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1.1

Non si può giudicare un libro dalla copertina, ogni pagina esprime la sua essenza.

Nelle grandi cose gli uomini si mostrano come conviene loro di mostrarsi, nelle piccole, si mostrano quali sono.
Nicolas de Chamfort

Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei.
Niccolò Machiavelli

Perché c'è ancora qualcuno che ti apprezza per come sei e non per come devi essere.
Johnny Depp


1.

I rumori assordanti del traffico e l'accecante bagliore delle luci notturne, impregnati del profumo unico dell' antichità e storia, li avevano accolti nell'ennesima tappa del loro tour. Il cielo libero da nuvole batteva su un fiore di storia i cui petali con il tempo non appassivano, anzi sembrava donargli sfumature uniche. Roma era una città caotica, non come New York o Hong Kong, era diversa, aveva un fascino che tutte le altre le invidiavano, il Colosseo, l'impero Romano, Bernini, Borromini, la cappella Sistina, i San pietrini, e tutte le buche che avevano rischiato di far rotolare Nils per terra svariate volte, pensò Harry sghignazzando tra sè e sè. Erano nel pulman, sulla strada per lo Stadio Olimpico che avrebbe ospitato il loro concerto. Dal finestrino non poteva vedere molto. Avrebbe voluto visitarla con calma, avere la possibilità di perdersi per le strade come il più banale dei turisti, comprare souvenir stupidi o spedire cartoline. Invece sarebbero rimasti solo due giorni per il concerto e poi via. Si trattava di lavoro, non vacanza. Il lato positivo era che poi altre due tappe e sarebbero tornati a casa nella loro amata Inghilterra. Si era abituato finalmente alla sua nuova vita, pensò con malinconia. Stava crescendo anche lui, forse.

A causa del concerto di qualche imbecille la città era bloccata in un ingorgo di traffico, in un'orchestra di clacson da far perdere i timpani ad un sordo, alcune strade erano perfino state chiuse, tutto si poteva dire tranne che sarebbe stata una giornata tranquilla. Da quando era tornata dall' America le sue giornate di tranquillo non avevano avuto niente, constatò amaramente mentre batteva l'indice sul volante a ritmo di una di quelle canzoni che conosceva a memoria. Ora attendeva solo con ansia che quel mese finisse per trasferirsi in Inghilterra con Noemi, corso avanzato di inglese per diventare scrittrice, la sua amica l'aveva trascinata sfruttando la sua influenza su di lei e soprattutto la voglia di allontanarsi da quella che era stata la sua vecchia vita. Se lasciarsi tutto alle spalle era la definizione corretta.

Il risultato di ottenere una giornata libera, in una città straniera senza guardie o guide di alcun tipo era scontato: perdersi! Esattamente ciò che era successo ad Harry ed i suoi compagni, dispersi per i vicoli di Roma. Si diede dell'idiota constatando che poco prima del concerto aveva espresso proprio quel desiderio, ora non aveva la minima idea di dove fossero finiti.

- Viva le idee geniali di Chris! – esclamò

sarcasticamente Victor.

- Beh non si può dire che non stiamo vivendo una serata avventurosa! - ribatté il ragazzo mentre ammirava ogni angolo di quelle strade sconosciute, affascinato.

- Se per avventurosa intendi essere dispersi per i vicoli della città antica - sottolineò l'altro.

- Insomma finiamola! - Luke sentì il dovere di intromettersi bruscamente, quelle stupide diatribe gli facevano fondere il cervello - Piuttosto cerchiamo qualcuno a cui chiedere indicazioni – aggiunse guardandosi intorno.

- Possibilmente che ignori la nostra faccia - suggerì Harry. Non aveva la forza di gestire un gruppo di fans scatenate pronte a saltargli addosso. Lo sapeva, aveva imparato a gestire quella pressione, erano i contro del suo mestiere, che di pro ne aveva tanti. E quando si dice la fortuna è una dea bendata mentre la sfortuna ti punta proprio, un urlo isterico risvegliò l'attenzione dei ragazzi, convogliandola verso un punto preciso.

