Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 8

‹‹ Okay, qual'è il piano? ›› Eva si poggiò le mani sui fianchi ‹‹ spiegati ››

‹‹ Questo, care mie ›› Justin allungò il passo, raggiungendo in pochi attimi la porta. Come le altre, aveva il solito sistema di sicurezza della tessera magnetica ‹‹ è un laboratorio molto importante e super controllato. Siamo in una sezione a parte della base ››

Eva sgranò gli occhi sentendo quelle parole, come se si fosse resa conto improvvisamente di quanto fosse pessima quell'idea ‹‹ Io so che laboratorio è! ››

‹‹ State qui ›› disse Justin sbloccò la porta, ignorandola, ed entrò.

Io invece la guardai incuriosita ‹‹ come fai a saperlo? ›› domandai.

Lei trasalì, guardandomi con la coda dell'occhio. Improvvisamente il suo sguardo si spense ed i suoi occhi divennero lucidi ‹‹ hai presente l'operazione che mi hanno fatto? ›› domandò con un tono spezzato.

Annuii, e lei si sciolse la coda e si girò, mostrandomi la cicatrice.

Era lunga da orecchio ad orecchio e piena di punti, simili a tante graffette, ma sembrava guarire molto velocemente ‹‹ Mi hanno ripristinato quasi completamente la memoria ›› riprese, poi sospirò ‹‹ e non solo. Hanno... pasticciato un po' nella mia testa ›› e dopo quella frase, si zittì, girandosi.

Lasciò i capelli sciolti, che fortunatamente erano abbastanza lunghi per poter ricoprire la cicatrice senza alcun problema. Non aveva rasature o cose simili, era fatta proprio tra i capelli, e questo contribuiva parecchio a nasconderla.

Teneva gli occhi rivolti verso il pavimento. Ero tentata di chiederle di dirmi altro, ma forse non voleva riprendere il discorso in quel momento.

Avrebbe parlato quando sarebbe stata pronta, e l'avrebbe fatto di sua spontanea volontà.

Dalla stanza nella quale entrato Justin, si sentì un rumore anche troppo familiare.

Un rumore che onestamente avrei sinceramente voluto non sentire mai più in tutta la mia vita.

Il vetro che ricopriva la stanza, che già prima era scheggiato, si frantumò in mille pezzettini, così come l'intera parete.

Sgranai gli occhi. Tra me ed Eva ero l'unica sorpresa. Lei, invece, sembrò essere fin troppo tranquilla davanti a quel bestione enorme.

Gli aculei lungo la schiena, quello stridore metallico.

Gridò in modo terrificante, che metteva i brividi da quanto era straziante sentirlo.

Justin uscì dalla stanza come se nulla fosse e si piazzò sotto l'enorme creatura, che stava a fatica tra le mura di quella stanza. I suoi aculei raschiavano sul soffitto, e la pelle molliccia ed appiccicosa dava la solita sensazione di nausea solo a guardarla.

‹‹ Ed ecco a voi l'ultimo D2MH! Guarda Elizabeth, un tuo cucciolotto. Un po' cresciutello, ci sta a mala pena. Non ti viene voglia di fargli i grattini sotto il muso? ››

‹‹ Non ti ricordavo così sarcastico ›› sollevai un sopracciglio. Lui, in tutta risposta, scrollò le spalle.

‹‹ A me sembra tutto meno che un cucciolo ›› sbuffò Eva

‹‹ Credevo che dopo la morte dell'alpha fossero tutto morti ›› corrugai la fronte.

Ma quell'essere era tutto meno che morto, questo era anche fin troppo palese per i miei gusti.

‹‹ Lui non era nella radura. Lui era rimasto qui, attaccato ai macchinari. Dovevano spedirlo nel labirinto ma probabilmente non era ancora completo, quindi si è salvato. Era semplicemente disatt- ››

scattò l'allarme. Questo mi portò a pensare che Marie avesse finalmente trovato Jillian e avesse scoperto che aveva disattivato tutto solo per noi.

