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~*Oceano*~

Siamo davanti all'aeroporto.
Andrew e Kevin scaricano i bagagli.

Entriamo e dopo la solita prassi, stiamo per salire in aereo.
Io e i ragazzi siamo avanti ed Andrew, Irina e Kevin rimangono dietro a parlare, mentre noi stiamo per salire il primo gradino della scaletta.

-Ciaoo!- grida Rachelle.

-Buon viaggio ragazzi!- grida Andrew.

Io mi fermo e mi giro a guardarlo incredula,mentre per ultima salivo.

-Andrew non vieni?!- chiedo ansiosa.

-No Ele...È stato più che un piacere conoscerti-

-Co...cosa?! Vieni con noi!-

-No non posso-

-Ma perché?!-

-Non posso, perché devo intraprendere un altro viaggio con Kevin ed Irina-

-Perchè non me l'hai detto prima?!-

Ci guardiamo... Ma perché se ne devono andare sempre tutti?!!
Perché non me l'aveva detto?!
Mi volto delusa e salgo sull'aereo perché non ricevo nessuna risposta.

Rubo il posto di Gil quello vicino al finestrino, e si siede accanto a me.
Mella si libera dalla sacca e passa sulle gambe di lui che inizia a coccolarla.
Io guardo fuori, vedo l'uomo dai capelli lunghi con uno stile Hippy che ci ha accompagnati per l'intero viaggio.
Mi scappa una lacrima, lui mi guarda e con un sorriso, mi saluta e io ricambio.
Pff...uffa, non è giusto.

Siamo seduti su cinque posti adiacenti.
L'aereo decolla ed Andrew sparisce insieme a Santiago.

Mi giro e accanto a me c'è Gil che cerca di consolarmi con in braccio Mella; accanto a lui c'è Rachelle intenta ad ascoltare le informazioni che vengono date in tutte le lingue. Lei ha paura di prendere l'aereo. Siccome è pessimista crede che ci sarà un guasto da un momento all'altro e l'aereo si schianterà nell'acqua. Si vede che è ansiosa.
Ai posti adiacenti ai nostri ci sono Alice, Ashley e Robert. Mi sa che Rob ha preso il mio consiglio sul serio: stanno parlando e la conversazione sembra abbastanza vivace: scherzano tranquillamente.

Ashley si accorge che li sto guardando e mi sorride ed io ricambio.

Sotto di noi c'è già l'Oceano.
L'immenso pacifico che al tramonto è qualcosa di indescrivibile. Sono le 18:30.
Che tranquillità che emana.
Mi viene voglia di andare a nuotare.

Mi è dispiaciuto parecchio che Andrew non è con noi. Io lo vedevo come il saggio di casa anzi, di camper.
Mi sono piaciute tanto le ore passate in sua compagnia, quando volevo dimenticarmi di quei brutti incubi. Era il mio scacciasogni vivente.
"Sono sempre i migliori che se ne vanno" dicevano, ed avevano ragione.

In tutte queste ore passate accanto a Gil, ho imparato un po' di più di lui, visto che non la finiva più di parlare: ama la musica ma anche fare fit-box e poi, tanto grande e forte, aveva paura degli insetti.
Non smettevo di ridere quando me l'ha detto.
Naturalmente, anche io gli ho raccontato di me: della mia paura per i vermi viscidi e della mia passione per la monta americana che il nonno mi aveva trasmesso.
Ridiamo e scherziamo allegramente, alla fine mi ha convolta anche a me nel parlare tanto. Ti senti piú leggera se butti fuori un po' di cose.

A me è stato simpatico fin da subito,Gil. Durante il viaggio in camper non perdavamo un'occasione di farci scherzi: come quella volta che gli feci trovare un ragno di pezza (che avevo comprato a Città del Messico) nel lavandino del bagno, mentre si faceva la barba. È uscito dal bagno gridando e saltellando schifato, giuro che mi faceva male la pancia per quanto ridevo forte.
Oppure, quando lui mi ha buttato un secchio d'acqua gelida appena ero uscita dal camper per ammirare un po' il paesaggio dalle coste Californiane. Avevo incominciato a inseguirlo tutta inzuppata ma poi Rachelle ci ha sgridati perché Gil doveva suonare per fare le prove.
Ahaha... Se ci ripenso! E questi sono solo due dei tanti scherzi!

Gil, mi informa che sull'isola dovranno suonare per intrattenere i turisti, ma la prima serata sarà in onore della figlia di un presidente americano che festeggerà le sue nozze lí.

Dopo questa lunga chiacchierata, si è fatta già sera e Rachelle comincia a chiedere qualcosa sull'aereo. Gil, naturalmente, ha capito che era ansiosa e stava cercando di calmarla.
Mella si è spostata sulle mie gambe e guarda incuriosita fuori dal finestrino.

Approfitto della distrazione di Gil per controllare il cellulare.
C'è un messaggio di mamma:
"Per favore, dicci dove sei. Ci manchi!"
Chissà come avrebbero reagito se sapessero che ero in Cile.
Mi immagino già le loro facce. 😨
Vorrei mandargli "ehi tranquilla! Sono in Cile!" proprio per vedere cosa risponde ma poi mi limito a scriverle "Sto bene. Mi sto divertendo. Ciao"

Non voglio andare a casa.
Mi ci voleva proprio un viaggio! Senza dolore e senza problemi anche se qualcosa era rimasta ma non più come prima.

Cerco di posizionare bene il telefono nel marzupio, dopo aver tolto la connessione dati ed ecco che l'mp4 in legno casca sulle mie gambe.

Stranamente è acceso.

Proprio per curiosità, metto le cuffie e rimango sbigottita.

Dopo giorni su giorni che non dava segnali di voler andare avanti con la prossima canzone, ecco che adesso passa al brano successivo...

Parte la canzone di Baby k, "chiudo gli occhi e salto"

Ascolto le parole:

"Quando mio padre venne a darmi la notizia,
ormai nulla di speciale è difficile spiegare.
La paura non si annuncia mai prima di bussare,
ma tutti quei traslochi da bambina fanno male.
E se ci penso non ho avuto mai paura
ma ciò che vuol dire casa va oltre quattro mura
e ad ogni trasloco salutavo una parte di me
gli oggetti, gli affetti, un cuore non si crea da se.
A scuola sempre quella nuova con l'accento strano
senza bussola invece il mondo aveva un piano ,e i ricordi
come amici e i parenti più lontano, seduta al banco immaginando
mio fratello lí al mio fianco.
Ora esito se chiedono chi sono, una vita frammentata in cento mila foto
chiudere e aprire porte, ricominciare troppe volte
solo un paracadute e mi sarei sentita forte."

Questa parte sembra interamente dedicata a me ed del mio trasloco dall'Italia in Canada, poi le parole continuano.
Ad un certo punto, un verso dice:

"E il segreto è non guardare giù, ma è guardare in basso"

Io naturalmente, guardo giù, fuori dal finestrino e, con un tempismo perfetto, ecco che dopo sei ore, siamo arrivati (finalmente) : sull'Isola di Pasqua.

È ora di scoprire chi è il ladro di pomodori.

È ora di atterrare.


•~Spazio scrittrice~•

Ciao ragazzi!
Come state?
Mi raccomando fatemi sapere come vi sta sembrando questa storia scrivendo, nei commenti, un vostro parere o un consiglio per migliorarla.
O semplicemente una stellina se vi è piaciuto.

Alla prossima

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