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Parte 2 [🏯Si Parte🎌]

Il mattino presto nell'ora stabilità dell'incontro.

Auri POV

Ora sono all'aeroporto, il viaggio in macchina era abbastanza lungo e per certi versi noioso, ho guidato io all'ultimo tratto di strada per far riposare un minimo mamma per poi farla tornare a casa in caso vedo qualcuno con il cartello con il mio nome e la destinazione, vedo mamma leggermente in ansia perché lei è sempre stata con me in ogni momento; dal primo giorno di scuola elementare, nei miei più grandi successi lei c'era sempre, nei momenti di profondo dolore lei era presente, al mio primo Heartbreake mi ha ridato coraggio e la forza di andare avanti in breve per me c'è sempre stata, senza di lei non riuscirei a fare nulla, lei è la mia roccia e la mia guida, ho un rapporto straordinario con mia madre è una gran donna, la guardo spesso negli occhi e noto che per certi canti io sono come una sua copia e come lei cerco di mostrare sempre un sorriso solare anche nei momenti bui, perché mi sono fissata la missione di far sorridere chiunque mi parli, come alcuni affermano se una persona sorride durante una conversazione può migliorare un minimo l'umore dell'interlocutore.
Emisi un sospiro ancora seduta su quella poltroncina di plastica dell'aeroporto con mia madre che sta alla mia sinistra con un paio delle mie valigie, mi guardo intorno per un secondo, ad un tratto noto un ragazzo all'apparenza molto giovane capelli nero carbone, con una espressione molto seria ma la cosa che mi ha colpito è il modo in cui era vestito, aveva una hakama bianca grigia e il kimono bianco con una katana che sembra una shirasaya (un tipo di catana senza la Tsuba ovvero la guardia della spada), notai che aveva il cartello con con su scritte il mio nome e destinazione, andai immediatamente incontro al giovane, appena mi notò mi studiò dalla testa ai piedi, così per rompere il ghiaccio dissi inchinandomi con le mani una sopra all'altra formando una V con le braccia.

Io: Kon'nichiwa, hajimemashite. (tradotto: salve è un piacere conoscerla)

??: tranquilla non serve parlare in giapponese, capisco l'italiano. 

Io: oh...scusi se le ho mancato di rispetto.

??: Oh no, apprezzo il fatto che hai cercato di rispettare il mio paese parlando la mia lingua, non la vedo come una mancanza di rispetto, la ringrazio per questo signorina Ferretti.

Io: mi può chiamare per nome se vuole...dandomi del lei mi sento molto più vecchia di quanto non mi ci senta.

Goemon: allora mi scuso, Aurora giusto? mi chiamo Goemon Ishikawua puoi chiamarmi semplicemente Goemon, sono qui per accompagnarla all'università, appena prende le valige partiamo nell'immediato, quindi cerca di non allungare i convenevoli, ok? abbiamo una tabella di marcia da rispettare.

Io: capisco, saluto mia madre, prendo le mie cose e arrivo, ok?

Goemon: certamente, ma non metterci molto, ok?

Io: certo, non ci metterò molto.

dissi andando verso mia madre a prendere le valige e salutarla con un bacio sulla guancia e un forte abbraccio dicendogli che ci sentiremo presto e che mi sarebbe mancata, mi fece promettere di fare video agli eventi particolari del Giappone perché lei è molto interessata a quel paese come mio padre, glie lo promisi con un sorriso e un paio di lacrime che uscirono dai miei occhi, mi asciugai le lacrime, presi le valige e seguii il ragazzo con il cartello che mise dentro la manica del suo kimono, emisi un sospiro con il naso usando il diaframma per respirare, misi le mie 4 valigie: una dedicata ai vari vestiti leggeri (e sono parecchi), una per i vestiti per le mezze stagioni, una per i vestiti invernali con alcuni cappotti e l'ultima aveva alcuni oggetti tipo elettronica, alcuni libri di ogni tipo (art book compresi) e un po di attrezzatura per disegnare in caso di tempo libero (se c'è ne saranno perché non è detto che ci siano), misi la valigia con l'attrezzatura da disegno e gli oggetti elettronici con me e lo misi nel vano sopra al mio posto, mentre le altre tre erano nella stiva dell'aereo, dopo un paio di secondi che avevo messo la mia valigia nel vano notai una signora anziana che cercava di mettere la sua valigia nel vano sopra il suo posto ma non ci riusciva era un cincinnino più alto di lei.

Io: posso aiutarla io a mettere la sua valigia nel vano portabagagli.

Signora: oh grazie giovane fanciulla, purtroppo ho una certa età e non riesco più a fare nulla.