Non osai nemmeno immaginare quali cose le stesse facendo per rimetterla in funzione. Solo l'idea di quanto stesse soffrendo solo per noi mi metteva i brividi in tutto il corpo.

‹‹ Jill ›› sussurrò Eva, quasi mi avesse letta nel pensiero.

Il suo sguardo era quasi perso nel vuoto mentre fissava il soffitto, come se stesse cercando la sirena che stava suonando.

‹‹ Muoviamoci! ›› sbraitò Justin, cominciando a correre.

‹‹ E vuoi portarti quel coso dietro?! ›› Eva sgranò gli occhi, allargando le braccia ‹‹ ma sei completamente impazzito?! E come pretendi ci comandarlo?! ››

‹‹ Io non lo comando! ›› mi indicò ‹‹ lei lo comanda! La riconosce come creatrice! È lei la mammina, mica io! ››

‹‹ Io? ›› corrugai la fronte, di nuovo

‹‹ Sì, caspio! Ricordi quando eri nella radura e ti inseguivano? ››

‹‹ Ehm, sì, ma stavano inseguendo Newt, non me... ››

‹‹ Ah, devo proprio dirti tutto? Credevo che il tuo periodo da fagiolina fosse passato! ›› mi afferrò la mano e cominciò a correre, seguito da me ed Eva.

Il D2MH gridò, lanciandosi all'inseguimento.

Mentre correvamo, Justin tra un ansimo e l'altro per via della corsa, spiegò brevemente che il D2MH, essendo fedele alla creatrice, avrebbe devastato chiunque avesse tentato di farla fuori.

Un po' come avrebbe fatto l'alpha, ma essendo morto, ora l'ultimo della specie in un certo senso che aveva preso una sorta di eredità.

E sapevamo che le guardie non avrebbero tardato ad arrivare.

‹‹ Le armi non dureranno in eterno ›› concluse Justin, fermandosi di botto davanti ad un corridoio fin troppo lungo e fin troppo vuoto.

Era qualcosa di sospetto. La base era pieno di personale, non potevano essere spariti tutti con uno schiocco di dita. Stava accadendo qualcosa. E sapevo che non avrebbe condotto a niente di buono.

‹‹ Neanche la nostra corsa ›› precisò Eva, che era la meno stanca tra noi tre.

Beh, era anche ovvio. Era una velocista.

La sirena smise di suonare.

‹‹ Dove siamo diretti? Non possiamo correre a vuoto! ›› dissi ‹‹ Io devo raggiungere gli altri ››

‹‹ E dove sono? ››

Quello era un problema. Non sapevo nemmeno dov'erano.

Feci per parlare, ma dalla mia bocca non uscì una sola parola. Non sapevo cosa rispondere.

‹‹ Propongo di andare verso l'hangar dove tengono le berghe ›› azzardò Eva ‹‹ ricordo la strada. Se stanno scappando, allora vorranno abbandonare questa topaia, no? ››

‹‹ Sempre se non l'hanno già fatto ›› borbottò Justin

‹‹ Chiudi il becco, biondino, o ti darò una scarica di pugni su quel bel visetto ›› rispose Eva con veramente poca pazienza nella voce ‹‹ sono certa che non andrebbero mai vita lasciandoci qui come un vecchio paio di calzini puzzolenti ››

‹‹ Bene così ›› rispose lui, inviperito ‹‹ Facci strada allora. ››

E, detto questo, riprendemmo a correre sotto la guida di Eva.

Aveva ripreso a comportarsi in modo strano, ma non sembrava per niente in vena di dare anche una singola spiegazione.

Ancora corridoi. Ancora nessuna guardia. Era veramente tutto troppo strano.

Avevamo percorso chissà quanti metri e l'unico suono era quello dei nostri passi e quello del D2MH che raschiava contro le pareti in modo veramente fastidioso, ma nient'altro.

