''Il codice Da Vinci'', che parlava di un professore che inseguiva un assassino per trovare una cosa che avevo visto in un libro di oggetti magici, il ''Santo Graal''. Credo che per loro fosse un libro di fantasia... Strani i babbani.
Ad un tratto, qualcuno da dietro mi prese il libro. Mi girai per controllare chi fosse e vidi Leo. Sorrise. Io ricambiai e ci sedemmo su un divanetto. Approfittai del momento per introdurre l'argomento 'Molliccio'.
''Leo, alla prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure, il tuo Molliccio era particolare...''
''Sì?''- lessi un'ombra di preoccupazione nei suoi occhi.
''I tuoi occhi sono identici a quelli di un amico di mio nonno, Remus Lupin, che era... beh... un Lupo Mannaro.''
''A quante persone lo hai detto?''
''A nessuno, perché avrei dovuto?''
''Sai, una volta una ragazzina lo ha scoperto e, stupida com'era, lo ha detto a tutti e mi sono dovuto trasferire qui.''- il suo tono era irritato.
''Ah, e così sarei una ragazzina stupida!?!''- chiesi, sottolineando le ultime parole.
''No, ma mi aspettavo che ti saresti spaventata e avessi iniziato ad urlare come la Parkinson quando si rompe un'unghia!!''
''Quindi mi vedi come la Parkinson!''- la prima lacrima mi rigó il viso, quello per me era il peggior insulto - ''Bene, ricevuto!! Allora credo che la Parkinson non esiterebbe a dirtene di tutti i colori, ma visto che sono buona, mi limito a pensare che tu sia solo molto stupido...''
''Non lo dire mai più!''
''Cosa che sei stupido? Non ti rendi conto che cercavo di farti star meglio facendoti capire che non ero spaventata, e mi hai dimostrato che non ti fidi?''
A quel punto, mi girai e corsi verso l'uscita, diretta al parco, piangendo.
Quando fui uscita, mi accasciai ai piedi dell'albero dove ci eravamo seduti io e Leo il primo giorno di scuola.
Quando Kassandra, la mia compagna di stanza, mi vide, mi corse incontro e mi abbracciò forte.
''Cos'è successo?''- chiese lei -''Chi è stato?James? La Parkinson? Chi???''
''Leo.''
''Non è vero!!''
''Sì invece!''
''Mi dispiace... Ma cosa è successo??''
''Non te lo posso dire, ho promesso .''
Le dissi così, anche se non era vero. Se no avrebbe insistito. E non volevo rivelarle il segreto di Leo.
''Ah.. ok...''
Era Sabato, quindi la maggior parte dei ragazzi era fuori nel parco a godersi il sole, così tornai dentro al castello, dove avrei potuto stare tranquilla. Quando fui nel corridoio, cominciai a girare a caso finché non entrai in un'aula vuota ed impolverata e mi sedetti su un vecchio banco, cercando di calmarmi.

Leo's p.o.v.
Alicia ha ragione... Sono solo un grande stupido! Adesso è corsa via piangendo e credo che non mi parlerà più. Non dovevo prenderla così male, in fondo mi dovevo fidare di lei. Sta arrivando qualcuno... È Kass... Sembra arrabbiata...
''Cosa è successo??''- mi chiede, palesemente irritata.
Sa che abbiamo litigato.
''Niente...''- mento io.
''Ascoltami bene, Aly non sta bene e continua a piangere! Adesso non so dove sia, ma ti posso assicurare che l'hai fatta stare malissimo!!''
''Beh, anch'io ci sto male, ma lei non mi vorrà più parlare ormai.''
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Ally's p.o.v.
Ero seduta sul banco, quando sentii una voce:''Chi sei? Cosa ci fai qui?''
Mi voltai. Un uomo, con il viso olivastro, un lungo naso ricurvo ed i capelli unti, mi guardava dal quadro in cui era raffigurato.
''Sono Alicia Potter... Lei dev'essere il Professor Severus Piton, no?''
''Proprio così... Quindi tu sei la figlia di Potter?''
''No, la nipote...''
''Hai i suoi stessi occhi..."
