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Canzone Stupida

Avessi avuto un briciolo di dignità

Ti avrei mandato a fare in culo quattro mesi fa. 

Continuo ad ascoltare a ripetizione la stessa canzone, canticchiandola io stesso. Mi piace cantare, mi fa sentire bene, mi fa urlare e svuotare da tutte le preoccupazioni che mi porto dentro.

Alla fine si sa, la musica è salvezza.

Sono steso sul mio letto, le cuffie alle orecchie e il telefono collegato a Spotify sulla mia playlist di Ultimo. Ma è come se non riesco a cambiare canzone. Sto in fissa. Più la ascolto, più mi ci rivedo, più l'ascolto, più mi domando a chi posso dedicarla. Ci sono alcuni punti che mi ricordano Luca e la nostra relazione morta che stiamo mandato avanti da mesi. Poi magari cambia strofa e la mia mente vola da Mario.

Quando mi hai detto: Mi piaci, ma non troppo 

Mario che mi chiede scusa e poi torna ad ignorarmi. Mario, che più volte mi ha detto che sono bello, ma niente di più.

E mi piaci, ma non voglio

Io che provo un briciolo di interesse per Luca, ma non è lui ciò che voglio. Che anche se è bellissimo, simpatico intelligente, è una noia mortale.

Mi piaci, ma non proprio

Mario, che invece mi piace da matti, anche se alcune cose le odio. Come quando mi rende ridicolo davanti a tutti o quando mi sottovaluta. Lì, vorrei prenderlo proprio a capocciate sui denti.

Vorrei parlarti ma non so nemmeno io di che, eh, eh

Io che vorrei dire a Luca che non voglio illuderlo, che forse è meglio lasciare stare e restare amici.

Vorrei parlarti ma non so nemmeno io perché, eh, eh

Io, che vorrei parlare a Mario ma so che non c'è un motivo valido per farlo. Viaggiamo su due lunghezze d'onda così diverse che temo che mai potremmo trovare un punto di incontro io e lui. 

Sbuffo e mi copro la testa col cuscino mentre Niccolò urla nelle mie orecchie tutta la sua rabbia, il suo dolore ed è come se stesse parlando per me, come se stesse descrivendo la mia vita.

Stupida, come può essere una canzone, una situazione, a volte la vita.

Stupide, come sono le mie paure, i miei pensieri, i blocchi mentali.

Soffoco un urlo nel cuscino e poi mi alzo perché so che tra poco devo vedere Luca e andare insieme a lezione.

Ma non ho voglia di vederlo. E' come se quel briciolo di attrazione fisica nei suoi confronti si sia bruciato al primo bacio. E di baci, purtroppo, dopo quella sera ne sono successi altri. Ho anche cercato di buttarmi più la, di fare sesso con lui per sfogare questa frustrazione che mi porto dentro, ma la verità è che non provoca nessuna reazione e il mio amico in mezzo alle gambe ogni volte che ho Luca spalmato addosso, sembra in letargo e non ne vuole proprio sapere di collaborare, per poi svegliarsi e bussare prepotentemente alla gamba quando sento il profumo di Mario dell'aria.

Posso avere un momento?
Per parlarti con sincerità

Mi vesto e mi guardo allo specchio. Mi chiedo quando sarò pronto a fare i conti con me stesso.

In un tavolo al centro
Tra la gente che viene e che va

O forse potrei iniziare parlando con Luca che mi sta aspettando seduto a un tavolino del solito bar per consumare insieme a me la stessa colazione di sempre. Anonima come siamo io lui e forse è quello che merito.

Canzone stupida, canzone stupida
Come me quello che scrivo.

"Claudio?"

"Mh?"

"Ti vedo assente" alzo gli occhi dal mio caffè e trovo il coraggio di guardare Luca per la prima volta in quattro mesi negli occhi.

È che mi annoia, è che non è colpa mia ma quando inizia a parlare non la smette più e tutto ciò che dice sono i suoi successi, i suoi traguardi, le sue conquiste.

Quand'ho capito che hai il cervello di una zanzara
E vuoi fare la colta universitaria

"Nulla, Lu'. Ho un po' di sonno oggi."

Mi prende la mano e la stringe nella sua. In un primo momento sorrido perché quel contatto leggero è piacevole, ma dura tutto un secondo perché poi alzo lo sguardo e Mario è appena entrato nello stesso bar insieme a una ragazza dai lunghi capelli castani che a quanto ne so è la sua migliore amica. I nostri occhi si incontrano e io di istinto vorrei ritirare la mano da quella di Luca, ma non posso perché quel ragazzo me la stringe ancora più forte e le sue dita sfiorano la pelle del dorso e del polso.

Mario mi guarda. I suoi occhi sono fissi in quel incastro di dita e l'inferno in quel nero.

Sì siede del tavolo vicino al mio e sussurra un ciao a mo' di saluto. Resto spiazzato e mi irrigidisco sul mio posto. Mostro mezzo sorriso nervoso e ricambio per poi ritornare a guardare Luca che sembra non accorgersi nulla.