Niente di niente, fino a quando non sentimmo il D2MH gridare e sbattersi violentemente contro le pareti.

‹‹ Che succede? ›› domandò Justin, colto letteralmente di sorpresa. Poi, all'improvviso, sentimmo uno stridio, poi un rumore acuto come quello dei fischietti.

Solo dopo un po' notammo che il D2MH era pieno di scacertole e marchiatrici, e nessuno di noi si rese conto della loro presenza prima d'ora.

‹‹ Caspio! E quelle da dove spuntano? ›› fu l'unica cosa che riuscii a dire.

‹‹ Non lo so, ma non è una buona cosa ›› rispose Justin, deglutendo.

‹‹ Di qua! ›› gridò qualcuno. E di colpo, ecco tutti altri mille passi al seguito.

Eravamo fregati. Ecco dove caspio si erano cacciate le maledettissime guardie.

‹‹ Fantastico, siamo fottuti! ›› disse Eva con fin troppa calma.

La sua fronte era impregnata di sudore, ed era improvvisamente diventata pallida come un fantasma.

Due grosse occhiaie le cerchiavano gli occhi. Sembrava sul punto di perdere i sensi.

‹‹ Eva? ››

‹‹ Muoviamoci ›› disse, riprendendo a correre.

Aveva ancora le forze per farlo? Non sembrava esserlo.

‹‹ Ma il dolente... ››

‹‹ Ormai è spacciato! Quelle caspio di cose lo uccideranno in pochissimo tempo ›› disse frettolosamente.

Mi sapevo che aveva ragione da morire, ma era anche l'arma più potente che avevamo a disposizione.

Mi girai a guardare per l'ultima volta la creatura che continuava a dimenarsi nel tentativo di liberarsi, poi mi lasciai prendere la mano dalla ragazza.

Ci scambiammo una rapida occhiata con Justin, come se lui stesse pensando la mia stessa ed identica cosa: Eva stava nascondendo qualcosa di grosso. E questo nessuno poteva levarmelo dalla testa.

Sembrava una corsa contro il tempo, un qualcosa che non aveva più fine. Effetto dovuto a tutti quei caspio di corridoi bianchi e deserti, come se stessero smantellando la base pezzo dopo pezzo per trasferirsi altrove.

La mia attenzione, tuttavia, ricadde su una delle poche pareti dalla colorazione diversa.

C'era una grossa porta blindata, simile a quella che chiudeva la stanza dove avevano chiuso a noi tre.

Accanto a questa, c'era un cartello con l'avvertenza di non aprire per nessun motivo, ma nessuna guardia che si assicurasse che qualcuno, effettivamente, non lo facesse.

Ero certa di aver visto quella porta prima di allora. Mi bloccai di colpo, rischiando di far cadere Evangeline.

Dovevo sapere cosa c'era.

‹‹ Elizabeth! ›› disse con tono irritato, girandosi nella mia direzione ‹‹ sei completamente impazzita per caso?! ››

‹‹ Aspetta! Solo un secondo! ›› corsi verso la porta.

Fortunatamente, questa aveva uno spioncino che permetteva la visione all'interno della stanza. Un po' come l'altra. L'unica cosa che poteva metterti in contatto col mondo esterno.

‹‹ Ferma! Non lo fare! ›› Justin mise le mani sulle mie spalle, allontanandomi dalla porta ancor prima che potessi aprire lo spioncino.

‹‹ Perché? Cosa c'è qui dentro? ››

‹‹ Spaccati ›› rispose con tono fermo ‹‹ e non sono di quelli tranquilli ››

‹‹ Spaccati? ›› corrugai la fronte, sgranando gli occhi poco dopo ‹‹ oltre l'andata? ››

‹‹ Sì, oltre l'andata. La C.A.T.T.I.V.O. li ha prelevati dalla zona bruciata per pura fortuna, li cercavano da anni ma sono sempre riusciti a fuggire ››

Mentre parlava, ricordai l'immagine di Rose e Gervaso abbracciati, dentro quella piccola cella.

