04. BENVENUTI AD HOGWARTS!!
Arrivati, mi recai immediatamente da Hagrid. Come ogni anno, ci portò alle barche per attraversare il Lago Nero ed arrivare al castello.
Entrati, il professor Lumacorno (c'era lui, dato che la McGranitt era la preside) ci accolse e ci portò davanti all'entrata della Sala Grande.
Qualche minuto dopo,ci fecero entrare. Il professor Lumacorno cominciò a chiamare i ragazzi del primo anno, tra cui i miei cugini più piccoli.
''Lupin, Lia!''
La ragazza si sedette sullo sgabello. Non appena il cappello le sfiorò la testa, urlò: ''Grifondoro!!''
''Weasley, Alex!''
''Corvonero!''
''Potter, Alicia!''
''Serpeverde!!''
Non ci potevo credere. Aveva davvero detto quello che pensavo? Lo zio, primo Potter in Serpeverde, sarebbe stato entusiasta. Io, forse, un po' di più.
Lentamente, mi avvicinai al tavolo di Serpeverde e mi sedetti al fianco di una ragazza dall'aria familiare, che bisbigliava con l'amica al fianco. Aveva più o meno la mia età. Quando si girò capì perché mi sembrava di averla già vista. Si chiamava Giuly, non mi sopportava ed era la migliore amica della cara Parkinson fin da quando eravamo più piccole.
Mi girai verso il tavolo di Grifondoro, dove alcune delle mie amiche mi guardavano con gli occhi spalancati, mentre altre erano palesemente dispiaciute. Alla fine dello smistamento, dopo il discorso della preside, mangiai un po' di arrosto, che quella sera era più che delizioso. Infine mi alzai dal tavolo e mi diressi verso il Prefetto che ci guidò verso la sala comune di Serpeverde.
Appena entrata, mi accasciai su una poltrona,cercando di non farmi notare, e chiusi gli occhi. Pensai a cosa avrei detto ai miei genitori, entrambi Grifondoro. Di certo non si sarebbero dispiaciuti più di tanto, si sarebbero solo dovuti sorbire per una settimana lo zio Albus, contento matto per me.
Mentre pensavo, sentii che due mani coprivano i miei occhi. Un attimo dopo, una voce familiare mi diceva:''Cuginetta, sei finita in Serpeverde.... cosa diranno gli zii??''
Mi girai a guardare mio cugino.
''Di sicuro non si preoccuperanno..... sanno che ti terrò d'occhio..''- dissi ironicamente.
''Ma come siamo spiritose stasera.... comunque gli scriverai, vero? Diciamo che nonno Ron non ne sarà proprio entusiasta...''-mi disse.
''Per l'esattezza é solo tuo nonno, il mio si chiama Harry.... ma lasciamo perdere.... piuttosto, chi è il tuo amichetto tra questi?''
''Quello là in fondo, è bruno con gli occhiali. Hei! Leo, vieni qui!!''
Un ragazzo alto con gli occhiali ci si avvicinò. Era molto carino. Quando potei osservarlo meglio, notai che era molto magro e che aveva gli occhi dorati, quasi gialli. Inoltre era molto pallido. Mi ricordava qualcosa, ma cosa?
''Ciao''- lo salutai.
''Ciao''- disse lui -'' Sono Leonard Finnigan, ma puoi chiamarmi Leo.... se vuoi.''
'' '' ma puoi chiamarmi Leo.. se vuoi.'' Cos'è? Da quando sei così raffinato con le ragazze??''- lo prese in giro James.
''Non ti preoccupare, Leo, almeno tu non rovesci dei secchi di fango in testa a tua sorella solo perché ha preso un tuo libro...''- zittii mio cugino, che si andò a sedere su una poltrona e si mise a leggere, mentre Leo rideva come un matto.
''Davvero ha riempito sua sorella di fango?''
''Sì... Lucy è arrivata piangendo tutta ricoperta di fango e poco dopo abbiamo trovato James intento a lavarne via una discreta quantità dalle mani...''
''Non ci posso credere! E tu saresti la cugina di quel matto, giusto?''
''Sì, mi chiamo Alicia... se vuoi Aly''
''Ok, Aly, dimmi... come trovi la nostra Sala Comune?''
''Mmmh... direi che é meravigliosa.... l'unica cosa è che ci sono quelle due là in fondo che mi danno un po' da fare...''
''Chi? La Parkinson e la Goyle? Lasciale perdere.... stanno zitte solo in presenza dei ragazzi.... quindi direi che se stai vicina a James o a me, non ti dovrebbe succedere niente... ma é meglio che stai vicino a me...''
''Perché?''- chiedo.
''Beh... lui sta con Giuly... con lei è molto più clemente.''
''LEO!!!'' Un ragazzo lo chiamava dall'altro lato della sala.
''Arrivo!''- rispose lui -''Buonanotte, Aly''- mi disse, rimanendo a cinque centimetri dal mio viso e facendomi arrossire.
Dopodiché, sorrise ( probabilmente aveva visto che ero diventata quasi viola!) e se ne andò dai suoi amici.
Io, invece mi avvicinai a James.
''Carino, eh, Leo?''- fece lui.
''Oh, piantala...''- e gli tirai un cuscino addosso.
Feci per andarmene ma lui mi prese da dietro e mi fece il solletico. Io cominciai a ridere e, dopo essermi divincolata, corsi nella mia stanza e, poco dopo, mi misi a dormire.
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