concorso Videogiochi Pericolosi
Traccia 2 ( non so se dovevo scriverlo ma è il primo concorso quindi....)
Erano su quell' isola da solo quindici minuti ma Percy già la odiava.
Tutta quella gente che si girava a guardarli, potevano essere mostri... e lui di mostri ne aveva le tasche piene.
Quando arrivarono al tempio di Poseidone, si sentì travolgere da una nuova forza e coraggio.
Davanti a loro c'era una statua di suo padre alta almeno tre metri e con il tridente luccicante in mano.
- Ragazzi- disse Leo- Non vi sembra troppo reale quel tridente?-
- Già- gli fece eco Nico - Percy? Io non sono un esperto né di meccanica o scultura né di tridenti, ma quello non mi sembra di pietra.. -
- Beh- rispose Percy- Sinceramente non lo so...-
- Ma come non avverti l'energia che questo coso sprigiona? - domandò una quarta voce facendo sobbalzare i tre ragazzi.
Da dietro la statua era comparso un uomo, era basso e vecchio con un bastone in mano.
- Scusi?- chiese Leo - Non è carino far morire la gente di attacco di cuore, se posso permettermi.-
- Oh, taci tu!- esclamò quello -Devo parlare con il figlio di un uomo con il cervello fatto di cozze.-
- Ehm- si intromise Percy- Io preferisco chiamarlo Poseidone, se non le dispiace.-
- Mi dispiace eccome! Tuo padre mi ha esiliato qui! E adesso io mi vendicherò contro te e i tuoi amici!- gridò l'uomo.
- Oh fantastico! Cosa sei tu? Una specie di Polibote 2 La vendetta!?- esclamò il figlio di Poseidone.
- Se vuoi definirmi così, libero di farlo. Tanto morirai.-
- Sai che novità- borbottò in risposta Percy.
- Smettila di fare lo spiritoso o diventerai uno spirito molto presto!- strepitò il vecchio.
- Non sa quante volte gliel'ho detto io!- sospirò Nico.
- Grande fratello!- esclamò Leo dando il cinque a Nico.
- Ma vi sembra il momento?- domandò Percy.
- BASTA!- gridò il vecchio- Adesso subirete l'ira di VinteoLudum!-
- Di chi?!- esclamarono in coro i tre ragazzi.
- Di gioco?- continuò Nico.
- No, di video.- ribattè Percy.
- Ragazzi- disse Leo dopo un paio di secondi - Se Nico ha capito la..-
- Seconda- completò lui.
- Se Nico ha capito la seconda parte e Percy la prima, vuol dire che il nome è composto da una parte latina e una greca. Quindi è arrabbiato sia con Poseidone che con Nettuno, ovvero ha il doppio dei motivi per avercela con te, Percy. Mi spiace.-
- Wow, ha capito tutto il ragazzo.- disse VinteoLudum.
- Grazie. Ma esattamente cosa può fare?- chiese Leo.
- Beh- rispose VinteoLudum- Questo! -
Portò le mani aperte davanti a lui con i palmi rivolti verso il trio di ragazzi e disegnò un cerchio con entrambe le mani.
Adesso Percy, Nico e Leo si trovavano come in un limbo.
Si muovevano sopra una piattaforma che andava avanti, solo avanti. Verso ostacoli di vetro in movimento oppure fermi, in ogni caso sembrano molto resistenti.
- Qualcuno sa dove siamo?- chiese Nico.
- Credo in un videogioco.- rispose Percy.
- Non credevo esistette un dio dei videogiochi- aggiunse Leo.
- Ma quello non è un dio.- ribattè Nico - O per lo meno non è immortale come Zeus o Atena.-
- Almeno una bella notizia è arrivata. Ora, come usciamo da qui e soprattutto come distruggiamo questo muri di vetro che dondolano minacciosamente?- chiese Percy.
- Leo non hai qualcosa in quella cintura?- chiese Nico.
