Capitolo 4
Era forse un bluff? Odiavo quel genere di situazione.
Sentii un vuoto dentro di me che lentamente cresceva ad ogni secondo di silenzio che passava.
Perché, dopo quelle parole, tra di noi c'era solo quello.
In effetti l'argomento "eruzione" non era stato toccato per un bel po' di tempo, ed io preferivo così.
« Perché un esperimento possa fornire risultati accurati, è necessario un gruppo di controllo. Abbiamo fatto del nostro meglio per proteggervi dal virus il più a lungo possibile. Ma circola nell'aria ed è altamente contagioso »
Non stava dicendo nulla di nuovo. Non per me almeno. Quelle erano solo parole buttate al vento, e più passava il tempo peggio era.
Mi guardai velocemente attorno. Ora nella mia testa rimbombava una sola domanda:
Chi è che porterà sulla schiena la croce dell'eruzione?
Janson ci guardò uno ad uno, fermando per qualche istante lo sguardo su di me, come se stesse studiando la mia reazione.
Newt sembrò scocciato da quel gesto.
Si passò una mano tra i capelli, abbassando per qualche istante lo sguardo su di me e riportandolo, poco dopo, su Janson, digrignando i denti con fare piuttosto frustrato « Vai avanti, accidenti! tanto pensavamo di avercelo tutti quel cacchio di virus. Non ci stai spezzando il cuore! »
« Già, risparmiaci la sceneggiata e diccelo una buona volta » aggiunse Sonya.
Feci un respiro profondo, guardandomi ancora una volta attorno.
Teresa e Thomas erano vicini, e lei non riusciva a stare ferma sul posto neanche per un secondo.
Sgambettava quasi impaziente, si guardava attorno rapidamente, incrociando per qualche istante il mio sguardo.
Mi rivolse un sorriso, i suoi occhi erano lucidi.
Cosa c'era che non andava? Le avevano riferito qualcosa che forse dovevo sapere?
Ricambiai il suo sorriso, ma sicuramente aveva notato la mia espressione sospettosa.
Il vuoto nel mio petto cresceva ancora.
Stavo sudando freddo.
Cominciai a stressare le mie mani. Le sentivo fredde e formicolanti. L'ansia saliva a mille, tuttavia sentivo la testa vuota e senza alcuna sorta di pensiero preciso. Niente. Era tutto vuoto e silenzioso, così come quella stanza, dove neanche il ronzio dei macchinari sembrava voler farsi sentire.
Janson si schiarì la voce, storcendo quel brutto naso da ratto «d'accordo allora. La maggior parte di voi è immune e ha contribuito a raccogliere dati preziosissimi. Solo due di voi sono considerati Candidati al momento, ma è un discorso che affronteremo in un secondo tempo ›› scosse la mano, come per rendere meglio l'idea che quella cosa poteva benissimo passare in secondo piano ‹‹ Passiamo alla lista. Le seguenti persone non sono immuni: Newt ...»
Ed è lì che sentii il mondo crollarmi addosso.
La mia mente si spense ufficialmente, ed i nomi successivi nemmeno li sentii.
Fu come vedere tutto nero attorno a me, la mia testa era ufficialmente isolata da tutto il resto.
Non riuscivo a respirare. Un attacco di panico?
Mi girai lentamente verso di lui. Aveva uno sguardo terribilmente perso, come se non sapesse cosa pensare di preciso.
Il vuoto dentro di me era diventato fin troppo grosso, pesante da sopportare. Ora potevo capire a pieno quella pessima sensazione, e mi aveva travolto così velocemente che se qualcuno in quel momento mi avesse pugnalata in pieno petto, giuro, l'avrei preferito. Non l'avrei nemmeno sentito.
Sentii le mie guance inumidirsi di colpo. Non riuscivo a controllare le lacrime. Cominciai a singhiozzare, anche se cercai con tutta me stessa di non farlo. Perché lui? Avrei preferito chiunque, ma non lui. Si girò nella mia direzione. Sorrise, prendendomi la mano prima che potessi portarla al mio volto per asciugarmi le guance con la manica della maglietta.
Alzai la mano libera, abbassai il volto e cercai di asciugarmi le lacrime. Ma era come avere un rubinetto aperto negli occhi, non riuscivo nemmeno a controllare i singhiozzi. Pesavano sul petto, ero scossa da questi, mi facevano male, ma era tutto sopportabile in confronto a quella situazione.
Si avvicinò, chinandosi sulle ginocchia in modo di guardarmi negli occhi. Sorrideva ancora.
