Capitolo 33
Continuammo a correre senza guardarci indietro un attimo. C'erano scoppi ovunque, e le orecchie fischiavano a causa dei botti troppo forti. Non sentivo niente di ciò che gridava Newt, nonostante si trovasse a pochi centimetri da me. Stringevo le mani di entrambi per paura di perderli, e trasalivo ogni volta che uno dei due perdeva l'equilibrio.
Ma continuavamo a correre, senza neanche sapere dove eravamo diretti. Riuscivamo a vedere a stento le figure che ci correvano davanti, cadevano e si rialzavano. Ero certa che fossero decisamente diminuiti rispetto a prima, ma ero allo stesso tempo contenta che quelli fossero sopravvissuti.
Quando fummo abbastanza distanti dai bombardamenti, mi lasciai cadere sulle ginocchia per riprendere fiato.
Sapevo bene che quella non era la mossa giusta, perché probabilmente se stavano bombardando la base, era proprio per eliminarne ogni singola traccia, tra cui i membri. Ma d'altronde lì non c'era nessun posto dove nascondersi.
‹‹ E adesso che si fa? ›› domandò una ragazza di quel gruppo, rivolgendosi a Newt.
Lui si diede una rapida occhiata attorno, ma sapeva benissimo che ci trovavamo nel bel mezzo del nulla e che in qualsiasi direzione ci saremo girati, avremo cominciato a camminare verso l'ignoto.
Così, si sedette per riprendere fiato, facendo le spallucce nella direzione della ragazza.
Mi sedetti accanto a lui, poggiando la fronte sulla sua spalla.
Solo in quel momento sentii un lamento da parte del bambino. Un lamento che sembrò quasi trattenere, come se avesse paura di farsi sentire.
Si guardava attorno con un espressione terrorizzata, ed era più pallido di prima e stretto alla maglietta di Newt.
‹‹ L'unica cosa che possiamo fare, è provare a raggiungere la città più vicina ›› rispose un ragazzo, poggiandosi le mani sui fianchi
‹‹ Grazie, ma da che parte si va? In caso non l'avessi notato, siamo nel bel mezzo del nulla! ›› rispose sempre la stessa ragazza. E cominciarono a discutere, insultandosi pesantemente a vicenda.
Perfetto, eravamo fermi da cinque minuti e già si litigava per queste cose.
‹‹ Sento che la situazione peggiorerà in fretta ›› sussurrai, alzando lievemente lo sguardo verso quei ragazzi.
In momenti come quelli era facile perdere il controllo della situazione, e da un insulto passare alle mani.
Ciò che mi preoccupava, e che mi fece provare una sorta di sensazione di vuoto, era il fatto che ci ritrovassimo per l'ennesima volta in una situazione critica.
Eravamo un gruppo di ragazzini sotto il sole cocente, senza sapere bene cosa fare, dove andare e da chi dovevamo guardarci le spalle con più attenzione. Dalla C.A.T.T.I.V.O. o dal braccio destro?
Jillian e Nathan dov'erano in tutto questo?
‹‹ Sentite, calmatevi tutti. Non risolveremo nulla continuando a litigare come dei bambini.
Abbiamo già esplorato questa zona, seppure in volo, e c'è un piccolo paese protetto non troppo lontano da qui. A piedi dovremmo metterci circa cinque giorni di camminata, con un passo svelto e continuo ›› fu Justin a parlare.
Il mio cuore si rasserenò nel sentire la sua voce, così mi girai per guardarlo.
Aveva i capelli scompigliati, delle occhiaie e il volto pieno di fuliggine, lividi e graffi.
C'era George direttamente dietro di lui, che non era di certo messo meglio.
Newt si mise in piedi, dandomi una mano ad alzarmi. Guardò Justin con una certa titubanza, non era molto sicuro delle sue parole. Non si fidava di lui e non potevo di certo biasimarlo.
Sospirò con fare rassegnato ‹‹ sai da che parte andare? ›› domandò poi, ma lo guardò dall'alto in basso.
Justin, allora, portò lo sguardo nella nostra direzione, mordendosi il labbro inferiore e guardando George con la coda dell'occhio.
Lui, allora, prese un respiro profondo e si fece coraggio per parlare, evitando però ogni contatto visivo con Newt ‹‹ ho esplorato questa zona mentre stavo con gli spaccati. Non cammineremo del tutto alla cieca... ›› disse infine, cominciando ad avvicinarsi a noi ‹‹ più o meno.
