Salviamo Khaza
Camminavo da ore; lenta, stanca, preoccupata. Quel bagliore sembrava un miraggio su quelle montagne dimenticate dal mondo.
La gioia mi rinvigorì. Ignorai il dolore ai piedi e mi incamminai verso la città, magari i miei compagni di viaggio erano lì e mi stavano aspettando.
Li avevo persi di vista dopo la tempesta, potevo solo sperare di ritrovarli nella città che si avvicinava all'orizzonte.
Feci dieci passi, poi li vidi. La capigliatura dei due fratelli era inconfondibile, erano loro! Di slancio, iniziai a correre e chiamarli a gran voce, ma non feci molta strada.
Sentii uno spostamento d'aria alla mia destra, ma non mi girai in tempo. Un corpo mi travolse con una forza inaudita, e finimmo entrambi contro un tronco.
Nonostante lo schianto mi preparai a tirare pugni alla cieca, ma prima ancora di agire riconobbi il profumo di muschio.
«Vaze, sono io!» urlò. A parte il dolore alla spalla stavo bene, e anche Ezam.
Quando realizzai, il mio cervello andò in cortocircuito in un attimo. Ezam era al confine della città con Khaza, che stava succedendo?
Mi scrollai di dosso l'essere terrificante che si era trasformato nel mio amico, e mi preparai a combattere.
Mi guardò negli occhi. «Dannazione, anche tu» imprecò. «Vaze, ascolta, qualsiasi cosa tu veda, non è reale!»
«Smettila!» risposi, prima di inginocchiarmi e poggiare la mano al suolo. Sperai che il bluff potesse reggere; l'avrei distratto e avrei raggiunto i miei amici.
«Puoi ancora trasformarti in gargoyle?» chiese, scettico, il ragazzo che avevo di fronte.
«Tu che dici?» feci finta di raccogliere l'energia, poi scattai a sinistra, verso i veri Ezam e Khaza.
Lo sentii imprecare, poi partire all'inseguimento. Mi travolse di nuovo in pochi secondi, immobilizzandomi.
«Vaze, credimi, non è reale. Vedi me e Khaza, vero? È un'illusione, ma io no! Il giallo, è il tuo colore preferito. E quando avevamo sette anni-»
Lo bloccai. Non volevo ascoltare quella storia, ma non avevo più dubbi. Solo il vero Ezam era a conoscenza dell'accaduto, quindi aveva ragione.
Il velo si squarciò davanti ai miei occhi. La città divenne un cumulonembo, doveva essere magia oscura.
«Ecco, ora è sparita, vero?» chiese Ezam.
Mi sentivo stordita, così mi costrinsi a guardarlo negli occhi. Era la mia ancora.
Annuii. «Come sapevi anche prima che non era reale?»
«I tuoi occhi» spiegò «a causa dell'illusione avevano dei riflessi viola. Come quelli di Khaza.»
«Ezam» dissi con tono gelido. «Non puoi-»
Non finii la frase. «Dimmi che l'hai fermata!»
Non riuscì più a sostenere il mio sguardo.
«Si è trasformata e non ho potuto fare niente, sono troppo debole. Cercavo di capire come fare a raggiungerla, quando ti ho vista arrivare. Ma Vaze, so che è ancora viva.»
Mi fidavo di Ezam, più di chiunque altro. Feci un respiro profondo, poi lo guardai negli occhi.
«Allora andiamo. Salviamo Khaza.»
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