"Sì, lo so.... Come sua madre, Lily..... A proposito, sa che lei è sempre stato uno dei miei insegnanti preferiti?''
''No, ma ne sono lusingato. Grazie!"
"Grazie a lei per aver parlato con me... Arrivederci!"- e, sentendomi un po' meglio, mi diressi verso la Sala Grande per il pranzo.
Arrivata, mi sedetti il più lontano possibile da Leo, a costo di stare con i ragazzi del quarto anno, tra cui la mia cugina più grande, Rebecca. Mi salutò e mi invitò a sedermi accanto a lei. Poco dopo, arrivò un ragazzo biondo, Nick, che riconobbi come il fratello di Leo. Si accostò a Rebecca e la baciò. Rebecca notò la mia sorpresa nel vedere questo e mi spiegò che stavano insieme dal giorno prima.
'Fantastico!' pensai 'Mia cugina fidanzata con il fratello di uno che mi dà della stupida ragazzina! Che fortuna!!'
Dopo pranzo, andai in sala comune. Arrivata davanti all'arazzo della Signora Grassa, pronunciati la parola d'ordine, Pugnacio, ed entrai. Andai in camera mia e tirai fuori dal baule le penne colorate che Holly, una mia amica babbana, mi aveva regalato per il mio compleanno quell'estate. Conservavo ancora il biglietto, mi mancava tantissimo!! Tornai in sala comune e mi sedetti su un morbido divanetto verde smeraldo. Presi alcune penne fatte per scrivere sulla pelle ed iniziai a disegnare sulla mano. Scrissi "F. A. O." che quando eravamo piccole, significava "Federazione Amicizia Orgogliosa", un gruppetto di cui facevano parte anche Rebecca e Anna. Mi misi a ridere pensando a quel nome buffissimo. In quel momento, sentì il varco nel muro che si apriva, ma appena sentita la voce di Leo, mi misi a testa bassa sulle penne decisa a non voltarmi a guardare. Lui non mi salutò ed io feci lo stesso.
James venne verso di me assieme a lui. Non sapeva cosa era successo, evidentemente. Quando si accorse che nessuno dei due si rivolgeva la parola, cominciò a sospettare qualcosa.
"Cosa è successo?"- chiese James.
"Niente!"- rispondemmo in coro io e Leo.
"Allora, per la barba di Merlino, vi volete salutare?!"
Ci guardammo. Dopo qualche secondo, io corsi nella mia stanza. Rimasi lì fino a sera, a pensare. Ad un certo punto, mentre disegnavo, Kass entrò ed iniziò a prepararsi per il ballo.
"Non vieni?"- chiese.
"No.. Dovevo venire con Leo, ma..."
"Ok... Allora a dopo."- e se ne andò.
Qualche minuto dopo sentii bussare ed andai ad aprire. Mi trovai davanti Leo, vestito elegantemente.
"Cosa vuoi?"
"Sono venuto a prenderti. C'è il ballo stasera."
"Stai scherzando?"- chiesi io.
"Neanche un po'..."- e, avvicinandosi, mi abbracciò.
"Scusa..."- sussurrò -"È colpa mia... dovevo fidarmi di te..."
"Non ti preoccupare... Per il ballo, ora vado a fare un bagno e poi andiamo, ok?"- risposi."
"Certo."
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Quando uscii dal bagno, accuratamente chiusa nell'accapatoio, vidi Leo che osservava il mio disegno sul tavolo.
"È bellissimo, vorresti indossarlo stasera?"- chiese lui.
Avevo disegnato un abito nero, senza spalline, con una fascia di stoffa, sempre nera, sotto il seno, adornata da una fibbia con una pietra verde e con la gonna morbida e corta.
" Ah, e come farei? Sai quello è un disegno."
"Così!"- ed agitò la bacchetta. Subito l'abito disegnato si sollevò dal foglio e cominciò a galleggiare a mezz'aria.
"Dai, mettilo."
Tornai in bagno a cambiarmi e mi truccai. Quando tornai da Leo, lui mi guardò a bocca aperta, poi mi prese per mano e andammo al ballo.