Insomma, almeno so cosa aspettarci ››
‹‹ Bene così ›› rispose Newt, con un tono veramente scocciato dall'idea di seguire George.
Forse avrebbe accettato di dare fiducia a Justin, ma non a lui.
Poco dopo, in seguito a parecchi borbottii di massa, cominciammo a camminare sotto la guida del ragazzo.
Man mano che camminavano il cielo si riempiva di nuvole con una rapidità incredibile, come se qualcuno avesse spento la luce.
Sembrava un video con la velocità aumentata. Mi ero completamente dimenticata della rapidità col quale cambiava il tempo lì fuori.
La nostalgia mi pizzicò il cuore, e subito mi barcollò per la testa l'immagine dei radurai. Di tutti i radurai. E di Thomas.
Stava diventando il mio pallino fisso quel ragazzo, riusciva ad invadermi la mente con veramente poco. Continuavo a ripetermi che lo odiavo, ma c'era sempre quell'appiglio di affetto che mi legava a lui. Distrattamente, mi portai le mani tra i capelli, stringendoli lievemente come se volessi in qualche modo strapparmi via quei pensieri dalla testa.
Così, rivolsi uno sguardo rapido sia a Teresa che a Newt, chiedendomi se anche a loro mancassero tutti gli altri e se anche a loro quel cambiamento improvviso ricordasse la fase due dei test.
Eppure, le loro espressioni mostravano solo i segni della fatica che provavano nel camminare sotto quella pressione. Il vento, poi, cominciò a frustarci il volto, così Newt divenne troppo impegnato ad evitare che il bambino pigliasse freddo piuttosto che curarsi del tempo o dei possibili ricordi.
Solo quando cominciò a tuonare e a piovere alzammo il volto verso il cielo, in modo totalmente stupito.
Le gocce erano smisuratamente grandi, e quando picchiavano sul volto sembravano pezzi di grandine.
L'acqua, oltretutto, era bollente e puzzava. Non era quel piacevole odore di pioggia, ma una puzza di fango, uova marce e qualche altra cosa di veramente poco piacevole.
Dava il voltastomaco, e l'idea che eravamo lì sotto a farci una bella doccia di quell'acqua puzzolente non mi faceva saltare di gioia.
Nel giro di qualche minuto la pioggia cominciò a scendere in modo così costante e fastidioso che a stento si riusciva a vedere. Inoltre il rumore era così forte che non sentivamo nemmeno chi ci parlava accanto.
Questo, comunque, non ci impedii di vedere che la strada davanti a noi era bloccata da alcune macchine parcheggiate a ferro di cavallo davanti a noi, con i fari accesi in modo da rendersi totalmente visibili. Fuori da queste auto, c'erano delle persone con dei fucili puntati nella nostra direzione, pronti a fare fuoco in caso qualcuno di noi provasse a fare solo una mossa falsa.
Agitavano i fucili in modo minaccioso, ed anche se non sentivo una sola parola di ciò che diceva l'uomo che si avvicinava verso di noi, riuscii ad intuire che fossero delle minacce.
Sentii solo delle grida lontane.
‹‹ Fermi! ›› gridò poi una voce femminile, che riuscii subito ad identificare.
Era Jillian, che camminava in modo lento e tremolante.
Allora tutti abbassarono le armi, guardandosi in modo confuso.
‹‹ Sono... sono miei amici ›› disse di nuovo. Ma era quasi... spaventata. Appena fu più vicina, riuscii a vedere che il suo volto era segnato da una luna cicatrice che partiva dall'occhio sinistro ed arrivava fino all'angolo destro delle labbra. Ed era oltretutto una cicatrice fresca. Tremava, ma cercava di rimanere il più stabile possibile.
Raggiunse in poco tempo Justin e si poggiò alla sua spalla, guardandoci poco dopo uno ad uno. Pochi istanti dopo, Nate l'affiancò, legandosi il suo braccio attorno alle spalle.
‹‹ Jillian? Che ti è successo? ›› domandò Newt, e nonostante il suo tono di voce era sovrastato dal rumore della pioggia, Jillian riuscì a sentirlo.
I suoi occhi rosa sembravano dannatamente spenti, e una buona parte di me si stava domandando se quella pioggia non fosse troppo rischiosa per una come lei.