- Con cosa si abbattono delle finestre volanti?- chiese lui.
- Biglie giganti?- rispose Nico.
- Si!- esclamò Percy.
- Cosa si?- chiese Leo.
- Con le biglie giganti. Io posso lanciare delle sfere di acqua e tu di ferro o qualsiasi altra cosa. Abbattiamo quegli aggeggi e sconfiggiamo quel maniaco.-
- Un piano geniale.- sospirò Nico.
- Tu ne hai un altro?- ribattè Percy.
- No.-
- E allora al lavoro, anche perché questo coso ha iniziato a muoversi. E la cosa non mi piace. -
Quando il primo vetro li colpì Nico quasi cadde dalla piattaforma.
Se non fosse stato per Percy, che ha i riflessi pronti, sarebbe rimasto in quella dimensione fino alla morte.
- Grazie amico.- disse lui una volta in piedi.
- Non c'è di che.- rispose lui.
I successivi dieci minuti li passarono tranquilli, senza altri blocchi omicida.
Ma quando arrivò il secondo vetro capirono che avevano fatto male ad abbassare la guardia: questo era un quadrato, sostenuto da ogni angolo da un spesso cavi di acciaio.
- Ecco, lo sapevo! Non possono inventarsi delle prove più facili?- gridò Leo.
- Smettila di gridare e inventa qualcosa!- strepitò Nico.
- E come faccio?! Se non lo hai notato sono più grossi di te quei cavi!- urlò in risposta lui.
- Non puoi, che so... scioglierli?-
- No che non posso!-
- Perché?-
- Perché sono quattro! Io ho due mani, e siamo troppo lontani!-
- E non puoi tirare fuori qualcosa di utile da quella cintura?!-
- Tipo cosa?-
- Non lo so! Qualcosa tipo una... Percy!- esclamò a un certo punto il figlio di Ade interrompendo quel battibecco con il figlio di Efesto.
Percy era in ginocchio, pallido e tremante.
- Percy, per tutti gli dei, cosa hai fatto?- riprese Nico, preoccupato.
- Io ho-
- Aspettate un attimo, dov'è il vetro?- chiese Leo interrompendo Percy.
- Io l'ho distrutto.-
- E come hai fatto?- chiese sempre lui.
- Frena un attimo Leo. Sta male,gli diamo il nettare o l'ambrosia e poi ci spiegherà tutto.- decise Nico.
- Ma io...-
- Niente ma, e adesso passami lo zaino.-
Nico recuperò il termos e diede il nettare a Percy.
Il ragazzo dagli occhi verde mare smise di tremare e recuperò quasi del tutto il colorito della pelle.
- I blocchi era attaccati ai cavi di acciaio ma siccome questi ultimi non si possono rompere. Ho semplicemente rotto il vetro che li univa.- spiegò Percy.
- Ok ma come?- chiese Leo.
- Ho provato ad evocare un po' di ghiaccio, e visto le temperature che ci sono qui non è stato molto faticoso.-
- Già, fa freddo qui.- confermò il figlio di Efesto.
- E se fa freddo per il fuoco, noi moriremo di ipotermia.- sbuffò Nico.
- Ei, oggi sei in vena di battuta eh Nico?- rise Percy.
Una risata contagiosa e sincera che travolse anche gli altri due ragazzi.
- Okay, dobbiamo prepararci ai prossimi ostacoli. Qualche idea? Io non credo di poter evocare altro ghiaccio.- disse Percy.
- Io posso creare delle biglie giganti, ma ci vorrà un po'.- disse Leo.
- Io non posso fare niente. Non ce ne terra e qui è tutta luce.- sbuffò Nico.
Si sentiva decisamente inutile; detestava, per quanto possa sembrare strano per un figlio di Ade, non poter dare una mano.
- Posso fare qualcosa?- chiese.
- Non riesci ad evocare qualche osso? Che so, qualche cranio di aninale...- domandò Leo.
