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Capitolo 17

Rimanemmo tutti palesemente basiti.

Minho trasalì visibilmente, come se avesse perso di botto ogni singolo appiglio e fosse precipitato all'improvviso. Io mi sentivo soffocare, invece. Era come se l'ossigeno all'improvviso mi fosse stato portato via.

‹‹ Fateci vedere dov'è. ›› disse di punto in bianco Minho. Era un ordine che non ammetteva repliche.

‹‹ Non hai sentito quello che ho appena detto? ›› rispose la guardia, alzando le mani.

‹‹ Abbiamo sentito benissimo, ma non ci importa. Noi non usciremo da qui senza il nostro amico ›› risposi con un tono fermo, fissando la guardia in cagnesco.

Se avesse provato anche solo a replicare un'altra volta, promisi a me stessa di tirargli un pugno con tutta la rabbia repressa che mi portavo dietro. Ed ero piuttosto certa che Minho mi avrebbe aiutata.

‹‹ Il tuo lavoro non è finito ›› aggiunse Thomas.

Bene, ora eravamo in tre che gli avrebbero tirato un pugno in faccia, in caso avesse qualcosa da obbiettare.

L'altra guardia scosse la testa, sbuffando ‹‹ Non esiste. Voi ci avete chiesto di trovare il vostro amico e noi l'abbiamo fatto. Dateci i nostri soldi. ››

Schiusi le labbra, stringendo i pugno contro i fianchi, poi feci per fare un passo verso la guardia

‹‹ Senti, bruttissima faccia di c- ›› Thomas mi afferrò in tempo e mi tappò la bocca con una mano, facendo leva per riportarmi al mio posto e non farmi muovere.

Soffocai altre parole contro la mano di Thomas, dimenandomi per liberarmi.

‹‹ Sta buona! ›› sbuffò il ragazzo, tenendomi stretta a lui ‹‹ così peggiori tutto ›› sussurrò accanto al mio orecchio.

La guardia mi indicò con l'indice, scrollando le spalle ‹‹ Woh, date un sedativo a quella ragazza! ››

‹‹ Chiudi quella caspio di bocca. ›› rispose Minho, fulminandolo con lo sguardo.

‹‹ E comunque, ti sembra che il ragazzo sia qui con noi? Nessuno vedrà un centesimo finché non siamo tutti insieme. ›› aggiunse Jorge con un tono fermo, avvicinandosi a Thomas, pronto ad aiutarlo in caso gli sfuggissi.

Mi guardai attorno in modo frustrato.

Le guardie si erano messe a confabulare tra loro, mentre io stavo morendo dalla voglia di pestare entrambi.

‹‹ Non puoi farli a brandelli, sono la nostra unica via in questo posto. Pensa a questo ›› sussurrò di nuovo Thomas, provando ad aggrapparsi al mio buon senso.

Ma si sbagliava. Potevo benissimo trovare Newt da sola.

Se mai, sapevo che picchiare le guardie non sarebbe servito a liberarmi della mia rabbia repressa.

Loro alla fine non c'entravano niente. Erano semplici scagnozzi.

‹‹ Già ›› sussurrò Minho ‹‹ conserva la rabbia per quando vedrai Newt. Se devi picchiare qualcuno, picchia lui perché si comporta da testapuzzona ›› schioccò la lingua contro il palato.

presi la mano di Thomas, spostandola dalla mia bocca. Aveva capito che mi ero calmata – più o meno –, ma non si fidò comunque a lasciarmi andare.

‹‹ Non è colpa sua, è la caspio di eruzione ›› sbuffai. Doveva essere per forza così.

Minho scrollò le spalle con fare poco convinto, decise di accontentarsi di quella scusa, così tornò a portare l'attenzione alle guardie.

‹‹ Ehi! Se volete quei soldi,andiamo! ››

‹‹ Va bene ›› disse una delle due guardie, mentre l'altra gli rivolse uno sguardo esasperato ‹‹ seguiteci! ›› e si voltarono, cominciando a camminare.

‹‹ È fatta? ›› domandai.

Brenda mi guardò, annuendo.

Solo a me sembrava anche troppo facile?

Thomas mi spinse, ma mi tenne stretta a sé. Continuava a non fidarsi.

