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Capitolo 1

Luglio 2020

«Come è possibile che pur essendo gigante non riesca a chiudersi? Hai capito che partiamo solo per una settimana vero?» ignoro le domande di Klayla mentre continuiamo a spingere sulla valigia per fare in modo che si chiuda ma l'impresa si sta rivelando più difficoltosa del previsto. I capelli scuri della mia migliore amica svolazzano ovunque e i suoi grandi occhiali da sole continuano a scenderle sul viso chiaro.

«Ce la  stiamo facendo, continua così» dopo ulteriori tentativi finalmente riusciamo nella nostra impresa, appena in tempo per il taxi che fa capolino davanti al cancello della mia casa.

«Benissimo, è tutto pronto?» chiedo alla mia amica mentre prende la sua borsa e la mette in spalla.

«Direi proprio di si, che la nostra estate abbia inizio!» alza le braccia al cielo con l'entusiasmo di un bambino come suo solito.

«Estate responsabile, mi raccomando!» urla mia madre dal bagno mentre risciacqua la tinta nera che fa da anni ormai.

«Stia tranquilla signora, la controllo io» lancio uno sguardo a Klayla che è ben consapevole del fatto che sarò io a controllare lei. Dopo innumerevoli saluti prendiamo le valigie e ci dirigiamo verso il taxi pronte per partire, ci aspetta una lunga settimana in Italia, più precisamente in Abruzzo, a casa del mio migliore amico Daniel. Io, lui e Klayla  i conosciamo da quasi cinque anni, abbiamo trascorso tutti gli anni del liceo facendo a rotazione per essere compagni di banco e ogni volta che tornavamo a scuola a settembre Daniel ci raccontava della sua estate italiana, nella sua enorme casa bianca che affacciava sulla spiaggia e del suo gruppo di amici storici che si ritrovano li ogni anno. Noi lo ascoltavamo incantate mentre, con un sorriso a centomila denti ci parlava delle loro serate, del mare limpido, delle tante risate e dell'amore che lo legava a quel posto. Un anno proprio a metà del nostro percorso scolastico aveva pensato di trasferirsi lì, idea che nel tempo è stata accantonata dai suoi genitori che preferivano finisse le scuole qui ad Atlanta. E poi è arrivato il fatidico giorno in cui ha invitato entrambe per una settimana ed io e la mia amica abbiamo fatto i salti di gioia per un giorno intero.

«Secondo te ci divertiremo?» le chiedo per avere sicurezza. Ogni tanto sento l'ansia salire quando devo conoscere persone nuove, nonostante sia al tempo stesso una cosa che mi piace da morire.

«Ne sono certa! E poi hai visto i suoi amici in videochiamata l'altra sera? Wow!» qualche sera fa siamo stati tutti e tre per ore a parlare al telefono finché ad un certo punto si sono presentati due amici di Dan. Un ragazzo si chiamava Tommaso, vive in Abruzzo da tutta la vita e sembrava molto simpatico e alla mano; l'altro ragazzo invece, credo si chiami Raymond, è un bel ragazzo ma non mi ha trasmesso molta simpatia. Non ha aperto bocca per tutto il tempo, ci guardava e basta, smanettando ogni tanto sul suo telefono con la cover rossa. Inutile dire che Klayla lo ha puntato subito e Dan è stato ben felice di dirci che avremmo dovuto creare la situazione giusta per fargli passare la settimana insieme. Quando si tratta di queste cose, il mio migliore amico è il numero uno.

Trascorriamo il viaggio in taxi fino all'aeroporto cantando a squarciagola e facendo venire il mal di testa all'autista che aveva decisamente poca pazienza, e durante il volo dormiamo come angioletti. Per questo ci è sembrato molto più breve di quanto non fosse in realtà.

«Non dobbiamo prendere l'autobus per arrivare da Dan vero?» guardo Klayla e alzo le spalle immaginando di doverlo utilizzare, poi con la coda dell'occhio vedo una sagoma avvicinarsi a noi ed entrambe ci voltiamo verso di essa.