Io: tranquilla signora!

Signora: grazie mille cara, mi scuso per aver scomodato una giovincella come te.

Io: non si preoccupi signora per me è un piacere aiutarla.

dissi mettendo la valigia dentro domandandogli se andava bene come l'avevo messa, lei rispose che andava bene scusandosi ancora per essermi scomodata per lei, io con un sorriso gli dissi che per me non era un peso aiutare chi ne ha bisogno, la signora mi sorrise ringraziandomi dicendo un "che dio ti benedica cara", la salutai sorridendo, poi tornai verso il mio posto dove mi aspettava in piedi Goemon, lui disse che visto non gli piacevano tanto le altezze (no nel senso di paura nel senso che ha il mal d'aria) così mi cedette la parte con il finestrino, compresi la sua posizione così mi sedetti dove il ragazzo mi disse di mettermi, lui si sedette affianco a me con la sua katana tra le braccia appoggiandola sulla sua spalla come un bastone da passeggio, questa situazione mi fa strano forte, i nomi, il nome dell'università tutto quanto, mi sembra tutto surreale, cercai di cancellarmi tutti i pensieri dalla testa pensando che fosse solo una mia paranoia, poi chi sa forse non sarò l'unica italiana in questa strana università, ho dio al meno spero, così non mi sentirò una mosca bianca in classe o nei club ricreativi che suggerisce la scuola, poi il giovane samurai mi domandò serio.

Goemon: perché hai dato una mano a quella signora? non la conosci nemmeno per quanto ne so.

Io: perché io do sempre una mano alle persone che hanno bisogno d'aiuto.

Goemon mi guardò in modo un po sorpreso, ma poi distolse lo sguardo dopo un secondo come se stesse nei suoi pensieri facendo un lieve sorriso che svanì quasi subito, così decisi di guardare fuori dal finestrino dell'aereo, poi arrivò la hostess e ci illustrò cosa fare in caso di emergenza io sapevo già cosa fare ma ascoltai comunque, ma dopo quelle spiegazioni della giovane signora accesi la piccola TV per vedere qualche film particolare, alla fine l'unica cosa che vidi (di decente) fu #Underverse il film dell'evento X (la storia di Cross! Sans), devo dire non è tanto male in fondo, a me piace Undertale e i suoi multiversi particolari, ma tornando a noi, il viaggio divenne leggermente noioso dopo che avevo visto il film, dopo poco sentii il samurai riparlare con molta calma.

Goemon: videogiocatrice?

Io: non molto uso solo i giochi da telefono...come mai questa domanda?

Goemon: perché ho notato come eri interessata al film che è ispirato ad un videogioco, ti dirò farai immediatamente amicizia con uno dei nostri studenti fan dei videogiochi, se sei fan dei giochi pixel art ti amerà così tanto che ti chiederebbe di sposarlo...se te lo stai chiedendo, si è successo già tre volte.

Io: Ah...capito.

dissi leggermente basita, anche se posso capirlo in fondo...poi per certi canti sono anche io così ma solo per scherzare tranquilli non dovete chiamare il manicomio per internarmi, poi guardai negli occhi il giovane ragazzo e gli sorrisi in modo gentile per poi cercare un argomento di conversazione per non annoiare me o il ragazzo in questione, il ragazzo stranamente era in vena di parlare, perché di primo acchito mi sembrava uno che non è loquace ma a quanto pare o mi sbagliavo oppure gli sto simpatica, non ne ho idea, dopo ore di viaggio in aereo arrivammo la sera presi le valige e seguii il giovane, ma visto che l'università era chiusa andammo al capsule hotel per passare la notte e andare a sistemarmi al dormitorio domani mattina, spero solo che non sia strano il primo giorno, il samurai però prima di farmi andare a dormire mi diede un sacco di libri che stanno dentro un enorme borsa da ginnastica ne presi un paio per mano e mi resi conto di quanto è particolare questa università.

Io: criminologia? Teoria sulle classificazioni degli S.C.P? cosa centra con il mio campo professionale di grazia?

Goemon: non chiedere, è il programma scolastico, io non lo so.

Ok...meglio non farsi domande, infatti non mi feci delle domande, no perché non volevo sapere perché ma avevo paura delle risposte che ci potevano stare, andai dentro la capsula con le valigie dentro l'armadietto nella capsula e andai a dormire con una leggera nostalgia di casa, so che è passato poco ma sono molto sentimentale, posso dire di essere un po penosa...al meno credo, non ne ho idea mi addormentai con mille pensieri in testa ma con un sorriso. 


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