Capitolo 10
‹‹ Liz, no. Sul serio, no. ›› Newt era contrario alla mia idea. Da quando gli avevo detto che sarei rimasta sulla berga con lui, non aveva fatto altro che borbottare quelle parole.
Anche Thomas era piuttosto contrario, ma aveva capito che tanto discutere con me era come farlo con un muro. Sarei rimasta su quella dannatissima berga, che andasse bene loro o meno.
‹‹ Non puoi sbattermi fuori dalla berga, per cui, rimango qui ›› indicai sul pavimento ‹‹ levati dalla testa che ti lascio solo su questo affare ››
Newt schioccò la lingua. Era seduto sul divano, ma si alzò di colpo e si avvicinò a me con passo spedito ‹‹ Ascoltami bene ›› poggiò le mani sulle mie spalle, avvicinando il volto al mio ‹‹ tu vai con gli altri da questo caspio di Hans o come si chiama e ti fai levare quell'affare che hai in testa. Sono abbastanza grande per poter rimanere da solo su un coso che vola. ››
Poggiai le mani sulle sue spalle, sollevando un sopracciglio ‹‹ io non mi faccio mettere le mani nel cervello da nessuno. Sopratutto se si tratta di qualche vecchia conoscenza di miss "mi fingo spaccata perché fa figo". Altra cosa: non ti lascio solo su questo coso. ››
Sollevò gli occhi al soffitto, sbuffando rumorosamente. Fece per rispondere, ma venne interrotto da Thomas, che decise di chiamare un adunanza con una certa urgenza.
Per cui ci ritrovammo tutti seduti vicino alla cabina di pilotaggio, mentre Thomas ci raccontava dei suoi ultimi sogni, dicendo di essere fermamente convinto che fossero frammenti del suo passato.
Per tutto il tempo, rimasi ad ascoltarlo in silenzio, così come stavamo facendo tutti.
Mi ricordavo quella sensazione, l'avevo vissuta quando ero nella radura.
Potevo capirlo benissimo.
Ero vicina a lui mentre parlava, ed appena finì, d'istinto gli afferrai la mano, cogliendolo di sorpresa.
‹‹ Ti capisco ›› Mi guardò lievemente spaesato, ma poi ricambiò la stretta ed annuì.
Minho sbuffò, sollevando le mani verso il soffitto ‹‹ Non vedo cosa c'entri con la nostra situazione. Mi fa solo odiare la C.A.T.T.I.V.O. ancora di più. Per fortuna ce ne siamo andati, e spero di non dover mai più rivedere quella faccia da caspio di Teresa. ››
‹‹ Che caspio c'entra adesso Teresa? ›› sbottai infastidita da quella frase, ricevendo in tutta risposta un'occhiataccia da parte del mio amico, che prima che potesse rispondere, venne interrotto da Newt.
‹‹ In confronto a quella saputella, Brenda è una cavolo di principessa ››
‹‹ Ehm... grazie? ›› rispose Brenda infastidita, incrociando le braccia al petto.
Okay, fantastico. Tutto ma non quello.
‹‹ Già, con la sostanziale differenza che Teresa vi ha salvato il culo nel labirinto e questa vi ha riconsegnati alla C.A.T.T.I.V.O., ma vedo che questo è diventato un dettaglio irrilevante ›› sibilai tra i denti.
Thomas spostò la mano, ma non distolse lo sguardo da me.
‹‹ E questo cosa c'entra? Era tutto un piano della C.A.T.T.I.V.O., tutto studiato a tavolino! ›› ribadì Minho, drizzandosi sulla poltrona ‹‹ era una cosa che doveva accadere ››
‹‹ Ed indovina un po'? ›› mi drizzai anche io, sporgendomi nella sua direzione ‹‹ anche quello che ha fatto Brenda. Con la differenza che Teresa non lo sapeva. ››
‹‹ Non parlate di me come se non fossi qui! ›› s'intromise Brenda, sempre più infastidita da quella discussione che, per lei, sembrava essere scomoda.
Minho mi studiò con lo sguardo. Il suo viso era contratto dal nervoso che lo stava attanagliando, e avrei giurato di non aver mai visto il mio amico a quei livelli
‹‹ Guarda che non mi fido un granché nemmeno di questa qua ›› indicò la ragazza con la testa, voltandosi di botto nella sua direzione ‹‹ Sentiamo, quand'è che sei cambiata? ››
‹‹ Eh? ›› rispose questa, sgranando gli occhi per la sorpresa
‹‹ Da quand'è che ti è venuta questa rabbia del caspio nei confronti della C.A.T.T.I.V.O.? Hai lavorato per loro, hai fatto tutto ciò che volevano nella Zona Bruciata. Eri disposta ad aiutarli a metterci quella maschera in faccia e a trattarci di nuovo come cavie. Quando e perché hai deciso di stare dalla nostra parte con tanta convinzione? ››
‹‹ Io non sono mai stata dalla loro parte. Mai. Non ho mai condiviso il loro modo di operare, ma cosa avrei potuto fare da sola? O anche con Jorge? Ho fatto quello che dovevo per sopravvivere. Ma poi sono stata con voi nella Zona Bruciata e quell'esperienza mi ha fatto capire... beh, mi ha fatto capire che abbiamo una chance. ››
‹‹ Oh, ma per favore! ›› sbottai, alzandomi dalla poltroncina e facendo per andarmene.
‹‹ Elizabeth, aspetta! ›› Thomas si sporse, afferrandomi il braccio. Diedi uno scossone, osservando il ragazzo dritto negli occhi. Glielo leggevo negli occhi che per lui, quello, era un argomento scomodo.
‹‹ Se volete stare qui a farvi riempire la testa di un mucchio di sploff, bene, fate pure. Ma io di certo non me le bevo. ›› diedi uno strattone col braccio per liberarmi dalla sua presa, che aveva già allentato.
Mentre camminavo per allontanarmi, sentii Thomas sospirare.
‹‹ Brenda, credi che la C.A.T.T.I.V.O. inizierà a obbligarci a fare delle cose? A confonderci, a manipolarci, o roba del genere? ›› domandò il ragazzo.
‹‹ È per questo che dobbiamo trovare Hans. Posso solo immaginare quello che farà la C.A.T.T.I.V.O. Ogni volta che li ho visti usare il dispositivo impiantato nella testa di qualcuno per controllarlo, quella persona si trovava vicino e sotto osservazione. Ma dato che voi state scappando e non hanno modo di sapere esattamente quello che state facendo, non correranno il rischio. ››
‹‹ Hanno controllato Elizabeth mentre eravamo nella zona bruciata ›› disse Minho ‹‹ l'hanno convinta di essere malata, portandola a vari livelli dell'eruzione... o qualche rincaspiata del genere ››
‹‹ No, no, quello era un chip aggiuntivo, probabilmente in fase sperimentale, che ne so. Non corriamo rischi di quel genere... spero. In ogni caso non avremo risposte certe finché non troviamo Hans, questo ve lo assicuro. ››
Mi sedetti sul divano, in attesa che quella caspio di adunanza finisse.
Sentivo solo bisbiglii, finché poi non sentii un botto contro il muro. Sobbalzai sulla poltrona. Era un colpo forte.
‹‹ Prima di tutto, non ha nessuna importanza se io ho quel cacchio di affare nel cervello, tra non
molto avrò comunque superato l'Andata. E non voglio morire sapendo di essermene andato in giro per una città popolata di gente sana e di averla contagiata. ›› era Newt, ed era piuttosto nervoso. Sentivo la sua voce nonostante fossimo ad una distanza niente male.
Ci fu un attimo di silenzio, poi riprese a parlare, sempre con un tono di voce piuttosto alto ed udibile ‹‹ Beh, non svenatevi per cercare di convincermi. Sappiamo tutti che la portentosa cura della C.A.T.T.I.V.O. non funzionerà mai, e non la vorrei comunque. Non c'è molto per cui vivere su questo pianeta di sploff. Rimarrò sulla Berga mentre voi andate in città. ›› e, detto questo, sentii dei passi pesanti avvicinarsi.
Avevo gli occhi sgranati, perché non avevo mai sentito così tanta rabbia nella voce di Newt.
Mai.
E fui ancora più sorpresa quando lo vidi varcare la soglia di quel piccolo corridoio, perché il suo sguardo era dannatamente e palesemente nervoso, ed allo stesso tempo spento.
Non sembrava essere lui.
Si fermò a pochi centimetri dalla poltrona, schioccò la lingua e fece un cenno con la testa
‹‹ Spostati. Fammi sedere. ›› sbuffò. Sgranai gli occhi e feci ciò che disse, e lui si lasciò cadere sulla poltrona, poggiandosi pochi istanti dopo una mano sulla fronte ed inspirando profondamente.
Corrugai la fronte. Tremava da quanto era nervoso.
‹‹ Si può sapere che caspio ti è preso? Ancora un po' e sfondavi il muro con quel pugno! ›› sbraitò Minho, che aveva appena varcato la soglia del corridoio.
Newt contrasse la mascella, spostando la mano dagli occhi. Lo guardò, ma non rispose.
‹‹ Hai tirato un pugno alla parete? Era quello il tonfo che ho sentito? ›› ero sempre più sbalordita.
Ancora un po' e se sgranavo ancora gli occhi ero certa che sarebbero rotolati fuori dalle orbite per poi disperdersi in giro per la berga come due palle da biliardo.
‹‹ Già, caspio, sono stupito di come non si sia frantumato la mano! ›› sbuffò Minho, e poco dopo sbuffò anche Newt, che sollevò una mano e la mosse.
‹‹ Guardala, sta da Dio e so ancora muoverla. Non mi sono fatto niente. ›› beh, era arrossata, ma integra.
La presi prima che potesse riabbassarla. Mi guardò con la coda dell'occhio, ma mi lasciò fare, riportando poco dopo lo sguardo sull'amico.
‹‹ Non m'interessa della tua mano, dannazione. Voglio solo sapere perché hai reagito così ››
‹‹ Non voglio più che qualcuno insista con questa cosa di Denver. Rimango qui, punto. Voi andate a farvi fare quel caspio che dovete fare con Hans e chiudiamo qui la questione. Tutti voi andrete lì, chiaro? ›› avevo la testa china sulla sua mano, la osservavo attentamente per assicurarmi che non avesse tagli o cose del genere, ma sapevo bene che mentre marcava la parola "tutti", stava guardando me.
‹‹ Ci andranno Tutti, non preoccuparti ›› risposi.
Lo sentii sbuffare, e ritrasse la mano ‹‹ Anche tu, Liz. ››
‹‹ Ti ho già detto che io rimango qui con te, razza di testa puzzona testarda! ››
‹‹ Ma senti da che pulpito venne la predica! ››
‹‹ Okay, non voglio assistere ad un litigio tra fidanzatini dispettosi ›› Minho alzò le mani in segno di resa ‹‹ datevi entrambi una caspio di calmata, o sarò costretto a darvi un pugno in testa ad entrambi per stordirvi e mettervi a nanna! ››
‹‹ Ehm... che sta succedendo? ›› mormorò Thomas, che era appena entrato.
Il ragazzo aveva gli occhi puntati su Newt, ed aveva uno sguardo totalmente apatico, come se non fosse nemmeno in sé.
‹‹ Piccoli litigi, niente di che, tutto in regola ››
‹‹ Fantastico, avete deciso di spostare l'adunanza qui? Perché ci metto meno di un nanosecondo ad alzarmi e spostarmi altrove. ›› sibilò tra i denti Newt, con la mascella ancora contratta.
‹‹ No, l'adunanza è finita ›› rispose Thomas
‹‹ Bene così, allora che ci fate qui? ››
‹‹ Niente... ››
‹‹ Bene così, allora trovate un modo per convincere Liz ad andare a Denver con voi. ››
‹‹ Non possiamo di certo imbavagliarla e trascinarla in spalla ›› Minho incrociò le braccia, e Thomas annuì.