«Buongiorno bellissime!» il sorriso smagliante di Dan ci accoglie calorosamente in Abruzzo e noto subito due mazzi di rose finte, uno rosso e uno rosa mentre si dirige verso di noi con alle spalle Jenny, la mamma. E' così abbronzato da sembrare mulatto, i capelli castani sono leggermente schiariti grazie al sole cocente dell'italia, ma gli occhi sono sempre gli stessi, pieni di luce.

«Non ci credo che ci hai portato i fiori» gli corro incontro e circondo il suo collo con le braccia più forte che posso per trasmettergli tutto l'affetto che provo. Lui mi stringe a se e qualche secondo dopo sento Klayla tuffarsi su di noi.

«Questi sono per voi» Dan porge le rose rosa alla mia amica e a me quelle rosse. Credo che nella mia espressione si legga perfettamente la felicità che sto provando, è un piccolo gesto che non gli era dovuto ma che ha voluto fare comunque e lo apprezzo tantissimo. «Volevo regalarveli veri ma finti durano per tutta la vita» dice riferendosi ai fiori.

«Oh sei il solito romanticone» klayla gli stampa un bacio sulla guancia  e dopo aver salutato anche Jenny, ci dirigiamo tutti insieme verso la macchina. Per tutto il viaggio, nonostante le chiacchiere, le risate, vari racconti e concerti, non faccio altro che controllare le notifiche sul display del mio telefono aspettando un messaggio da Alex, il ragazzo che sto frequentando e che mi inonda i pensieri dalla mattina alla sera tardi. L'ho conosciuto in piscina qualche settimana fa e da quel momento sono poche le cose che esistono oltre a lui per me. La situazione è complicata però...

***

«A che pensi?» la voce di Klayla mi distoglie dal mio pensiero fisso, mentre inizia a disfare la valigia. La casa di Dan è davvero enorme e affaccia direttamente sul mare che andremo a vedere tra circa mezz'ora. Ci ha lasciato la sua stanza preferita per dormire, quella interamente rossa e ci ha gentilmente messo al corrente del fatto che si sia divertito parecchio qui dentro. Ed io non stento a crederci conoscendolo.

«A nulla» inizio a tirare fuori dalla mia valigia i costumi per indossarne uno, il primo che trovo.

«Ad Alex, vero? Ti conosco meglio di quanto conosca me stessa cara mia» in effetti ha ragione. «Che succede? Non si è fatto sentire?» si siede sul letto bianco e azzurro e incrocia le gambe, pronta ad ascoltarmi.

«Niente di niente. Ho rovinato tutto.»

«Non è vero Lia, è solo un coglione doppiogiochista puttaniere che ci prova con tutte. E'  normale che noti la tua mancata fiducia nei suoi confronti se ogni giorno arriva una ragazza diversa a dirti che è andato a letto con la sorella, l'amica, la cugina o la zia. Non ti biasimo e lui deve anche finirla di lamentarsi per questo» il suo astio nei confronti di Alex mi strappa quasi un sorriso, eppure quasi mi viene da difenderlo dicendo che effettivamente non siamo fidanzati e che quindi può andare a letto con chi vuole. Eppure, il mio cuore non sembra pensarla allo stesso modo.

«Più che lamentarsi per questo, a lui non piace che io non riesca ad aprirmi e a lasciarmi andare quando siamo insieme, ma è più forte di me» inizio a giocare con la collanina estiva che porto al collo, quasi rischiando di romperla. Sono davvero delicate, cavolo!

«Ed è normale così per tutto ciò che ho elencato pochi secondi fa. Lui vuole che apri le gambe, non il tuo cuore»

«Se parli di me devo dissentire, io voglio i vostri cuori» Dan fa capolino dalla porta e scoppiamo a ridere mentre si avvicina con lo sguardo da sciupafemmine che utilizza di continuo.

«Li hai già, scemo! Però devi uscire, stavo per mettere il costume» prendo il primo che mi capita sotto mano e glielo sventolo davanti.

«Allora posso anche restare» io e Kayla lo chiudiamo fuori dalla stanza mentre tra una risata e l'altra ci prepariamo. Faccio due piccole trecce che incorniciano il mio viso mentre il resto dei capelli biondo scuro li lascio morbidi, in modo da farli schiarire meglio al sole, indosso le ciabatte e siamo pronte per dirigerci alla spiaggia.

