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Prologo

"Le Veela sono creature meravigliose semi-umane che incantano spesso gli uomini grazie alla loro bellezza"

"E allora?" la domanda venne pronunciata con una nota di troppo di scocciatura.

Florian Lestrange non era mai stato un grande amante delle regole imposte da esterni, specie quando si trattava di non avvicinarsi a certe Creature Magiche, perché potevano essere altamente pericolose. Era successo un pomeriggio, quando sua cugina Leta era venuta a trovarlo per le vacanze di Natale, al suo primo anno ad Hogwarts, e quel giorno si era trascinata dietro anche il suo amico di scuola Newton Scamander, detto affettuosamente Newt. Quando erano arrivati ad una radura innevata, si sarebbero aspettati di trovare il ragazzo, più grande di loro di tre anni, seduto sulla roccia che gli aveva indicato. I due bambini si erano guardati intorno e lo avevano chiamato, ma senza ottenere risposta.

"Non avevi detto che tuo cugino voleva farci vedere una cosa fantastica?" chiese ad un certo punto Newt grattandosi la testa.

"Sì, ma pare averci fatto uno scherzo" constatò Leta dando un calcio a un piccolo cumulo di neve.

Poco dopo, dal candido manto di neve videro sfumarsi un'ombra enorme, pareva una creatura alata e il cielo diventare improvvisamente scuro. I bambini guardarono su e videro dei nuvoloni scuri coprire il cielo bianco invernale, e un'ombra che le solcava provocando dei fulmini che parevano spaccare le masse gassose. La creatura uscì dalle nubi nere e un Tuono Alato gridò con tutto il fiato che aveva, seguito da un urlo divertito di Florian che, scoprirono dopo, si trovava sulla groppa dell'animale. Leta e Newt rimasero incantati e sbalorditi da quella scena, avevano sempre saputo che Creature del genere potevano presentare un serio pericolo essendo molto aggressive, eppure Folrian era riuscito addirittura a cavalacarne uno.

Florian atterrò poco dopo incoraggiando ed esortando il Tuono Alato, che per qualche secondo provocò un forte vento congelato a per il batter d'ali. I bambini corsero dal ragazzo e Leta si fiondò tra le braccia del cugino per salutarlo. Loro due avevano un modo tutto loro di salutarsi, si dicevano ciao in francese e strofinavano i nasi uno contro l'altro. Newt per un attimo era rimasto in disparte, non conoscendo ancora Florian, essendo la prima volta che lo vedeva. Quando i due Lestrange si staccarono, il ragazzo si avvicinò a lui porgendogli la mano destra.

"Tu devi essere Newt Scamander, Florian Fulcran Lestrange, lieto di conoscerti" disse Florian stringendocla manina di Newt.

"Sei un appassionato anche tu di Creature Magiche?" chiese affascinato Newt lasciando che il braccio venisse sventolato dal ragazzo.

"Non c'è un solo animale che sfugga al mio interesse! Ogni tipo di Creatura è una calamita per me, ma non ditelo a mio padre" esclamò contento Florian indicando con tutta la mano il Tuono Alato con fare fiero.

Qual era il problema in quel momento? Un Tuono Alato era sì pericoloso e aggressivo, ma mai quanto una Manticora addormentata. Florian la osservava nervosamente, la sua borsa era finita nel giaciglio dicquella Creatura e se si fosse avvicinato facendo troppo rumore non era sicuro sarebbe riuscito a sopravvivere ai fendenti della coda di scorpione della bestia. Tutta colpa di Léopolde, lui e la sua voglia irrefrenabile di vedere una Fata più da vicino... Avevano lasciato le loro cose vicino ad una grotta non troppo profonda e si erano addentrati nei boschi per ammirare Asticelli e Fate che sfilavano allegramente tra gli alberi, peccato che quando tornarono sui loro passi, la Manticora aveva fatto ritorno nella sua tana e si era appropriata della borsa di Florian.

E proprio mentre l'ultimo dei suoi problemi era quello di sentire mitologia e origini di altre Creature Magiche, Léopolde se n'era uscito con una nozione altamente inutile in quella situazione. Cosa gli importava di cosa fosse una Veela e come vivesse? Lui DOVEVA recuperare la sua borsa. Cosa facesse una Veela per vivere non era nei suoi pensieri in quel momento.

"Be', essendo creature bellissime, possiamo trovarne una che incanti quella Manticora" continuò Léopolde indicando la bestia addormentata, che nel frattempo aveva avvicinato di più a sé la borsa muovendo una zampa.

