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Vieni Con Me

Assetati di morderci, viverci, ci trasciniamo dentro casa mia. Mario mi morde le labbra e io gemo in modo indecente mentre chiuso la porta alle mie spalle. Lo scatto della serratura, fa un rumore troppo stridulo che mi riporta alla realtà e mi fa ricordare che sono quasi le due di notte e mia mamma starà dormendo sicuramente.

Mi stacco dalle labbra di Mario per prendere fiato, ma lui non me lo permette e mi spinge contro la porta. Le sue mani vagano sui miei fianchi e infila le dita fin sotto la maglietta. Sospiro di risposta, le sue unghie conficcate nella schiena e il respiro che diventa sempre più irregolare.

"Aspetta, aspetta" cerco di dirgli, mentre ricambio i suoi morsi sulle labbra e quella danza scoordinata della nostre lingue.

"Mmh" mormora, mentre prende possesso del mio collo. Soffia sulla mia pelle, la morde e poi la lascia per ripassare successivamente di nuove i contorni.

Mi sta lasciando un succhiotto. Un fottutissimo succhiotto come se li lasciano sulla pelle i ragazzi alle prime armi, ma il fatto che sia lui a marchiare le mia pelle mi ha eccitare di più ancora, e il mio cazzo diventa ancora più duro e doloroso dentro i jeans che vorrei togliergli con denti.

Dalla mia gola sfugge un altro suono sconcio per tutte le emozioni che mi sta facendo provare con dei semplici baci.

"Mia mamma, andiamo di sopra." gli prendo la mano e cerco condurlo su per le scale, ma lui non ha intenzione di lasciarmi e continua a torturarmi la pelle del collo e a mordermi il lobo dell'orecchio.

"Mmh portami nella tua cameretta che non vedo l'ora di strapparti i vestiti di indosso e scoparti così tanto che domani non ti alzerai dal letto." mugola.

E okay. Io sento di poter morire in questo stesso istante.

Sospiro mentre a fatica saliamo i gradini, e dico a fatica perché ogni passo in avanti mi ritrovo il suo il bacino attaccato letteralmente al mio culo e il suo sesso che sfrega energicamente in mezzo alle mie natiche.

Mi pizzica i fianchi e mi fa emettere un piccolo urlo, tanto da dargli uno schiaffo sulle mani e mettere su un'espressione di rimprovero che so già scomparirà subito. Lui se la ride con la testa nascosta nella mia schiena e giuro, questa rampa di scala non mi è mai sembrata tanto più lunga nella mia vita.

Finalmente giungiamo al piano superiore e lo faccio entrare nel mio mondo.

Mario si stacca dal mio collo e un brivido di freddo mi accarezza la schiena. Accendo la luce fioca della lampada che ho sul comodino e sulla scrivania, mentre lui inizia a guardarsi in giro.

Tocca i poster appese alle ante dell'armadio e ride guardandomi come se niente fosse. Come se prima non stava per scoparmi letteralmente all'ingresso, mentre adesso è curioso di vedere le imbarazzanti mura della mia cameretta piena di poster e foto. 

"Cosa c'è?" chiedo sbuffando.

"Me lo hai appena fatto ammosciare. Non ci credo che tieni ancora il poster dei One Direction " mi dice ridendo.

"Ehi" rispondo stizzito e gli sono subito di fronte, afferandogli la mano per fargli smettere di insultare la mia band del cuore. "E' inutile che fai tanto il gradasso perché piacevano anche te e ti ho pure beccato una volta col la foto di Harry Styles nel diario!"

Mario alza un sopracciglio con la sua aria da stronzo e poi improvvisamente mette su quel sorriso da paraculo che lo contraddistingue che mi uccide. "Che vuoi che ti dica. Avrò un debole per occhi verdi." 

Deglutisco e distolgo lo sguardo da lui per non fargli vedere le guance rosse che sono apparse sul mio viso.

Paraculo.

"Allora, sei venuto per perlustrare la mi stanza o meno?" gli dico fingendomi infastidito, quando in realtà vorrei solamente nascondere il mio imbarazzo.

La sua risata cristallina, però basta per far ritornare a battere il mio cuore, mentre la sua mano mi tocca il mento e mi costringe a riportare di nuovo l'attenzione su di lui. "Siamo impazienti per caso?" mi canzona e io giuro lo odio.

"Disse quello che poco fa spingeva il suo cazzo contro di me impedendomi di salire le scal-" ma la sua bocca è veloce a chiudere la mia. Mi invade la sua lingua e tutte le difese vengono annientate.