"Allora. Ci vediamo dopo la lezione?" mi chiede infatti subito,mentre il suo pollice disegna cerchi immaginari sulla mia pelle.

Sorriso e annuiscono mentre sento Mario parlare con la ragazza che ho capito si chiami Valentina, dell'ennesima festa universitaria della settima, organizzata per le matricole di informatica.

Nuovi studenti, nuovi ragazzi con cui provarci.

Il sangue mi va alla testa e senza rifletterci, avvicino la mia sedia a quella di Luca.

Voglio provocarlo, giusto un po'. Voglio che torni a guardarmi. 

La mia mano, quella non intrecciata in quella di Luca, scivola sulla sua gamba, dove inizia ad accarezzarla. Luca mi guarda imbarazzato e lo sarei anche io se quel briciolo di contatto provocasse in me la più piccola delle reazione.

Invece è come se stessi accarezzando gelatina, liscia e fredda.

"Magari stasera possiamo stare un po' insieme, che dici? Ho casa libera." sussurro, ma non troppo basso, affinché Mario riesca a sentire. E mi sente, perché si mette dritto con la schiena e inizia a tamburellare come un pazzo le dita sul tavolo.

"Mh, mi piacerebbe tanto, tesoro, ma sai sta sera c'è quella riunione col comitato studentesco, non posso mancare." Mi risponde Luca e il suo viso trasmette delusione, invece io lo sapevo benissimo che stasera lui non era disponibile, ma questo Mario non deve per forza saperlo.

Così metto su un finto broncio e bacio la guancia di Luca. "Uffa, avevo organizzato tutto. Ma fa niente, sarà per la prossima volta." Luca sorride e mi lascio un bacio sul naso.

Guardo con la coda dell'occhio la reazione del mio vicino di casa e lo trovo intento in una conversazione animata con la ragazza dove riesco a distinguere solo alcuni pezzi delle frasi come "l'ha voluto lui", "per me non esiste più" e "c'è di meglio in giro"

La rabbia ribolle in me. Allora avevo ragione. Sarei stato solamente la collezione dell'ennesimo ragazzo che si sarebbe portato a letto. Una sera, ovvio. Cosa avrei mai potuto pretendere da Mario. Eppure, quella sera io la voglio, anche se ho paura che ciò che potrei mai provare in poche ore, poi le vorrei per tutta la vita e so già che è qualcosa di impossibile.

"Allora io vado." Mi fa ritornare alla realtà Luca, e si avvicina per baciarmi la guancia. Ma io, vedendo Mario rigarsi per guardarlo, lo afferro per il mento e porto le nostre labbra ad incontrarsi. E' un bacio breve, ma per tutta la durata mi sono sentito gli occhi di Mario adesso. Mi hanno perforato la schiena e io mi sento un po' una merda, perché avere il suo sguardo addosso fa male.

"Ciao, tesoro ci sentiamo più tardi." saluto Luca e quando lui sparisce dal bar e davanti ai miei occhi mi si apre l'immagine di un Mario furioso, che capisco di aver fatto uno cazzata.

Sbatte la tazzina sul tavolo e si alza come una furia, mentre dandomi le spalle corre lontano da me.

E io non posso permetterlo. Lancio un'occhiata a Valentina che mi incita di andare e seguo Mario fuori dal bar.

Lo trovo al parcheggio, mentre è intento a mettersi il casco e fuggire via. 

Per la prima volta, lui lontano da me.

"Mario, possiamo parlare?" chiedo con l'affanno per aver corso, e gli prendo un braccio.

Mi scuote per lasciarlo andare e "No." mi risponde secco. 

"Per favore." Insisto ma lui ha già messo i piedi sui pedali e acceso il motore.

"Non ho tempo, Cla'. Lasciamo stare."

"Non puoi fare così, cazzo!" sbotto, mentre mi metto a braccia aperte proprio davanti a lui e sbarrargli la strada. 

Lui sbuffa e decide di girare la chiave e spegnere il motore, rimanendo però sempre in sella della sua moto.

"Ah non posso? Sono venuto fino a sotto la sua finestra circa un mese fa, per dirti che mi dispiace per come mi sono comportato e tu che hai fatto? Mi hai ignorato." E i suoi occhi sono come feriti, mi guarda e il nero è accerchiato da un rosso che mi fa quasi paura.

"Te lo sei meritato" rispondo pacato.

"Ah si?"

"Tu non hai nessun potere su di me." E glielo dico mentre lo guardo fisso, dimostrando molto più coraggio di quanto ne abbia avuto in tutta la mia vita. Io Mario non l'ho mai affrontato, mi è sempre stato più facile fare finta di niente e non fargli vedere quanto realmente in passato ci stavo male. 

Ma è lui stavolta il treno e io incazzato con lo avevo visto mai. Lui è quello che ride, quello che ti prende per il culo, non quello che si incazza. Una persona che si incazza è una persona che ci tiene, e lui a me non ci tiene. O almeno credo.

"Infatti. Ti avevo chiesto di non baciarlo e tu lo hai fatto davanti i miei occhi." ritorna di nuovo su questo maledetto punto e non fa altro che farmi alzare gli occhi al cielo.

"E perché non avrei dovuto farlo?"