"Sì? E chi ti dice che é un maschio?" chiese Florian cercando di non maledire l'amico.

"Be'... Diciamo che l'ho visto direttamente"

Florian diede un forte pugno sul braccio di Léopolde per la frustrazione, ci mancava solo che se ne uscisse con una battuta di pessimo gusto. Ebbe la tentazione di spingerlo fuori dal cespuglio dove erano appostati e di fargli recuperare la borsa anche rischiando la vita, e se non fosse stato per il fatto che alla sua amicizia teneva più di ogni cosa, lo avrebbe certamente fatto. L'unico modo che gli venne in mente per spostare la Manticora, era quello di svegliarla e attirarla da un'altra parte per potersi avvicinare al giaciglio. Ma le Manticore erano molto territoriali e spesso si infuriavano se sentivano un odore estraneo non reagivano per niente bene, ed erano purtroppo dotate di un olfatto molto sviluppato.

Léopolde si guardò intorno per cercare un'alternativa che potesse allontanare la Creatura, o almeno che impedisse di farla arrabbiare. Vide una Fata svolazzare sopra la testa della Manticora, e il suo movimento leggadro passò del tutto inosservato. Gli venne un'idea che forse avrebbe potuto funzionare: bastava solo non fare troppo rumore e camuffare l'odore umano.

"Florian?" lo chiamò Léopolde sorridendo trionfante.

Florian lo guardò con uno sguardo esausto: "Dimmi"

"A te non da fastidio l'odore del fango vero?" chiese cercando di far sembrare la domanda più innocente possibile.

Florian sgranò gli occhi incredulo. Fango? Con tutto lo schifo e gli insetti che ci finivano dentro, aveva davvero il coraggio di chiedere se l'odore non gli dava fastidio? Intuì poco dopo quello che aveva intenzione di fare l'amico ma prima che potesse protestare, Léopolde gli spruzzò un consistente getto di acqua sporca misto alla terra argillosa addosso servendosi dell'Aguamenti. La divisa turchese della scuola di Beauxbatons divenne in un colore marroncino che mischiato al tenue azzurro diede come risultato una tonalità del tutto sgradevole. I capelli, di un bel nero ossidiana lucente, divennero opachi e gocciolanti. Florian dovette fare un grande sforzo per non rabbrividire.

Guardò l'amico, che in quel momento tutto aveva meno che amicizia, guardarlo a sua volta con un sorriso eccitato. Voleva chiedergli il perché: avrebbe potuto aspettare che acconsentisse o rifiutasse; avrebbe potuto prima discutere dei pro e dei contro; avrebbe potuto offrirsi Léopolde... Invece ora era bagnato come un pulcino e sporco peggio di una stalla. Léopolde lo spinse fuori dal cespuglio ed evocò un incantesimo di Disillusione sull'amico, incitandolo a muoversi senza problemi.

Florian, seppur molto titubante e sebbene avesse protestato, decise alla fine di muoversi pian piano verso la Creatura. Il tanfo del fango e dell'argilla che ricopriva i suoi vestiti era nauseabondo; copriva l'odore umano, ma non garantiva comunque che la Manticora cnon si allarmasse al sentire quel fetore forte. Mentre si avvicinava un passocper volta, si promise dentro chebnon avrebbe più accettato di accompagnare Léopolde in zone piene di bestie pericolose, l'era dell'incantatore di Creature Magiche sarebbe potuto finire in quell'istante o di lì a poco.

La Manticora emise uno sbuffo arricciando il naso, così forte che Florian dovete arrestare il suo percorso invaso da una paura blu come i suoi occhi. La vide girarsi dall'altra parte rotolando sulla sua schiena e stendere le zampe, poi parve non muoversi più. Lestrange emise un lungo respiro profondo e silenzioso, e in punta di piedi si avvicinò di più al giaciglio. La borsa era proprio davantiva lui, a pochi metri e tutto quello che doveva fare era abbassarsi e sporgersi abbastanza da afferrarla.

"Florian, avanti! Che aspetti?" lo esortò bisbigliando Léopoldi da dietro il cespuglio.

"Vuoi venire qui a farmi compagnia? Non so!" sbottò sottovoce Florian.

