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Capitolo 31

Aveva smesso di piovere e appena aprii la porta del fast food venni colpita in faccia da un freddo esagerato. L'inverno non aveva nessuna voglia di aspettare il suo turno.

Mano nella mano, io e Lore raggiungemmo la macchina. Prima di salire mi fermai, lo spinsi vicino alla portiera e lo baciai.
Lo stavo ringraziando.

Non ricordavo nemmeno se qualcuno avesse mai avuto nei miei riguardi quel senso di protezione. E la cosa mi fece talmente piacere che dovetti lottare con tutta me stessa e staccarmi da quelle labbra accoglienti.

Lore si era rabbuiato.
Salì in macchina e non disse nulla.
Uscimmo dal parcheggio.
Notai che stringeva le mani al volante. E a me 'sta cosa metteva angoscia.
«Faccio così schifo a baciare?» chiesi per spezzare quel silenzio.
«No» rispose, fissando la strada.
«Hai ancora voglia di andare a casa tua?»
«Sì.»
«Non mi sembri dell'umore adatto. Portami a casa.»
«Vuoi andare a casa?»
«No.»
«Allora andiamo a casa mia. Ho voglia di stare ancora insieme a te» disse, staccando una mano dal volante in cerca della mia.

Avrei voluto sapere i suoi pensieri, forse li potevo intuire, ma decisi di non insistere e rimasi in silenzio con la sua mano stretta alla mia.

In giro per la città c'era abbastanza traffico ma
quando Lore svoltò in una stradina di campagna, il caos svanì e prese posto un silenzio piacevole.
Guidò per qualche centinaio di metri e percorse un viale alberato. In fondo c'era un'enorme cancello in cui si intravedeva una grande villa.

Ero terrorizzata e mi sentivo a disagio.
Abituata al mio piccolo appartamento e al mio sgabuzzino avevo la sensazione di potermi perdere in quella casa.
Strinsi la mano di Lore.
«Tutto bene?» mi chiese mostrando un sorriso.
Sospirai e sentii un calore alla pancia.
Sentii anche un formicolio al braccio sinistro.
E speravo non mi venisse un infarto.
Liberai la mano da quella di Lore e aprendola e chiudendola cercai di far fluire il sangue in tutto il braccio. Non potevo rovinare questo momento, in questo modo.
Respirai a fondo.
Il formicolio era dovuto alla posizione precedente e sparì.
Dannata ipocondria!

«Sì, tutto bene. Sono terrorizzata.»
Lore sorrise e mentre il cancello automatico si apriva disse: «Non avere paura, io non ti farei mai del male.»

Io non avevo paura che mi facesse del male, io ero terrorizzata che mi facesse troppo bene, e non ero abituata a queste sensazioni.
L'unica cosa da fare era lasciarmi andare senza pensieri. Come se fosse stato facile.

Arrivammo davanti a quella casa maestosa, Lore scese dalla macchina mentre io me ne stavo seduta sul sedile e fissavo la porta d'entrata.

Come minimo, ora esce Martinotti e mi vede. Con la sfortuna che ho, quello è già tornato. Cazzo gli dico? pensai.

«Non scendi?» mi chiese, aprendo la portiera dalla mia parte.

Ok, Viola, ora ascoltami. Martinotti non c'è. Vedi qualche macchina in giro, per caso?
No, quindi fidati di Lore, entra senza fare tante storie.
Mi stavo auto convincendo o stavo semplicemente impazzendo.
Di sicuro, la seconda.

«Sì, scendo» risposi, riemergendo dai miei pensieri.

Entrai in casa e rimasi a bocca aperta.
Il salone era enorme con divani bianchi moderni posizionati vicino a una vetrata che dava sul giardino. Nella parte destra c'era un grosso tavolo in vetro con sedie bianche. Più che sedie sembravano dei troni in miniatura. Un mega camino sovrastava una parte della parete e una libreria stracolma di libri occupava l'altra parete, vicino a una scala.
Mi veniva voglia di togliermi le scarpe per non lasciare nessuna impronta di sporco su quel parquet scuro.

Lore mi prese la mano e mi accompagnò verso la cucina. Mi fece sedere su uno sgabello vicino alla penisola. Anche la cucina era enorme.
Mi sarei persa alla grande dentro a quella casa, altroché.

«Vuoi bere qualcosa?» mi chiese aprendo una parte del frigorifero doppio.
«In questo momento ci vorrebbe qualcosa di forte, ma mi accontento di un bicchiere d'acqua.»
Sorrisi e cercai di tranquillizzarmi.
«Non c'è nessuno in casa, vero?»
«No, stai tranquilla. I miei sono andati al mare. E torneranno dopo cena.»
«E i filippini dove li hai nascosti?»
Lore rise di gusto mentre posava una bottiglia di acqua e un bicchiere sul marmo della penisola. E si sedette di fianco a me.