«Siamo pronte per conoscere quei manzi?» mi chiede spruzzandosi una quantità enorme di profumo.

«Tu più che altro, ti dobbiamo organizzare la settimana con quel tipo... Raymond se non sbaglio»

«Oh, non sbagli, non vedo l'ora di divertirmi un pò. Questa è l'ultima estate completamente libera prima del college, dobbiamo godercela Lia. Entrambe» e con queste parole e il pensiero di Alex che mi rimbomba nella testa, scendiamo al piano inferiore e insieme a Dan usciamo di casa.

****

Passeggiamo per circa un'ora  tra le stradine di questa piccola cittadina abruzzese che ho scoperto chiamarsi Francavilla al Mare, sotto al sole cocente e con molta fame data l'ora del primo pomeriggio, così decidiamo di dirigerci  verso la piazza principale per mangiare qualcosa. L'odore del mare a pochi passi da noi si fa sentire, il lungo pontile che sorge su di esso è pieno di ragazzini che si tuffano nonostante la presenza di scogli ad una distanza molto ravvicinata e mi chiedo dove trovino tutto quel coraggio. Mentre cerchiamo un posto per sfamarci, Dan ci parla dei suoi amici, tre in particolare, raccontandoci di come li conosca letteralmente dal suo primo anno di vita grazie ai loro genitori che erano amici al liceo. Da quel che ho capito Raymond e Travis sono americani come noi con genitori italiani, mentre Tommy è nato qui e dovrebbe avere circa un paio di anni in meno. Si sono tutti conosciuti qui in vacanza grazie alle famiglie che hanno continuato a riunirsi in questa cittadina ogni estate e che tutti parlano perfettamente sia italiano che inglese, quindi non dovrebbe essere difficile comunicare.

«Ecco la mia ciurma!» sento esclamare da Dan. Io e Kayla lo guardiamo per poi posare il nostro sguardo dritto davanti a noi; vediamo avvicinarsi i tre ragazzi insieme ma uno cattura subito la mia attenzione. E' altissimo, forse potrebbe addirittura sfiorare i due metri, ha i capelli rasati ai lati e dei ricci biondi che sembrano morbidissimi sotto la luce del sole, gli occhi chiari risaltano subito appena incrocia il suo sguardo con il mio. Il tempo sembra passare a rallentatore per qualche secondo, mi guarda fisso negli occhi, lo guardo e sento il respiro fermarsi all'improvviso, le mani tremare leggermente, il silenzio intorno a noi. Rimango imbambolata per un tempo che mi sembra infinito. E' Raymond.

In un attimo penso alla mia migliore amica e tutto si spegne all'improvviso. Piace a Klayla.

Distolgo immediatamente lo sguardo e tutto sembra tornare alla normalità.

«Ti siamo mancati?» chiede quello che penso sia Tommy.

«Certo coglione. Comunque loro sono Klayla e Julia» Travis e Tommy ci sorridono con gentilezza e si presentano subito facendomi sentire a mio agio. Raymond al contrario stringe la mano a Klayla presentandosi senza sorridere per poi passare a me. I nostri sguardi si incrociano per un attimo mentre in modo impacciato stringo quella mano che è il triplo della mia.

«Coglione fai un sorriso a queste donzelle che ci faranno passare la settimana migliore dell'estate. Daniel ci ha parlato molto di voi e delle cazzate che fate insieme ad Atlanta durante l'anno» Travis ci sorride mentre Raymond continua a lanciarmi occhiate di sfuggita che ricambio solo una volta.

«Cazzo, abbiamo una grande responsabilità se vi ha parlato così di noi» esclama Klayla più sorridente che mai.

Passiamo insieme tutto il pomeriggio tra cibo, battute, tantissime risate e scherzi soprattutto tra Tommy e il mio migliore amico che sembrano due bambini che giocano.

E poi le occhiate di Raymond. Ma io non le ricambio.

Klayla. Alex.










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