Peccato che mentre era intento a discutere con l'amico, l'incantesimo di Disillusione si stava affievolendo e l'effetto andava via via sfumandosi. Ma di questo il ragazzo si accorse solo nel momento in cui afferrò la borsa e vide la Manticora spalancare gli occhi sentendo qualcosa scivolare da sotto il suo corpo. La Creatura fissò intensamente per qualche istante il ragazzo, che poté specchiarsi nelle iridi inferocite. Appena ebbe realizzato il pericolo, Florian prese a correre nella direzione opposta urlando come un disperato e saltò oltre il cespuglio mentr la Manticora prese ad inseguirlo sotto lo sguardo sconvolto dell'amico. Florian pensò seriamente a quel punto di essere spacciato, correva in ogni direzione mentre la Creatura Magica non accennava ad arrestare la corsa.

Léopolde intanto era ancora dietro al cespuglio con una faccia terrorizzata per sé stesso e per il suo migliore amico che sarebbe potuto diventare cibo per Manticore.

"Fa qualcosa!" urlò ad un certo ponto Florian.

"E cosa?!" chiese spaventato e confuso Léopolde.

"Qualunque cosa!" rispose Florian mentre gli correva abbastanza vicino da farsi sentire.

Léopolde si alzò dal nascondiglio, per non essere il nuovo bersaglio della bestia appena avrebbe finto di inseguire il suo amico, e mentre correva via dalla loro traiettoria si ricordò dell'Aguamenti che aveva lanciato prima per coprire l'odore umano di Florian, e pensando che in quel modo avrebbe potuto distrarre la Manticora, ripeté lo stesso procedimento mirando al volto umano della Bestia. Il fango schizzò negli occhi di questa, facendole emettere lamenti di dolore, e permise a Florian di guadagnare abbastanza terreno per scappare.

"Com'era come intervento, ti è stato utile?" chiese Delacour quando Lestrange si fermò piegandosi in due dalla fatica.

"Se devo essere onesto, preferivo che tutto questo non accadesse proprio!" sentenziò Florian tra un sospiro e l'altro.

"Ah, cattivo! Almeno io ho cercato di evitare che ti sbranasse!" protestò ancora Léopolde offeso per essere stato sminuito.

Florian si alzò e lo guardò piantare il muso, Léopolde era così: un bravo amico, fedele e sempre disponibile quando ne avevi bisogno; ma quando si offendeva diventava peggio dei bambini. Lo osservò scuotendo la testa lentamente, non si sarebbe ripreso finché non gli avrebbe chiesto scusa. Il loro rapportocsi basava anche sul dover mantenere certe limitazioni in fatto di commenti, anche Florian sapeva essere un bel permaloso, soprattutto quando tiravi in ballo la sua famiglia.

"Non ti offendere, ma é vero!" continuò Florian scuotendo il fango secco dai capelli "Se tu non avessi avuto tutta questa premura di vedere le Fate, non ci saremmo trovati in questa situazione"

"Be' nessuno ti aveva obbligato a venire con me" protestò Léopolde puntandogli il dito "Sei venuto di tua spontanea volontà"

"Hai ragione" fece Florian alzando le mani in segno di resa "Ma questo non comprendeva comunque l'essere inseguito da una Manticora"

Léopolde sembrò valutare l'affermazione, tenendo il broncio e le braccia incrociate abbassando gli occhi. Poi sospirò e si avvicinò all'amico dandogli ragione e scusandosi subito dopo. Dovette mantenere tutto il suo auto-controllo per non scoppiare a ridere vedendo il suo amico ricoperto di fango e assomigliante a un dalmata dato che in alcuni punti la terra secca si era staccata dalla veste turchese. Florian lo guardò confuso e alzando le sopracciglia, per poi guardarsi l'uniforme scolastica ed emettere un sussurrato e frustrato: "Cazzo... "; ora doveva pensare a un modo per tornare a scuola senza che nessuno devesse quello scempio.

Léopolde cercò di rassicurarlo calcolando la distanza che gli separava dal castello di Beauxbatons, pensando che se si fossero imbattuti anche in un laghetto, con il sole che risplendeva avrebbe avuto anche modo di sciugarsi una volta immerso nell'acqua. Questo procedimento avrebbe anche potuto essere più corto se si utilizzava la magia, ma voleva provare l'ebbrezza di lasciare il lavoro alla natura.

Florian lo guardò storto: "É l'idea più ridicola che abbia mai sentito, se fai due colpi annulli il tempo che ci vorrebbe in condizioni naturali"

"Non sei proprio dell'umore per divertiti eh?" constatò Léopolde incamminandosi.

"Non dopo essere scampato ad una Manticora!" sbottò il povero Florian, con le narici ormai colme di quell'odore nauseante che tutto dava l'impressione fuorché essere semplice fango.

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