☾ 𝟓
"Presumo, che ti stia chiedendo da dove dobbiamo iniziare" disse Lorenzo rivolgendosi ad Emma. Non si era volatilizzato, come soleva fare di solito. Era rimasto lì, per spiegare alla ragazza come si sarebbe dovuta comportare e come avrebbero iniziato ad usare la magia
"Lo presumi o lo sai con certezza?" chiese lei guardandolo. A quanto pareva, non riusciva ancora a fidarsi del tutto di Lucenti
"È solo una supposizione. Non ti sto manipolando o leggendo nel pensiero. Te ne saresti accorta" rispose freddo fissando un punto indefinito della stanza.
- È normale che si comporti così. Ciò che ha visto l'ha spaventata e convinta a diventare diffidente. Riuscirò a convincerla ad avere fiducia in me, prima o poi - pensò il ragazzo prima che lei potesse proferir parola
"È difficile crederti..."
"Sembrava che prima avessi ripreso a fidarti" soggiunse lui
"Ho pensato a quella notte in cui mi hai salvata. Poi, quello sguardo, mi è tornato in mente. Faceva paura, troppa. Credevo che avresti ucciso quella donna da un momento all'altro... poi, il suo sguardo così impaurito e remissivo, metteva i brividi "
"Perdonami ma cosa importa? Neanche sai chi lei sia"
"Invece importa perché... temo che tu possa sfruttarmi per poi uccidermi" disse tutto d'un fiato
"Sarebbe interessante come piano, davvero. Potrei usarlo, se fossi l'antagonista di un film fantasy" rise
'E se fosse davvero lui "l'antagonista in questa storia"?' mi ricordò la voce. Intanto, Lorenzo aggiunse:
"Non ho bisogno dell'aiuto di una neomaga che non sa ancora controllare la magia, per arrivare al potere. Sono sicuro che ci riuscirei da solo. A proposito, devo spiegarti un po' di cose sulla storia della magia, prima che inizi a pronunciare incantesimi a destra e a manca distruggendo qualcos'altro..." osservò la tazza in mille pezzi. Mosse la mano e la aggiustò
"Aspetta, non inizierò dagli incantesimi?"
"Certo che no. Hai visto cosa hai fatto prima? Vuoi che accada di nuovo?"
"Ma andiamo!" era delusa. Ma dopo tutto, non era colpa del ragazzo se non sapeva controllarsi
"Non andremo da nessuna parte se non mi ascolterai. Avrai una sola possibilità, se non mi obbedirai per una volta, ci passerò sopra ma se ti ostinerai a fare come vuoi. Beh... in quel momento dovrai davvero aver paura di me. Ricorda, che non sono il tuo baby sitter" sibilò lui
- Perché deve essere così suscettibile e antipatico? -
'Perché ha poca pazienza. Molto poca' soggiunse la voce
"Beh, questo l'avevo intuito" si dimenticò che solo lei poteva sentire ciò che la voce le diceva
"Allora non lamentarti" rispose Loreno secco pensando che la ragazza stesse parlando con lui
"Se no, che succederà?" Chiese poi lei altezzosa. Il mago rise e le si avvicinò
"Qualcosa che non vorresti mai vedere nella vita e che probabilmente già temi. Pur non sapendo quali siano le conseguenze o a cosa portino"
"Intendi, la morte?"
"No...questi" la prese per il mento e le fece vedere i suoi occhi illuminarsi. Le tornò in mente ciò che le disse un'ora prima 'non possono farti alcun male, a meno che non sia io a deciderlo'. Si allontanò immediatamente da lui, interrompendo il contatto visivo che si era creato tra di loro. Abbassò lo sguardo e si chiese per l'ennesima volta chi fosse la donna che aveva visto quel giorno. Prese coraggio e chiese:
"Chi era quella donna? Cosa le avevi fatto?..."
"Non provare a farmi domande sul mio passato. Intesi?"
"Perché non posso farlo?" era tesa come la corda di un violino. Il fatto che non potesse fargli domande sulla sua persona la infastidiva e la faceva insospettire sempre di più. Lucenti stava perdendo i colpi
"Perché non voglio. Ho un'altra condizione, nel caso ti interessi"
"Dimmi pure..." continuò a guardare il pavimento
"Non potrai uscire per i prossimi quindici giorni"
"Prego?! Non lo farò, non se ne parla, ho una vita. Non posso nascondermi solo per questa... disgrazia!"
"Disgrazia?? Il tuo è un dono, ragazzina. Oltretutto, non si tratta di nasconderti, ma di nasconderci. Hai idea di ciò che potrebbe accadere se gli umani sapessero del nostro mondo? Scommetto di no. Loro ci temono più di qualunque altra cosa, ecco perché inventarono tutte quelle favolette ridicole su di noi. Per ridicolizzarci e demonizzarci. Inoltre, infrangeresti la quinta legge della magia e se gli umani non riuscissero a prenderti, ti prenderebbe la Magus Covina. Fidati, non sarebbe un piacere farti estirpare i poteri dal corpo" si alterò e la cosa non piacque molto ad Emma. Come osava trattarla così? Credeva che non ricordasse ciò che le aveva detto qualche giorno prima riguardo i maghi oscuri?
"Guarda un po' da che pulpito viene la predica! Gli oscuri sono i primi ad infrangere i regolamenti indetti dalla Magus Covina. Lo hai detto tu stesso" Insistette lei, senza rendersi conto del suo madornale errore. Vide Lorenzo avvicinarsi a pugni stretti. Le sue vene, stavano diventando nere quanto il carbone, come accadde il giorno in cui Emma ebbe quella visione.
"Ascoltami neomaga, io sono il tuo mentore ed io deciderò cosa fare di te. Se dico che devi rimanere in casa lo devi fare. IO sono al comando, posso fare della tua misera vita da mondana ciò che voglio" inveii contro di lei con una forza tale da far tremare il pavimento. In quel momento, Emma capì che tutto ciò che le rimaneva da fare, era ascoltarlo. Forse infondo, lo faceva per il suo bene..
"Va bene... ti ascolterò" sospirò infine. Le venne da piangere ma non lo fece
- Devo stringere i denti, lui è l'unico che può aiutarmi, dopo tutto - pensò poi
"Bene" aggiunse lui dopo aver fatto sbollire la rabbia.
"Quindi, se ho ben capito, ora potrai rispondere a tutte le mie domande sulla Magus Covina e via discorrendo"
"Esattamente. Chiedi ciò che vuoi e io ti risponderò"
"Allora, mi stavo chiedendo, perché la Magus Covina è così importante? Da ciò che ho capito, hanno potere di vita o di morte sui maghi" chiese e ad un tratto la porta della sua camera si spalancò. Era la madre, voleva dirle che la cena era pronta
"Mamma!" esclamò
"Amore, eccomi. Con chi stavi parlando? Cos'è Megum, megium.. quella cosa lì"
"Oh- beh... ehm"
Lorenzo, la vide in difficoltà e decise di darle un piccolo aiuto. Prese il suo telefono, lo mise al suo fianco e le sussurrò: "Dille che stavi facendo un audio per le tue amiche riguardo un argomento di storia per la scuola". Fece come le disse e la madre le credette, non appena uscirono per andare a cena, Emma si voltò e Lorenzo riapparve. Sembrava che finalmente si fosse calmato...
- Che non mi abbia aiutata per scusarsi? - pensò lei in fine
Forse, infondo, il ragazzo non era così male come pensava
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