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Cap. 5

˜Noi diventiamo veramente umani quando tendiamo le braccia, rischiamo e ci fidiamo degli altri. ˜


https://youtu.be/wBz0Y62lmIQ

C'è chi dice che il silenzio deve essere in qualche modo riempito. Credo che il silenzio sia un beneficio. Provate a chiudere gli occhi, con questa canzone di sottofondo, con nessun altro rumore. Cosa provate? Brividi? Tristezza? Paura? Oppure gioia? Spensieratezza...? Solo col silenzio si riesce a capire cosa si ha dentro, finché intorno è tutto un gran chiasso non si ascolta la nostra anima.

Siamo in cerchio, ancora una volta, con poca luce. Quando viene dato il via ad ognuno di noi dobbiamo incamminarci, con gli occhi chiusi, verso una direzione ignota per poi essere accolti da qualcuno che ci rassereni alla meta. Sapete come ci si sente lungo quel tragitto che sembra interminabile? Spaesati, paurosi, infiduciosi.
E' proprio quello che è successo a me durante questo esercizio. Guardo gli altri camminare lentamente verso l'ignoto quando all'improvviso, inaspettatamente giunge il mio turno.
<< Pronta? >> Mi sento sussurrare da dietro. E' sempre la voce di Tato. Annuisco lentamente.
<< Chiudi gli occhi... >> Dice e mi passa la mano davanti al viso sfiorandomi le labbra con le dita. Mi spinge, delicatamente, verso una direzione e continuo a camminare da sola. Ad accogliermi è un ragazzino, conosciuto nella giornata precedente, di nome Domenico. Appena mi sfiora il braccio apro gli occhi e mi sorride.
<< Grazie. >> Sussurro, ricambiando il sorriso. Mi viene spontaneo ringraziarlo, è come se mi avesse salvata dall'oscurità del momento.

Attendo che tutti finiscano il loro turno e vado a sedermi accanto alla mia amica e ad altre ragazze.
<< Stai bene? >> Chiede Roby.
<< Sì, un esercizio un po' strano... però intenso. >> Rispondo, sincera.
<< Aspettati sempre di peggio, quì cercano di insegnarti a stare bene con te stessa prima di affrontare chi sta davvero male. >> Le sue parole sono così dolci e ti entrano dentro. La abbraccio spontaneamente, in questo momento ne sento il bisogno.

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<< In piedi, ragazzi! >> Incita Tato, accompagnato dal presidente. In tutta la sala regna il silenzio, qualcuno ha pure versato qualche lacrima a causa dell'atmosfera che si è creata, effettivamente chi non prova ciò non potrà mai capire.

<< Per finire la giornata di corso base della ClownTerapy... >> Continua, alzandosi da terra e prendendo in mano un comitolo di cotone multicolor. << ...Vorrei che ognuno di noi ringraziasse una persona che in questi giorni ci ha dato qualcosa, con un semplice sorriso, un semplice sguardo o altro. E quando lo fate, passatevi questo gomitolo e legatelo al dito, in segno di unione. >> Ci guarda tutti, ad uno ad uno ed è il primo a parlare.

<< Io... vorrei passare questo filo al presidente, Puzzetto, senza il quale tutti noi non saremmo quì. Lui è stato il primo a fondare anni fa quest'associazione che mi ha fatto crescere tanto. L'anno scorso... volevo abbandonare tutto, con la morte di mia sorella, non riuscivo più a trovare un motivo per andare avanti nella ClownTerapia, ma... lui ha creduto in me ed ora eccomi/eccoci tutti quì. Quindi... grazie! >> Con gli occhi lucidi fa rotolare il gomitolo verso di lui, stendendo il lungo cotone.

Gli è morta la sorella? Cavolo... Allora dietro a quel finto allegro nasconde un'anima sofferente. Chissà com'è successo...
Lo guardo fissa, ma lui non mi vede, ha gli occhi persi nel vuoto trattenendo le lacrime. Mi perdo un po' nei suoi movimenti e mi accorgo come attorno al suo dito ci siano vari fili di cotone, tutti lo ringraziano per quello che sta facendo per noi e nuovamente il gomitolo si ritrova tra le sue mani.
<< La violenza, soprattutto nei nostri paesi è in continua crescita, chi usa la violenza è uno stupido; quando mi è stato detto da una persona in maniera così dolce "insegno karate ai bambini"... sono rimasto colpito. Lei non insegna karate ai bambini come "violenza", ma insegna ai bambini come farsi rispettare. >>

Solo quando sento il termine "Karate" cado dalle nuvole, la mia testa è altrove, pensierosa. E all'improvviso il mio cuore inizia a battere all'impazzita. Tato mi lancia il gomitolo e quando arriva sulla mia gamba alza lo sguardo verso di me e mi sorride.
Claudio... cioè Tato... ha passato il gomitolo... a me?! Ha ringraziato... me?! Rimango senza parole e ricambio il sorriso, abbassando subito lo sguardo.

"A volte un piccolo gesto riesce a farti sentire speciale. Grazie Claudio." Vorrei dire, ma le parole mi si inchiodato in gola e rilancio il gomitolo al ragazzino che mi ha accolta nell'oscurità: Domenico.

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Posso darvi un consiglio? Cercate di dare il massimo con la vostra fantasia e forse riuscirete a capire della magia di cui vi parlo nel capitolo.
La storia di Cladio e Alessia inizia a poco a poco... e anche a queste cose hanno saputo approcciarsi tra di loro. Si iniziano a scoprire alcune cose sul passato di Tato.




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