C'era ancora molta gente davanti al portone, e ciò significava che la festa non era iniziata. Cercammo James e scoprimmo che era accompagnato non da Giuly, ma da Kass.
"Hei, voi due? State scherzando?"- chiese Leo.
"E Giuly?"- domandai.
"Lascia perdere, è meglio.... Quella là ha preferito venire con uno da quattro soldi..."
"Chi?"
"Un certo Hunt, uno del quarto anno."
"E tu sei venuto con Kass... Hai già mollato la Goyle?"
"Certo, giusto cinque minuti fa..."- rispose al suo posto Kass - "Voi, invece? Avete fatto pace?"
"Diciamo di sì..."-risposi.
" Ma come?? Non abbiamo fatto pace? Ce l'hai ancora con me?"- chiese, evidentemente sorpreso dalla mia riposta.
"Certo che abbiamo fatto pace, Leo! Cosa credi?"- e gli schioccai un bacio sulla guancia, arrossendo subito dopo.
"Ehm... Kass, verresti un secondo?"- chiesi io, imbarazzata.
"Certo Aly, arrivo subito"- mormorò lei, soffocando una risata.
Quando ci fummo allontanate, Kass scoppiò a ridere.
"Visto che ti diverti tanto, la prossima volta che sarai giù di morale, darò un bacio a Leo così ti solleverai!!"- le dissi, scherzando.
"Scusa..."- rispose -"Comunque, cosa volevi?"
"Ok.... Non è che per caso ti piace mio cugino??"
"Sinceramente? Sì, tanto!"
"OK... ora sarà meglio andare..."- e ci incamminano verso i ragazzi. Intanto, pensai ai miei amici in Serpeverde. Nessuno di loro era perfido come gli altri dicevano: Kass era determinata, ma era buona come il pane, invece Leo era semplicemente.... meraviglioso!
Quando fummo di nuovo tutti riuniti, entrammo nella Sala Grande. Il ballo era iniziato.
Leo mi chiese:"Signorina Potter, mi concede il primo ballo?"
"Certo, signorino Finnegan."- risposi, prendendolo un po'in giro.
In quel momento, c'era un lento. Leo poggiò delicatamente le mani sui miei fianchi. Io misi le mie dietro al suo collo. Mentre ballavamo, sentii il suo respiro sul mio viso. Ci guardammo negli occhi. Sentì una sensazione strana... Come se nel mio stomaco ci fosse una battaglia in corso... Continuai ad osservare i suoi meravigliosi occhi gialli... Lui, piano piano, si avvicinò al mio orecchio e sussurrò un:"Sei bellissima"- che mi fece battere il cuore a mille. Anche se stavamo ancora ballando, lo abbracciai forte, ma arrivò quel guastafeste di mio cugino che non seppe resistere e si intromise.
"Ho interrotto qualcosa di importante??"- chiese James.
"Tranquillo, amico. Tua  cugina sta benissimo."- rispose Leo, che  pareva conoscere mio cugino alla perfezione. Quest'ultimo, infatti, era iperprotettivo come i suoi zii Albus e James Potter ed il nonno Ron.
Probabilmente, tutte quelle volte che le mie uscite saltavano, era perché lui metteva in testa ai ragazzi vari motivi per non venire. Naturalmente, con buone intenzioni.
Ora, dato che era tardi, ci incamminano verso la Sala comune di Serpeverde, per poi andare nei rispettivi dormitori. Leo mi accompagnò fino alla porta del mio.
" 'notte, Leo"
" 'notte, angioletto"- e mi baciò sulla guancia. Mi sentì avvampare. Entrai nella mia stanza, mi cambiati e mi infilai sotto le coperte, pensando alle parole del mio amico... 'notte, angioletto... In quel momento mi resi conto che quel momento era stato particolare, ero felicissima ed avevo in contemporanea mal di stomaco... Possibile che mi fossi innamorata di... Leo?

Nota autrice
Grazie a tutti quelli che hanno letto e votato la mia storia, in particolare a Martina Setaro. Mi date un motivo per continuare.
Ancora grazie,
Elicaf

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