Sapeva che sarei potuta correre alla carica contro le guardie da un momento all'altro, attirando l'attenzione degli spaccati, o peggio, scatenando una vera e propria rivolta da parte loro.

Man mano che camminavamo, sentivo la mia testa pulsare a furia di pensare a ciò che stava succedendo.

Continuavo a ripetere a me stessa che prima uscivamo da quel posto, prima tutta quella situazione sarebbe finita. Newt doveva uscire da lì il prima possibile.

Non badai nemmeno per un secondo al panorama orribile che mi circondava.

Non volevo farlo. Sapevo che se l'avessi fatto avrei finito col pentirmene amaramente.

‹‹ Thomas... ›› richiamai l'attenzione del ragazzo, che nonostante stessimo camminando da un po', non si era spostato e mi teneva stretta a sé.

Ma a quel punto, lo fece. Si spostò e si mise al mio fianco, legando un braccio attorno alle mie spalle come se avesse paura che cominciassi a correre di punto in bianco.

‹‹ Cosa c'è? ›› domandò

‹‹ Ho una brutta sensazione ››

‹‹ Anche io ›› rispose con un tono insicuro ‹‹ ogni volta che penso "non può andare peggio di così", noto qualcosa di questo posto che mi ricredere ››

‹‹ Non intendevo questo ›› sbuffai ‹‹ ma per quanto riguarda Newt. Cosa faremo non riusciremo a convincerlo ad andare via? ››

‹‹ Lo faremo. ›› il suo tono divenne serio e convinto.

Beato lui, io non credevo nemmeno a me stessa.

Ci fermammo. Un uomo aveva cominciato a pestare un ragazzino sulla quale era inciampato.

Fortunatamente non riuscii a vederli bene, perché Brenda era praticamente davanti a me.

Ma Thomas sì, e la guardia ammonì prima ancora che potesse pronunciare una singola parola.

Persi il conto di quanta strada stavamo facendo.

Non parlai nessuno. Ignorai ogni cosa attorno a me. Ignorai tutto, tranne il cartellone che mi trovai davanti una volta raggiunto un muro alto con un passaggio ad arco.

"Zona centrale".

Senti il mio cuore cominciare a battere velocemente.

Eravamo arrivati.

‹‹Ve lo chiederò solo una vota. Siete sicuri di voler entrare? ›› domandò la guardia.

‹‹ Sì ›› risposi assieme a Minho.

‹‹ D'accordo allora. Il vostro amico è nella sala da bowling. Non appena ve lo indichiamo, voglio i nostri soldi ››

‹‹ Ho una voglia matta di prenderlo a pugni ›› sussurrai tra me e me, provocando una risata a Thomas.

‹‹ Muoviamoci ›› sbuffò Jorge.

Poco dopo entrammo nella zona centrale. Era seriamente, dannatamente affollata.

Ogni spaccato era occupato a fare qualcosa.

Da quello sdraiato a terra con un sorriso beato, a quello che danzava con movimenti improponibili e assenza di musica.

Alcuni si picchiavano, altri ridevano a squarciagola, altri si insultavano in modo veramente pesanti, o semplicemente urlavano al cielo.

Era uno scenario pazzesco e senza senso, che l'unica cosa che ti faceva pensare era: perché?.

Non potevo credere ai miei occhi.

Notai che c'erano anche alcune guardie che si guardavano attorno. Erano armate, pronte a fare fuoco in qualsiasi momento.

‹‹ Ricordami di non acquistare nessun immobile da queste parti ›› provò a sdrammatizzare Minho.

‹‹ Te lo ricorderò io ›› risposi, ma Thomas sembrò ignorare i nostri vani tentativi di scherzare sulla questione.

‹‹ Dov'è la sala da bowling? ›› si affrettò a chiedere invece, con una certa urgenza nel tono della voce.

Era in ansia e lo capivo. Quel posto metteva i brividi.

‹‹ Da questa parte ›› rispose una delle guardie, quasi scocciato da quella domanda.

Mi strinsi nelle spalle. Un gesto che Thomas notò subito, ma non spostò la presa.

Forse intuì che mi sentivo tremendamente a disagio lì in mezzo.

