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La Dea della Distruzione

«Fammi capire, io sono cosa?» gli chiese. Era quanto di più assurdo avesse sentito. Non che la sua vita non lo fosse diventata da una settimana.

Risvegliati, è il momento, disse la voce. Continuava a fare lo stesso sogno. Vedeva una ragazza dai capelli rossi sull'orlo di un precipizio, che le somigliava. Indossava un vestito con una lunga gonna rossa, e aveva un'aria regale. Dietro di lei un albero dai fiori rossi: Sorbo degli Uccellatori. Hecate non sapeva nemmeno di conoscerlo prima.

Maud la aspettava al cancello della scuola. «Fammi indovinare. Di nuovo?»

Hecate annuì. «Prima o poi impazzirò.»

Avevano cercato qualsiasi cosa, ma tutto portava ad un vicolo cieco.

Insieme a Maud entrò nell'aula di storia, con largo anticipo. Seher era al suo posto dietro di lei.

«Ciao» gli disse la ragazza con un mezzo sorriso. Aveva l'aria del tipico ragazzo misterioso: capelli scuri, occhi grigi da infarto, e anche molte ragazze dietro.

«Ciao» le rispose. Non era maleducato, solo misterioso. Non che potesse permettersi di esporsi nella sua situazione. Se solo Hecate avesse saputo…

Maud lanciò un'occhiata alla sua migliore amica, ma le sorrise.

Hecate alzò le spalle, poi notò qualcuno alla finestra. Era una ragazza, possibile che nessuno l'avesse notata?

Maud le lanciò un'occhiata. «Chi c'è?»

Hecate capì subito: un'altra delle cose strane che le stavano succedendo. Vedeva cose o persone che sembravano non esistere.

«Nulla» rispose a Maud «pensavo di aver visto qualcosa, mi sarò sbagliata.»

La sua migliore amica non le credette. «Bugia. Sicura di star bene?»

Hecate annuì per la milionesima volta, poi si girò verso Seher, che sembrava aver ascoltato tutto. Cosa gli prendeva?

Lui fece del suo meglio per sembrare indifferente. Se Maud ci aveva visto giusto, allora poteva essere Hecate secondo la profezia. Doveva spiegarle la storia.

«Sei una Dea» le disse. Hecate scoppiò a ridere, dicendo che come tentativo di rimorchio era un po' ridicolo. Sospirò, ma glielo ripeté.

Hecate rise di nuovo. «Sì, e tu sei Poseidone, o Zeus, o Ade!» scherzò. Quella chiacchierata era assurda.

«Ti sembro Ade per caso?» ribatté lui, un po' offeso. Gli inferi erano troppo macabri, e non discendevano dai greci!

Hecate face spallucce. «Se in questo gioco sono una Dea… Posso essere Atena?»

Seher avrebbe voluto urlare. «Non è un gioco, e non puoi essere Atena. E per la cronaca, io sono un semidio.»

«Tu sei uno con qualche problema, Seher» rispose Hecate. A gestire la rabbia imminente? Sicuro!

La prese per un polso, non gli restava che dimostrarle che diceva la verità, ma non ce ne fu bisogno. Un fulmine partì dalla mano di Hecate, lasciando lei frastornata e lui malconcio.

«Oh cavoli!» esclamò la ragazza «Seher, mi dispiace! Stai bene? Ma cos'ho fatto?» chiese in preda al panico.

Seher sorrise. «Tranquilla, io sto bene. Ora mi credi?»

«Potrei. Se ti impegni a spiegarmi» rispose la ragazza.

«Se mi impegno?» lui alzò un sopracciglio «Ti hanno mai detto che sei insopportabile?»

Hecate non poté fare a meno di ridere. Doveva scherzarci sopra, oppure sarebbe impazzita, e questo la spaventava. «Sempre!»

Seher alzò le iridi al cielo, prima o poi sarebbe impazzito. Decise di raccontare a Hecate la storia di una ragazza dai poteri magici.

Si chiamava Kytheia, viveva in un villaggio sulle montagne, e trovò l'amore in Lijun. Ma la donna non sapeva che il sangue dell'amato discendeva dai Distruttori, maghi infidi e pericolosi, che avevano raso al suolo intere città. Quando i semidei scoprirono del potere del suo sangue, dovettero ucciderlo. Kytheia fu divorata dal dolore e dall'odio, la sua magia divenne corrotta, perse il controllo e distrusse ogni cosa.

Diventò la Dea della Distruzione.

Un ordine di potentissimi semidei riuscì a sconfiggerla, ma il suo potere era così forte che le permise di reincarnarsi. Secondo la profezia c'era un solo modo per sconfiggerla definitivamente: non farsi corrompere dal potere una volta risvegliato.

Più Hecate pensava a quella storia, più credeva che non potesse andare peggio, lei non voleva trasformarsi in qualcuno che non era!

Eppure, il peggio arrivò. I primi sintomi cominciarono una mattina: aveva terribili mal di testa, sentiva la pelle formicolare, e le sembrava di vedere spettri ovunque.

Seher capì subito che poteva essere la fine. Se il potere avesse corrotto anche la sua Hecate, sarebbero tutti morti.

Il cielo si scurì, e il mondo ultraterreno si confuse con quello reale. Le persone urlavano e scappavano alla vista degli spettri.

Hecate sentì un dolore fortissimo al petto, che la fece piegare in due. Seher corse ad aiutarla, la ragazza tremava di paura. «Se dovesse corrompermi… Cosa succederà? Ti prego Seher, dimmelo.»

Lui abbassò gli occhi. «La Dea prenderà il sopravvento e...»

«E cosa?» Hecate aveva il fiato corto. Se Seher le rispose non lo seppe mai.

Un fortissimo dolore le si propagò in ogni cellula dal centro del petto, e capì che la Dea si stava risvegliando. Sentì l'odio montarle dentro, la rabbia come un fuoco che bolliva nel sangue, il dolore di Kytheia farsi strada nel suo cuore…

Poi però sentì una voce. «Hecate! Ti prego, non lasciarmi!» urlava.

Sapeva che apparteneva a Seher, e anche che, se voleva salvare tutti, allora non poteva permettere alla Dea di risvegliarsi. Tutto quello che fece allora fu ricordare Seher e come si sentiva con lui.

Il ragazzo vide qualcosa cambiare. Le iridi bianche di Hecate riacquistarono il loro colore verde brillante. L'aura oscura intorno a lei si indebolì fino a scomparire, la ragazza piangeva lacrime di luce, che distrussero il potere oscuro.

Hecate abbracciò Seher. Era stato lui a salvarla, sentire la sua voce le aveva fatto ricordare quanto avessero legato in quei mesi, quanto lo amasse.

Le braccia di lui le circondarono la vita, la ragazza si sentì al sicuro mentre le accarezzava i capelli.

«Ce l'hai fatta, va tutto bene. Sei qui, ora» ripeteva Seher.

Hecate annuì. Ce l'aveva fatta, potevano restare insieme.

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