Capitolo 15
‹‹ Beth?... Beth, svegliati! Non costringermi a tirarti uno schiaffo per farti riprendere! ››
mugolai lievemente. Mi sentivo intontita più che mai. Che stava succedendo? Dov'ero?
Aprii gli occhi lentamente. Vedevo tutto sfuocato, compreso il ragazzo asiatico che avevo davanti, con una mano già chiusa a pugno che mirava dritta alla mia faccia.
‹‹ M-Minho? ›› sbattei le palpebre più volte, mentre il ragazzo tirava un sospiro di sollievo.
‹‹ Meno male che ti sei svegliata. Ti avrei avuta sulla coscienza per sempre! ››
‹‹ Che è successo? ›› mugugnai, mettendomi a sedere. Mi sentivo indolenzita ovunque, la testa completamente vuota e leggera ‹‹ perché fa così tanto caldo? Perché le luci sono spente? Perch- ››
‹‹ Dov'è Newt? ›› domandò di punto in bianco Minho.
Newt! Giusto! Doveva aver spento tutto, non solo il sistema di climatizzazione.
‹‹ Io non... ››
‹‹ Non lo sai. Perfetto! ›› usò un tono sarcastico e si tirò su, porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi ‹‹ forza, aiutami a cercarlo. Non può essersi volatilizzato, insomma! ››
annuii, afferrando la sua mano.
Era stupido, non poteva essere ancora sulla berga. Quegli uomini che erano saliti li ricordavo bene. Così come ricordavo quel ragazzo che si era affiancato a me, prima che cadessi nel sonno.
Seguii il ragazzo fino alla sala centrale, dove trovai anche Thomas.
Non feci in tempo a fare due passi in direzione del ragazzo, che questo subito si fiondò nella mia direzione.
‹‹ Ehi? Stai bene? ››
‹‹ Sto bene ›› risposi, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio ‹‹ com'è andata a Denver? Vi hanno rimosso il filtro? ››
‹‹ Sì, ci hanno rimosso il filtro. La C.A.T.T.I.V.O. ci ha rintracciati, ma ora non c'è tempo, ti spiego dopo ››
corrugai la fronte. Il ragazzo sembrava pallido e parlava con una certa fretta. Minho, che fino a poco fa stava gridando il nome di Newt, ora si era calmato e si era seduto su uno dei divani, reggendo in mano un biglietto.
Io e Thomas ci scambiammo uno sguardo confuso. Mi avvicinai a lui lentamente.
‹‹ Che c'è? ›› domandai a Minho, ma questo non sollevò lo sguardo verso di me. Era troppo intento a fissare quel pezzo di carta che teneva tra le mani.
‹‹ Ehi, cos'è? ›› chiese Thomas.
A quel punto Minho alzò gli occhi verso di noi, allungò il foglio verso la mano del ragazzo e si lasciò sprofondare contro il divano ‹‹ Vieni e vedi tu stesso ››.
Thomas ci raggiunse. Sembrava confuso ‹‹ Se n'è andato ›› disse Minho con tono spezzato.
Mi poggiai le mani sulle labbra, sporgendomi dalla spalla di Thomas per leggere il biglietto.
"Sono riusciti a entrare. Mi stanno portando a vivere con gli altri Spaccati.
È meglio così. Grazie per la vostra amicizia.
Addio."
‹‹ Newt ›› sussurrò Thomas.
‹‹ Lo sapeva... ›› mormorai anche io, abbassando il volto contro il palmo della mano.
‹‹ Cosa sapeva? ›› rispose Thomas di rimando.
Mi sembrava di poter sentire il suono del battito del suo cuore. Era in ansia per l'amico.
‹‹ L'hanno portato via alcuni uomini, ed un ragazzo con una lunga tunica bianca ››
‹‹ E che aspettavi a dircelo? ›› sbottò Minho infastidito, ma ormai rassegnato.
‹‹ In ogni caso, non so dove l'abbiano portato di preciso. Quanto vi sarei utile in questo momento? Meno di zero, Minho, e di sicuro non ho voglia di litigare con voi››
Il ragazzo non rispose, ma mi guardò. Gli occhi spenti, in cerca di metabolizzare la scomparsa dell'amico.
Thomas ed io c'eravamo isolati in un angolo della berga, seduti sul pavimento con la schiena rivolta contro la parete, in modo che il ragazzo potesse raccontarmi ciò che era accaduto a Denver senza troppe interruzioni.
Mi raccontò di quanto fosse bella la città, delle automobili, della macchina-sbirro dove aveva incontrato Janson e... di Gally. Gally era vivo e vegeto. E questo, in qualche modo, non mi stupii più di tanto.
‹‹ Perché alla C.A.T.T.I.V.O. nessuno rimane morto? ›› domandai con un filo di ironia, ma il ragazzo davanti a me non la colse. E per fortuna, forse. In ogni caso non sapevo nemmeno se doveva essere ritenuto morto o meno.