‹‹ Va tutto bene, Liz, non preoccuparti ›› sussurrò intrecciando le dita con le mie ‹‹ starò bene ››
‹‹ Non va tutto bene! Non mentirmi! ››
Sorrise ancora, prendendomi la mano con la quale cercavo di asciugarmi le lacrime, poi si rimise in piedi. Mi circondò con le braccia e mi strinse a sé, passandomi una mano tra i capelli in modo da accarezzarli. Un gesto dolce, un tentativo di calmarmi, quando lui era il primo che cadeva a pezzi per l'ennesima volta, ed io ero ancora incapace di raccoglierli.
‹‹ Starò bene ›› ripeté ‹‹ te lo prometto ››
rimasi in silenzio. L'unico suono che si sentiva tra noi, ora, erano i miei singhiozzi.
Legai le braccia dietro la sua schiena, le mani rivolte contro questa, mentre le premevo come se volessi aggrapparmi a lui per non lasciarlo più andare via.
Mi sentivo inutile come poche volte in vita mia.
Cosa potevo fare contro un nemico così forte?
Newt prese un respiro profondo, sciolse l'abbraccio e mi sollevò il volto con una mano.
Quel sorriso sulle sue labbra ricomparve appena i suoi occhi incrociarono i miei.
Lo vedevo, comunque: i suoi occhi erano spenti. Fingeva che andasse tutto bene, voleva convincere me. Ma non andava tutto bene.
Alzò gli occhi, tenne la mano intrecciata con la mia e si fece strada tra i radurai.
Raggiungemmo Thomas e Teresa.
Il ragazzo era chino sulle ginocchia. Boccheggiava in cerca di aria.
Sulle prime pensai che Teresa l'avesse picchiato (e se l'avesse fatto, ero certa che se lo meritava), ma dallo sguardo preoccupato di quest'ultima ero piuttosto certa che non fosse a causa sua.
Thomas, come me, probabilmente aveva metabolizzato male la notizia.
« Tommy, calmati » disse Newt, lasciando la presa della mia mano per incrociare le braccia al petto, guardando il ragazzo che si tirò su
« Calmarmi? Quel vecchio pive ha appena detto che tu non sei immune all'Eruzione! Come puoi... »
Newt mi rivolse un'occhiata veloce, come se stesse valutando se era il caso o meno di affrontare quel discorso davanti a me o meno. Infine, alzò la mano, facendo cenno all'amico che la cosa non contava più.
« Non sono preoccupato per quella maledetta Eruzione, amico. Non pensavo nemmeno che sarei stato ancora vivo a questo punto, e comunque vivere non è stato poi così meraviglioso. »
‹‹ Ah, grazie, mi fa piacere ›› commentai sottovoce, sentendolo ridacchiare poco dopo
‹‹ Mi perdoni se ti dico che sei l'unica eccezione? ››
‹‹ Mh-mh ›› risposi semplicemente.
Thomas guardava Newt con uno sguardo indagatore, poi sorrise, ma in modo forzato, forse per rispondere al finto sorriso che Newt era riuscito a stamparsi in faccia dopo la pessima notizia data da Janson.
« Se a te va bene impazzire a poco a poco e mangiare bambini, vorrà dire che non mi dispererò per te » disse, Thomas, scrollando le spalle fingendosi disinteressato.
Quelle parole mi provocarono dei brividi lungo tutta la schiena.
Quelle erano le parole peggiori che potessi sentire uscire dalla bocca di Thomas.
Newt tornò improvvisamente serio « Bene così » rispose infine, decidendo di mettere fine a quella discussione.
Abbassò lo sguardo su di me, legando un braccio attorno alle mie spalle. La sua mano si chiuse attorno al mio braccio, come se volesse aggrapparsi a me per non cadere, ed istintivamente porta una mano sulla sua, accarezzandola con l'indice.
Non mi ero resa conto di essere ancora scossa dai singhiozzi, ma lui evidentemente sì.
Riportammo lo sguardo su Janson, che si era preso una piccola pausa dopo aver finito di leggere la lista delle persone non immuni.
Diedi uno sguardo rapido in giro, ma nessuna delle immagini delle persone non immuni mi colpiva particolarmente.
Non m'interessava degli altri. Volevo solo svegliarmi da quell'incubo.
Evangeline era stretta assieme ad altre ragazze del gruppo B, attorno ad una ragazza con gli occhi rossi e gonfi dalle lacrime. Cercavano di consolarla, ma questa, appena Janson diede un colpo di tosse, divenne seria in volto e gli diede un occhiata così aggressiva che sembrò volergli dichiarare guerra.