‹‹ La base... è andata totalmente distrutta, vero? ›› sussurrò.
Nate si morse il labbro inferiore, e tutti cominciarono a guardarsi in faccia, bisbigliando qualcosa che non riuscivamo ad afferrare.
‹‹ La base... ›› ripeté Jill.
‹‹ Sì, è stata totalmente distrutta. Siamo rimasti solo noi ›› rispose Justin.
‹‹ Piuttosto, dov'eravate voi? Eh? ›› emerse una voce dal gruppo, amara e severa, carica di odio e allo stesso tempo tristezza ‹‹ dov'eravate mentre noi cercavamo di fuggire? Mentre delle vite sono morte lì sotto! Siamo fuggiti dalla C.A.T.T.I.V.O. per poi essere sterminati nell'Eden? ››
‹‹ Chiudi la bocca Tracy! ›› sbottò qualcun altro.
Jillian a quelle parole sembrò sbiancare, così rivolse a Nate uno sguardo dispiaciuto e carico di sensi di colpa.
‹‹ Siamo andati a Denver per incontrare alcuni colleghi infiltrati al braccio destro ›› cominciò a spiegare Nate, mentre Jillian si massaggiava le tempie ‹‹ Mentre parlavamo, una televisione locale ha mandato in onda la notizia che alcuni aerei in volo erano stati abbattuti. Poco dopo un anonimo ci ha mandato un messaggio, riferendoci che la base era sotto attacco, poi c'è stata una sorta d'interferenza, e abbiamo praticamente perso conoscenza ››
‹‹ Quindi vi hanno teso un imboscata? ›› disse Newt, cercando di fare una sorta di riassunto della storia.
Nate, semplicemente, fece le spallucce.
Non era ancora chiaro come avessero trovato la base, a me, in verità, sembrava tutto troppo strano.
Doveva esserci qualcosa che ci sfuggiva. Automaticamente, portai lo sguardo sul bambino, che continuava ad essere spaventosamente calmo.
‹‹ E loro chi sono? ›› domandò George, riferendosi alle persone in macchina
‹‹ Colleghi ›› rispose semplicemente Jillian, raddrizzandosi con la schiena ‹‹ avanti... salite sulle auto, non è sicuro stare così esposti. Il braccio destro ci sta dando la caccia. Trovate il modo di stare nelle auto e vi porteremo fino all'aeroporto più vicino, così da spedirvi poi in altre basi o... oppure... non lo so. Facciamo che ci studiamo un piano mentre siamo in viaggio ›› la sua voce tremava dal nervoso, era palesemente turbata.
Poi, poco dopo, ricordai. In quel momento, realizzai che Eva era partita in aereo.
Mi pietrificai sul posto, non rendendomi conto che Newt mi stesse sussurrando qualcosa all'orecchio.
Notai che tutti si stavano muovendo in direzione delle auto, ma Newt, io e Teresa, restammo immobili.
Jillian sembrò non rendersene nemmeno conto, e tanto meno Nate, che si guardava attorno con uno sguardo amareggiato. Se Eva aveva preso un aereo, allora era morta.
Non riuscivo a metabolizzare bene quella notizia, o comunque ad accettarla.
Non poteva essere morta. Non potevo averla persa sul serio.
Newt mi afferrò la mano, stringendola saldamente nella mia. Quando si abbassò di colpo per farmi scudo col suo corpo, tornai alla realtà.
Mi resi conto che sopra le nostre teste stavano lampeggiando delle luci.
Le gocce di pioggia brillavano come tanti piccoli diamanti lucenti, ed il suono fastidioso dell'acqua fu interrotto dal rumore delle eliche di un elicottero in movimento. Le auto davanti a noi sgommarono, accelerando di colpo ed allontanandosi rapidamente.
Non capivo. Provai ad alzarmi, ma Newt mi impediva di muovermi.
Fui sorpresa del fatto che, nonostante tutto, Newt avesse costretto ad abbassarsi anche a Teresa e a non allontanarsi troppo.
‹‹ State giù! ›› gridò, per farsi sentire bene nonostante il rumore dell'elicottero che si abbassava sempre di più.
‹‹ Alzate le mani e tenetele bene in vista! Siete sotto tiro, al primo movimento apriremo il fuoco! ›› disse una voce ad un megafono.
Alzai lievemente la testa, il tanto giusto per poter guardare davanti a noi.
