☾ 𝟑
I giorni passarono, arrivò dicembre e la neve iniziò a scendere nell'antico borgo.
Emma, tornò alla sua monotona vita scandita dallo studio, lezioni di pianoforte, ginnastica ritmica ed uscite con le compagne.
La voce che sentiva iniziò ad attenuarsi e di Lorenzo non ci fu neanche l'ombra. Nonostante il ricordo della notte del 31 ottobre e l'idea di ciò che le avrebbe potuto farle la terrorizzassero, non faceva altro che pensare a lui. Come se fosse stata stregata da un maleficio.
- Che non si fosse sbagliato? Magari, pensava che fossi speciale, come lui. Che sarei riuscita anch'io a fare le cose che fa lui, ma non è così. Sono solo una ragazza di sedici anni con una normale vita da teenager, tutto qui -
Questa, fu l'ennesima volta in cui la ragazza dubitò di sé.
Purtroppo però, non aveva idea di cosa stesse succedendo a Lucenti.
I Segugi, l'esercito indetto dalla Magus Covina, l'aveva ritrovato. Avevano tentato disperatamente di ucciderlo. Nonostante gli inganni e i sortilegi, non erano riusciti nel loro intento, lasciandoselo sfuggire di nuovo.
Era stato costretto a nascondersi per anni, dando protezione ad altri maghi oscuri, che un tempo l'aveva salvato. Non che lui avesse bisogno di essere salvato da qualcuno, era uno dei maghi più geniali e potenti dei suoi tempi. Ma all'epoca, quando lo accusarono per il suicidio di Michele Barnini e l'omicidio di Doneth il Folle, era giovane e per certi versi anche indifeso.
La sua illustre famiglia, non aveva la possibilità e neanche l'intenzione di salvarlo. I Magus Covina, l'importante ordine amministrato dal Pater Magistrum, non avevano il diritto e il potere di decisione su ciò che gli veniva ordinato dal loro capo.
Mai, in tutta la storia della magia, si era sentito di un avvenimento del genere.
Di certo, i Lucenti, non volevano essere incolpati di alto tradimento per salvare un mago oscuro che non consideravano neanche come loro figlio. Il mandato di cattura e uccisione venne presto indetto e da lì iniziò la caccia.
Ma in un freddo pomeriggio di dicembre, mentre Emma suonava il piano, un disegno raffigurante il marchio oscuro apparve sulla sua finestra e un boato si propagò per tutta la stanza. La ragazza si voltò di scatto, cercando di capire da dove provenisse il rumore, e osservò con curiosità il disegno.
"Ma questo l'ho disegnato anche io tempo fa" Si avvicinò sorpresa e disegnò i contorni della figura con il dito.
"Lo so, Guerrieri" Le annunciò Lorenzo apparendo a pochi metri di distanza.
"Lorenzo! Dove sei stato? È passato un mese da quel giorno!" Esclamò lei tutto d'un fiato
"Cos'è, ragazzina, ti preoccupi per me?" Mosse la mano e da essa uscirono dei piccoli fiocchi di neve, uno finì sul naso di Emma che accennò un sorriso. Poi il ragazzo schioccò le dita e una fiamma divampò dalla sua mano. Guerrieri si spostò immediatamente per non essere scottata e in quel momento ebbe un altro flash. C'era un rogo, lo stesso rogo che aveva 'visto' un mese prima.
"Che c'è? Hai paura?" Sorrise divertito sventolando la fiamma davanti a lei
"Senti, non voglio rimanere ustionata a vita, ok?" Ribatté lei .
Lui rise di guesto e prima che Guerrieri potesse dire A, le prese la mano e le fece sfiorare il fuoco. Era vero, non bruciava
"Ma quindi, non può bruciare-" Ma ragazza fu subito interrotta. Con un gesto Lucenti fece rimbalzare la fiamma sul foglio di carta che Emma teneva sulla scrivania. Esso, prese fuoco ma i disegni realizzati dalla giovane rischiararono e si illuminarono. Lucenti si voltò e si avvicinò al pezzo di carta ardente
"Ma guarda un po', avevi disegnato i tre marchi magici" disse fingendosi stupito. Già sapeva che li avesse disegnati lì.
Guerrieri gli andò vicino e lo guardò
"Tu lo sapevi..." disse stupita. Sapeva che lei era in grado di vedere i marchi ancor prima che lo scoprisse lei stessa. Ma come era possibile?
"Allora, cosa vuoi sapere?" immaginava che sarebbe stato inutile spiegarle come facesse a sapere del disegno. Perciò, decise di passare alla parte interessante del discorso
"Beh, tutto!" esclamò lei. Voleva davvero sapere tutto, come aveva fatto quell'incantesimo senza dire una parola, cos'erano i marchi, cos'era la Magus Covina, perché fosse rimasta incantata dal suo sguardo quella volta...
"Mi sembra un po' troppo. Capisco l'entusiasmo ma non posso certo rivelare tutti i nostri segreti ad una ragazzina" rise, poi la guardò. Anche lui era curioso alla sua età.
"Ma ne ho il diritto. Per colpa tua, non ho dormito per una settimana!" ribatté alzando il tono
"Per colpa mia?" le chiese smettendo finalmente di ridere
"Si, per colpa tua e dei tuoi stupidi... occhi e di quello che hai fatto a quei poveretti! Spiegami come hai fatto ad incatenarmi al tuo sguardo e perché mi hai detto di spostarmi. Ah, voglio anche sapere cosa sono i marchi e la Magus cosa lì.."