"Sht, Cla, non vorrai mica che tua madre ci senta." Mi sfiata ridendo e io non so per cosa impazzisco di più: per lui a casa mia o per il suono della sua risata. Non l'ho mai visto così spensierato e sorridente. E io vorrei davvero ribattere, davvero tanto ma lui mi spinge di schiena sul letto e in due secondi è seduto a cavalcioni su di me.

 Le su labbra restano premute sulle mie, mentre il ruvido della sua barba mi fa aprire gli occhi e continuarlo a baciarlo così, con le palpebre spalancate e i nostri nasi che si scontrano. E qui realizzo che è davvero Mario, che siamo davvero noi, dopo anni finalmente è tutto per me.

Lo afferro per i capelli corvini e tengo la sua testa ferma il più vicino possibile alla mia, mentre permetto alla mia lingua di incontrare la sua e lasciarci trasportare dalle emozioni. L'altra mano scende giù per la sua schiena e il desiderio di toccarlo di più, adesso diventa un'urgenza. 

Tiro giù la zip della sua felpa e gliela sfilo velocemente. Anche lui adesso apre gli occhi che sono pieni di lussuria e trasmettono il mio stesso desiderio. Ricambia il mio favore e mi solleva le braccia affinché anche la mia maglia venga sfilata via il prima possibile e lanciata in un angolo della stanza.

Restiamo a torso nudo e le nostri mano si posiziono le une sui petti dell'altro.

"Sei così bello, Clà" mi sussurra ancora, ritornandomi a mordicchiare il collo e capisco che sia una della sue cose preferite.

Resto a guardare ansimante il suo torso nudo e anche se Mario è sempre stato minuto, ha un fisico che mi ha sempre messo il mal di testa. 

"Che bella tua pelle, potrei restare con il naso nascosto nell'incavo del tuo collo per tutta la vita." mormora, tra un sospiro e un altro e io cerco di non pensare al fatto che quelle parole fanno aumentare il ritmo del mio cuore.

Sono solo parole. Parole dette mentre si è presi dal momento.

Non vorrà certo passare tutta la sua vita con me. Giusto?

Cerco di non fargli paranoie assurde proprio in questo momento e deciso di collaborare a questa eterna tortura.

Muovo il bacino e mi ritrovo a strofinarlo contro il suo. Mario si lascia andare a un gemito più alto del solito che soffoca sulla pelle. Capisco allora che gli piace, quindi lascio scorrere nuovamente le mani lungo la schiena e prendo le sue natiche tra le mani per spingerlo più vicino a me. Di risposta gema e chiude tra le labbra un mio capezzolo.

E io potrei venire solo adesso. Vorrei dirgli di smetterla e di scoparmi adesso. Ma abbiamo perso troppi anni di preliminari che vanno recuperati e poi non voglio che tutto questa finisca. Voglio godermelo fino alla fine e voglio che rimanga nella mia mente per sempre. 

Sudiamo entrambi, i petti che si alzano allo stesso ritmo. Ci fissiamo un secondo in più, prima di cadere di nuovo in un nuovo bacio che è tutto saliva e denti. Con le dita ripercorro tutti i suoi addominali, fino ad arrivare ai pantaloni.

Con un gesto unico li sbottono e tiro su la zip, facendolo ridere.

"Allora c'è una piccola tigre in te. Sei così passionale, non lo avrei mai detto." 

"Oh, sta zitto." lo metto a tacere, ma lui ridacchia ancora anche mentre la sua mano si infila dentro i pantaloni della mia tuta e mi tocca attraverso il tessuto delle mutande. 

"Oddio" mi lamento, mentre a difficoltà tiro giù i suoi jeans fino a metà gamba. 

Mario mi accarezza, prima lentamente e poi prende l'intero mio sesso nella mano e inizia a pompare e stabile un ritmo più deciso. Gemo e muovo frenetico i fianchi per andargli incontro, fino a quando non mi sento al limite.

"Fermati, altrimenti vengo." gli prendo la mano e lo allontano mentre lui alza la testa e continua a ridere.

"Duri così poco? Questo potrebbe essere un problema. Oppure pensi che non sia capace di riuscire a farti venire anche una seconda e che so una terza volta, nel giro di un'ora." 

Sbuffo spazientito e con un colpo di fianchi, capovolgo la situazione e faccio stendere lui di schiena e io sono sopra di lui. Inizio a baciargli il collo e poi scendo giù fino a tracciare i contorni delle sue spalle e i capezzoli. Lo sento mugolare e soddisfatto, mordo qua e la pelle che diventa subito sensibile. Continuo per tutto il corpo fino ad arrivare al bordo dei suoi boxer. 