Dovevano essere loro e, anche se erano matti da legare, non meritavano di essere torturati dalla C.A.T.T.I.V.O.. Erano comunque esseri umani.

Nessuno meritava quel trattamento.

‹‹ Dammi la tessera ›› dissi di colpo.

Eva si mise le mani tra i capelli, spalancando la bocca ‹‹ sei impazzita? Vuoi liberare degli spaccati nella base? Come se non avessimo già abbastanza problemi! ››

‹‹ Sono sedati con dosi che un essere umano teoricamente non dovrebbe nemmeno reggere.

Ma sono effetti che durano poco tempo, quindi se vuoi liberarli, dovremmo correre parecchio... in effetti no- ››

‹‹ Sta zitto e dammi quella caspio di tessera ›› gli porsi la mano, fissandolo negli occhi.

Mi fisso per un attimo completamente sbigottito, ma poi optò per non replicare, passandomi la tessera magnetica.

La poggiai sul sistema di sicurezza e, dopo un allarme che lampeggiava di rosso, la porta si aprì in modo automatico, stridendo in modo veramente fin troppo fastidioso.

Rose era vestita sempre allo stesso modo, ma i suoi capelli erano puliti e pettinati in modo liscio.

Era rannicchiata in sé stessa, con lo sguardo rivolto verso la parete, e Gervaso stava accanto a lei, cingendole il fianco e con il mento poggiato sulla sua spalla.

Lei bisbigliava qualcosa che non riuscivo a sentire. Doveva essere un effetto del sedativo, perché Rose non aveva paura di niente.

Gervaso prese un grosso respiro, che era più simile ad un ringhio, e si girò lentamente verso la porta.

Gli occhi segnati da grosse occhiaie che sembravano prendere il sopravvento su tutto il resto del suo viso. Il viso pulito, così come i capelli. Almeno usufruivano della doccia.

Alzai una mano per salutarlo, e lui sgranò gli occhi ‹‹ Nasina? ››

‹‹ Nasina? ›› ripeté Rose, ridendo in modo isterico poco dopo. Una risata finta, ripetitiva e squillante, carica di rabbia repressa che, lentamente, decadde in ciò che era più simile ad un verso di un animale inferocito pronto ad attaccare.

Si girò di scatto, frustando i capelli in faccia a Gervaso, che sembrò non sentirli nemmeno.

Il viso della ragazza, da contratto che era, si rilassò. E pensare che l'ultima volta che l'avevo vista, non era così tanto rilassata.

Al contrario.

‹‹ Che ci fai qui? Hanno preso anche te? ›› domandò Gervaso, alzandosi lentamente.

‹‹ Più o meno ›› mi spostai ‹‹ andate via. Forza! Fuggite adesso che ne avete l'opportunità ››

‹‹ Fuggire? ›› Rose si mise in piedi. Tremava. Come se quel movimento fosse fin troppo pesante.

Sembrava un cucciolo indifeso ora, con le labbra schiuse e gli occhi tristi e spenti. I capelli le ricadevano in faccia, ed ondulavano ad ogni passo che faceva nella mia direzione, che era trascinato e lento.

Gervaso si affrettò ad alzarsi, acchiappando la ragazza per i fianchi, come se avesse paura che questa potesse cadere all'improvviso.

La prese in braccio, stringendola a sé, e s'incamminò verso l'uscita. Era decisamente più in forze di lei.

Prima di abbandonare completamente la stanza, si fermò sulla soglia della porta per guardarmi.

Rimase in silenzio a lungo. Probabilmente temeva che quello fosse semplicemente uno scherzo.

‹‹ Grazie ›› disse di punto in bianco

‹‹ Vi dovevo un favore. Dopotutto, la mia amica ti ha pugnalato e nonostante tutto non ci avete uccisi. E non mi avete uccisa la prima volta ››

Rimase di nuovo in silenzio, col volto serio e contratto. Prese un grosso respiro, accennò un sorriso, poi corse via, senza nemmeno chiedere da che parte fosse l'uscita. L'avrebbe trovata da solo, sicuramente.