Cominciai a domandarmi se anche io avrei fatto la stessa fine di quegli spaccati se la C.A.T.T.I.V.O. non avesse rimosso quel chip.

Con la testa a scatti, mentre gridavo al cielo quale insulto pesante e con le vene che sporgevano fuori dal collo.

‹‹ Ci fissano ›› sussurrò Brenda, facendomi notare quel dettaglio.

Gli spaccati che ci vedevano passare interrompevano le loro attività per seguire i nostri movimenti, e questo portò me e Thomas ad abbassare lo sguardo.

L'ultima cosa che volevo era che uno spaccato interpretasse un mio semplice sguardo in una sfida.

Poco dopo alcuni spaccati cominciarono a fare battute sconce su di noi, scatenando un effetto a catena proprio come quando nel rifugio di Gervaso e Rose cominciavano a ridere uno dopo l'altro.

Qualcuno gridò dei complimenti piuttosto spinti verso me e Brenda, e la cosa mi provocò un certo senso di disgusto e allo stesso tempo una sorta di ansia.

‹‹ Non lasciarmi la spalla ›› sussurrai con un tono intimorito, rivolgendo lo sguardo a Thomas con la coda dell'occhio.

‹‹ Non lo farò ›› rispose Thomas, sussurrando anche lui e stringendo lievemente la presa, ma nemmeno il tempo di fare qualche altro passo che si fermò e si girò di scatto.

Per poco non perse la presa.

C'era una donna con i capelli scuri e scompigliati. Sembrava sana.

‹‹ Voglio baciarti. Cosa ne dici, Mune? ›› e cominciò a ridere.

No, era decisamente una spaccata.

Passò la mano sul petto di Thomas. Provai il grosso impulso di saltarle addosso e strapparle i capelli solo perché ci aveva interrotti con una caspio di domanda senza senso.

Non era quello il momento di perdersi in chiacchiere con una rincaspiata.

‹‹ Andiamo ›› dissi a Thomas, schioccando rumorosamente la lingua.

Non ci pensò due volte e ricominciò a camminare.

Brenda ci affiancò, arricciando il naso. La ragazza si strinse nelle spalle, cercando di sembrare naturale.

‹‹ Finora questa è forse la cosa più raccapricciante ›› sussurrò.

Non potevo essere più d'accordo.

Raggiungemmo la sala da bowling.

Non aveva le porte, per cui bene o male ero in grado di osservare cosa ci fosse al suo interno.

Era tutto distrutto, le pareti quasi completamente prive della carta da parati e il pavimento mezzo distrutto.

‹‹ È qui dentro, adesso pagatevi ›› disse la guardia con tono ovviamente scocciato.

Minho la oltrepassò e si sporse per osservare meglio dentro la stanza,

‹‹ È lì in fondo. È buio, ma è lui di sicuro ››

‹‹ Davvero? ›› il mio tono si riempì di speranza, ed in poco tempo mi allontanai da Thomas per raggiungere Minho.

Mi sporsi anche io.

‹‹ Dov'è? ›› domandai.

Minho allungò la mano ed indicò un angolo nella stanza, ritraendo la mano in poco tempo prima che qualche spaccato lo notasse.

Newt era praticamente da solo in quell'angolo buio. Era girato di spalle, ma lo riconobbi praticamente subito.

Quei capelli biondi e disordinati erano i suoi, e la maglietta era la stessa che indossava sulla berga.

Mi si strinse il cuore a vederlo lì da solo.

Per l'ennesima volta solo, circondato da persone che gli ricordavano costantemente ciò che sarebbe diventato.

‹‹ No, lui non diventerà così. Andrà tutto bene. ›› pensai, alzando lo sguardo verso Minho.

Non mi resi nemmeno conto della piccola discussione che si stava tenendo alle nostre spalle, e l'unica cosa che sentii fu un "vi aspetteremo qui".

‹‹ Andiamo ›› disse Minho, poggiando le mani sulle mie spalle e spingendomi all'interno dell'edificio.

Osservai distrattamente il mucchio di persone dentro la stanza. Alcuni erano gettati sulle piste da bowling, probabilmente in preda agli effetti del nirvana.