‹‹ Per fortuna no, non l'ho picchiato fino a quel punto ›› borbottò Thomas, con un tono quasi imbarazzato nel pronunciare quelle parole ‹‹ comunque, voglio parlare tutti insieme della questione del braccio destro ››
‹‹ Braccio destro? ››
Thomas annuì, poggiando le braccia sulle ginocchia ‹‹ È un gruppo di persone che sta contro la C.A.T.T.I.V.O., a quanto ha detto Gally, hanno persone sparse in ogni paese del pianeta... o almeno, quelli che sono rimasti. Utilizzano i loro soldi, le loro influenze. Vogliono distruggere la C.A.T.T.I.V.O., ma non hanno le risorse necessarie e tanto meno le conoscenze che invece hanno loro. ››
‹‹ Quindi Gally fa parte del braccio destro, giusto? E come c'è finito lì? ››
‹‹ Per farla breve, quando siamo scappati, e lui è tornato alla C.A.T.T.I.V.O. – come è successo a te –, si è finto pazzo e loro... diciamo che se ne sono liberati, così è potuto andare dal braccio destro.
Comunque, tralasciando la storia di come quel rincasiato sia ancora tra noi, ci parlava di due problemi.
Il primo è che il virus si sta diffondendo a macchia d'olio anche a Denver. Il secondo, è che quelli come noi, cioè gli immuni, stanno scomparendo, e si sospetta che sia la C.A.T.T.I.V.O. a prelevarli ››
‹‹ Per fare cosa? ›› corrugai la fronte ‹‹ altri test? ››
‹‹ Probabile. Gally dice che ha ricevuto voce che sia proprio quello il loro scopo. E noi non possiamo permetterglielo ››
‹‹ Quindi cosa vuoi fare, Thomas? ››
‹‹ Non lo so ›› rispose il ragazzo, sospirando ‹‹ non ne ho la minima idea. O meglio, ne ho una, ma non so se... ››
‹‹ Sputa il rospo, caspio ›› sbottai con un tono secco. Thomas mi guardò schiudendo le labbra.
Mi fissò in silenzio per qualche istante, come se stesse valutando l'idea di confessare le sue intenzioni o meno.
‹‹ Vogliamo metterci in contatto con il braccio destro. Pensiamo che sia una buona idea ››
‹‹ Rifletti bene. ›› lo guardai attentamente, allungando una mano verso la sua ed afferrandola ‹‹ se questa è una tua decisione, Thomas, se senti che questa è l'idea migliore, va bene, mi fido di te.
Ma se è presa con l'influenza di altri, beh... non fare caspiate. Non voglio perdere nessun altro, okay? ››
Sembrò essere lievemente in imbarazzo per via di quel gesto, ma non spostò la mano. Annuì e strinse la presa, alzando gli occhi in direzione degli altri ragazzi.
Nonostante l'apparente calma che Thomas voleva indossare, si vedeva lontano un chilometro che nascondeva qualcosa.
Che fosse per ciò che aveva visto a Denver, per la C.A.T.T.I.V.O., per Gally o per Newt, non lo sapevo. Anche se probabilmente, era proprio Newt il suo più grande problema, al momento.
‹‹ Dove pensi che sia Newt? ›› domandai speranzosa di una risposta, ma Thomas scosse la testa.
‹‹ Non lo so, ma voglio trovarlo. Subito ›› e, come se avesse avuto l'idea del secolo, si alzò e cominciò a sistemare la saletta.
Separò i divani dove io e Newt dormivamo, dato che ora che erano tutti tornati non c'era bisogno di avere una sorta di letto matrimoniale, poi cominciò a gridare il nome di tutti per richiamarli in quella stanza.
Ora che eravamo tutti lì, non era cambiato granché. Il silenzio era rimasto lì come un sovrano, e tutti fissavamo il pavimento come se questo potesse darci le risposte che ci servivano in quel momento.
Ero vicino a Minho, e lo vedevo che stringeva i pugni contro le gambe con fare nervoso.
Non mi piaceva vedere il mio amico in quelle condizioni.
‹‹ Voglio che voi quattro mi ascoltiate ›› disse di punto in bianco, interrompendo quel grosso e pesante silenzio che si era creato nella stanza. Thomas tirò quasi un sospiro di sollievo per non essere stato lui a dover parlare per primo ‹‹ da quando siamo scappati dalla C.A.T.T.I.V.O.,ho accettato praticamente tutto quello che voi testepuzzone avete detto che dovevamo fare. E non mi sono lamentato. Non molto ›› guardò me e Thomas, accennando un sorrisetto ironico, di quelli che solo Minho era capace di fare senza rischiare un pungo in faccia ‹‹ ma proprio qui, in questo preciso istante, io sto prendendo una decisione e voi fare quello ce dico io. E se qualcuno si rifiuta, per me può andare al diavolo. Tranne Beth. Lei ci serve in modo particolare, in questo momento ›› puntualizzò, indicandomi col pollice ‹‹ so che abbiamo obbiettivi più importanti in mente. Dobbiamo metterci in contatto con il braccio destro, decidere cosa fare riguardo alla C.A.T.T.I.V.O..