Rivolsi di nuovo l'attenzione a Justin ed Eva, che in quel momento stava battendo il piede sul pavimento con fare impaziente e la testa china verso questo.

‹‹ Eva? ›› la richiamai, e lei alzò il volto per incrociare il mi sguardo ‹‹ qual è la strada più breve? ››

‹‹ Muovete le chiappe e ve la mostro ››.

L'allarme aveva ripreso a suonare. Sembrava anche più acuto di prima.

Eva aveva aumentato la velocità della corsa, ed il poco tempo raggiungemmo quella che doveva essere l'entrata per l'hangar. Ma purtroppo, non fu l'unica cosa che trovammo.

C'erano guardie vestite di nero che sparavano un po' ovunque, ed il rumore era veramente insopportabile, sembrava rimbombare ovunque.

‹‹ Ecco l'hangar! ›› gridò Eva per sovrastare il rumore della sirena.

‹‹ Ed ecco anche le caspio di guardie ›› continuò Justin, impugnando saldamente l'arma.

Voleva davvero usare quell'affare?

Eva lo guardò con la coda dell'occhio, prese un grosso respiro e riprese a correre, entrando all'interno dell'hangar con me al seguito.

Il casino degli spari sovrastava di gran lunga quello dei nostri passi, per cui fu piuttosto facile entrare nell'hangar passando inosservati.

Eva sussultò, fermandosi di colpo.

‹‹ Minho! ›› gridò, portandosi le mani alla bocca. Il ragazzo sembrò sentirla, nonostante gli spari, e si girò nella nostra direzione.

Le sue braccia per qualche attimo mostrarono scintille elettriche.

Stava aiutando Thomas a trascinare Brenda, che si muoveva a scatti e lasciava una striscia di sangue dietro di sé. Non capivo cosa stava succedendo, ma all'improvviso fui praticamente colta dal panico.

Le guardie si accorsero di noi, chiaramente, ma questo sembrò preoccupare di Evangeline.

Ora le armi erano puntate anche contro di noi.

Fu Justin il primo a sparare, mentre invece, Eva, stava dando l'esatta dimostrazione di come a lei non poteva fregare di meno di essere armata.

Ruotò su sé stessa, colpendo l'arma con un calcio e levandola dalle mani alla guardia, poi la guardò con un espressione minacciosa.

Caricai l'arma e cominciai a sparare anche io

‹‹ Corri verso di loro, ti copro io! ›› gridò Justin, poggiando una mano sulla mia schiena e spingendomi via. Sgranai gli occhi, guardandolo

‹‹ Cosa? E tu? ››

‹‹ Non ti preoccupare! ›› mi fece un cenno col capo. Aveva un piano, lo sapevo.

Guardai e Eva, che forse non sentì nemmeno la conversazione tanto che era impegnata nella lotta.

Si muoveva come se stesse semplicemente danzando, e non come se stesse schivando pallottole e colpi di ogni genere.

‹‹ Ho ufficialmente paura di quella ragazza ›› commentò Justin, sparando un colpo che colpì una guardia dritta al braccio, portandolo a ruotare e cadere di faccia sul pavimento ‹‹ Ti decidi a correre?! ›› sbraitò di colpo.

Annuii, poi presi a correre, afferrando Eva per il braccio.

Sulle prime rimase lievemente sbigottita, ma poi mi seguii senza fare domande.

Le guardie presero a correre verso la rampa non appena i ragazzi la raggiunsero e trascinarono Brenda a bordo della berga, con l'aiuto di Jorge.

Io ed Eva dovemmo correre il più velocemente possibile nonostante sentissi le mie gambe implorare pietà. Ma in quel momento, la paura era proprio l'ultima cosa che potevo concedermi. Non c'era tempo.

