Lascio che l'acqua fresca scorra tra le mie dita ossute. I palazzi mi circondano e soffocano i colori del tramonto con il cemento e il vetro.

«Ehi! Vecchio! Vorrei bere anche io se ti levi!»

Quel midgardiano – oh, dimentico che vi fate chiamare umani – è così insolente, così pieno di sé e con così poco rispetto per un viandante.

Che fine hanno fatto l'accoglienza e l'umiltà in questo mondo?

«Cosa hai da offrire a un povero vecchio?» La mia voce non è possente come quella di un tempo; gli anni scorrono anche per un æsir, non rallentano la loro corsa, ma passano anche per noi.

«Che ti sei fumato, guercio?» Lo sguardo scocciato di quello sconosciuto parla più di quelle parole: non c'è più spazio per l'ospitalità in questo tempo.

Il mio viaggio non ha un inizio e non avrà una fine e mi incammino, incurante delle parole che l'altro lascia uscire dalla bocca.

Stupidi midgardiani, vi credete superiori, intoccabili e infallibili, ma vi siete persi, i tempi moderni vi hanno resi folli e schiavi. Avete perso la strada verso casa.

Le Norne non hanno mai smesso di tessere il vostro fato. Le Valchirie vagano ancora alla ricerca di prodi guerrieri e i miei corvi volano tra i nove mondi per sibilarmi ciò che accade, giorno dopo giorno.

Credete davvero di essere soli in questo grande pianeta sorretto da Yggdrasill?

Siete un popolo senza dio: avete rinnegato le vostre origini, ma noi siamo qui, saremo sempre qui al vostro fianco.

Ho molti nomi, lettore; io sono l'Havi, l'Altissimo, Odino, il Padre di tutti gli dei. La mia sapienza è conoscenza, magia e poesia nello stesso momento. Io conosco il tuo nome e, ciò che troverai qui, è la prova che non siete da soli: non lo siete mai stati.

Il fruscio delle ali di Munin mi fa sorridere e lui plana sulla mia spalla. Sul becco le rune si illuminano e il suo gracchiare si fa lieve nel mio orecchio.

«Forza, vecchio amico, sussurrami ciò che accade nei nove mondi.»

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Fatemi sapere cosa ne pensate! Ciao ♥