Ma i più penosi erano quelli sdraiati per terra, che correvano il rischio di essere schiacciati come insetti dalle persone che camminavano.

‹‹ Aspettaci, caspio! ›› sbraitò Minho, afferrandomi la mano e tirandomi verso di sé.

Contrassi la mascella, osservando gli occhi del mio amico mentre avvicinava il volto al mio‹‹ vuoi che uno di questi rincaspiati decida di prenderti in un angolo e fare di te il suo giocattolino personale? ›› sussurrò a denti stretti.

‹‹ Voglio raggiungere Newt ed uscire da questo caspio di posto il prima possibile. Mi da i brividi. ›› risposi a denti stretti a mia volta.

Capivo la preoccupazione di Minho e non volevo dargli ulteriore motivo di tensione, ma il mio unico obbiettivo era quello di raggiungere l'ultima pista a sinistra di quella caspio di stanza e raggiungere Newt.

Minho sospirò e guardò Thomas, per poi indicare in quella direzione, così che no vedesse anche Thomas.

‹‹ Speriamo che vada tutto bene ›› dissi, prendendo un grosso respiro.

‹‹ Ma come siamo positivi, pive ››

‹‹ Avanti, Minho. Conosci Newt, e sai quanto è ostinato ›› risposi, per poi girarmi e cominciare a camminare nella direzione del ragazzo biondo.

Nonostante gli altri camminassero molto più lentamente e facendo attenzione a non calpestare nessuno, il mio passo era più veloce – e sicuramente meno attento – del loro.

In breve tempo, infatti, mi trovai a pochi centimetri di distanza dal ragazzo, mentre gli altri distavano qualche metro.

‹‹ Razza di pive del cacchio, vi ho detto di andare al diavolo! ›› disse Newt a voce alta, e la sua voce riecheggiò tra le pareti buie di quella sala.

Rimasi di sasso a quelle parole, sgranando gli occhi.

Minho si fermò di colpo, e Thomas per poco non gli finì addosso.

‹‹ Newt... ›› provai a dire, ma il ragazzo soffocò un verso frustrato.

‹‹ Dobbiamo parlarti ›› disse Minho.

‹‹ Non ti avvicinare ›› rispose Newt con una voce calma, ma il tono minaccioso ‹‹ e tu allontanati, Liz. ›› Sentii i brividi lungo la schiena, ma non mi spostai ‹‹ quei criminali mi hanno portato qui per un motivo. Hanno pensato che fossi un cavolo di immune nascosto in quella Berga del caspio. Immaginate la loro sorpresa quando hanno capito che l'Eruzione mi stava divorando il cervello. Hanno detto che era loro dovere civico mollarli in questa topaia ›› aggiunse.

Corrugai la fronte. Ero certa che quei ragazzi sapessero già che Newt avesse l'eruzione. Perché ora diceva così?

‹‹ Perché pensi che siamo qui, Newt? Mi dispiace che tu non sia potuto venire con noi e che ti abbiano catturato. Mi dispiace che ti abbiano portato qui. Ma noi possiamo farti uscire; a quanto pare non importa uno sploff a nessuno di chi e chi viene ››

Chiusi gli occhi a quelle parole. Volevo girarmi a dare uno schiaffo a Thomas e gridargli in faccia che prima di parlare doveva pesare le parole.

Sospirai con fare rassegnato e scossi la testa ‹‹ Thomas, sei un idiota ›› sussurrai, consapevole che l'unica persona che aveva sentito quelle parole fosse Newt.

Quando riaprii gli occhi, Newt si stava girando lentamente verso di noi. Stringeva un lanciagranate tra le mani.

Sgranai gli occhi, fissando il ragazzo davanti a me.

I suoi occhi erano colmi di rabbia, ed il suo aspetto era simile ad una persona che aveva corso e lottato per la propria vita.

‹‹ Che casp- ›› non terminai nemmeno la frase, perché lui mi rivolse la peggiore delle occhiatacce.

‹‹ Ti ho detto di allontanarti da me, Elizabeth ›› disse denti stretti, in un tono più simile ad ringhio animale che ad un tono umano, e così feci, raggiungendo i miei amici.