Mancavano pochi passi alla rampa per la berga, ed Eva mollò la mia mano.

Cominciò a gridare e cadde su sé stessa.

Mi fermai e mi girai. Nel casino di quell'urlo, sentii quello di Minho che chiamava il nome della ragazza.

Lo guardai con la coda dell'occhio. Jorge lo stava tenendo fermo.

Eva era avvolta da scariche elettriche, ma si teneva la testa ed era piegata sul pavimento.

Era stata colpita, ma non sembrava essere quello il motivo del suo male.

Mi chinai all'altezza della ragazza, abbandonano l'arma accanto a lei.

Sollevò lo sguardo e mi sorrise. Aveva le lacrime agli occhi, ma non singhiozzava.

‹‹ Va ››

‹‹ Non vado via senza di te! ››

‹‹ Io non me ne posso andare adesso, capisci? Non ti ho portata fin qui per niente, Va!››

‹‹ Ma, Eva... ››

‹‹ Non preoccuparti per me! Io non ho più niente e nessuno da perdere ›› spostò lo sguardo sulla berga, poi lo riportò su di me ‹‹ vattene via da qui, prima che sia troppo tardi. Ci rivedremo presto, te lo prometto. Adesso Va! ›› il tempo di darmi una spinta per allontanarmi, e ci fu un'altra scarica elettrica lungo tutto il suo corpo.

La guardai per un istante, poi presi a correre verso al rampa. Non potevo credere che una mia amica potesse arrivare a tanto.

Praticamente, in un certo senso, si era sacrificata per lasciarmi il tempo di fuggire.

Mi si strinse il cuore, non avevo nemmeno il coraggio di voltarmi, nonostante sentissi diversi spari. Non vedevo lo scenario davanti a me, avevo gli occhi fin troppo lucidi.

Thomas rimase sulla rampa finché non la raggiunsi, e la prima cosa che feci, fu fiondarmi tra le sue braccia e stringerlo. Sulle prime rimase sbigottito, ma poi ricambiò la stretta, sebbene con fare un po' goffo. Ero scossa dai singhiozzi. A malincuore, mi staccai dall'abbraccio. Sapevo che non c'era tempo per questo. Mi affrettai a salire sulla Berga, seguita da Thomas. Ma questo, pochi attimi dopo, cadde all'indietro. Era stato colpito, proprio che era successo ad Eva.

Tutta questione di pochi attimi. Le guardie ci raggiunsero, puntarono le armi in faccia a Thomas.

Altri spari. Era come se vedessi tutto a rallentatore, e non sapevo bene cosa fare e cosa non fare.

La berga si accese, era pronta per partire.

Minho e Newt mi passarono accanto, cominciando a sparare e colpire le guardie.

Fui sollevata alla vista di vedere che erano tutti e tre integri, ma allo stesso tempo mi sentii quasi estranea a tutta quella situazione. Ci aveva travolti troppo velocemente.

Thomas si muoveva in modo continuo, più che altro aveva spasmi, ed era una scena piuttosto inquietante. Non potevo fare altro che aspettare che quelle scariche finissero, o avrebbero preso anche a me. Decisi comunque di alzarmi, acchiappai una delle armi delle guardie che erano state atterrate da Newt e Minho e cominciai a sparare.

Di colpo, Thomas cominciò a muoversi verso la rampa. Faceva fatica e si vedeva.

Si guardava attorno, e mi domandai se ci vedeva effettivamente qualcosa, dato che aveva la faccia di chi, in verità, vedeva tutto meno che quello che stava realmente accadendo attorno a sé.

Ormai avevamo sgomberato dalle guardie gran parte dell'hangar. Sopratutto quando ci raggiunse anche Jorge, armato di lanciagranate.

Guardai a che punto era Thomas. Non gli mancava molto, ed io mi domandai se fosse o meno il caso di dargli una mano. Mi scambiai un occhiata con Newt, poi con Minho. Stavamo tutti e tre pensando la stessa cosa, ed oltretutto Minho doveva ricaricare. Così cominciammo a camminare all'indietro, continuando a sparare.