« Volevo chiudere questo capitolo » disse Janson « Più che altro essere io a dirvelo e ricordarvi che l'unico scopo di questa operazione è mettere a punto una cura. La maggior parte di voi che non è immune è allo stadio iniziale dell'Eruzione, e sono certo che la cosa verrà risolta prima che degeneri. Ma le Prove necessitavano della vostra partecipazione »
‹‹ Ecco dove stava la fregatura in tutta questa storia ›› mormorai con fare sconsolato
« E cosa succede se non ci riuscite? » chiese Minho, con fare forse fin troppo aggressivo.
Eva si staccò dall'amica, affiancandosi al ragazzo asiatico che sembrò pronto ad avvicinarsi a Janson per prenderlo a pugni. Era rabbioso, sicuramente per la notizia di Newt.
Ma tutto sommato, Janson non ne aveva colpa e prendersela con lui non avrebbe di certo cancellato il problema dell'eruzione.
Forse prendere a pugni mio padre avrebbe risolto qualcosina di più.
Janson ignorò la domanda di Minho e si avvicinò al letto più vicino a lui, si allungò per appoggiare la mano sullo strano apparecchio metallico che pendeva dal soffitto « questo rappresenta qualcosa di cui siamo molto fieri qui alla C.A.T.T.I.V.O.: un esempio di ingegneria medica. Si chiama Retrattore, e compirà questa procedura. Vi verrà posizionato sul viso, e vi garantisco che quando tutto sarà finito il vostro bel faccino sarà immutato ›› guardò Minho ‹‹ Dall'interno dell'apparecchio scenderanno dei fili metallici che entreranno nei canali uditivi. Il nostro staff medico vi darà un sedativo per calmarvi e qualcosa per attenuare il fastidio » si fermò per guardarci uno ad uno, come se volesse assicurarsi che lo stessimo seguendo nella sua spiegazione « cadrete in una specie di trance mentre i nervi si ripareranno e vi tornerà la memoria, qualcosa di simile a ciò che alcuni di voi hanno sperimentato durante quella che nel Labirinto chiamavate la Mutazione. Ma non sarà così
doloroso, ve lo garantisco. Lo scopo in quel caso era perlopiù stimolare gli schemi del cervello. Abbiamo molte altre stanze come questa, e un intero team di dottori che aspetta di cominciare. Ora, sono sicuro che avrete un milione di domande da farmi, ma a quelle sarete in grado di rispondere voi stessi con i vostri ricordi, perciò aspetterò che la procedura sia conclusa prima di ascoltare ciò che avrete da chiedermi. Datemi solo qualche minuto per accertarmi che lo staff medico sia pronto. Potete sfruttare questi momenti per prendere la vostra decisione » scrollò le spalle e, detto questo, si avviò verso l'uscita e ci abbandonò.
In poco tempo la stanza venne sovrastata da mille chiacchiericci confusi. L'unica cosa che riuscii a sentire, fu la voce di Minho che si era avvicinato a Thomas e, di conseguenza, a me e Newt.
« Voi pive sapete e ricordate più cose di chiunque altro. Teresa, non ne ho mai fatto mistero: non mi piaci. Ma voglio sapere comunque ciò che pensi »
Teresa rimase in silenzio sulle prime, rivolgendomi uno sguardo quasi come per chiedermi il permesso di parlare.
Io cosa c'entravo? D'altronde non avevo chissà quanta memoria del mio passato.
Anzi: Non ne avevo proprio.
« Dovremmo farlo. A me sembra la cosa giusta. Abbiamo bisogno di recuperare i nostri ricordi per avere le idee più chiare. Per poter decidere cosa fare dopo. » disse Teresa, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio ‹‹ penso di non essere l'unica a pensarlo, no? Elizabeth? ››
Tutti gli sguardi furono improvvisamente rivolti a me. Mi sentii piccolissima in quell'istante.
La pensavo come Teresa, ma allo stesso tempo non ero d'accordo.
‹‹ Io... non lo so. Sul serio, pive, ho la testa altrove, non fatemi domande ›› risposi semplicemente.
Teresa si morse il labbro, portando lo sguardo su Thomas, come per cercare almeno il suo supporto.