- Ohoh -

- Sono loro! - strillò una ragazza con tutto il fiato che aveva in corpo prima di lanciarsi in un inseguimento scatenato. Era destino: la pace e la tranquillità erano lontane anni luce quel giorno, non restava che correre, tanto ormai si erano già persi.

Bisogna sempre perdersi per poi ritrovarsi.

Nella corsa disperata alla ricerca della tranquillità il gruppo di stars si ritrovò in un piccolissimo pub nel cuore della capitale italiana. Era quasi interamente in legno, senza tavoli né sedie, solo qualche sgabello sparpagliato senza logica, un piccolo bancone che serviva alcolici di tutti i tipi. Sembrava uno di quei posti logori e squallidi dove gli ubriaconi della zona si radunavano per la solita sbronza della sera. Eppure l'ambiente era carino, c'era qualcosa di famigliare e accogliente in quel posto che sembrava dimenticato dagli uomini, eccetto un gruppetto di amici che si stava esibendo in karaoke e balli di gruppo. Erano solo 5, eppure sembrava bastassero a riempire il locale. A primo impatto davano l'idea di divertirsi molto, e soprattutto, nessuno pareva far caso a loro, nessuno di quei cinque sembrava averli notati e di conseguenza riconosciuti. L'intero gruppo tirò un sospiro di sollievo.

- Beh ragazzi non so voi, ma io mi butto! Ci si vede! - detto ciò Nils, il ragazzo biondo, decise che era arrivato il momento di buttarsi nella mischia con entusiasmo. Gli piacevano quei balletti strampalati, lo facevano sempre divertire ma non aveva mai avuto il tempo di impararli, quindi si limitava a copiare goffamente le mosse degli altri. Poteva apparire ridicolo? Quello era davvero l'ultimo dei suoi pensieri. Chris lo seguì velocemente, mentre gli altri si lanciarono sbuffando verso il bancone alla ricerca di alcohol.

- Noi siamo i No-end Ocean! Possibile che tu non abbia mai sentito parlare di noi?! - urlò Nils sconcertato ad una delle ragazze, quasi offeso, mentre Harry impallidiva. Ma come, si erano rintanati lì dentro solo per evitare i fans e Nils si faceva pubblicità con le prime persone che sembravano non conoscerli, ma cosa aveva in testa?! Aveva notato l'amico parlare animatamente con una delle ragazze di quello strano gruppetto. Non avrebbe ascoltato se non avesse captato parole sospette e soprattutto non si sarebbe presentato davanti a loro pallido come un cencio e rischiando di cadere dallo sgabello per la troppa foga con cui era sceso, facendo sghignazzare quei due.

- Che cosa stai facendo?! – strillò raggiungendolo, ma Nils ammiccò non notando la vena minacciosa della sua voce, così rincarò la dose.

- Abbiamo anche fatto un concerto mega galattico ieri allo stadio - aggiunse pavoneggiandosi. Harry scosse il capo abbandonando ogni speranza di tranquillità. Avrebbe finto il solito sorriso sexy che sapeva gli venisse fin troppo bene, firmato qualche autografo, posato per le foto e sperava che quello bastasse, che la ragazza e la sua compagnia non si sarebbero accollati a loro come ventose per tutta la sera. Solo perché erano famosi. Gente ipocrita.

- Allora il concerto era il vostro! Per questo hanno bloccato tutte le strade e c'era un traffico infernale! – esclamò la biondina con qualcosa che a lui apparve stupore.

- Esatto! Solo per noi! - continuò lui gonfiando il petto.

- Vi ho mandato non so quante maledizioni in tutte le lingue conosciute e sconosciute! - se non avessero capito la lingua, dal tono che aveva usato si poteva benissimo dedurre che quelle parole fossero complimenti. Si sentì colto di sorpresa e non era stato il solo, dato che Nils aveva appena spalancato gli occhi, guardandola incredulo.

- Come prego? - la faccia shockata dell'amico fece sghignazzare persino Harry.

- Sono rimasta bloccata per due ore! Vi ho mandato insulti terribili senza nemmeno sapere verso chi fossero diretti! – confessò in maniera scherzosa.

- Beh, grazie per l'onestà! – il pavone aveva smesso di gonfiarsi, pensò Harry notando il cambiamento di espressione del suo amico.