‹‹ Wow, vacci piano ›› disse Minho, indietreggiando di mezzo passo ‹‹ calmati. Non c'è bisogno di puntarmi in faccia un caspio di lanciagranate mentre parliamo. E comunque, dove hai preso quell'affare? ››

‹‹ L'ho rubato. L'ho preso a una guardia che mi ha... fatto arrabbiare ››

No, quello non era il mio Newt. Tremava leggermente mentre le sue dita scivolavano sopra il grilletto. Era pronto a fare fuoco.

Mi portai una mano sulle labbra, cominciando a mordere nervosamente le unghie dell'indice.

‹‹ Newt, leva le dita dal grilletto ›› dissi, spostando lentamente la mano dalle labbra.

Il ragazzo scosse la testa, tenendo lo sguardo su di noi.

‹‹ Non sto... bene. Davvero, apprezzo che voi pive del cavolo siate venuti a cercarmi. Dico sul serio. Ma questa storia del cacchio finisce qui. ››

‹‹ Questo non è il tuo posto! Tu non sei così!››

Scosse la testa, prendendo un grosso respiro, come se si stesse sforzando di trattenersi ‹‹ questo è il momento in cui voi vo voltate e uscire da quella porta per tornare alla vostra berga e volare via. Mi avete capito? ››

‹‹ No che non capisco, Newt. Abbiamo rischiato la pelle per venire in questo posto e tu sei nostro amico e ti porteremo a casa. Vuoi piagnucolare e gridare mentre impazzisci, va bene. Ma lo farai con noi, non con questi spaccati del caspio. ›› il tono di Minho era frustrato, ma mi domandai mentalmente se sia lui che Thomas avessero perso la delicatezza per strada mentre camminavamo per raggiungere quel posto.

Newt saltellò di colpo, puntando il lanciagranate contro Minho ‹‹ Io sono uno spaccato, Minho! Io sono uno spaccato! Perché non riesci a fartelo entrare in quella testa del cavolo? Se tu avessi l'eruzione e sapessi cosa sta per succederti, vorresti avere i tuoi amici accanto che ti guardano? Eh? Lo vorresti? ›› pronunci quelle parole urlando, come se stesse sputando fuori tutta la frustrazione che stava tenendo dentro di se in quel momento. Tremava sempre di più.

Poco dopo il suo sguardo si posò su di me.

Gli occhi che non esprimevano niente, solo rabbia.

‹‹ E questo vale anche per te! Possibile che nessuno si rende conto che io sto male? Che non voglio che mi osserviate con uno schifo di pietà per il povero spaccato? Tu dovresti capirmi, caspio! ›› gridò di nuovo, per poi girarsi verso Thomas.

‹‹ E tu, Tommy ›› disse, abbassando la voce, assumendo uno sguardo disgustato ‹‹ Hai un bel coraggio a venire per chiedermi di andare con voi. Un bel coraggio. Mi viene il vomito solo a guardarti.

‹‹ Di cosa stai parlando? ›› chiese Thomas.

Newt non rispose, ma continuava a Tremare.

Avevo l'istinto di abbracciarlo. Volevo solo abbracciarlo, anche se era rabbioso e ridotto in quello stato.

‹‹ Ti prego, calmati ›› sussurrai. Avevo un tono di voce terrorizzato. Non ero terrorizzata da lui, ma per lui. Girò per qualche istante lo sguardo su di me, per poi riportarlo si Thomas.

Il suo viso si distese, abbassò l'arma, poi volse lo sguardo verso il pavimento.

‹‹ Newt, non capisco. Perché stai dicendo queste cose? ›› insistette Thomas. Era preoccupato per l'amico tanto quanto lo ero io.

Newt allora rialzò lo sguardo ‹‹ M dispiace, ragazzi. Mi dispiace. Ma ho bisogno che mi ascoltiate. Sto peggiorando di ora in ora e non mi restano molti momenti di lucidità ›› il suo tono era tipico di chi implorava l'ultimo favore. Sentii il mio cuore sprofondare. ‹‹ Andatevene, per favore. ›› aggiunse.