"Perché te lo avevo chiesto per favore"

"Non siamo niente, Mario. Niente. E Luca è il mio fottuto ragazzo!"

"e allora perché piuttosto che essere insieme al tuo fottuto ragazzo sei qui con me?"

E questo lo urla che quasi mi spavento. Indietreggio di un passo e lo vedo sospirare, prima di togliersi il casco e avvicinarsi a me.

E improvvisamente mi ritrovo con le spalle al muro e lui che mi blocca i polsi ai lati della testa.

"Sai quale è la verità? E che tu menti a te stesso da sempre. La verità è che mi vuoi il doppio di quanto possa volerti io e questa cosa ti fa incazzare, perché non sia mai che il perfettissimo Claudio ammetti una debolezza e io sono la tua fottuta debolezza." mi sussurra all'orecchio e io chiudo gli occhi perché improvvisamente ho perso tutta la sfacciataggine che prima avevo nel bar, che mi ha permesso di inseguirlo, di fermarlo, di urlargli contro.

Sento già il basso ventre riscaldarsi e mi ritrovo tremendamente eccitato per delle parole che Mario mi sta mormorando all'orecchio, per le sue mani che tengono fermi i miei polsi e per la vicinanza dell'odore della sua pelle su di me.

Ma non gliela darò vinta, non stavolta. Così faccio un respiro profondo per riprendere controllo di me stesso e del mio corpo prima di rispondergli.

"Sei troppo sicuro di te stesso, smettila di fare il gradasso perché forse sei tu che sei attratto da me e basta." Rispondo usando il suo stesso tono pacato e regalandogli un sorriso. "I tipi come te io li conosco, solo quelli che sono attratti da ciò che sfugge e io ti sfuggo. Mi vuoi solamente per andare in giro a dire che ti sei scopato il più sfigato del corso, magari mi segnerai su una lista e poi riderai con gli altri su come io mi sia piegato a 90° per te. Ma la verità è che tu mi fai debole e io debole non lo sono per niente." Cerco di liberarmi ma la sua presa è forte, perché anche se esile lui è forte. 

E mi scoppia a ridere in faccia, come se avessi raccontato la storiella più divertente.

"Ancora con sta storia? Ma mi fai così stronzo?"

"Sì."

"Tu non hai capito un cazzo di me, Claudio."

"E non voglio proprio capirlo." rispondo ancora e con l'ennesima spinta riesco a liberarmi di lui. E lui mi lascia andare ma nel farlo, il mio corpo si scontra con il suo e la sua erezione pulsante tocca la mia coscia. 

Mi faccio subito indietro e mi massaggio i polsi quasi dolorante. "Sei solo uno stronzo che usa la gente. Da mai non riceverai mai niente."

"E tu smettila di fare la principessina perché sei peggio di me. Ti credi chissà chi e poi bevi e ti ubriachi come una femminuccia chiedendo attenzioni. E mi stai sul cazzo sempre e mi stai sul cazzo quanto ti atteggi come se ce lo avessi soltanto tu, non è così cazzo. Non lo è! Che ti credi migliore ma anche tu stai usando quel povero ragazzo solamente per un dispetto a me"

E non so perché quelle parole rievocano in me il pezzo della stessa canzone che da stamattina mi suona nelle orecchie.

Sì sono un poco sbadata
E sì sono sempre ubriaca
E tu mi stai sul cazzo quando parli in quel tuo modo
Come fossi una principessa
Com'è che invece sto al parchetto con 'sta gente, sempre la stessa?

E forse è perché anch'io mi riconosco in quella canzone, forse perché l'unico stupido della situazione sono io che mi avvicino pericolosamente a lui e lo afferro per la maglia prima di avventarmi sulla sua bocca.

E lui resta spaesato da questo mio slancio e non risponde al mio bacio, ma io piuttosto che baciarlo lo mordo, lo stringo, prendo il suo labbro tra i denti tanto forte da farlo gemere rumorosamente. E poi quando si lascia andare definitivamente e inizia a ricambiare con altrettanti morsi e baci dati con cattiveria che non hanno nulla a che vedere con lo scontro delle nostre labbra delicato e dolce di mesi fa o col ricordo di quello che è stato un bacio forse dato nei miei sogni, e mi chiede aggressivo l'accesso alla mia bocca per smetterla con questa lotta che io mi tiro indietro, interrompendo ogni contatto.

"Ecco cosa ti concede la principessina. Questo è tutto ciò che di me avrai, Mario." e poi gli do le spalle per andarmene, lasciandolo eccitato, accaldato, sconvolto, con le labbra rosse per i miei morsi e gli occhi stupiti.

Lasciandogli la sensazione di avermi e poi di perdermi. 

Lasciandogli addosso il mio passaggio di qualcosa che desidera, che avuto tra le mani ma che non avrà mai. 

Lasciandogli il sapore delle mie labbra senza averlo veramente baciato e tutto ciò che avrebbe potuto avere, ma per anni per ha voluto. 

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Ho pubblicato una oneshort con il titolo "Nonostante Noi" scritta insieme a una mia carissima amica. Passate se vi va. 

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