« Basta così! Prendetelo e trascinatelo dentro! » gridò Jorge, poi corse via dentro la berga. Newt afferrò Thomas per le braccia e lo trascinò nella berga, non lasciando nemmeno il tempo a Minho per dargli una mano.

Thomas si lasciò andare di colpo e scivolò via dalla presa, dando una facciata contro il pavimento. Sembrava drogato.

Il portellone della berga si chiuse, ed io tirai un sospiro di sollievo, poggiandomi contro la parete.

Newt si abbassò alla sua altezza ‹‹ Scusa, Tommy. Avrei potuto essere più delicato, suppongo ›› Thomas fece una sorta di verso strano, poi chiuse gli occhi. Il dolore non doveva essere più sopportabile, quindi probabilmente era svenuto. Non volevo immaginare nemmeno lontanamente cosa stesse provando, ma non doveva essere per niente piacevole.

Newt si mise di nuovo in piedi, e questa volta fu Minho a raccogliere l'amico da terra e trascinarlo via, su una brandina che aveva preparato poco prima, non troppo distante da quella su cui stava Brenda.

Portai lo sguardo su Newt, che si era posizionato davanti a me, con le braccia incrociate. Mi aspettavo almeno un sorriso, invece era così serio da mettermi i brividi.

‹‹ Dove ti hanno portata? Perché non sei tornata subito e... che caspio, quello era Justin o sbaglio? ››

‹‹ Volevano restituirmi la memoria tramite una sorta di pillola. Hanno portato me ed Eva in una caspio di stanza isolata e lì ho trovato Justin, che a quanto ho capito aveva un chip come quello che avevo e l'ha costretto a fare ciò che ha fatto nella radura ››

‹‹ Capisco, bene così ›› disse semplicemente, facendo un respiro profondo. Si passò una mano tra i capelli, abbassando la testa verso il pavimento ‹‹ temevo che fossi fuggita ››

‹‹ E perché mai dovrei fuggire senza di voi? ›› corrugai la fronte.

Lui scrollò le spalle ‹‹ Io... non lo so. Ma a quanto pare gli altri l'hanno fatto. Sono andati via su una berga diversa da questa ››

‹‹ Non lo farei mai. ›› alzò la testa e schiuse le labbra per rispondermi, ma Minho lo interruppe, piazzandosi improvvisamente davanti a me.

‹‹ Perché Eva non ti ha seguita? Cosa ti ha detto? ››

‹‹ Woh, calmiamoci con tutte queste domande! ››

‹‹ Beth, cosa ti ha detto? ›› il suo sguardo era fisso sul mio. Non come un interrogatorio, ma come se stesse avesse la necessità di avere risposta per placare quel terrore che lo stava divorando da dentro.

‹‹ Ha detto che non può andare via, per adesso ›› mi resi conto che quelle parole non erano rassicuranti per niente, ed il suo sguardo lo confermava. Newt aveva girato la testa dall'altra parte, come se temesse di incontrare quello dell'amico.

‹‹ Mi dispiace, avrei voluto che venisse. La C.A.T.T.I.V.O. le ha ripristinato la memoria, e mi ha detto che le ha fatto anche qualcos'altro, ma non mi ha detto cosa. Prima di spingermi via, mi ha solo promesso che ci saremo riviste ›› mi resi conto che cominciai a tremare per quanto mi stessi trattenendo dal lacrimare. I miei occhi bruciavano, ma resistetti dal piangere. Non era quella la soluzione.

Minho si spostò, passandosi una mano tra i capelli, ed alzò la testa al soffitto ‹‹ Okay ›› disse, poi si allontanò, andando a gettarsi sul divano.

Newt, invece, fece cadere le braccia lungo i fianchi e mi guardò. Afferrò una mia mano e mi tirò verso di lui, avvolgendomi in un abbraccio.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro