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Capitolo 51

Finii con il bere un paio di giri di shottini e qualche sorso di birra. Ero in orbita.
Non ero abituata a mandare giù dell'alcool.
Mi sentivo leggera, il viso in fiamme e imitai i passi della shuffle dance che Mia stava cercando di insegnarmi. Ero negata ma lei mi incitava. Ginevra invece se ne stava in disparte a parlare con Luca. Giulio rideva di gusto.

Chissà come dovevo sembrare ridicola ai suoi occhi, eppure non gli diedi peso e continuai a ballare. Ero felice e spensierata. E questo mi bastava.

Decisero che era arrivato il momento di andare da Pepe e in quel preciso istante mi venne un attacco di panico. E senza dire nulla al gruppetto mi allontanai verso i motorini.

Iniziai a sudare freddo, la tachicardia mi martellava il petto, mi si formò un nodo in gola, mi sembrava di soffocare.
Mi sdraiai a terra di fianco al Ciao.
Se dovevo morire volevo farlo di fianco al mio motorino.
Chiusi gli occhi, cercai di controllare il respiro, allungai le braccia dietro di me e poi le riportai lungo i fianchi. Mi girava la testa. Forse stavo per vomitare. Senza forse. Mi alzai con la schiena di scatto e buttai fuori un bel po' di liquido. Sentii una presenza alle mie spalle.

«Cristo Santo! Non credevo stessi così male» disse Giulio con un tono di voce spaventato.
«Sto alla grande, non vedi?» risposi, pulendomi la bocca.
Nel frattempo tutti gli altri ci raggiunsero.
«Mi sa che ti conviene portarla a casa» consigliò Luca.
«Sì, hai ragione. Voi iniziate ad andare, ci vediamo dopo» rispose Giulio, mentre gli altri salirono sulla macchina, io mi tirai su e barcollai. Giulio mi prese al volo.

«Forse è meglio che lasci qui il Ciao. Te lo porto a casa io.»
«Ascoltami bene, occhi blu. Adesso io e il mio motorino ce ne andiamo a casa, e tu puoi tranquillamente andare insieme agli altri. Non devi preoccuparti. Sono solo pochi metri. Ce la faccio» biascicai.

Non ce l'avrei fatta nemmeno a salire sopra al Ciao, figuriamoci a fare quei pochi metri per raggiungere il condominio.

«Dai, allora, salici sopra e andiamo! Ti faccio da scorta.»

Salii sul Ciao e pedalai per accenderlo.
Il piede scivolò e sentii lo sfregamento contro il pedale. Non avevo molte forze. Così lasciai perdere e mi appoggiai sul manubrio.
«Forse è meglio andare a piedi» confessai.

Giulio sorrise soddisfatto mentre mi fece cenno di scendere, salì sul motorino, lo accese e disse:
«Dai, monta, che lo portiamo a casa insieme il tuo motorino.»
Mi sedetti sulla sella piccola del Ciao stringendomi a Giulio.

Era la prima volta che qualcuno guidava il mio motorino. E mi commossi, talmente tanto che mi venne da piangere. Non so se fosse per la dolcezza di questo ragazzo oppure per il dolore che riaffiorava inconsciamente verso Lorenzo. O molto semplicemente, era l'alcool che giocava con le mie sensazioni.
E mi strinsi ancora di più a Giulio.

Quando arrivammo davanti al condominio gli feci strada verso i garage.
Il cortile sul retro era illuminato dalla luce di un appartamento, non si vedeva granché, ma Giulio riuscì comunque a capire dove fosse il balcone della vicina.

Si fermò e io non mi staccai da lui. Mi trovavo bene in quella posizione: con il busto attaccato alla sua schiena e il viso sulla sua spalla.

«Ehi, ti senti bene?» mi chiese.
«Troppo» e sentii scivolare un'altra lacrima sul viso.

Giulio mi prese le mani, le staccò dalla sua pancia e scese.
Io appoggiai la guancia contro il muro.
Mi guardò, lo guardai.
Mi portò la mano sul viso e asciugò le lacrime. Lo lasciai fare. Adoravo quel contatto.
Poi mi afferrò per le mani e mi fece scendere.

Seguii ogni suo movimento restando in silenzio.
Mi prese il braccio e se lo avvolse intorno al collo, poi mi cinse la vita con il suo braccio e ci incamminammo. Mi portò fuori dal cortile e andò all'entrata del condominio.
Non desideravo andare a casa. Volevo stare ancora in sua compagnia.
Per un attimo avevo dimenticato l'appuntamento con Lorenzo.
E nel momento in cui mi venne in mente, sussultai. Non sarei riuscita ad andare.

Rimasi sorretta a Giulio e mi accompagnò verso il muretto. Ci sedemmo, lui con ancora il braccio intorno alla vita, io con il braccio sulle sue spalle, e appoggiai la testa su di lui e chiusigli occhi.
Era bello stare lì in silenzio e ascoltare il rumore dei nostri respiri.

Spazio autrice:
Ehilà, Wattpadiani, come state?
Viola non è riuscita ad andare all'appuntamento con Lore.
Secondo voi, riuscirà a parlare con lui?
Nel frattempo, Giulio è sempre dolce e tenero con lei.
Gli amici servono soprattutto nel momento del bisogno, e lui la aiuta sempre. 😂❤️

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