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Capitolo 34

Il tempo sembrava essersi fermato.

Fissavo il corpo esanime di Jillian mentre Teresa, Newt ed il piccolo Chuck sembravano aver trovato abbastanza calma per poter dormire.

Anche Nate era sveglio, e come me, fissava il corpo di Jillian, mordendosi nervosamente l'unghia del pollice.

In lui vedevo il rimorso che provava per non aver fatto nulla.

Forse anche lui non riusciva a levarsi dalla testa l'immagine della ragazza che cadeva a terra colpita da quel proiettile. E poi Brenda....

Come poteva aver fatto una cosa simile?

Se prima non la sopportavo, ora cominciavo a nutrire un odio profondo nei suoi confronti.

Dove eravamo diretti? Anche gli altri scienziati erano diretti nella nostra stessa direzione, vittime di qualche imboscata? Saranno state le tre di notte quando quell'affare finalmente atterrò con uno scossone.

Nate girò lentamente gli occhi nella direzione del portellone, ma nessuno lo aprì.

‹‹ Senti qualcosa? ›› domandai, ma scosse la testa

‹‹ Non sento niente. So che però non siamo alla base. Credo si siano fermati per dormire, la base del braccio destro è lontanissima da qui. Probabilmente ora chiameranno lì per parlare del bambino ›› rispose, indicando Chuck con la testa.

‹‹ Il bambino? ›› corrugai la fronte.

‹‹ Quel bambino è il loro nuovo soggetto ideale, sai... Il soggetto AB1 è lui. Non ho la benché minima idea di cosa ne vogliono fare, ma sono piuttosto convinto che non sarà nulla di buono.

Non c'è mai niente di buono in ciò che fanno questi bastardi. Nessuna buona intenzione ›› sussurrò con tono rassegnato.

Quando provai a dire qualcosa per ribattere, il portellone dell'elicottero si aprì di scatto e Brenda entrò, sedendosi davanti a me e masticando a bocca aperta una gomma.

Il rumore mi dava sui nervi.

Si sistemò in modo da avere il volto davanti al mio. Sentire il suo respiro a pochi centimetri da me mi dava il voltastomaco. Mi guardava con aria di sfida, e non sapevo cosa mi stesse trattenendo dal tirarle un pugno in quella faccia da caspio che aveva.

Dio, quanto la stavo odiando.

‹‹ Ciao Elizabeth ›› disse sorridendomi con quel finto tono cordiale.

‹‹ Brenda. ›› risposi semplicemente.

‹‹ Sai, non avrei mai pensato che saresti riuscita a sopravvivere in mezzo agli spaccati.

Credevo fossi morta, un po' come la tua amichetta Teresa. Ma sono piuttosto felice che non lo siate. Thomas ne sarà contento... Credo ››

‹‹ Non far finta che te ne fotta effettivamente qualcosa. Sei un egoista patentata e lo sei sempre stata, per questo sei qui. Cosa vuoi fare? Vantarci come premio per la cattura? O vuoi vantarti della tua abilità nel dire le bugie? Cosa ci ha guadagnato nel fingerti dalla nostra parte? Soldi? Gloria? A me fai solo schifo. Sul serio. Mi fai schifo e pena. ›› fu un vomito di parole così spontaneo che quasi mi stupii di tutto ciò che dissi. Lei si morse il labbro, assumendo un espressione pentita che, sulle prime, poteva sembrare davvero sincera.

Se non fosse che poco dopo fece le spallucce, facendomi ricredere immediatamente.

A lei non gliene fregava niente di nessuno, se non di sé stessa, e la cosa mi faceva pensare che lei era proprio come la C.A.T.T.I.V.O.

Egoista e crudele, capace di vendere persino la sua anima pur di salvarsi il culo.

O forse l'aveva già venduta?

‹‹ Non ci ho guadagnato nulla, non volevo fare nulla di male ›› disse infine, alzandosi in piedi.

‹‹ Sì, certo ›› sussurrai, ma lei non mi sentì – o forse mi ignorò –.

Poggiò una mano sul braccio di Jillian, osservando la ragazza in modo interessato.

Le vene sul braccio di questa ora erano particolarmente visibili e color argentato, donandole un aspetto veramente inquietante e surreale. Non sapevo se fosse una cosa normale, ma certamente non era bello da vedere.

Nate la seguì con lo sguardo, ma non mosse un solo muscolo. Si limitò a guardarla con un espressione rassegnata, e quando Brenda si girò, incrociando i suoi occhi, lui guardò altrove come se avesse paura.