"Perfetto! Parliamo dei marchi" disse ignorando totalmente le altre richieste di Emma. Era troppo presto per spiegarle cose così complicate e controverse.
"Allora, questo è il marchio aulico, quello con cui tutti i maghi appartenenti alla Magus Covina e la mia famiglia sono segnati. Loro rappresentano i puri, coloro che tutto sanno. Quello che ho sulla mano invece, è il marchio oscuro, noi rappresentiamo gli scaltri e siamo potenti quanto gli aulici. Forse, siamo anche migliori di loro" sorrise per un attimo ripensando a ciò di cui lui e i suoi predecessori erano capaci. Poi, vide il marchio dei peccatori. Tornò subito serio e il suo disprezzo per quella cerchia di maghi si fece strada nella sua mente. Indicò il simbolo e proseguì:
"Questo invece, è il marchio dei peccatori, i traditori. Coloro che hanno tradito la loro natura aulica per praticare la magia oscura. Non meritano di essere neanche chiamati maghi" proclamò sprezzante
'Non ascoltarlo, sta mentendo' le disse la voce tornando ad assillarla
"Cosa?" sussurrò tentando di capire il perché di quell'avvertimento
"Che succede?" le chiese il ragazzo guardandola stranito. Emma cercò di inventarsi una scusa, non voleva parlargli della voce, credeva che l'avrebbe presa per psicopatica. Però ripensandoci, effettivamente, c'era qualcosa che non capiva.
"Non ho capito una cosa, puoi spiegarmela?" gli chiese sperando che accettasse
"Dimmi" le rispose, aveva capito che c'era qualcosa che non andava, ma giustificò il tutto pensando che avesse solo paura. D'altronde, chi non si sarebbe spaventato nel vedere che tutto ciò che ha sempre creduto fosse falso, è reale?
"Hai detto che i maghi aulici sono puri e che i maghi oscuri sono al loro stesso livello. Allora, perché gli oscuri non sono immacolati come loro?"
"È una questione di punti di vista, io ti ho riferito ciò che i membri della Magus Covina pensano dei maghi aulici, cerchia della quale essa è prevalentemente formata. Noi siamo l'opposizione, abbiamo un'idea molto diversa su di loro come loro ne hanno una diversa su di noi. Ma adesso, ho intenzione di mostrarti ciò che si è sempre detto e saputo sulle tre cerchie di maghi. Per loro, la purezza è anche data dall'osservanza delle sette leggi, le quali sono state scritte per regolare la vita tra maghi e umani. O almeno il loro intento fu quello...
Esse mettono un freno al potere dei maghi. Se non esistessero, non ci sarebbe ordine. Noi maghi oscuri invece, non abbiamo una grande osservanza delle regole. Te ne sarai accorta la sera del 31. La benedizione che ho lanciato su di te, mi è proibita perché incantesimo di natura pura. Infrangendo la legge, ho oltraggiato la magia bianca infangandola con il mio sangue. Vale lo stesso per gli aulici, non possono utilizzare incantesimi di magia nera, sia perché non ne hanno la forza e il coraggio, sia perché la loro anima candida non glielo permette. Immagino che ora, ti chiederai perché non ho ancora nominato i maghi peccatori. Ecco vedi, loro sono il frutto dell'inosservanza di questa legge, nelle lor vene scorre sangue puro ma dalle loro scelte e dal loro aspetto, non si direbbe. Hanno scelto la via del male, solo per arrivare al potere. La magia nera ha preso il controllo delle loro menti, rendendole persone infime e vulnerabili. Ha putrefatto i loro corpi rendendoli inguardabili, come fa l'acido a contatto con la pelle.
Francamente, credo che sia il prezzo giusto da pagare per ciò che hanno fatto. Meritano tutto il dolore che hanno passato"
Emma lo guardò negli occhi, percepì tutta la rabbia che provava in quel momento ma non capì perché la provasse. Le vene del ragazzo iniziarono a scurirsi, finché non si fecero nere come la pece
"Lorenzo, che ti succede?" chiese preoccupata prendendogli la mano congelata. Per un attimo, pensò che stesse per morire
"È tutto ok, calmati. Io sono qui" lo rassicurò lei. Il ragazzo fece un respiro profondo e chiuse gli occhi.
Un istante dopo, Emma ebbe l'ennesima visione. Vide due donne. Una di loro era incinta e indossava un abito bianco e lungo, l'altra invece era quasi del tutto scoperta. I pochi vestiti che indossava erano di colore nero. Urlava indicando il pancione dell'altra donna sbraitando parole in latino che Emma non riusciva o comprendere. L'altra invece, si teneva le mani in grembo come se stesse tentando di proteggere la sua prole. Dopo che la sua rivale ebbe pronunciato l'ultima frase, essa cadde al suolo, piangendo e chiedendosi ripetutamente cosa avesse fatto. La donna vestita di scuro sputò al suolo e se andò seguita dalle urla disperate della madre. Ad un tratto, la ragazza vide il vuoto.
"Lorenzo, chi era quella donna? La conosci? Fa parte della tua famiglia?" chiese al ragazzo pensando che fosse lì. Quando aprì gli occhi e lo cercò con lo sguardo però, non lo vide.
Una mano le toccò la spalla e un secondo dopo, svenne.
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