- E come faccio? Non c'è terra!- esclamò lui.
- Bhe, non c'è neanche acqua ma Percy è riuscito ad evocare del ghiacchio.- ribattè Leo.
- Si ma sono quasi svenuto!- rispose il diretto interessato. - Non possiamo farlo morire! Hazel ci ammazzerebbe. E anche Will.-
A sentire quel nome Nico arrossì fino alle orecchie.
- Posso provare, se mi stanco troppo smetto.- disse il figlio di Ade.
- Va bene, ma sta attento.- concesse Percy. - Leo cerca di inventare qualcosa.-
- E tu cosa fai?- chiese il figlio di Efesto.
- Io sto di guardia e vi avviso se c'è qualche ostacolo imminente. Puoi darmi qualche biglia, almeno ho qualcosa da lanciare nel caso ci fossero pezzi di vetro non troppo grandi. -
Prese le palline d'acciaio si sedette sul bordo della piattaforma con gli altri due alle spalle.
Nico e Leo lavoravano borbottando.
- Ma guarda te. Se, tra tutti gli dei minori, doveva capitarci uno sconosciuto.- disse il primo.
- E questo è sia romano che greco, due personalità difficili...- concordò il secondo.
- E ce l'ha con me!- gli ricordò Percy.
- Giusto.- disse Leo. - Percy l'acqua riesci a evocarla?-
Il figlio di Poseidone allargò il palmo della mano e poi lo chiuse piano a pugno, quando lo riaprì aveva in mano una sfera d'acqua grande quanto un pallone da calcio.
- Si, direi che ci riesco.- affermò.
- E non sei semi-morto?- chiese Leo.
- No Leo.- rispose lui.
- Ottimo. Come va con le carcasse di animali, Nico?-
- Bene, grazie.- rispose il figlio di Ade.
Ai suoi piedi c'erano diverse teste di vari animali.
- Che schifo.- disse Leo.
Dopo andò tutto liscio.
Acqua, acciaio e ossa volavano dappertutto rompendo vetri.
Si ritrovarono davanti a una porta. Era, ovviamente, chiusa.
Di acciaio spesso e con un grande cerchio sopra.
- Cosa si fa?- chiese Percy.
- Si apre la porta.- rispose Nico.
- E come?- chiese stavolta Leo.
- Colpendo quel coso.- rispose sempre Nico indicando il cerchio sopra la porta.
- Giusto.- esclamarono Percy e Leo.
- Ragazzi.- disse Nico. - Ragazzi! Ragazzi, aiuto!-
Percy e Leo si girarono di scatto, giusto in tempo per vedere Nico essere trascinato via da una massa di fumo nero.
- Nico!- gridò Leo.
- Ci vediamo là.- gridò lui in risposta.
Sul viso gli si aprì un sorriso da folle e poi venne inghiottito dall'ombra.
- Non mi piace quel sorriso. Non mi piace per niente.- disse Percy.
- Hai ragione, amico. Non convince neanche me.- confermò l'altro.
- Dai apriamo questa porta, sconfiggiamo quel nerd un po' troppo vecchio e poi troviamo Nico.-
- Ok.-
Lanciarono una palla di acqua e una di acciaio contemporaneamente e la porta si aprì.
- Grande.- urlarono dandosi il cinque.
- Bravi, davvero bravi.- gracchiò VinteoLudum.
- E io che speravo di trovare Nico.- sbuffò Leo.
Erano tornati al tempio di Poseidone, il vecchio sembrava più debole forse perché avevano vinto al suo gioco?
In ogni caso c'era ancora un dio arrabbiato con lui e nessuna traccia di Nico.
- Perché sei stato esiliato?- chiese Leo, giusto per prendere tempo.
- Non ti interessa.- ribattè il vecchio.
- Ah, ho capito tutto. Ti ricordi, Percy? Anche quell'altro era stato punito per un motivo stupido, così lo nascondeva a tutti.-
- Si- disse Percy - Quindi anche il suo deve essere stupido.-
- Al contrario! È stato un motivo serissimo!- sbraitò il dio.