‹‹ Oh, Nate... ›› disse Brenda, senza terminare la frase.

Lui sospirò pesantemente, ma non le rispose e tanto meno le diede chissà quale attenzione.

Schiuse lievemente gli occhi, puntando lo sguardo sul pavimento.

Brenda, allora, sospirò anche lei, facendo le spallucce.

‹‹ Comunque ›› cominciò a parlare, portandosi una mano tra i capelli ‹‹ Quando ci rimetteremo in viaggio,ci vorranno poche ore per arrivare alla base.

Proverò una gran pena per voi, quando il braccio destro vi prenderà e comincerà a fare i test. Farà veramente molto male, e magari, alcuni di voi non sopravvivranno. Ma per voi non è una novità, no? ›› si girò a guardarmi, sogghignando, poi fece balzare lo sguardo da Newt a Teresa, riportandolo poco dopo su di me ‹‹ d'altronde, alcuni di voi dovevano essere già morti. Ma sta volta nessuno vi salverà. ›› e, poco dopo, guardò Nate. ‹‹ Nessuno. ›› concluse, mentre lui sospirò.

Come disse Brenda, quando ci rimettemmo in viaggio, ci vollero poche ore a giungere fino alla base.

Appena atterrammo nell'hangar, fummo scortati all'interno della base e chiusi tutti cinque dentro una piccola stanza che, al suo interno, aveva solo quattro sedie.

C'era solo una piccola lampadina che penzolava sopra le nostre teste, emettendo una debole luce che bastava appena per guardarci negli occhi.

Appena i miei amici furono svegli, raccontai loro della breve chiacchierata con miss sono-una-bugiarda Brenda, provocando in Teresa uno sbuffo solo al sentirla nominare.

Newt non ha mai provato chissà quale dose di simpatia nei suoi confronti (non che fosse una novità), ma quella questione gli fece accapponare la pelle dal disgusto.

Nate stava ancora in silenzio, guardandoci uno ad uno con un espressione apatica.

Teresa lo indicò con un cenno della testa, guardandomi come per chiedermi "cos'ha?", ed in sua risposta, feci le spallucce.

Non lo sapevo davvero. O meglio, potevo immaginare che fosse ancora per la morte di Jillian, ma date le occhiate strane di Brenda, riuscivo a capire che c'era qualcosa di molto più scuro dietro tutta quella questione.

Sotto sotto, non mi sarei stupita nel scoprire che lui, un po', era complice e si sentisse veramente in colpa.

‹‹ Senti un po', Mister blu. Cosa ne pensi di tutta questa situazione? Sei l'unico che non ha ancora detto una sola caspio di parola ›› disse Newt con un tono accusatore.

Sicuramente stava nutrendo i miei stessi sospetti, ma andarci in modo un po' più pacato non avrebbe fatto male. Ma era stanco di tutte le prese in giro, e stava bramando la libertà.

La vera libertà.

‹‹ Penso che faccia schifo ›› rispose lui in un sussurro così basso che a stento si sentì.

‹‹ Riduttivo ››

‹‹ Ma è la verità ››

‹‹ Perché non hai fatto niente quando Jillian è stata sparata? ››

‹‹ Newt! ›› lo riprese Teresa, e lui, in sua risposta, schioccò la lingua.

‹‹ Chiudi la bocca, traditrice, non metterti in mezzo! ››

‹‹ Non volevo beccarmi una pallottola anche io! ››

‹‹ Oh suvvia, non fa poi così male ›› ironizzò, ruotando gli occhi ‹‹ Scommetto che a voi computer poi non fa un caspio. Aspetta, ma se vuoi, possiamo chiedere a Jill – Oh, già, è morta! ››

Nate lo fissò in silenzio osservandolo con gli occhi che brillavano.

‹‹ Mi fai pena ›› concluse Newt, guardandolo dalla testa ai piedi ‹‹ dopo tutto quello che ha fatto per noi, per te. Non hai mosso un dito per darle una mano ››

‹‹ Newt, finiscila ›› dissi, interrompendo le sue parole prima che potesse dire anche solo un'altra frase che, nonostante avesse ragione, non avrebbe portato a niente di buono.

Lui mi guardò con la coda dell'occhio, ma non riprese a parlare.

Sapeva bene che tanto non avrebbe concluso niente. Eravamo in trappola e lo saremo rimasti, ed in ogni caso, demolendo Nate psicologicamente non avrebbe comunque riportato in vita Jillian.

Un suono di interferenza risuonò in modo fastidioso, facendomi portare le mani contro le orecchie nel tentativo di tapparlo. Era come se mi stessero strizzando il cervello.