« Teresa, so che non sei stupida. Ma so anche che tu sei innamorata della C.A.T.T.I.V.O. Non sono sicuro di quali siano le tue intenzioni, ma io non me la bevo. » disse Thomas
« Nemmeno io » concordò Minho « Possono manipolarci, giocare con la nostra testa, accidenti! Come facciamo a sapere se ci restituiscono davvero la nostra memoria o ce ne rifilano una nuova? »
‹‹ D'altronde l'hanno già fatto. A manipolarci, intendo ›› aggiunsi, cercando di far ragionare Teresa. Non volevo che venisse rigirata come voleva la C.A.T.T.I.V.O. ‹‹ credimi, Teresa, possono farlo e l'hanno fatto. Niente ci assicura che dopo averci levato il filtro, non possano manipolarci ancora e ancora. Il loro unico scopo e la loro dannata cianografia, lo sai benissimo! ››
‹‹ Ecco, vedi? Questo si chiama ragionare, caspio! ›› Minho mi indicò con la mano con fare quasi orgoglioso.
Teresa sospirò « Ragazzi, state trascurando un dettaglio fondamentale! Se possono controllarci, se possono fare ciò che vogliono con noi, farci fare qualunque cosa, allora perché dovrebbero prendersi la briga di inscenare questa farsa di lasciare a noi la scelta? E poi, lui ha detto che rimuoverebbero anche la parte che gli permette di controllarci. Io non ci vedo niente di losco »
Sollevai un sopracciglio, cercando di capire se fosse seria o meno.
‹‹ Per portarci a fidarci di loro, ovvio ›› aggiunsi
‹‹ Già ›› concordò Thomas, ma la sua risposta fu quasi un sussurro.
« Beh, comunque io non mi sono mai fidato di te » disse Minho, scuotendo lentamente la testa « E di sicuro non di loro. Io sto con Thomas »
« E Aris? non hai detto che era con voi prima che arrivaste nel Labirinto? Lui cosa pensa? »
‹‹ Ma chi se ne frega di Aris ›› commentai in un borbottio, poggiando la fronte contro il braccio Newt ‹‹ e poi, cosa vuole fare Thomas? ›› Mi ero persa una parte di piano.
‹‹ Non recuperare la memoria ›› rispose Minho
« Vado a chiederglielo » mormorò Teresa.
La guardai con la coda dell'occhio. Mi sembrava così anormale il fatto che lei si fidasse della C.A.T.T.I.V.O. al punto di lasciarsi ripristinare la memoria, sempre che quella parte della storia fosse vera. Non potevo crederci.
« Odio quella ragazza » disse Minho appena Teresa fu abbastanza lontana.
« Ma dai, non è così male » commentò Frypan, facendomi sobbalzare. Non mi ero resa conto che fosse lì con noi.
Minho alzò gli occhi al cielo « Se lo fa lei, io non lo faccio » incrociò le braccia come un bambino capriccioso.
« Nemmeno io, e in teoria sono io ad avere la maledetta Eruzione, perciò ho da perdere più di chiunque altro. Ma non starò più ai loro giochetti » strinse la mano attorno al mio braccio.
Spostai il volto, guardando il suo.
Dannazione, era così spento da farmi impressione.
‹‹ Io... ci devo pensare ›› dissi, facendo un respiro profondo.
‹‹ Non hai molto tempo, sai? ›› Minho sollevò un sopracciglio ‹‹ ci tengo a fartelo notare, Beth ››
« Sentiamo cosa ci dice. Sta arrivando. » disse Thomas, facendo un cenno con la testa dietro di Noi.
Teresa stava tornando da noi, la chiacchierata con Aris era stata breve, ma evidentemente era bastata « Sembrava ancora più sicuro di noi. Loro sono tutti d'accordo nel farlo »
« Beh, questo mi basta » rispose Minho, schioccando rumorosamente la lingua « Se Aris e Teresa sono a favore, io sono contrario »
Teresa guardò me e Thomas in cerca di un nostro appoggio.
Non sapevo seriamente cosa fare: Non volevo far rimanere male una mia amica, ma non volevo nemmeno andare contro i miei amici.
Alla fine, la decisione era solo mia. Valeva veramente la pena recuperare tutti i ricordi?
Infondo, forse, la mia perdita di memoria era stata veramente un'occasione di rimediare al mio passato. Un modo per ricominciare.
Ci scambiammo un'occhiata veloce con Thomas. Lui aveva già preso la sua decisione, e Teresa l'aveva capito, e data la sua espressione, c'era rimasta male.
Non aveva l'appoggio della persona che amava.
Ora, aspettavano solo la mia riposta.
La guardai, vedendo brillare la speranza nei suoi occhi azzurri.
Chiusi gli occhi ed abbassai il volto.
Non avevo il coraggio di guardarla ulteriormente.
« Affari vostri » disse infine, poi la sentii allontanarsi.
