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Il Rubino dei Poteri

Mi sentii una stupida cornacchia, di quelle che prendono gli oggetti luccicanti e li portano nel proprio nido.

Non avevo potuto fare a meno di ammirare quella pietra rosso rubino incastonata in quell'oggetto. Sembrava solo un piccolo carillon, forse una versione un po' più brillante.

Guarda, ma non toccare.

La voce della mamma che mi ripeteva ciò mi tornò alla mente, e mi sentii, all'improvviso, come se stessi facendo qualcosa per cui vergognarmi. Beh, non che fosse una morale ferrea la mia... Avevo appena preso dalla borsa di Merlino un oggetto che gli apparteneva.

In ogni caso, ben presto, avrei avuto solo di che pentirmi.

Sfiorai delicatamente la pietra, fredda al tatto, poi aprii il carillon. Una dolce musica risuonò nell'aria, mentre una ballerina in miniatura danzava e girava su una punta.

Tutto qui? Pensai, erroneamente.

Analizzai meglio l'oggetto, e i miei occhi non poterono che tornare sulla pietra. Sicuramente doveva esserci qualche trucchetto, Merlino adorava creare artefatti che sembravano oggetti comuni. Poi la vidi: una scritta.

Amabeus agìam em eranod.

Pronunciare quella frase fu il più grosso errore che avessi mai potuto fare. D'improvviso, la pietra si illuminò di una luce rossastra che mi circondò. Per un attimo vidi tutto bianco, poi i miei occhi tornarono a mettere a fuoco quello che avevo intorno.

Sentii come una scarica elettrica alla spina dorsale, poi avvertii il sangue caricarsi di magia come mai prima d'ora. Era strano, mi sentivo come se potessi; anzi, volessi, fare un incantesimo.

Non resistetti alla tentazione. Poco più avanti, sul tavolo, c'era un semplice contenitore di vetro. Alzai la mano e la portai parallela ad esso, in linea d'aria. Poi immaginai che un braccio d'aria lo prendesse, ed incredibilmente fu ciò che accadde.

L'oggetto fluttuò in aria fino ad arrivare sul mio palmo aperto, dove volevo che la mano d'aria lo poggiasse.

«Incredibile» sospirai, la meraviglia nel cuore e nella voce. «Incredibile!» ripetei con più enfasi «ho appena mosso un contenitore di vetro con la mente!»

Una voce mi fece fare un salto. «Tu cosa?!» gracchiò Merlino. Poi guardò la sua borsa, che a quanto pare si era rovesciata senza che me ne accorgessi, e il carillon con la pietra che avevo lasciato incustodito sul tavolo, ancora aperto.

«Oh no... Il Rubino dei Poteri!» esclamò il mago. «Evelyn, cosa hai combinato? Non puoi averlo fatto sul serio, sciocca ragazza!»

Era arrabbiato, anzi, furioso. Dove non era coperta dalla sua lunga barba bianca, la sua pelle era rossa come un pomodoro. Gli occhi azzurri e stanchi erano focalizzati su pensieri che mi facevano paura.

«Le conseguenze saranno terribili...» riuscii a sentire, prima di sentire la magia dentro il mio corpo come ribellarsi.

Mi portò lontano. Merlino l'aveva sempre ripetuto: gli esseri umani non sono fatti per la magia.

Quel potere mi corruppe l'anima, ogni più piccola parte di me. E mi trasformai lentamente, inesorabilmente... Nella più pericolosa Maga di tutti i tempi.

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