‹‹ Soggetto A5, adesso entreranno due addetti alla sicurezza a prelevare il soggetto AB1. La preghiamo di collaborare e di consegnare il bambino, o in caso contrario ne subirà le conseguenze ››

chiunque stesse parlando dall'altra parte del megafono, la sua voce era alterata e modificata, ma era palese che fosse una donna.

Neanche il tempo di rispondere, che la porta alle nostre spalle si aprì, facendo entrare una luce accecante – o forse, semplicemente, i nostri occhi si erano già abituati all'oscurità di quella stanza –.

Immediatamente, la mia attenzione venne catturata da Newt che crollava a terra senza emettere nemmeno un suono. In compenso, dato che il bambino cadde a terra e batté la testa, cominciò a piangere.

Non era stato colpito dagli uomini che avevano appena varcato la soglia, ma bensì da Nate. Le sue mani erano circondate dal delle scariche elettriche che ricadevano a terra, illuminandole di una luce blu che scintillava.

Gli uomini puntarono le armi contro me e Teresa, caricandole per farci segno che non si sarebbero messi problemi a spararci e, nel frattempo, Nate prese in braccio il bambino.

‹‹ Scusami, Newt, ma ho delle questioni da sbrigare. ›› disse infine, uscendo molto lentamente dalla stanza ‹‹ assicuratevi che le scariche elettriche non lo uccidano, poi abbandonate la stanza.

Oh, e non permettete alle due ragazze di uscire, o pagherete la loro fuga con la vostra vita. ›› disse infine, andando via poco dopo.

Non mi stupii per niente il suo tradimento. E da lì, capii che allora se il braccio destro aveva trovato l'Eden, allora era stato proprio lui a tradirci. Ma perché mai aveva fatto una cosa del genere, se era stato anche lui a creare quel posto? Perché mai era arrivato al punto di tradire praticamente sé stesso?

Newt emise un gemito indolenzito, mentre la sua schiena si inarcò violentemente all'indietro, per poi raddrizzarsi poco dopo con uno schiocco.

Prese un grosso respiro, e per pochi istanti i suoi occhi si girarono, diventando completamente bianchi. Mi si accapponò la pelle a quella vista, ma quando tornò normale e poggiò una mano sul petto, mi rassicurai.

Si rimise in piedi, e gli uomini caricarono nuovamente le armi. Newt allora li guardò con aria di sfida, ma non mosse un muscolo.

Lentamente, gli uomini cominciarono ad uscire, assicurandosi comunque di averci sotto tiro con le loro armi.

Man mano che loro si avviavano verso l'uscita, cominciarono a sentirsi dei passi svelti che rimbombavano nel corridoio, come se qualcuno stesse fuggendo da qualcosa.

Poi, all'improvviso, i passi si interruppero. Gli uomini si girarono entrambi alla loro destra.

‹‹ Ehi! Salve, scusate, credo di essermi perso, potete darmi una mano da ritrovare la strada? ›› e poi, due colpi di arma da fuoco.

Dal modo in cui quelle due persone caddero a terra in preda a degli spasmi, dalla rette elettrica che circondò i loro colpi, capii che furono di lanciagranate.

‹‹ Fate veramente schifo nel dare le indicazioni ›› disse infine, scavalcando le due persone facendo attenzione a non essere colpito dalle scariche elettriche.

Il volto di Newt si illuminò di un sorriso alla vista dell'amico che entrò dentro la stanza, caricando in modo fiero quel lanciagranate che reggeva saldamente tra le mani.

A me, invece, venne l'impulso di corrergli incontro e toccargli la faccia per assicurarmi che quello non fosse un sogno. Ma, conoscendolo, avrebbe cominciato a lamentarsi.

‹‹ Salve faccia di sploff ›› disse Minho, poggiandosi il fucile sulla spalla ‹‹ è bello rivedervi. Almeno, la maggior parte di voi. E con la maggior parte, ovviamente, escludo Teresa. A te avrei preferito non vederti ›› corrucciò le labbra, guardando la ragazza, che si limitò a sollevare la mano ‹‹ E, amico, ti voglio bene, ma se non la smetti di infilarti negli edifici sbagliati giuro che prendo a calci quel bel culetto da biondino. E sono ancora arrabbiato con te per avermi cacciato via, quindi, in teoria, ti meriteresti di stare qui. ››

‹‹ E in pratica? ›› domandai, assumendo un tono provocatorio che gli fece storcere il naso. Aveva un aria stanca, ma mi sorrise.

‹‹ In pratica è meglio che muoviamo il culo ››

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