Thomas fece per ribattere, Ma Newt sollevò le mani ‹‹ No! Non voglio più ascoltarvi. Basta... per favore... per favore, andatevene. Vi prego. Vi prego di fare quest'ultima cosa per me. Ve lo chiedo con il cuore in mano, voglio che facciate questo per me. ››

‹‹ Non voglio lasciarti qui ›› mormorai, attirando la sua attenzione. Lui schiuse le labbra e scosse la testa, facendo per parlare, ma sollevai la mano e gli feci cenno di fare silenzio. Mi avvicinai a lui, dimezzando in poco tempo la distanza tra noi ‹‹ non ti lascerò da solo ›› dissi con un tono spezzato ed irregolare.

Lui schiuse le labbra, incatenando gli occhi ai miei ‹‹ ho incontrato un gruppo di persone molto simili a me e stanno progettando di scappare e andare a Denver oggi stesso. Io andrò con loro. Non sarò solo ››

‹‹ Non m'interessa, sai bene cosa intendo ››

‹‹ Sì, e non m'interessa ›› rispose, mantenendo un tono neutro, scuotendo la testa ‹‹ Non mi aspetto che capiate, ma io non posso più stare con voi. Per me sarà già abbastanza dura d'ora in avanti, e lo sarebbe ancora di più se sapessi che vi siete lì ad assistere. Peggio ancora, se vi facessi male. Perciò diamoci questo cacchio di addio una volta per tutte e poi promettetemi che vi ricorderete di me com'ero ai bei vecchi tempi ››

‹‹ Non posso farlo ›› Minho mi levò le parole di bocca. A quel punto, Newt sembrò non vederci più e riprese a gridare

‹‹ Vaffancaspio! Hai la minima idea di quanto sia difficile restare calmo in questo momento? Ho detto quello che dovevo dirvi e ho finito. Adesso andate via! Capito? Andate via! ››

Chiusi gli occhi per via delle urla e mi irrigidì.

Quando li riaprì, il volto di Newt si era dipinto di rabbia.

Perché faceva così?

Odiavo ciò che il virus stava facendo alla sua testa. Era come uno schiavo prigioniero di sé stesso.

‹‹ Credo che il nostro uovo amico vi abbia chiesto di andarvene ›› disse qualcuno. Mi girai lentamente per guardare chi fosse a parlare. Un uomo aveva puntato il dito sul petto di Thomas, e dietro di lui c'erano altri uomini.

‹‹ Non sono affari tuoi. Lui era nostro amico molto prima di venire qui ›› rispose il ragazzo.

‹‹ Quel ragazzo è uno spaccato adesso, e lo siamo anche noi. Questo significa che sono affari nostri. Quindi lasciatelo in pace e andatevene ››

‹‹ Ehi, psicopatico, forse l'eruzione ti ha otturato le orecchie. È una cosa tra noi e Newt. Vattene tu, ››

Allargai le braccia e schiusi le labbra ‹‹ No, Minho, sul serio? Ma ti sei rincaspiato il cervello?! ›› sbraitai.

Non poteva essere davvero così avventato da rispondere ad una provocazione con un'altra provocazione, nonostante fosse nel giusto in quel momento e stesse semplicemente cercando di risolvere le cose con Newt.

Quando lo spaccato davanti a Thomas sollevò la mano con un lungo pezzo di vetro stretto nel pugno, sgranai gli occhi e poggiai le mani sulle labbra ‹‹ speravo che avreste opposto resistenza. Mi stavo annoiando ›› disse, mentre l'uomo fece uno scatto per colpire il volto di Thomas col vetro.

‹‹ Thomas! ›› gridai allarmata, e ancor prima che potessi fare un solo passo, Brenda intervenne e spinse via il braccio dello spaccato.

Minho si gettò sullo spaccato e atterrarono entrambi un una donna, che si mise a sbraitare dimenandosi e scalciando.

In poco tempo, il caos più totale.

Newt poggiò una mano sulla mia spalla, tirandomi indietro da quello scenario.

Alzai lo sguardo su di lui, ma il suo era perso ad osservare quella scena.

Era stato un riflesso involontario?

Digrignò i denti ed impugnò l'arma.

‹‹ Smettetela! Smettetela subito! ›› gridò ‹‹ smettetela o comincerò a sparare, e non me ne frega una sploff di chi verrà colpito! ››

L'uomo che aveva scatenato quella rissa si alzò, dando un calcio alla donna che avevano schiacciato.