- Secondo me mente, secondo te Leo?-
- Anche secondo me Percy.-
- Non è stato una motivazione stupida!-ribadì lui.
- Ce la dica.- lo invitò Leo.
- Va bene. Cinquanta anni fa fui invitato al Palazzo di Poseidone. Voleva parlarmi, conoscermi. Ero un dio giovane e nuovo. Dopo tutto i videogiochi sono abbastanza recenti. Io ero distratto da un gioco. Lui si arrabbiò, mi sfidò a una gara e io per vincere barai. Si infuriò ancora di più e mi esiliò. Adesso sono qui, aspettando la morte ma divertendomi ogni tanto.-
Durante il racconto Percy scorse un movimento dietro la statua del padre, all'ombra. Quando vide una catena e un dito medio alzato nella sua direzione era certo che lì ci fosse Nico.
Se fosse riuscito a far passare di lì il vecchio Nico l'avrebbe ucciso.
- Oh, visto Leo? Una motivazione stupida.- disse Percy.
-Già Percy.- affermò Leo.
- Perché è una mortivazione stupida?- domandò arrabbiatissimo VinteoLudum.
- Perché sicuramente adesso non bari.- disse Percy. - Ti va una gara?-
- Certo! Così vi dimostrerò che sono stato esiliato ingiustamenre.-
- Bene. Si parte da qui. Si arriva all'angolo davanti a noi e si percorre il lato lungo del tempio.- spiegò Percy sperando che il dio passasse vicino alla statua.
-Si parte al tre.- annunciò Leo. - Uno, due e.. tre!-
I due semidei scattarono avanti e il dio verso la statua.
Nico saltò fuori e lo attaccò. Percy e Leo andarono in suo aiuto.
Il dio era troppo agile e veloce per essere un vecchio decrepito.
Prese un coltello dalla cintura e sferrò un colpo alla cieca che però colpì Nico al braccio.
- Merda.- imprecò lui. Tirò un calcio al dio, dove non batte il sole per capirci, e si allontanò in un attimo.
Nel frattempo Leo appicò fuoco alla veste del dio dolorante. Percy tirò fuori Vortice e iniziò a combattere contro VinteoLudum, che prese una spada spuntata da non si sa bene dove.
Lanciò il coltello alle sue spalle, quello però colpì Nico troppo vicino al cuore per i gusti di Percy.
- Ma allora ce l'hai con me!- esclamò Nico. - Posso almeno sapere perché?- chiese lui accasciandosi a terra.
- Nico!- gridò Percy abbassandosi per schivare un colpo di spada. - Leo vai da Nico.-
Il ragazzo corse dal figlio di Ade che giaceva per terra in un bagno di sangue.
- Fantastico, adesso si che Will e Hazel si coalizeranno contro di me.- borbottò lui aiutando Nico a mettersi seduto.
- Nico per favore vivi almeno il tempo necessario per dire agli altri che non è colpa mia.- continuò mentre gli dava l'ambrosia.
- Percy! Non abbiamo la pozione di unicorno?- chiese Leo.
Percy, che era impegnato in uno scontro piuttosto impegnativo con VinteoLudum, annuì.
- È nel mio zaino. Prendila.-
- E il tuo zaino dov'è?- chiese Leo percorrendo il tempio con lo sguardo.
- Non lo so!-disse disperato lui.
- Percy. Ce lo hai sulle spalle.-
- Ah, un attimo che te lo do.-
- Non fa niente. Prendo il nettare.- mormorò Nico.
- No!- urlò Percy - Adesso arriva lo zaino.-
Si inchinò e diede un colpo con il lato piatto della spada alle caviglie del dio che cadde a terra. In due secondi Percy si sfilò lo zaino e lo lanciò a Leo.
Il vecchio però non perdeva tempo. Si rimise in piedi e colpì Percy al fianco.
