CAPITOLO 4 "Non l'ho ucciso io!"
Arrivò il preside, aveva un'aria molto stanca, tutti quei giornalisti lo avevano stressato tal punto che non si era reso conto che eravamo seduti fuori dal suo ufficio.
Il professore bussò alla porta dell'ufficio ed entrò, rimasero dentro a parlare per quasi 20 minuti, poi uscì il prof e mi disse <"Entra, il preside vuole parlarti">, mi alzai ed entrai senza dire una parola.
L'ufficio del preside era pieno di fogli di giornale appesi ad una parete dove illustravano il caso nero su bianco, c'erano varie mensole con lauree e dottorati, poi vidi il preside seduto dietro alla scrivania aveva un volto stremato, teneva un bicchiere di caffè, vedendo il cestino pieno di bicchieri di carta vuoti capì che la sua giornata non fu altrettanto tranquilla.
<"Siediti"> disse con tono stanco e serio, mi sedetti mettendomi a braccia conserte, non so per quale motivo ma credo per tentare di coprirmi il più possibile dato che ,ormai, la mia maglietta era solo da buttare.
<"Ragazzo, sei quello nuovo che si è trasferito due giorni fa, giusto? E già ti metti nei guai, in un momento come questo? Certo che hai proprio un bel tempismo.">, disse con un tono rammaricato ma leggermente ironico,
rimasi in silenzio alzando gli occhi solo per guardare il soffitto, il preside si alzò e iniziò a camminare per la stanza finì ad avvicinarsi a davanti a me,
<"Cercherò di essere il più comprensivo possibile prima di sospenderti, allora, dimmi cosa è successo?">,
alzai lo sguardo e lo guardai malissimo, <"Sospendermi? Che motivo ha di sospendermi?",
il preside mi fece cenno con la mano di farlo parlare
<"Ti sembra giusto quello che hai fatto?">, mi alzai di scatto e gli urlai contro tutto ciò che accadde.
Il preside ascoltò nei minimi dettagli senza battere ciglia, finché non mi risedetti in silenzio, <"Quindi tu stai incolpando Logan per ciò che è successo a Marcus? E pensi che io ti creda? Beh non ti credo! E lo sai il motivo?">,
Andò di scatto nella sua scrivania e mise la sua mano in un cassetto,
<"Perché Logan mi ha consegnato questo!"> mi porse davanti il coltello che gli avevo confiscato, rimasi impietrito, come aveva fatto a togliermelo dallo zaino? Ma certo!
Me lo avranno tolto dallo zaino quei bastardi mentre io e Logan stavamo "discutendo".
Merda! Cosa potevo fare? Poi guardai meglio e lessi il mio nome su quel coltello, non c'era il nome di Logan ma il mio!
Era un falso! Uno di loro aveva un altro coltello uguale e gli ha inciso il mio nome, ero rovinato, provai a spiegare al preside l'equivoco ma non volle sentire ragioni.
<"Ragazzo ascoltami bene, durante l'eutanasia i dottori hanno espressamente scritto che i danni mortali sono state ben otto coltellate all'addome e al collo. Guarda caso l'arma del delitto non fu mai trovata, fino ad oggi si intende. Mi consegnò questo coltello un ragazzo con un ottima andatura scolastica che guarda caso ha anche un'amicizia stretta con il ragazzo che hai fatto finire in ospedale e c'erano anche altri tre testimoni a dire che il coltello ti è caduto dallo zaino mentre ti stavi divertendo a far del male a quel povero ragazzo! ">
<" No! La prego mi ascolti! "> inizia a tremare quasi nell' arrivare a piangere.
<"Vi prego! Fate dei test! Non potete addossarmi una cosa del genere senza delle vere prove!">
Il preside si sedette con tono serio e infastidito <"E che prove vorresti mostrarmi? Sentiamo...">
Rimasi in silenzio per pochi secondi ma poi mi venne un lampo di genio! Un barlume di speranza poteva aiutarmi in tutto ciò, il mio zaino! Il coltello di Logan lo avevo ancora nel mio zaino!
<" Signor Preside! Mi occorre il mio zaino!">
Mi alzai di botto e inizia a correre verso il bagno dato che ricordavo di averlo lasciato lì, il preside mi urlava dal suo ufficio di fermarmi subito ma non potevo perdere questa occasione.
Appena arrivato in bagno vidi subito il mio zaino dove lo avevo lasciato, era sotto ad uno dei lavandini del bagno, stranamente era aperto...non era un buon segno! Mi misi a cercare dentro lo zaino ma come potevo immaginare il coltello era sparito. Dalla disperazione mi misi ad urlare e buttai lo zaino da qualche parte. Mi appoggiai nel lavandino, tremavo come non mai! Mi lavai la faccia e poi mi guardai allo specchio, sentii come delle risate provenire dallo specchio come se stessi impazzendo, mi presi di puro terrore e rabbia così colpì brutalmente lo specchio fino a scheggiarlo del tutto.