Il volto di Minho era pieno di graffi, ma stava bene.

Newt caricò il lancia granate, poi spinse il grilletto, ed una granata colpì lo spaccato al petto e questo cadde a terra mentre si contorceva con le gambe rigide e la bava alla bocca.

Pensai che non avrei mai voluto sperimentare quell'affare su me stessa.

‹‹ Lo avevo avvertito di smetterla ›› disse quasi sussurrando, poi puntò l'arma contro Minho.

Stava tremando di nuovo. Capii che lo faceva perché stava cercando di controllarsi.

‹‹ Adesso voi andatevene ›› abbassò lo sguardo su di me ‹‹ vai da loro, forza. ››

‹‹ Ma io n- ››

‹‹ Senza discutere. ›› disse con tono fermo, ma calmo. ‹‹ Mi dispiace ››

Minho allargò le braccia ‹‹ Vuoi spararmi? Vecchio amico mio? ››

‹‹ Andatevene ›› ribadì Newt ‹‹ ve l'ho chiesto gentilmente. Adesso ve lo sto ordinando. È già abbastanza difficile. ››

‹‹ Vieni con noi, ti prego... ›› cercai di convincerlo mentre mi avvicinando a Minho, ma lo sguardo di Newt era puntato sul ragazzo mentre manteneva una calma apparente.

‹‹ Andatevene. ›› ripeté

Minho sospirò, abbassando le braccia ‹‹ Newt, usciamo... ››

‹‹ Andatevene! ›› gridò Newt, facendo un passo verso Minho mentre gli puntava il lancia granate con più aggressività ‹‹ fuori di qui! ›› il suo corpo tremava così forte che ora non era evidente che non fosse in sé. I suoi occhi non mostravano alcun segno di sanità, e questo mi preoccupava da morire. Stava impazzendo completamente, e quella ne era la prova.

‹‹ Andiamo ›› disse Thomas, afferrandomi il braccio e tirandomi via. Ero rimasta pietrificata mentre lo guardavo e non me n'ero nemmeno resa conto. Quando Thomas mi tirò via più forte, quasi persi l'equilibrio ‹‹ forza ›› aggiunse Thomas. Lo guardai con gli occhi lucidi, ma annuì, senza nemmeno rendermene conto.

‹‹ Non stai parlando sul serio ›› disse Minho. Non avevo mai sentito un tono così triste e morto nella sua voce.

Thomas si limitò ad annuire.

‹‹ Com'è possibile che il mondo si sia così rincaspiato? ›› sussurrò Minho con un tono così bass che a stento si sentì.

Mi girai a guardare un'ultima volta Newt. Il volto era rigato dalle lacrime.

Non mi aspettavo quell'improvviso cambiamento.

‹‹ Mi dispiace. Io... Io sparerò se non ve ne andate. Subito. ››

Rimasi immobile nonostante Thomas cercasse di tirarmi via. Non potevo andarmene. Non così.

Liberai il braccio dalla presa di Thomas e corsi verso Newt, gettandomi contro di lui. Non si oppose. Non troppo almeno, ma spostò l'arma per non farmi schiantare contro questa.

‹‹ Vattene. Vattene subito. ›› disse, con quel tono ancora spezzato ‹‹ non mi metterò problemi a sparare anche te ››

‹‹ Non dire caspiate ›› risposi, legando le braccia dietro il suo collo

‹‹ Ti prego, va. Sono serio sta volta. ›› strinse un braccio dietro la mia schiena. Non era un vero abbraccio, ma decisi di farmelo bastare ‹‹ Va via. Ti prego. Vattene. ›› disse con un tono spezzato.

‹‹ Vieni, Eli ›› disse Jorge, poggiando una mano sulla mia spalla e tirandomi via.

Sciogliere quell'abbraccio era peggio di qualsiasi altra cosa.

Sentii le lacrime rigare il mio volto, esattamente come le sue rigavano il suo.

‹‹ Ciao Newt ›› dissi, mentre mi lasciavo guidare da Jorge, senza spostare lo sguardo dal ragazzo.

‹‹ Addio, Liz ›› Rispose, e fu l'ultima cosa che sentii prima di abbandonare la zona centrale.

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