‹‹ Le ho già spiegato che per me era una pessima idea ›› aggiunse Thomas.
Newt fece una specie di broncio menefreghista, mi rivolse una rapida occhiata, poi sollevò entrambe le sopracciglia e distese le braccia lungo lo schienale del divano ‹‹ Non so, magari potete prendervi la manina ed entrare a Denver insieme, Tommy. Eravate carini, poco fa ››
‹‹ Oh santo cielo... ›› mi poggiai la mano sulla fronte.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante, durante il quale ci scambiammo tutti piccole occhiate.
Thomas sembrava esser arrossito, Minho era rimasto in silenzio e si guardava attorno come per chiedersi "perché sono ancora qui?", e Newt... beh, Newt si guardava le mani con fare strafottente.
‹‹ In ogni caso, fate quel caspio che volete. Ho già espresso il mio parere e non intendo discuterne ulteriormente ›› si alzò di scatto dal divano, come se qualcuno gli avesse dato la scossa. Lo guardai con la fronte corrugata, ma lui m'ignorò, avviandosi altrove.
Ci sparpagliammo di nuovo tutti. Newt si era completamente isolato, non voleva entrare in contatto con nessuno, ed io preferii non disturbarlo. Tanto qualsiasi tentativo per avvicinarmi a lui sembrava inutile.
Minho si era scusato circa una quarantina di volte per come stavamo discutendo poco fa, e Thomas... beh, Thomas era preoccupato per ciò a cui stavamo andando incontro.
Brenda invece mi evitava come la peste, il che non mi dispiaceva affatto.
Alla fine, però, ci ritrovammo entrambe in uno piccolo scompartimento pieno di cose che potevano essere utili. Coperte, cibo in scatola, armi e così via.
‹‹ Tieni ›› mi disse di punto in bianco la ragazza. Era alle mie spalle, mentre io ero china per prendere fuori due paia di coperte, per portarle nella sala con i divani.
Mi girai. Mi stava porgendo una vecchia coperta grigia.
La presi con un gesto secco, ma lei non sembrò stupita. Semplicemente sospirò con fare rassegnato.
‹‹ Grazie ›› dissi, cercando di assumere un tono cordiale, che però risultò più forzato che mai.
Piegai la coperta e la misi al posto di una di quelle che avevo in mano.
‹‹ So che mi odi ›› riprese
‹‹ Complimenti, sei perspicace ›› schioccai la lingua ‹‹ vuoi una statuetta? ››
‹‹ Sono preoccupata per te e i tuoi amici. Non volevo fare nulla di sbagliato, Elizabeth, facevo solo ciò che avrebbe fatto chiunque per sopravvivere! Lo facevi anche tu, andiamo! ››
Mi alzai in piedi di scatto, guardando la ragazza davanti a me. Ma non dissi una parola.
Rimasi immobile a fissarla.
‹‹ Stavo solo facendo il mio lavoro ›› aggiunse.
‹‹ Ed io il mio ›› risposi. Lei sospirò, ancora con quel fare rassegnato. Si girò a guardarsi alle spalle, poi riportò la sua attenzione su di me, mentre cercavo di prendere anche due cuscini tra le mani.
‹‹ Vuoi una mano? ›› disse, sporgendo le mani verso di me
‹‹ No, ce la faccio. Ma grazie per pensiero ›› risposi con tono sarcastico.
Una parte di me si sentiva quasi in colpa per come la stavo trattando, ma l'altra no. Per niente.