Il preside entrò di colpo insieme allo sceriffo e due poliziotti , mi buttarono a terra e mi misero le manette. Mi portarono fuori dalla scuola dove mi aspettava un auto della polizia, tutti i ragazzi e i giornalisti mi guardavano scioccati, iniziarono a fare foto e video, vidi Grace che appena mi vide scoppiò a piangere,
gli urlai <"Grace! Aspetta! Non l'ho ucciso io! Non l'ho ucciso io!! Devi credermi! Tu lo sai che non sono stato io!!>
Lei si voltò dandomi le spalle e le sue nuove amiche la portarono via.
Entrai in macchina, rimasi in silenzio per tutta la durata del viaggio finché non entrammo in centrale, mi fecero delle foto segnaletiche e mi sbatterono dentro, pensavo che ci sarebbe stato un processo ma sentii origliare i poliziotti che poi entrarono e mi dissero dopo due ore di attesa:
<"Ragazzino niente processo per te, a quanto pare il preside ha sborsato una fortuna per evitare altri scoop e altri giornalisti.">
Ero stato messo ingiustamente in un carcere minorile, avevo freddo perché ero ancora a torso nudo e puzzavo da morire, c'erano vari ragazzi che mi guardavano e ridevano ed altri che volevano solo mettermi le mani addosso, mi chiamavano "emo depresso".
Credo che era per "l'outfit" che avevo in quel momento, jeans neri con la catenina che mi pendeva, torso nudo e capelli tutti spettinati e neri e lunghi.
Qualche ragazzo mi urlava:
<"Hey, perché non ti fai mettere qui con me, non l'ho mai fatto con un emo, con la pelle bianca come un cadavere, cazzo mi ecciti da morire.!> Era disgustoso...e questa era la cosa più "dolce" che mi è stata detta in confronto ad altri commenti perversi accompagnata da una masturbazione.
Mi sembrava di aver raggiunto quasi uno stato d'ipotermia, nessuno mi portò cibo per almeno due giorni e non riuscivo a riscaldarmi stando a torso nudo, non riuscivo nemmeno a dormire perché i ragazzi scopavano tra loro oppure si masturbavano guardandomi tutto il tempo. Sembrava un'orgia che non smetteva mai, era questa la pubertà?
Che schifo!
Al terzo giorno ero stremato mi sentivo come un pezzo di ghiaccio, entrò una guardia che mi prese e mi rimise le manette per poi portarmi in una stanza dove vidi i miei genitori seduti davanti ad un tavolo di interrogatorio, non riuscivo a dimostrare il mio sollievo nel vederli, ero troppo stanco, mia madre appena mi vide scoppiò a piangere e mio padre tentò di consolarla anche se si capiva che era molto deluso da me. Mi fecero sedere davanti a loro e poi iniziò l'interrogatorio, l'ispettore si sedette alla mia destra appoggiando la pistola sul tavolo.
<"Less i tuoi genitori hanno pagato la cauzione, ma consigliamo che tu venga trasferito in un ospedale psichiatrico, ma se proprio i tuoi genitori preferiscono che tu rimanga agli arresti domiciliari è un'altra scelta plausibile, ma ad una condizione... devi essere seguito da uno psichiatra qualificato che possa gestire il tuo problema. Supponiamo che tu soffra di schizofrenia, quindi verrai tenuto in entrambi i casi in isolamento forzato, dovrai fare uso di medicinali prescritti dal medico, intesi?">
Non risposi, rimasi col volto abbassato per tutto il tempo della conversazione, mio padre disse all'ispettore:
<"Per me può anche sbatterlo nuovamente nella sua cella, lui non è mio figlio.">
Mia madre si irritò e lo interrompe <"Amore, non dire così, nostro figlio non si è mai comportato così sarà stato per via del trasloco e...">,
venne interrotta da mio padre che alzò la voce:
<"Non insistere! Questo mostro non entrerà mai più in casa mia! Non difenderlo, abbiamo educato nostro figlio con amore ed una sana disciplina, rivoglio mio figlio indietro, questo essere lo può riportare indietro.">
Mi infuriai e alzai la voce anche se non riuscivo nemmeno ad alzare lo sguardo,
<"Non l'ho ucciso io, volete capirlo? Smettetela una buona volta...una buona....volta">
mi misi a piangere, mia madre si alzò e mi abbracciò il più forte che poteva unendosi a me in un forte pianto, mio padre rimase impassibile con lo sguardo chinato e le mani incrociate quasi per trattenersi dalla rabbia che ribolliva dentro di lui.
L'ispettore attese la risposta dei miei genitori e alla fine decisero di riportarmi a casa...
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