«Riesci sempre a farmi ridere, sai?»
«Mi fa piacere, però non hai risposto alla domanda» dissi guardandolo negli occhi.
«Non c'è nessuno e i filippini sono in ferie.»
«Ah, quindi hai veramente i filippini?»
«Chissenefrega dei filippini. Vieni qui» ordinò Lore usando una voce sensuale.

Mi stavo sciogliendo e mi lasciai afferrare.
Mi ritrovai con le labbra vicino alla sue. E mi meravigliai di quello che gli dissi: «Fai di me ciò che vuoi.»

Lore mi prese la mano e mi portò via dalla cucina. Salimmo la lunga scala e dopo aver oltrepassato un paio di porte ci ritrovammo dentro alla sua stanza.
Il cuore mi batteva forte e il desiderio era alle stelle. Il respiro era in affanno. Ero eccitata.

Andammo verso il letto e ci baciammo stando in piedi, Lore si staccò un attimo e andò verso il mobile di fronte al letto e accese lo stereo.
La musica risuonò appena, non sovrastava i nostri ansimi.
Quando tornò da me mi tolsi le scarpe e mi infilai sotto il piumone insieme a lui.

Stavo provando una sensazione magnifica e non volevo assolutamente pensare a niente, se non soltanto a noi due.
C'era un piccolo problema, però. Ero vergine.

Lore mi slacciò i bottoni dei jeans, io lo imitai tirando giù la lampo dei suoi pantaloni.
Non l'avevo mai fatto ma con lui mi sembrava di avere esperienza.
Era una questione di chimica, lo lessi un giorno su un giornaletto che comprava mia madre.

Sentii la sua mano che sfiorava la mia pancia. Fui invasa da un brivido e trattenni il fiato.
Mi piaceva da morire la delicatezza che usava su di me. Mi tolse la maglia, i jeans e rimasi in mutande e reggiseno.
Anche se non ci  stavo più nella pelle avevo  paura di non essere all'altezza.

Lo aiutai a togliersi la maglia e quando si tolse anche i jeans ci guardammo dritti negli occhi in attesa di un contatto.
Io fremevo. Ero impaziente e tremavo allo stesso tempo. Lore si spinse verso di me e mi accarezzò il viso ansimando vicino alle mie labbra.

«Devo dirti una cosa» sussurrai.
«Dimmi.»
Avrei voluto dirgli: «Sbrigati, per favore.»
E invece, confessai: «Io...non l'ho mai fatto.»

Lore mi diede un bacio dolce e allontanandosi di poco disse: «Non preoccuparti, se non vuoi farlo, ti rispetto.»
«Io voglio farlo. Ho solo paura di deluderti.»
«Tu non mi deluderai mai. Hai capito? Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata. Lo senti l'amore che mi fai provare?» e mi mise la mano sul suo cuore.
Mi stavo commuovendo.

Mi lasciai trasportare dal desiderio.
Lore fece scivolare la mano sulla mia schiena e slacciò il reggiseno mentre con la bocca mi baciava il collo. Gli tirai su il viso e cercai la sua bocca. Lui si fermò a guardarmi. I suoi occhi avevano una luce diversa. Mi desiderava.
E portando la mano sui miei fianchi, mi sfilò le mutandine. Mi accarezzò l'inguine. Ansimai quando la sua mano esplorò quel luogo dove nessuno era mai stato. Allungai le mani e gli tirai giù i boxer.
«Sei sicura?» mi chiese, usando una voce talmente sensuale che se non l'avesse fatto subito sarei esplosa.
«Sì, ti prego» dissi, ansimando.

Lore sorrise, si tolse le mutande e si sdraiò sopra di me.
Io chiusi gli occhi.
«Guardami» ordinò.
Aprii gli occhi e notai la sua espressione dolce. Io trattenni il fiato.
E poi entrò dentro di me, lentamente.
I nostri corpi si incastravano alla perfezione.

Quando uscì, gli conficcai le dita nella schiena per il dolore che provai e mentre mi penetrava ancora, mi aggrappai a lui con le gambe.
Il dolore era fortissimo.
Chiusi gli occhi, strinsi i denti e cercai di rilassarmi. E ci riuscii.

A ogni sua spinta, inspiravo, e a ogni sua uscita, espiravo. Avanti, inspiravo, indietro, espiravo.

E dopo diversi movimenti, il dolore iniziale che avevo provato, si stava trasformando in un piacere nuovo. E io ne avevo così tanto bisogno.

«Lore» sospirai.

Mi baciò e i movimenti si fecero più veloci. Ansimai insieme a lui e pregai di rimanere così per l'eternità.

Spazio autrice:
Ehilà, Wattpadiani, come state?
Cosa ne pensate di questa scena?
Ho cercato di renderla il meno volgare possibile.
Ci sono riuscita? ❤️

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