‹‹ Senti... mi dispiace per tutto ciò che ho fatto. Mi dispiace anche per quello che stai affrontando. Con Newt, intendo ›› disse. Sembrava sincera. Prese un piccolo respiro profondo ‹‹ deve essere una situazione nuova per te ››
‹‹ Forse... ma ho già avuto a che fare con l'eruzione, in passato. So come agisce, mi è stato spiegato mentre ero alla base ››
‹‹ Beh, meglio per te ›› accennò un sorriso ‹‹ se vuoi, mentre siamo a Denver, proverò a procurarmi un po' di Nirvana e proverò a portarlo da voi... è una droga carissima, ma magari posso rubarla o... non so, corrompere qualcuno ›› scrollò le spalle ‹‹ potrebbe rallentare un po' l'eruzione ››
Mi grattai la testa e corrugai la fronte. Perché improvvisamente si comportava in quel modo così gentile con me?
Che ci fosse lo zampino di Jorge, o Thomas?
‹‹ Grazie ›› dissi, cercando di sembrare il più naturale possibile ‹‹ sarebbe... carino ››
lei sorrise di nuovo, ma sta volta il suo sguardo sembrò più di compatimento ‹‹ figurati...
Deve essere brutto. Newt è una persona veramente sotto stress, praticamente perennemente... no? ››
‹‹ Sì, è così ›› dissi ‹‹ è sempre stato così ››
‹‹ Immagino... è per questo che l'eruzione in lui avanza così in fretta ››
‹‹ Sì, beh, ecco... ora è meglio se vado di là, se non ti dispiace... ››
Mi sentivo a disagio a parlare con lei di queste cose. Capivo che voleva essere solo gentile, ed in qualche modo voleva conquistare la mia fiducia, ma era proprio l'ultima persona con cui volevo fare quel discorso.
E poi ero piuttosto consapevole di ciò che stava accadendo a Newt, ma preferivo non pensarci e non avere qualcuno che mi spiattellasse in faccia ciò che stava accadendo nella sua testa.
Non volevo pensarci. Era già abbastanza doloroso senza che qualcuno rigirasse il coltello nella piaga in quel modo.
Tornai nel salottino. Newt era seduto a terra, accanto al divano. Fissava la parete davanti a sé come se fosse lo spettacolo più bello di quel posto.
Decisi che forse l'idea migliore era quello di lasciarlo stare tra i suoi pensieri, in quel momento.
Avrebbe ripreso a parlarmi quando se la sentiva. Non volevo forzarlo.
Mi avvicinai ad uno dei divani e cominciai a sistemarlo con una coperta ed un cuscino. Stessa cosa feci con l'altro.
Cercai di renderli il più comodo possibile, in modo che potessimo passare delle notti decenti.
‹‹ Liz... ›› mi chiamò Newt di punto in bianco, con un tono piuttosto smorto e carico di sensi di colpa.
‹‹ Sì? ››
‹‹ Scusami ›› sussurrò come un bambino, alzandosi dal pavimento ‹‹ sono una testa puzzona ››
‹‹ Lo so ›› scrollai le spalle ‹‹ ma non importa. Ti avevo già perdonato anche senza che mi chiedessi scusa. So che è difficile per te ›› dissi, sistemando la coperta sul divano davanti a me.
Sentii le sue braccia legarsi attorno alla mia vita, ed il suo mento si posò sulla mia spalla.
‹‹ Non voglio discutere con te ››
‹‹ Non abbiamo discusso, Newt ››
‹‹ Ma non voglio che tu rimanga qui sulla berga ›› continuò ‹‹ voglio che tu vada a Denver assieme agli altri ››
‹‹ Non ti lascerò qui da solo. Quante volte devo dirtelo? ›› lo guardai con la coda dell'occhio.
Chiuse gli occhi per qualche istante, inspirò profondamente e nascose il volto contro il mio collo, stringendomi a sé come se fossi il suo orsacchiotto.
‹‹ Okay ›› disse infine, spostandosi ‹‹ va bene ›› si mise dietro uno dei divani che avevo sistemato con le coperte e cominciò a spingerlo accanto all'altro.
‹‹ Che stai facendo? ››
‹‹ Unisco i divani, non vedi? ››
‹‹ Sì, lo vedo ma... perché? ››
‹‹ Vuoi rimanere qui con me, no? Bene. Tu non vuoi che io rimanga solo, ed io non voglio che tu dorma sola. ››
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