Davanti a noi, c'erano ancora Jillian e Nate, immobili a fissare l'elicottero.
L'espressione di Jillian era seria e sicura di sé, mentre invece, Nate, aveva le labbra schiuse e sembrava essere sbiancato.
‹‹ Alzate le mani al cielo e promettiamo di non fare fuoco! ›› ripeté l'uomo al megafono ‹‹ questo è l'ultimo avvertimento! ›› appena l'uomo terminò la frase, Jillian sollevò le braccia verso il cielo e fece un passo in avanti.
Sentii il rumore dell'arma da fuoco che si caricava, e quando pensai che il problema sarebbe stato uno sparo da parte di quell'uomo, ne sentii uno alle mie spalle.
Chiusi gli occhi, stringendomi in me stessa. Qualcosa di bollente mi passò accanto. L'aria attorno a noi, di colpo, si scaldò. Sentii Newt trasalire, ed il mio cuore cominciò a battere velocemente.
Alzai allarmata il volto verso di lui. Era contratto e spaventato allo stesso tempo, ma stava bene.
Anche Teresa sembrava stare bene. Così, portai lo sguardo davanti a me.
Nate aveva gli occhi sgranati, mentre invece, Jillian aveva ancora quell'espressione seria ed impassibile, con le braccia sollevate verso l'alto.
Poco dopo, lei, cadde a terra e cominciò ad essere mossa da spasmi.
Nathan si chinò rapidamente, cercando di tenerla immobile mentre si muoveva in quel modo incontrollato.
L'aria si riempì di un forte odore di marcio, e nonostante il rumore dell'elicottero, riuscii a sentir Jillian tossire, per poi vedere uscire del liquido argenteo dalla sua bocca. Mercurio.
‹‹ L'ho colpita! ›› gridò un ragazzo alle nostre spalle.
‹‹ Bel lavoro, ragazzi! ›› disse la voce al megafono ‹‹ prendete anche gli altri quattro. Loro verranno con noi alla base. ››
Newt si drizzò con la schiena, sbuffando in modo infastidito.
Il ragazzo dietro di noi ci aveva raggiunti, e puntava un arma contro la schiena di Newt.
Gli afferrò le spalle e lo fece alzare, ridendo con fare piuttosto soddisfatto ‹‹ alza le braccia al cielo, ragazzino! Non mi metterò problemi a colpire anche te! ›› in poco tempo, fummo accerchiati da altri tre di loro. Uno per ognuno di noi. Altre tre persone scesero dall'elicottero per andare a recuperare il corpo di Jillian.
Ciò che mi fece gelare il sangue, però, non fu essere accerchiata da delle persone che mi stavano ammanettando e costringendo a salire su un elicottero per portarmi chissà dove, ma fu vedere che una delle tre persone che stavano scendendo dall'elicottero, era Brenda.
Distolsi lo sguardo quando uno di quei ragazzi armati mi diede una spinta per farmi camminare verso l'elicottero, che nel frattempo aveva toccato terra per farci salire.
‹‹ Muovi il culo! ›› mi spronò uno di loro, puntandomi l'arma alla schiena e premendola in modo insistente.
Il sangue mi stava ribollendo nelle vene al pensiero di aver rivisto proprio il suo viso.
E l'avrei riconosciuto tra mille.
Diedi una veloce occhiata a Teresa appena salii sul veicolo, ma sembrò non farci caso, o forse, semplicemente, era ancora leggermente scossa.
‹‹ Non ci posso credere ›› sussurrò Newt, con la mano piantata sul volto ‹‹ siamo finiti di nuovo nella tela del ragno ››
‹‹ Che cosa faremo adesso? ›› rispose Teresa con un sussurro a sua volta
‹‹ Odio ammetterlo, ma non ne ho la più pallida idea ›› concluse Newt, fissando le persone che salivano a bordo del veicolo.
Nate si sedette accanto a lui, raggomitolato in sé stesso, col volto pallido e gli occhi sgranati.
Tremava come una foglia, trasalendo quando le persone col corpo di Jillian gli passarono accanto.
Brenda guardava dritta davanti a sé mentre camminava, non osando incrociare lo sguardo di nessuno di noi.
Una ragazza armata ci rivolse un occhiata, scrutandoci con lo sguardo uno ad uno, poi guardò in direzione del pilota e sorrise.
‹‹ AB 1 a bordo ›› disse ‹‹ possiamo tornare alla base. ››
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