- Però, ora che vi ho conosciuti, mi siete molto più simpatici! – aggiunse, come se l'avesse potuto notare anche lei. La ragazza era sveglia. Stranamente si ritrovò a posare tutta l'attenzione su di lei. Non aveva fatto una piega quando Nils aveva fatto saltare in aria la loro copertura, se mai ne avessero avuta una, ma lei non aveva cambiato il suo atteggiamento di una virgola e la cosa apparve ai suoi occhi tanto strana e inaspettata quanto sospetta.

- Meno male! Altrimenti chissà cosa ci saremmo dovuti aspettare! – Nils riacquistò la sua originaria allegria facendo ridere anche lei. Era vero, quel ragazzo le era simpatico, non era affatto come quei cantanti pieni di sè e con la puzza sotto al naso. Involontariamente osservò anche il suo amico, l'aveva notato da quando li aveva raggiunti con una camminata studiata che trasudava mascolinità, portandosi indietro i capelli mossi, quasi ricci, tanto lunghi da coprirgli il retro del collo. Aveva sempre considerato sexy i capelli lunghi, anche se non a tutti donavano, aveva sempre creduto che bisognasse avere un viso particolare per poter portare dignitosamente quel tipo di taglio e lui ne era indubbiamente un esempio.

- Comunque noi siamo Nils, Chris, questo è Harry – disse Nils. Lene notò la mano posata affettuosamente sulla spalla dell'amico che invece sorrise appena. Non sembrava proprio entusiasta - E quelli che vedi al bancone sono Victor e Luke -

- Ok, me li sono già tutti dimenticati! – ammise cercando di evitare la figuraccia nel farsi scoprire di aver perso la concentrazione sui nomi appena aveva sentito quello del riccio.

- Tu? -

- Raelene - disse speranzosa di non doverlo ripetere per la seconda volta.

- Come? – ma lui si avvicinò di più per poterla sentire meglio.

- Raelene! – esclamò alzando al voce, perché tutti avevano problemi a capire il suo nome!

- Che strano nome! – ammise ridacchiando. Ecco per l'appunto, anche se detto da lui suonava solo come una genuina constatazione.

- Spero non sia un insulto! – scherzò

- No è solo insolito -

- Significa illustre – spiegò cercando di evitare un tono vanesio.

- Bello! –

- Grazie! – il riccio ancora non le aveva rivolto parola, sembrava fosse solamente interessato ad ascoltare e studiare la situazione e tutto ciò la rendeva inspiegabilmente nervosa. Si domandò da dove venisse questo strano e curioso interesse verso quel ragazzo, eppure qualcosa in lui aveva il potere di attirare la sua attenzione.

- Sei di qui? – quanto era grata della voglia di chiacchiere di Nils!

- Si, sono nata e cresciuta qui anche se ho vissuto negli Stati Uniti per qualche anno –

- Adoro gli USA, noi ci passiamo spesso per lavoro –

- Gia, anche io li adoro – una lieve nota incrinata tradì il suo desiderio di impassibilità. Sarebbe mai arrivato il giorno in cui sarebbe riuscita a parlare di nuovo con entusiasmo di quel continente? La risposta che aveva in mente sapeva come il più amaro dei veleni. Una presenza improvvisa riportò repentinamente la sua attenzione al presente. Gigi, il suo migliore amico, la persona di cui si fidava maggiormente, il fratello che non aveva avuto. Lui aveva il potere di apparire sempre quando lei era maggiormente in difficoltà, bastava solo la sua presenza perché la felicità s'impossessasse nuovamente di lei, non importava come o dove, bastava lui. – Lui è Gigi – annunciò con un raggiante sorriso – E' il mio migliore amico – adorava precisarlo.

Fu così che, come se fossero stati vecchi amici che non si vedevano da tempo indeterminato, i tre ragazzi cominciarono a parlare di svariati argomenti, a volte senza senso, mentre una strana simpatia reciproca si faceva largo nelle loro menti.








Eccola....oh beh, devo dire che sono agitatissima per questo! In tutto ciò...potrebbero ancora esserci errori di battitura! Mi perdo perfino la testa!
Chiedo venia e ringrazio chiunque passi anche solo per caso di qua! <3

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