Tutta quella sploff di salvare il mondo. Ma prima troveremo Newt. Non voglio sentire discussioni. Noi cinque – tutti e cinque – voleremo ovunque sia necessario, e porteremo Newt fuori da lì ›› annuii per dare segno al mio amico che ero pienamente d'accordo con lui, ma questo già lo sapeva.
Mi rivolse un sorriso spontaneo, e dal suo sguardo capii quanto fosse deciso nel voler ritrovare l'amico.
‹‹ Lo chiamano "il palazzo degli spaccati". Dev'essere il posto di cui parlava Newt. È probabile che alcune di quelle guardie con la camicia rossa siano riuscite a entrare nella Berga, lo abbiano trovato e abbiano capito che era infetto. Devono avergli permesso di scriverci un biglietto. Non ho dubbi che le cse siano andate così. ›› quando Brenda pronunciò quelle parole, mi girai lentamente verso di lei, come se fosse la causa di tutto quel male. Aveva uno sguardo perso, come se stesse parlando di quel posto mentre osservava un ricordo lontano.
‹‹ Piccolo errore ›› la indicai ‹‹ non avevano né una camicia rossa e non gli hanno permesso di scriv- ››
Jorge si mise dietro di me, tappandomi la bocca ‹‹ Elizabeth, non è questo il momento di fare la pignola ››
Brenda sollevò gli occhi verso il soffitto, facendo le spallucce.
Perché la cosa non mi stupiva affatto? Eppure quello poteva essere un dettaglio importante, no?
Spostai la mano di Jorge, ma prima che potessi aprire bocca, fu Minho a prendermi per un braccio e trascinarmi verso di sé. Legò le mie braccia dietro la schina, strette da una sua mano per tenermi ferma, poi poggiò il mento sulla mia nuca ‹‹ Sembra un posticino elegante. Ci sei stata? ›› disse rivolgendosi a Brenda. Teneva buona me, ma lui era anche peggio in fatto di provocazioni.
Sapevo che sotto sotto eravamo allo stesso livello di fiducia.
‹‹ No. Ogni grande città ha un Palazzo degli Spaccati, un luogo mandano gli infetti per cercare di rendere sopportabile la situazione prima che raggiungano l'andata. Non so cosa gli facciando a quel punto, ma non è un bel posto dove stare, a prescindere da chi sei, almeno per quello che possono immaginarmi. Sono gli immuni a comandare lì, e vengono pagati profumatamente perché un non-immune non rischierebbe mai di prendersi l'Eruzione. Se vuoi andarci, prima dovremmo pensarci a fondo e a lungo. Siamo totalmente sprovvisti di munizioni, perciò saremo disarmati ››
‹‹ Stai cercando di dissuaderci dall'andare a salvare Newt? ›› sollevai un sopracciglio, osservando il volto di Brenda.
Questa corrugò la fronte, scuotendo velocemente la testa come se le avessi appena tirato uno schiaffo di sorpresa ‹‹ No! ›› rispose con tono stupito ‹‹ sto solo cercando di mettervi in guardia. Avete visto con i vostri occhi quanto sia pericoloso stare lì fuori, figuriamoci in un intero palazzo pieno zeppo di spaccati ad ogni livello dell'eruzione! ››
‹‹ Fatto: ci ho pensato a fondo e a lungo ›› Minho lasciò andare le mie braccia, poggiando poi le mani sulle mie spalle e battendo due volte, come per spronarmi a mantenere la calma ‹‹ Sapete dove si trova il più vicino? ››
‹‹ Sì. Ci siamo passati venendo qui. È dall'altra parte della vallata, proprio ai piedi delle montagne verso Ovest. ››
Minho fremeva dalla voglia di parte. Lo si capiva dal suo tono di voce e dal modo in cui batteva piano piano le mani sulle mie spalle, finché poi non le spostò per batterle insieme una sola volta ‹‹ Allora è lì che andremo. Jorge, fai decollare questo pezzo di sploff! ››
‹‹ Minho, che modi! ›› lo ripresi in modo giocoso, ma lui era così impaziente di partire che l'unica risposta che mi diede, fu un colpetto delicato sulla spalla.
‹‹ Mi fa piacere un po' di avventura, muchacho. Arriveremo tra venti minuti ›› rispose Jorge, avviandosi verso la cabina del pilota.
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