Adesso, Percy avrebbe potuto rimanere a terra, mezzo morente e aspettare il colpo di grazia.
Avrebbe potuto chiedere a Leo il cambio visto la ferita molto profonda al fianco.
Avrebbe potuto implorare il dio di risparmiarlo.
- Sai una cosa faccia di pesce?- lo derise VinteoLudum.
- Cosa?- chiese Percy.
- Ho un altro coltello e tanta antipatia verso il tuo amichetto emo.-
- Ehi, non è molto carino da parte sua.- bofonchò Nico.
- Oh, tu non oserai.- ringhiò Percy, Leo e Nico non lo avevano mai visto così arrabbiato.
- Dici?- VinteoLudum ridacchiò, prese il coltello per il manico e lo lanciò. Nico fece appena in tempo ad abbassarsi, il coltello li sfiorò la tempia, graffiandolo. VinteoLudum si girò tutto contento verso Percy.
- Cosa stavi dic- venne interrotto dal sibilo di Vortice che gli tagliava un braccio.
Sul viso di Percy comparve un ghigno terrorizzante, sadico.
- Ti avevo detto di non farlo, ti avevo avvisato.- sussurrò.
La lama della spada luccicò alla luce del tramonto prima di penetrare nello stomaco di VinteoLudum e bagnarsi di icore dorato.
Percy sfilò la spada e infilzò il dio stavolta al cuore.
Una volta estratta la lama si girò verso i suoi amici. Leo e Nico erano a bocca aperta, Nico con il termos a metà strada tra la bocca e lo zaino.
Il figlio di Poseidone pulì la spada sulla maglietta ormai zuppa di sangue che usciva dal taglio profondo.
- Percy! - esclamò Nico.
Il ragazzo sobbalzò, evidentemente sovrappensiero, lasciando cadere la spada.
- Usa l'icore di quel pazzo per curare il taglio.- continuò Nico.
- Mai.- disse Percy.
- Percy, non fare lo stupido.- disse Nico. - Prendi l'icore.-
- No.-
- Percy.- intervenne calmo Leo.- Prova.-
- No.-
- Percy, per favore.- disse quasi disperato Nico, alzandosi tremando.
- Nico siediti.- disse Percy con la voce tremante iniziando a impallidire.
- Almeno l'ambrosia e il nettare li prendi?- chiese Nico.
- Tieni- disse Leo porgendo le due sostanze a Percy.
Mentre Percy era impegnato Nico scattò in avanti, prese un po' di icore con la mano e lo spalmò sulla ferita del figlio di Poseidone. Il quale sputò il nettare per la sorpresa.
- Nico!- gridò- Ti avevo detto di non farlo! Nico.. Nico! Cosa succede?! Nico!-
Il figlio di Ade si stava letteralmente dissolvendo.
- Leo, Leo cosa facciamo?- esclamò disperato Percy.
- Io, io non lo so- balbettò lui - Aspetta ho preso le medicine del coach. -
- Cosa?- chiese confuso Percy.
-Me la raccontato Reyna, è già successo nel viaggio tra la Grecia e il campo.- spiegò Leo frugando nello zaino. - Stava per sparire, proprio come ora, e il coach lo ha medicato con questo!- esclamò contento tirando fuori un barattolo con una strana poltiglia all'interno.
Attaccato c'era un foglio con delle scritte sopra.
- Ti ha detto anche come usarla quella roba?- chiese Percy.
- Secondo te cosa c'è scritto qui?- rispose lui sventolando il foglio.
- Ok ok ma sbrigati!-
Una volta sistemato Nico, Percy invocò il fiume che portò tutti e tre al mare. Una volta lì creò una bolla d'aria e chiese alle correnti di portarli a Long Island.
Un paio di ore dopo tre ragazzi crollarono sulla sabbia di Long Island, mentre una folla di ragazzi accorreva, primi fra tutti Annabeth, Will e Calipso.
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