« Ah, amico, non possiamo lasciare che ci mettano quell'affare in faccia, ti pare? Mi accontenterei di tornare nella mia cucina nel Casolare, giuro »
« Ti sei dimenticato dei Dolenti? » chiese Newt, provocandomi una leggera fitta allo stomaco.
I dolenti. Li avrei preferiti a quella situazione.
Frypan rimase in silenzio per un attimo, poi scrollò le spalle « non mi hanno mai rotto le scatole in
cucina, sbaglio? »
‹‹ Fatta ad eccezione di quando sono entrati nella radura ›› precisai
‹‹ La cucina era sicura ›› Frypan sollevò l'indice
« Già, beh, dovremo solo trovarti un nuovo posto per cucinare » Newt spostò il braccio dalle mie spalle, afferrò Thomas e Minho per le braccia, facendomi poi cenno con la testa per dirmi di seguirlo, e così feci.
Ci isolammo, ed allora ci chinammo tutti in avanti « Ho sentito fin troppe discussioni ›› disse Newt, scuotendo la testa poco dopo ‹‹ Io non mi ci sdraio su quei letti del cacchio » sussurrò.
Minho allungò la mano e gli strinse la spalla « Nemmeno io »
« Lo stesso vale per me » disse Thomas, poi voltarono lo sguardo verso di me, come per avere anche il mio appoggio.
‹‹ Non lo farò ›› dissi, tirandomi indietro i capelli ‹‹ non mi piace l'idea di avere una sorta di aspirapolvere in faccia ››
‹‹ Nemmeno io, potrebbe rovinarmi questo capolavoro di arte moderna che ho ›› Minho s'indicò la faccia, poi allungò la mano, poggiandola sulla mia spalla e dandoci due colpetti con fare delicato, come per dirmi "ti capisco".
‹‹ Bene così ›› rispose Newt, guardando la mano dell'amico e sollevando un sopracciglio
« Rimarremo qui, faremo i bravi e ci comporteremo bene » disse Thomas, sussurrando « ma non appena ci sarà l'opportunità, ce ne andremo con le cattive »
Feci per chiedergli quale fosse il piano, ma la mia attenzione venne catturata da Marie, che era appena entrata nella stanza col suo solito passo altezzoso, ma la sua tipica faccia da caspio.
Reggeva in mano la sua solita cartellina, ci picchiettò la penna sopra e si sforzò di sorridere per sembrare cordiale.
‹‹ Signorina Elizabeth, venga con me, per favore. ››
‹‹ Ahia, ti da del lei ›› commentò Minho ‹‹ dev'essere roba importante ››
Guardai Thomas, corrugando la fronte.
Sembrava essere stupito quanto me di quell'intervento.
‹‹ Che faccio? ›› domandai, ma lui scrollò le spalle e assunse un'aria pensierosa.
Guardai anche gli altri due ragazzi in cerca di una risposta, ed ovviamente quella di Newt era un broncio in segno negativo.
Non aveva bisogno di esprimersi a parole per farmi capire quanto fosse contrario a raggiungere la donna spaventapasseri che mi attendeva vicino all'uscita della stanza.
‹‹ Elizabeth! ›› mi richiamò Marie, diventando impaziente ‹‹ venga con me! ››
‹‹ Vai ›› rispose Thomas infine ‹‹ se vedi che le cose si mettono male, fuggi alla svelta, okay? ››
‹‹ Non so se lo sai, Thomas, ma non sono famosa per le grandi corse... Non a caso non ero una velocista ››
‹‹ Concordo. Credimi. Fa schifo nelle fughe ›› aggiunse Minho, sollevando l'indice come per puntualizzare il suo commento
‹‹ Grazie Minho... ›› bofonchiai
‹‹ Hai un idea migliore? ›› ribatté Thomas, osservando l'amico
‹‹ Io sì, tipo, non andare ›› rispose Newt, anticipando Minho.
‹‹ Elizabeth, insomma! ›› gridò Marie, picchiettando il piede sul pavimento ‹‹ non mi costringa ad usare le cattive maniere! ››
La guardai, sospirando ‹‹ Thomas ha ragione. Vado. ››
Venni fulminata con lo sguardo sia Minho che da Newt, mentre invece, Thomas, mi diede una pacca sulla spalla come se volesse rassicurarmi in qualche modo.
Dovetti allontanarmi velocemente da loro prima che uno dei due ragazzi provassero a fermarmi.
Mi sentii stupida, ma allo stesso tempo sapevo che se volevamo passare inosservati, dovevamo stare al gioco della C.A.T.T.I.V.O. per un po'.
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