Lecco la striscia di pelle del basso ventre e poi afferro con i denti una parte delle mutande e le tiro giù.

"Wow. Allora il timido dolce Claudio è solo una scusa. Quanti porno ti sei visto prima di imparare tutte queste cose?"

Di risposta mordo la pelle al suo interno coscia, forte da urlare. "Ahia! Sei un animale, sei un fottuto animale e io che pensavo di trattarti con i guanti" sono io a ridere adesso, mentre lascio un bacio nel punto che ho appena morso e sussurrare uno "Scusa" per niente credibile.

Avvicino le labbra al suo sesso e lascio un bacio bagnato sulla sua lunghezza. Trattiene il fiato e la sua mano è nei miei capelli per incitarmi ad avvicinarmi di più. 

"Preparati, mio caro. Avrai il pompino migliore di tutta la tua vita." sussurro prima di accontentarlo e prenderlo in bocca, aiutandomi con la mano per dove non arrivo.

"Cazzo, cazzo, cazzo. Ho sempre immagino le tue labbra lì" commento, lasciandosi andare ad gemito più profondi e alti. "Oddio. Sei perfetto, sei fottutamente perfetto."

Le sue parole mi regalano più audacia e continuo del mio lavoro, giocando a volte anche per i testicoli.

"Hai un dono nella natura? Perché me lo hai tenuto nascosto?" mi provoca e io alzo gli occhi al cielo, concentrandomi sul mio lavoro. Quando lo sento vicino, stacco la bocca dalla sua punta e mi sollevo per baciarlo sulle labbra.

E lui non tentenna un secondo, aprendo la sua bocca e accogliendo la mia. Ci baciamo per un po', i nostri sapore uniti e le mani che ormai sono ovunque. 

"Dove ce li hai i preservati e il lubrificante?"

"Eh?"

"I preservati, Claudio." stonato allungo una mano e apro il secondo cassetto del comodino, tirando fuori due pacchi di profilattici e lubrificante.

"Ah però, sei rifornito bene."

"Fottiti"

"Oh lo farò tesoro, proprio adesso." ride e mi spinge per le spalle per farmi sdraiare nuovamente e invertire le posizioni. 

Gli blocco i polsi e un sorrisino si fa spazio in me. "Chi lo dice che ti farò stare sopra?"

I suoi occhi si spalancano e boccheggia quasi in difficoltà, fino a quando non deglutisce e mi fissa serio. "Io sto sempre sopra."

E poi si libera e in un secondo e su di me a baciarmi nuovamente. E io non ce la faccio a dirgli di no, quindi ormai allargo le gambe e le intreccio dietro la sua schiena. Voglio sentirmi unito a lui, voglio capire cosa si prova. Voglio un lui e basta. 

Mi bacia ripetutamente, mentre infila due dita dentro la mia bocca e io non posso fare a meno di succhiare.

"Dove vuoi metterle quelle dita tu?"

"Immagina" sghignazza e lentamente lascia scivolare il prima dito dentro le mie natiche.

Eh..oh!

Continua a lasciarmi schiocchi su tutto il viso per distrarmi dal dolore e mi preparo con devozione e...amore

Sforbicia e allarga le pareti del mio corpo. Non fa male perché lui è dolce. 

Lui non è Luca, non è cattivo. Sta pensando a me, si sta prendendo cura di me. 

Apre il tubetto del lubrificante e fa scendere una buona dose tra le mani.

"Ma che cazzo" lo sento imprecare e apro gli occhi per capire cosa ha. "E' nauseante. Ma davvero hai comprato un coso alla ciliegia? Madre Santa. Che schifo, mi farai venire il mal di testa." si lamenta e in effetti l'odore non è molto gradevole.

Le guance mi si colorano di rosso e "Scusa. Mi piaceva il disegno"

Sbuffa "Ce lo faremo andare bene, ma il prossimo lo compro io."

Il prossimo.

Quindi ci sarà una prossima volta?

Il mio cuore fa una piroette. 

Ritorna a prepararmi facilitandosi con il gel, fino a quando non sono pronto e mugolo perché non ce la faccio più. Lo voglio adesso.

Mi metto seduto e lubrifico il suo pene e poi prendo la scatola dei profilattici. "Okay quali vuoi? Li ho tutti: alla mela, banana, fragole, arancia" elenco il pacco ai gusti molteplici e lo vedo storcere il naso ogni nome.

"Tu sei perso. Sei perso. Ma non li sai comprare quelli normali?" mi domanda con un sopracciglio alzato e giuro che se non fosse che siamo entrambi completamente eccitati e con la voglia di appartenerci, che la situazione sarebbe quasi comica. 

"Non li ho comprati io. Emh, sono li dall'ultima volta." confesso tremendamente imbarazzo per avergli detto che è il primo ragazzo dopo più di un anno che entra nel mio letto.

"Va bene dai. Se proprio devo scegliere, vada per la mela" mi sorride e mi accarezza la guancia, scacciando via la mia vergogna.

Sorrido e strappo con i denti la confezione, per poi far scivolare il profilattico sul suo sesso.

E poi ci baciamo per rassicurarci di conseguenza. Le sue mani stanno tremano e trovano posto tra i mie capelli. Anche lui è emozionato, così come lo sono io. Il pensiero di ciò che succederà ad attimi mi sconvolge.

"Sei ancora in tempo, Cla" mi sfiata per le labbra.

"Per fare cosa?" gli domando confuso.

"Per fermarci. Perché lo sai che dopo non si torna indietro." e sembra quasi leggermi del pensiero.

"Aspetto questo momento da tutta la mia vita, Mario." e tanto basta per farlo tornare a baciarmi e stringermi. 

Mi spinge giù sul letto e io annuisco, mentre allargo le gambe per fargli spazio. Nasconde il volto nel mio collo dove so che gli piace e mi bacia la spalla.

So che vorrebbe dirmi che non mi fa farà male, ma io questo lo so già.

quindi "Vai" lo incito. 

Prende la sua mano nella mia. Le nostre dita si intrecciano davanti ai nostri occhi e so già che non le lasceremo facilmente. Si allinea alla mia entrata e con un colpo di fianchi, si fa spazio.

Respiro perché il fastidio è grande ma l'emozione di più. Anche lui geme per poi affondare la prima volta e unirci completamente.

E non c'è storia. Quando non è solo qualcosa di estremamente fisico, quando oltre che all'unione di due corpi, si aggiunge la connessione mentale. E' un attimo dopo il dolore non lo senti più perché in quella tua testa c'è solo lui, lui, lui. 

Lui dentro di te, lui che fuori. Lui che si muove nel suo corpo e le se mani che mi accarezzano lentamente. Lui che spinge con decisione, ma poi mi bacia con dolcezza.

Lui che mi fa sentire amato, e io che so non riuscirò a liberarmi di lui.

E' tutto troppo, tutto troppo immenso, tutto troppo grande che mi si spezza il fiato e mi fa ritornare al vivere.

Gli vado incontro col bacino, partecipo ai suoi momenti e stiamo ballando leggiadri su una musica scandita dal rumore delle nostri pelli al contatto, e dalle dita che stringono così forte da non lasciarsi andare. 

Sospiriamo insieme e lo so che sono vicino. 

"Ma'..."

"Lo so, anche io." geme e mi bacia la fronte. "Ma aspettami, ok? Vieni con me, vieni insieme a me."

Annuisco e lo accompagno nelle ultime spinte fino a quando il nostro piacere non si scioglie il seme liquido.

Mario cade su di me e io apro le braccia per accoglierlo.

Restiamo così stretti in un abbraccio, mentre cerchiamo di regolare il respiro e di riprenderci da tutte le emozioni che abbiamo provato.

Accarezzo la sua schiena nuda e ora mi rendo conto di quanto io sia innamorato di lui e di quanto potrei soffrire se domani dovessi svegliarmi e scoprire di essere stato solo l'ennesimo corpo per lui.

So che non dovrei pensarci, che dovrei godermi il momento adesso, ma la verità è che il cuore mi sta uscendo fuori dal letto e inevitabilmente gli occhi si riempiono di lacrime.

"Ehi." lo sento sussurrare e mi porto subito una mano agli occhi per scacciare via quelle lacrime. "Perché stai piangendo? Ti ho fatto male? Ho fatto qualcosa che non andava?" mi chiede apprensivo.

Scuoto il capo e lo tengo fermo su di me. "No, non è niente. Solo resta un altro po' dentro di me."

Sorride, dicendomi di sì. Mi bacia una guancia bagnata e poi appoggia la testa sul mio petto.

Resta con me per ancora un altro po'. Resta per farmi sentire meno la mancanza che so già che sentirò.








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SOOO ve lo aspettavate?

Scusate per il ritardo ma mi sa che ormai riuscirò ad aggiornare solamente una volta a settimana.

Fatemi sapere cosa ne pensate e grazie sempre.

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